Recensione

Inversion

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a cura di FireZdragon

Presentato per la prima volta circa due anni fa, Inversion ha messo da subito in chiaro quali fossero i punti cardine della sua struttura. La possibilità di modificare la gravità a proprio piacimento e un forte gioco di squadra dovevano essere i due elementi principali per riuscire a far emergere il titolo di Saber Interactive dal folto tappeto di sparatutto in terza persona che ormai imperversa sul mercato. Purtroppo le cose non sono andate esattamente come sperato, vediamo il perché.

L’inferno sulla terraInversion parte decisamente con il piede giusto. L’incipit ci vede prigionieri di una tribù barbara futuristica, i Lutadore, con le idee confuse e la memoria che vacilla. Pochi flashback ci permettono di assaggiare quella che sarà l’anima vibrante del gameplay, con una battaglia accesissima da una postazione fissa, durante la quale sarà possibile far crollare un palazzo intero, ed un più ravvicinato scontro a fuoco, con cambi di gravità repentini: insomma tanta carne al fuoco che, in pochi istanti, farà viaggiare veloce la mente del giocatore, lasciandolo speranzoso di poter rivivere entro breve le sensazioni provate dopo la scoppiettante introduzione.Si continua invece con un ricordo ancor più nascosto nella memoria del nostro Davis Russel, che ci mostra gli accadimenti antecedenti all’invasione di Vanguard da parte dei selvaggi. E’ così che un giorno come un altro, durante un semplice giro di pattuglia con il nostro fido collega Leo Delgado, la situazione precipita, trasformando la routine in una missione di ricerca e soccorso. A quanto pare infatti i Lutadore hanno rapito nostra figlia e, decisi a recuperare la piccola, ci getteremo a rotta di collo contro un nemico più numeroso, meglio equipaggiato e decisamente più forte di noi, anche se, come vedremo successivamente, non altrettanto preparato tatticamente.Con queste linee guida un po’ banali e senza grandi spunti di interesse prende vita la narrazione di Inversion che ci porterà in circa sette ore di gioco attraverso una campagna per giocatore singolo fortemente lineare, graziata da qualche gradito colpo di scena ma incapace di lasciare il segno o di coinvolgere a dovere.

Gears of Space IICosì come la narrativa anche il gameplay vero e proprio sembra prendere spunto da produzioni più o meno recenti. La base di tutto ricorda in maniera quasi esagerata la serie Gears of War, con una telecamera in terza persona che traballa e si avvicina al giocatore per dare un senso di pesantezza durante la corsa, e un sistema di coperture e combattimento praticamente identico, almeno nel concept, al titolo targato Epic Games. Purtroppo il sistema risulta decisamente meno curato e non sarà affatto raro mancare l’aggancio con una copertura, errore che ci farà eseguire rocambolesche capriole contro un muro o, peggio ancora, un’uscita involontaria allo scoperto. Proseguire per livelli strutturati in modo da impedire al giocatore di girovagare liberamente per la mappa rende il tutto poco entusiasmante e quello che ci troveremo a dover fare sarà restare nascosti dietro un muretto o un riparo qualsiasi ed eliminare ogni minaccia che si presenterà sul nostro cammino.I Lutadore difficilmente verranno a stanarci, preferendo rimanere in cover e facendo fuoco quasi alla cieca. Ad acuire la sensazione di stupidità e staticità dei nemici ci si mette un’intelligenza artificiale poco reattiva ed assolutamente impreparata agli scontri a fuoco, tanto che tenterà, nella maggioranza dei casi, di coprire la testa del nostro bersaglio, lasciando però scoperto gran parte del corpo.Come se non fosse già abbastanza facile eliminare i Lutadore, con il proseguire del gioco il nostro protagonista ed il suo commilitone verranno dotati del Gravilink, uno strumento tecnologicamente avanzato che permette di cambiare a proprio piacimento l’attrazione gravitazionale di un determinato punto della mappa, sollevando i nemici da terra e lasciandoli allo scoperto o, se attivata la polarità inversa, di inchiodarli a terra e rallentarli. Il sistema tuttavia è studiato e implementato in maniera troppo superficiale e ben presto questi metodi alternativi di attacco perderanno del tutto fascino, dato che la possibilità di sfruttare questa peculiarità è illimitata e rende gli scontri ancora più facili di quanto non siano già normalmente.Feature divertente, ma che non brilla certo di originalità, è la possibilità di attirare a sé alcuni elementi dello scenario per utilizzarli come veri e propri proiettili giganti contro i nostri bersagli. Potremo quindi lanciare veicoli, barili, liquidi infiammabili e addirittura, a livelli avanzati , sfere di lava, in maniera del tutto similare a quanto visto in Half Life 2 con la Gravity Gun.Questa meccanica torna utile nei frequenti scontri con i miniboss, durante i quali dovremo incendiare le loro corazze, e lanciargli addosso robot sentinella per causargli danni maggiori o rallentarli. Anche questo fattore poteva e doveva essere realizzato con maggior attenzione dato che ogni singolo incontro con i miniboss si ripeterà con costanza e con meccaniche identiche almeno altre due volte prima del gran finale, rendendo queste battaglie non solo noiosissime ma anche ridondanti durante la campagna. Un sistema come un altro studiato per allungare un po’ il brodo ma che non abbiamo apprezzato davvero per nulla.Non spicca per originalità nemmeno l’arsenale, dato che questo si divide principalmente in fucili d’assalto ,con un modello fortemente somigliante al retro Lancer, fucili a pompa, da cecchino e mitragliatori, ognuno con un paio di versioni per tipo e poco più.Quello che poteva veramente differenziare Inversion dagli altri giochi, e che dai trailer sembrava poter funzionare, era la possibilità di variare gravità e spostarsi a combattere sulle pareti come succede in Gravity Rush per PS Vita. Ancora una volta invece la produzione Saber Interactive delude dato che relega questa possibilità a parti preimpostate, permettendoci di camminare sui muri esclusivamente attraverso lo sfruttamento di una serie di Warp Portal piazzati in punti specifici sulla mappa.Non servono quindi le poco pratiche sessioni a gravità zero per ridare linfa a un prodotto che già dopo la prima ora mette in campo tutto ciò che ha da offrire, proponendo idee già viste in altri titoli della categoria, a ben vedere realizzate persino in maniera peggiore.

Niente anima per Saber InteractiveA peggiorare la situazione e a lasciare Inversion nel limbo dei giochi appena sufficienti arriva come un fulmine a ciel sereno un comparto tecnico con grosse problematiche. Il Saber3D Engine utilizzato per l’occasione mostra gravi situazioni di pop up per quanto concerne gli elementi dello scenario, caricamenti lentissimi delle texture dei personaggi e delle superfici, e modelli poligonali raffazzonati senza veri tratti distintivi. Questo problema lo si nota soprattutto nei nemici, dotati di pochissime skin e differenziati principalmente solo dalla quantità di armatura indossata, utile unicamente a renderli più o meno resistenti ai nostri colpi.Certo non mancano Lutadore dedicati al corpo a corpo pronti a saltarci alla gola e finirci con un sol colpo, o ancora colossi armati di mitragliatori a due mani ma in linea generale non saranno nemici in grado lasciare un segno nella memoria videoludica dei giocatori.Le ultime note negative riguardano la collaborazione tra i due protagonisti, spesso lentissima quando si tratta di dover scavalcare alcuni punti impervi o nell’apertura delle saracinesche, e nelle cut scene, completamente prerenderizzate e assolutamente carenti in termini di continuità con l’azione di gioco.Ridottissima anche la distruttibilità degli ambienti la quale, dopo una partenza scoppiettante si limita ad alcune sezioni con torrette fisse e poco più: si doveva osare e sviluppare il titolo in maniera sicuramente più approfondita.

Anche in due Ad affiancare il singleplayer, Inversion propone una modalità co-op per la campagna, e alcune classiche partite skirmish, conquest e deathmatch per il multiplayer competitivo. Purtroppo i server difficilmente si riempiranno di una community solida e lo sbilanciamento dovuto al Gravilink è già piuttosto evidente. Durante le partite eseguite durante la nostra fase di test era sufficiente andare in giro con l’arma per cambiare gravità attivata e inchiodare a terra qualsiasi cosa si muovesse, consci di poterlo terminare con tutta la dovuta calma in seguito. Modalità insomma superflue che, come sempre, rappresentano esclusivamente un contenuto aggiuntivo, incapace tuttavia di risollevare le sorti di un prodotto realizzato con troppa superficialità.

– Interessanti meccaniche legate alla gravità

– Campagna noiosetta e ricca di battaglie ripetitive

– Tecnicamente scarso

– I sistemi legati alla gravità potevano venir sfruttati molto meglio

6.0

Inversion è un titolo solamente sufficiente. Tutte le buone idee messe in campo da Saber Interactive sono realizzate con sommarietà e non riescono ad apportare nulla di realmente nuovo. Questo sparatutto va ad adagiarsi piuttosto placidamente sui canoni settati dai suoi predecessori. Un discorso similare può essere fatto per il comparto tecnico, carico di problemi dovuti in parte al Saber 3D engine, e la trama, dotata di qualche buono spunto ma poco approfondita e poco chiara in diversi punti. Chiude il pacchetto una modalità multiplayer anonima e sbilanciata che taglia le gambe definitivamente al titolo in questione.

Voto Recensione di Inversion - Recensione


6