Il futuro di Hearthstone

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a cura di Gottlieb

Medivh ha organizzato la festa del secolo, o forse del millennio. Tutto il mondo si sta muovendo, tranne qualcuno che non è desiderato nella torre del Mago. Tanti anni prima degli eventi che hanno portato Medivh a cedere al lato oscuro del potere, il suo aspetto gioviale, la sua viva presenza, nonché festosa, lo presentano sotto una forma completamente diversa dall’Eroe che compare in Hearthstone come alternativa alla classe del mago. Proprio in questi giorni, grazie alla nuova espansione, Una Notte a Karazhan, stiamo imparando a conoscere tutto ciò che gira intorno al Profeta, a partire dal suo maggiordomo, Moroes, e tutto ciò che comprende il suo piccolo regno, ma in attesa dell’arrivo della terza e della quarta ala, che termineranno il nostro viaggio e ci daranno le 45 carte a nostra disposizione, abbiamo intervistato il game designer di Hearthstone, Peter Whalen.

SpazioGames: La nuova avventura di Hearthstone è riuscita a proporre delle idee molto interessanti, come per esempio la battaglia degli scacchi nella prima ala. Cos’è che vi ha ispirato nella creazione? Peter Whalen: Abbiamo cercato di farci convincere a pieno dal gioco degli scacchi, quello vero e proprio: volevamo riproporlo nello spirito del nostro gioco, per regalare a tutta la community un’esperienza che potesse essere degna sia degli scacchi che si Hearthstone. Era importante, per noi, poi dare anche un messaggio a tutti coloro i quali non ritengono così importante la posizione sulla board: è utile capire fin dove tale aspetto può aiutare una battaglia e volevamo che diventasse comprensibile a qualsiasi tipo di utente, nuovo o esperto che fosse. Siccome tutte le pedine erano spinte a un attacco diretto, che non fosse quindi manovrabile dal giocatore, era necessario trasmettere il senso della posizione. L’idea principale era chiaramente quella di divertire con qualcosa di nuovo, con un aspetto che potesse spostarci un attimo dal normale combattimento. E’ stato un cambiamento degno della nostra esperienza e che siamo sicuri sia stato apprezzato un po’ da tutti. 

SG: Vedremo qualcos’altro di simile nelle prossime ali? State pensando a qualche altra soluzione?PW: Al momento non ci sono altre idee con gli scacchi, perché abbiamo voluto usarli soltanto nella prima ala. Però ci sarà qualcosa di simile. Già nella seconda ala è possibile giocare con Dorothee sul campo: anche lì si basa molto sul posizionamento, ma meno forte come per gli scacchi. Se schieri un tuo servitore alla sua sinistra potrai usufruire della Carica, altrimenti avrai la Provocazione dalla tua. Bisogna decidere bene dove schierare i servitori, così da avere un vantaggio dal posizionamento: è un qualcosa cui teniamo molto in questo momento.
SG: In Una Notte a Karazhan conosciamo un Medivh completamente diverso da quello presentato da Hearthstone fino a ora. Come è gestibile uno sdoppiamento di personalità come questo?PW: Karazhan è un momento molto importante per la vita di Medivh, perché è un mondo molto caratteristico. Il mago ha creato una stanza da ballo con tantissimi invitati, con delle creature fantastiche che partecipano all’evento e l’unica cosa che si riesce a immaginare, pensando a quello che può avvenire lì, è qualcosa di estremamente fantastico e incredibile. Che sia stata messa in piedi una tale festa è un pensiero grandioso. Il nostro voler esplorare questo mondo parte proprio dall’idea di voler fornire un’idea di Medivh più giovane, pronto a gestire questo evento a suo piacere. Vogliamo esplorare qualsiasi anfratto di tale realtà.
SG: L’ultima espansione ha portato in Hearthstone molta più casualità nelle battaglie, con l’aggiunta anche di carte come C’Thun e Yogg Saron. State cercando di fortificare tale strada per il futuro?PW: Non trovo ci sia stata una direzione diversa intrapresa da parte nostra. Ci sono delle meccaniche che possono sicuramente essere più casuali, ma che hanno comunque bisogno di più strategia alle spalle. Per esempio mi viene in mente Idolo del Corvo (Raven Idol), che vi permette di trovare un servitore o una magia tra tre scelte: può arrivare qualcosa di molto brutto, ma anche qualcosa di molto bello da mettere nel proprio mazzo, lì si può parlare di casualità. Però C’Thun e Yogg, a mio parere, esprimono concetti diversi. Il primo ti costringe a creare un mazzo che sia il più vicino possibile alla sua natura, per poterlo evocare con tutta la potenza possibile da mettere in campo. La stessa cosa vale per Yogg, che ti costringe ad avere molte magie nel mazzo e ti costringe anche a usarle per poter poi vedere cosa realmente accadrà. E’ chiaro che sono strategia molto intense, ma è anche interessante capire a cosa porteranno nel corso della sfida.

SG: Avete tra le mani il gioco di carte collezionabili più di successo in assoluto, ma adesso sembra che molti altri brand stiano cercando di intraprendere questa strada per emulare il vostro successo. Per esempio The Elder Scrolls Legends…PW: Non ci spaventa la concorrenza, anzi ne sono soddisfatto. Amo questo genere di produzioni perché amo questo genere di giochi, quindi sono davvero contento che vi possa essere un aumento generale. Penso che per noi tutti, in Hearthstone, sia bello sapere che ci sia questo aumentare di prodotti: l’esperienza ne giova e resta sempre più profonda. 
SG: L’ultimo nerf ha cambiato molte cose soprattutto tra i servitori, cambiandone il costo del drop fino alle stats. Com’è stato il feedback dell’utenza? State pensando a un altro nerf nell’immediato?PW: Non al momento, non nell’immediato futuro. Prendiamo molto seriamente questo aspetto perché sappiamo quanto sensibile sia la community. Vogliamo valutare sempre tutto al meglio, al minimo dettaglio, per capire cosa merita cambiare o meno: ci teniamo affinché l’esperienza sia sempre fresca e che quindi riesca a rimanere innovata, però dobbiamo realmente pensarci e farlo in maniera approfondita; non sono decisioni da prendere di fretta perché un argomento molto serio.

SG: Passiamo all’Arena. Avete mai pensato di renderla magari più facile e immediata per i nuovi giocatori, quelli meno esperti?PW: L’Arena ha degli elementi molto complessi, è vero. Ti compaiono dinanzi tre carte e devi sceglierne una soltanto per comporre il tuo mazzo: la costruzione quindi non è immediata. ma vogliamo puntare a renderla più accessibile e più fattibile. Stiamo pensando a come migliorarla, sì. 

SG: La nuova espansione, parlando sempre di Arena, sembra aver reso il Mago molto forte e con l’aggiunta del Firelands Portal pare che il tutto sia diventato abbastanza sbilanciato.PW: Dici? (ride, ndr) Non saprei se il Mago effettivamente è avvantaggiato da questa situazione e da questa nuova espansione: certo, gli abbiamo dato delle carte molto forti, sì, ed è una classe di per sé già molto forte in arena. Però anche il Paladino, senza dimenticare il Rogue, continuano a essere altrettanto potenti. E’ chiaro che il nostro obiettivo è quello di bilanciare sempre di più il metagame: sappiamo che l’Arena non è bilanciatissima, lo ammetto, ma ci stiamo lavorando e vogliamo capire come fare in futuro.

SG: In chiusura, is face the place?PW: FACE IS ALWAYS THE PLACE.