Recensione

Jurassic Park: The Game

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a cura di andymonza

Sin dal suo annuncio, Jurassic Park: The Game si è guadagnato tutta l’attenzione dei fan: nonostante i diversi tentativi fatti in passato, vedi Trespasser, la saga non ha mai trovato un preciso punto di riferimento videoludico. Questo fattore, unito ai discreti risultati ottenuti da Telltale Games con Ritorno al Futuro, ha acceso grandi speranze per questa avventura grafica. A rinvigorire l’interesse attorno al progetto ha contribuito anche l’interessante concept, che intreccia una nuova sceneggiatura a quella del primo film, svelando molti retroscena legati alle vicende seguenti la dipartita di Dennis Nedry e il conseguente fallimento del suo piano.Il risultato è un’opera evidentemente creata da veri fan della saga, letteralmente piena zeppa di citazioni e in grado, almeno a tratti, di ricreare perfettamente l’atmosfera unica della prima pellicola, un qualcosa per cui i fan saranno eternamente grati: peccato che per raggiungere quei momenti d’estasi sia necessario fare i conti con una qualità altalenante e molte sviste a livello di gameplay.

”Ma chi ci tengono lì dentro, King Kong?”Dal punto di vista narrativo, il nuovo lavoro di Telltale Games intreccia la sua narrazione con quella del film originale, prendendo il via poco dopo il fallimento di Nedry e procedendo ben oltre i titoli di coda. L’unico personaggio della pellicola a fare ritorno è il dottor Jerry Harding, sebbene le sue fattezze siano state completamente riviste, probabilmente per la mancanza di accordi con Gerard R. Molen, l’interprete originale. Sua figlia Jessica, la dipendente ByoSin Nima Cruz e due mercenari della InGen costituiscono il cast di protagonisti, le cui vite prenderanno una tragica piega in seguito al fallito furto da parte di Dennis Nedry e ai successivi tentativi di recuperare i preziosi embrioni sottratti dal programmatore.Ispirandosi apertamente allo stile unico di Heavy Rain, i ragazzi di Telltale hanno deciso per uno gameplay ibrido tra il “film interattivo” e la classica avventura grafica, alternando momenti in cui ci si limita a premere a tempo i tasti ad altri in cui occorre usare un po’ più d’ingegno e risolvere piccoli puzzle ambientali. La miscela dei due differenti stili di game design funziona tutto sommato bene, anche considerando che molto spesso la soluzione di certi problemi richiederà un po’ di “lavoro di squadra” da parte dei diversi personaggi coinvolti, mantenendo l’attenzione del giocatore sempre viva.Purtroppo, a differenza di quanto accadeva nelle fasi esplorative del succitato capolavoro di Quantic Dream, Jurassic Park: The Game non permette la libera esplorazione dei livelli realizzati in tre dimensioni: anche in questo caso, gli sviluppatori hanno deciso per una soluzione ibrida, permettendo in certi frangenti di scegliere uno tra due o più punti di vista da cui osservare la medesima situazione.Proprio in questi casi sarà necessaria la “collaborazione” tra i personaggi citata in precedenza: passando dall’uno all’altro, il giocatore dovrà comprendere come raggiungere il proprio scopo. Queste ultime sequenze sono di gran lunga le meglio riuscite della formula, per la maggior parte interessanti da risolvere, anche se mai troppo complesse.

”Quanto mi secca avere sempre ragione”L’altra faccia della medaglia, ossia i Quick Time Event, non presentano purtroppo la medesima qualità: per quanto le sequenze video ad essi accompagnate raggiungano talvolta ottimi livelli di suspance e tagli registici ispirati, a mancare è l’immersività. I tasti da premere non mantengono quasi mai un legame sufficiente con le azioni ad essi collegate, straniando il giocatore dagli avvenimenti. Se a questo si aggiunge un occasionale input lag e una malsana predilezione per il button mashing, la maggior parte delle sequenze di questo genere ne esce irrimediabilmente rovinata da un’esecuzione davvero poco ispirata.Un peccato, soprattutto per l’ottimo lavoro svolto invece sui metodi di controllo, che finisce per andare quasi completamente sprecato: che si giochi con il pad, sia con la combo mouse e tastiera, Jurassic Park: The Game presenta un layout dei controlli molto ben sviluppato, in grado di sfruttare sia le peculiarità delle periferiche di gioco, come la presenza dei grilletti, sia i più classici input via mouse.Purtroppo anche la trama presenta diversi alti e bassi: se la prima parte dell’intreccio si fa seguire con piacere, verso la metà dell’avventura l’incedere zoppica, complici alcuni comprimari non proprio adatti all’atmosfera originale dell’opera né per aspetto né per humour fuori luogo (si vedano i mercenari della InGen) e diversi passaggi del tutto interlocutori, piazzati ad hoc per allungare la vicenda.Medesimi difetti per la componente dialogica: le scelte multiple non sono sempre chiarissime e gli scambi tra i personaggi non riescono a mantenere una verve sempre adatta al contesto.

”Qui non si bada a spese”Se Ritorno al Futuro aveva giovato di uno stile “fumettoso” ottimo per mascherare la modestia del motore grafico targato Telltale, Jurassic Park per sua natura non poteva adattarsi alla medesima soluzione. Gli sviluppatori hanno infatti optato per uno stile asciutto e realistico, l’unico in grado di adeguarsi ad una riproduzione dell’Isla Nublar e della particolare commistione tra giungla e attrezzature iper-tecnologiche. Purtroppo la realizzazione tecnica è carente sotto ogni punto di vista: le animazioni facciali, importantissime in un titolo di questo genere, sembrano risalire a molti anni fa, la modellazione poligonale è spesso al minimo sindacale, le texture scarsamente definite. A dare il colpo di grazia è la mancata ottimizzazione, con la maggior parte delle cut scene che si bloccano all’ultimo fotogramma per qualche secondo, le medesime frasi ripetute più volte e senza motivo da alcuni personaggi, oggetti che appaiono e scompaiono e via discorrendo. Molto meglio invece il design, sia nella mera riproduzione delle architetture viste nella pellicola, sia quando i disegnatori hanno lavorato di fantasia. A colpire i fan sarà in ogni caso la cura con cui sono stati riprodotti alcuni evocativi dettagli del film, come l’interfaccia di controllo del parco via computer, in grado di accendere immediate sensazioni di nostalgia.Dal punto di vista del sonoro, si fanno notare le musiche originali del film e un buon doppiaggio in inglese (manca, purtroppo, la sottotititolatura in italiano, una carenza davvero imperdonabile). Decisamente scarsi i tappeti di effetti audio ambientali, la cui natura rarefatta o del tutto assente tende a rendere alcune sequenze fin troppo “silenziose” e statiche.

– Atmosfera molto ben riprodotta

– Alcune sequenze ben realizzate

– Musiche originali

– Mancanza dei sottotitoli in Italiano

– Quick Time Event non soddisfacenti

– Scarsa ottimizzazione

– Qualità sequenze altalenante

6.0

Jurassic Park: The Game è una produzione realizzata con amore, ed è proprio questo l’unico fattore a salvarla dal baratro. Tra i molti difetti di game design e la mancata ottimizzazione, vi sono alcuni momenti in cui il gioco riesce a brillare di luce riflessa dall’opera cinematografica cui si ispira, inebriando i fan con atmosfere che non si respiravano più da decenni.

Proprio questo potrebbe spingere gli appassionati all’acquisto, che non ci sentiamo di sconsigliare apertamente: nella produzione Telltale c’è effettivamente del buono, forse non abbastanza da coprire il prezzo, seppure scontato, ma a sufficienza per regalare qualche prezioso e nostalgico deja vu.

Rimane in ogni caso l’ennesima occasione mancata per vedere finalmente sugli scaffali un titolo davvero degno della licenza, da recuperare magari in futuro in seguito a qualche ribassamento di prezzo.

Voto Recensione di Jurassic Park: The Game - Recensione


6