Kara

Avatar

a cura di jewel

Nel corso della Game Developers Conference 2012, il talentuoso studio francese Quantic Dream ha finalmente trovato l’occasione giusta per parlare dei progressi tecnologici che il team ha effettuato dal momento del rilascio di Heavy Rain fino a oggi. David Cage, co-fondatore della software house, ha mostrato al pubblico la tech demo intitolata “Kara”, una sorta di assaggio di ciò che il nuovo engine tridimensionale creato dalla compagnia è in grado di fare in real-time su un sistema Playstation 3. Il video, che a questo punto moltissimi di voi avranno già visto, cattura il momento in cui un androide “femmina”, dopo aver superato la fase di assemblaggio, inaspettatamente prende coscienza e realizza di essere un semplice frutto della produzione in serie, manifestando il desiderio di vivere. E’ bene sottolineare fin da subito che Kara non è affatto il prossimo titolo di Quantic Dream, ma semplicemente uno sfoggio delle nuove potenzialità della software house e, perché no, delle capacità narrative della stessa.

La vita non è un filmNell’ormai lontanissimo 2005, David Cage e compagni avevano mostrato al mondo le capacità espressive del loro motore grafico e dell’allora esordiente Playstation 3 tramite una tech demo intitolata “The Casting”, in cui un unico personaggio femminile parlava alla telecamera e si esibiva in un oscuro crescendo di emozioni, gettando le basi per il thriller che oggi conosciamo con il nome di Heavy Rain. Quest’ultimo ha rappresentato un grande passo in avanti per Quantic Dream, non soltanto dal punto di vista grafico, ma anche per la rinnovata espressività conferita ai personaggi. La software house aveva registrato separatamente doppiaggio e motion capture di faccia e corpo, mettendo insieme le due cose solo in un secondo momento per scoprire, infine, che effettivamente avevano svolto un ottimo lavoro. Ma il team di Quantic Dream non si accontenta e, ormai da due anni a questa parte, ha investito tempo e risorse nella tecnologia chiamata Full Performance Capture, grazie alla quale le tracce audio e i segmenti di movimento vengono registrati contemporaneamente e non più in momenti separati. Al pari di una grande produzione hollywoodiana, lo studio francese mira quindi a catturare la magia della scena in un unico take, concentrando quanta più emozione possibile in un’unica performance.Al contrario di Heavy Rain e delle sue ventotto telecamere, Kara ha utilizzato un set di ben sessantacinque telecamere piazzate in uno studio del tutto insonorizzato, indispensabile per la registrazione ottimale del voice acting. Come se non bastasse, similmente alla tecnica utilizzata nel film Avatar, dove gli attori avevano dovuto indossare alcune telecamere sul proprio capo, l’attrice protagonista della demo ha dovuto sopportare ben novanta sensori facciali per catturare le espressioni del viso. Insomma una tecnica più complessa della media e decisamente più costosa, ma che al pari del Motion Scan utilizzato da L.A. Noire, è già riuscita a dare i primi gloriosi frutti.

Lei RobotLa storia di Kara prende spunto dal saggio di Raymond Kurzweil intitolato “La singolarità è vicina”, un testo che con uno sguardo al futuro sostiene che gli avanzamenti tecnologici arriveranno ad essere talmente rapidi che la stessa razza umana, a un certo punto, non riuscirà più a tenere il passo con le proprie creazioni e le intelligenze artificiali finiranno per “dominare” il mondo, ricoprendo il ruolo di veri e propri esseri senzienti. Nella tech demo presentata, i ragazzi di Quantic Dream non fanno altro che dipingere la loro visione dell’esatto momento in cui il primo androide diventa cosciente e comincia a provare sentimenti “umani” pur essendo nient’altro che un semplice assemblato creato all’interno di una sterile fabbrica. Sono sei minuti veramente molto intensi, e gran parte del merito va senz’altro all’attrice Valorie Curry e all’ottima performance che è stata in grado di mettere in piedi. Stando alle parole dello stesso Cage, la scelta della protagonista è stata una delle fasi più difficili, proprio perché serviva una persona “in grado di diventare umana” davanti alle telecamere. Dopo un centinaio di provini la scelta è ricaduta sulla bella Valorie, che aveva immediatamente colpito il team per il suo aspetto già somigliante a quello di un androide senza il bisogno di ulteriori ritocchi e, naturalmente, per le sue grandi capacità recitative.

Un nuovo engineL’esigenza di un engine del tutto nuovo nasce dalla volontà di Quantic Dream di fare un vero e proprio salto di qualità con i prossimi titoli, questo almeno per quanto riguarda l’impatto visivo. La software house avrebbe potuto realizzare un upgrade del motore utilizzato precedentemente su Heavy Rain, ma visto l’ingente numero di modifiche che aveva intenzione di realizzare, il team ha preferito ripartire da zero concentrando gli sforzi sugli elementi di maggior interesse, come ad esempio gli effetti di luce. Quella utilizzata per la tech demo di Kara è in realtà una versione primordiale del nuovo engine, risalente a circa un anno fa e quindi in grado di offrire solo il 20% delle feature previste dalla tecnologia, che oggi si trova già alla sua terza versione e mira ancora a migliorare. Proprio nello spirito di questi continui miglioramenti, Cage ha promesso che il comparto tecnico del prossimo titolo targato Quantic Dream saprà stupire e migliorare significativamente quanto visto nelle precedenti produzioni della compagnia e in Kara, sottolineando di aver fiducia nelle capacità della homeconsole Sony e di aver capito che l’architettura di Playstation 3, se sfruttata a dovere, è ancora in grado di offrire tanto. Non possiamo che concordare, infine, quando il co-fondatore di Quantic sottolinea che il motore grafico di un titolo non è altro che uno strumento secondario, che aiuta sì a comunicare con il giocatore, ma che avrà sempre bisogno di una storyline consistente e di personaggi carismatici per poter trasmettere emozioni a chi fruisce del titolo. Naturalmente speriamo che oltre a tutto questo la software house prenda in maggior considerazione anche il gameplay, forse l’elemento più discusso quando si parla di titoli firmati David Cage.

Anche se Kara non ha nulla a che fare con il prossimo progetto di Quantic Dream, questa tech demo ci permette di apprezzare i progressi che la software house ha effettuato dall’uscita di Heavy Rain a oggi. Grazie alla nuova tecnica di Full Performance Capture, i movimenti del corpo vengono registrati insieme all’audio e non più in momenti separati, aggiungendo un tocco di realismo che promette di essere fondamentale nelle prossime produzioni della compagnia. Il nuovo engine, seppure sia stata mostrata una versione primordiale, dimostra già come David Cage e il suo team si stiano concentrando sui giochi di luce e sull’atmosfera delle scene. In generale siamo rimasti colpiti dalla qualità della demo, anche a livello narrativo. Speriamo solo che il successore di Heavy Rain sappia innovare anche le meccaniche di gioco e non solo l’aspetto visivo.