Recensione

I'm Not Alone

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a cura di Pregianza

Capita raramente che un gioco completamente made in Italy venga pubblicato a livello internazionale, anzi, al giorno d’oggi capita raramente che un gioco made in Italy venga semplicemente prodotto. Per questo motivo in redazione si nutrivano non poche speranze che I’m Not Alone, videogame nato dagli italianissimi Pix Rev, si rivelasse una piccola perla di programmazione. Purtroppo di piacevoli sorprese non ce ne sono state e di certo non sarà questo il gioco che farà balzare gli sviluppatori italiani agli onori della cronaca. Cos’è andato storto? Un oceano di cose, e tutte evidentissime fin dall’inizio dell’avventura.

Presto scappa! C’è uno zombie con… le bretelle?!?Il protagonista di I’m Not Alone è Patrick Weber, esorcista professionista (nonché un po’ troppo simile all’ultima incarnazione videoludica di Edward Carnby), dotato di poteri mistici che gli permettono di entrare in contatto con l’oltretomba. Per qualche oscura motivazione il rude omaccione col pizzetto può passare in una dimensione alternativa unendo i simboli mistici tatuati sulle sue mani e interagire con gli orribili mostri che la popolano. Visti i suoi peculiari talenti, Patrick viene ingaggiato per indagare sulla misteriosa scomparsa di un pianista dall’anziana proprietaria della magione dove questi viveva. Dopo una conversazione con la smunta vecchietta il nostro eroe decide di valutare la situazione in prima persona, unisce i palmi, entra nel mondo degli spiriti e… viene steso a pugni da un gruppo di zombie con le bretelle. Un figurone.

Fare l’esorcista con quei problemi articolari è stata davvero una pessima scelta lavorativaIl gioco vero e proprio comincia dopo il vostro risveglio nell’oscura magione. Da quel momento in poi vi ritroverete soli a girare per i corridoi della casa con solo una torcia elettrica come compagna. Patrick si controlla in modo piuttosto classico, con l’ausilio di mouse e tastiera e una visuale in terza persona che diventa molto più ravvicinata quando si utilizza la torcia. Noterete immediatamente come i movimenti del vostro alter ego siano un po’ troppo legnosi. Patrick può spostarsi lateralmente ma non è in grado di muoversi in diagonale. Finché ci si limita ad esplorare la cosa non sembra particolarmente grave, quando però ci si ritrova ad affrontare le oscure presenze in combattimento la limitata mobilità del protagonista diventa un problema notevole.Dopo pochi minuti, infatti, entrerete in possesso di un paio di spade rituali in grado di ferire le creature che infestano la magione. Patrick è in grado di percepire spiriti e demoni e attaccarli entrando nella loro dimensione. Cliccando l’apposito pulsante apparirà una barra che vi permetterà di rendere i mostri tangibili e quindi vulnerabili ai vostri attacchi. La necessità di cambiare dimensione ad ogni combattimento è già di per sé macchinosa, ma non è certo la parte peggiore del gameplay. Infatti un manichino sembra un atleta olimpico se paragonato al personaggio principale. Il nostro esorcista ha due attacchi a disposizione, uno gli permette di recuperare punti vita ad ogni colpo, il secondo invece ricarica uno speciale indicatore adrenalina che rende i vostri attacchi più efficaci. Sulla carta l’idea è interessante ma in realtà il sistema di collisioni del gioco è atroce e vi capiterà spessissimo di mancare avversari a voi vicini o di colpirli a due metri di distanza. Non bastasse, i combattimenti sono estremamente noiosi e vi ritroverete a ripetere continuamente lo stesso attacco più e più volte, fino alla dipartita del vostro nemico. Questo è anche dovuto alla quasi totale inutilità del colpo che ricarica l’adrenalina, si può completare tranquillamente la campagna in singolo abusando dell’attacco curativo.La situazione non migliora quando si trova la seconda ed ultima arma del gioco, la balestra. La balestra ha le stesse capacità curative delle spade, ma fa molto più danno permettendovi di disporre di demoni e spettri vari con maggiore velocità. Anche con un’arma a distanza Patrick si muove e spara con una lentezza che ha dell’incredibile e sfuggire ai nemici o aggirarli è praticamente impossibile, vi limiterete ad indietreggiare all’infinito scagliando decine di frecce. Il fatto che l’intelligenza artificiale si limiti a corrervi addosso con l’intenzione di uccidervi è quasi una fortuna. Durante l’avventura affronterete anche delle boss fight che rendono l’esperienza più varia, ma non meno spiacevole.Certo, da una software house alla prima grossa esperienza non era lecito aspettarsi l’azione serrata e i controlli responsivi degli ultimi Resident Evil, ma se il sistema di combattimento è nettamente inferiore a quello del primo capitolo di questa storica serie, uscito a metà degli anni 90, c’è seriamente qualcosa che non va.

Pezzi di medaglione e survival horror, un’accoppiata inseparabileL’atmosfera di I’m Not Alone è uno dei pochi punti favorevoli del gioco. L’ambientazione è piuttosto angosciante e la prima ora di gioco offre qualche spavento. Il tedio però sostituisce in fretta la paura e dopo qualche ora le apparizioni di zombie e affini diventano più un fastidio che altro. Oltre alla casa, tra le aree esplorabili ci sono un antico tempio e alcune zone esterne, tutte estremamente buie e ricche di enigmi da risolvere. Alcuni di questi puzzle risultano ben fatti e in generale la qualità supera il “trova l’oggetto e infilalo nella giusta fessura” tipico del genere, ma non ci sono fasi particolarmente originali e divertenti in grado di innalzare la qualità complessiva del gioco.

La modella può anche essere carina, ma se il fotografo è scarso c’è poco da fare.L’S2 Engine utilizzato da Pix Rev è un motore grafico più che discreto. Modelli tridimensionali e texture sono di buona qualità, la telecamera è stabile e fa raramente le bizze e le ambientazioni sono decentemente dettagliate. Peccato per la qualità altalenante di alcuni oggetti e texture e per la scarsa ottimizzazione che porta il gioco a scattare anche su computer di una certa potenza al massimo del dettaglio.Tutt’altro che buona invece la regia delle scene animate e le animazioni. I personaggi si muovono a scatti (in particolare il protagonista durante i combattimenti all’arma bianca) e alcune scene sono ridicole a tal punto da far saltare dalla sedia per le risate più che per lo spavento. Altro punto sfavorevole sono i bug, molteplici e spesso gravi, e i crash.Male anche il sonoro. Le musiche contribuiscono bene alla tensione ma gli stessi motivi vengono ripetuti fino allo sfinimento. I versi dei mostri e il doppiaggio poi, sono di qualità talmente scadente da sembrare un omaggio ai b movies americani. Paradossalmente il parlato non è nemmeno localizzato in italiano.Il gioco vi terrà impegnati per meno di una decina di ore, buona parte delle quali le passerete tra lunghi caricamenti e battaglie interminabili. Salvo non siate masochisti questa è una cosa positiva, se il gioco fosse più lungo difficilmente qualcuno vorrebbe completarlo.

HARDWARE

Requisiti minimi:– Processore da 2 GHz – 1 giga di RAM:-Scheda grafica compatibile con OpenGL 2.0, NVIDIA Geforce6 6600/6800, ATI X1600/X1800 – Windows XP/Vista – 1,5 giga di spazio libero su disco

– Motore grafico discreto

– Vi farete qualche risata

– Gameplay atroce

– Frame rate scarso

– Noioso

– Sonoro ridicolo

4.5

I’m Not Alone è un gioco pessimo. Sistema di controllo orrendo, frame rate ballerino, sonoro orripilante e motore grafico appena sufficiente. La prima opera di Pix Rev non è certo all’altezza delle aspettative, un vero peccato, anche perché qualche idea interessante in mezzo a tutto c’è. Il fatto di non avere esperienza nel campo non è una giustificazione, soprattutto se si considerano i molti titoli indie di ottima qualità in commercio. Il gioco costa 30 euro, poco, ma comunque troppo per quello che offre. Salvo non possiate proprio fare a meno di un survival horror comprate qualcos’altro, il genere non scarseggia di alternative dopotutto.

Voto Recensione di I'm Not Alone - Recensione


4.5