Recensione

Il Signore degli Anelli: La compagnia dell'anello

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a cura di Eric Lindros

Il cinema ha di recente consacrato ad una fetta di pubblico più ampia che mai il capolavoro assoluto della letteratura fantasy, l’opera più importante di J.R.R. Tolkien. Sto parlando naturalmente de “Il Signore degli Anelli”, trilogia su carta e trilogia sul grande schermo. Potevano mancare però, nell’era del silicio, le trasposizioni digitali delle avventure di Frodo, Aragorn e compagnia bella? Naturalmente no, ed eccoci quindi a mettere le mani sul primo capitolo della trilogia: La Compagnia dell’Anello. Riuscirà questo gioco a trasmettervi le stesse emozioni del film, o addirittura dello stupendo libro? Ai posteri l’ardua sentenza.

Viaggio di piacere nelle terre di mezzoSpiegare in due parole la trama de “Il Signore degli Anelli” non è cosa da poco… o forse sì, visto che la maggior parte di voi sicuramente già la conosce. Faccio quindi un brevissimo riassunto per i pochi di voi che vivono su Marte e non conoscono questo bellissimo romanzo o il film ad esso ispirato.Il transitorio periodo di pace nell’immaginaria Terra di Mezzo è ormai agli sgoccioli. Il potente stregone Gandalf avverte il giovane hobbit, Frodo Baggins, che l’Anello misterioso a lui donato da Bilbo (suo zio) è il più potente mezzo per conquistare il Potere da parte di chi esercita il male. E il terribile Sauron, re di Mordor, scoperto che quell’anello è nascosto nella Contea, ha inviato i 9 spettrali Cavalieri Neri per recuperarlo ed impossessarsene. Frodo è costretto quindi a lasciare la sua terra alla ricerca di compagni che lo aiutino nel trovare un modo e un luogo per non far finire l’anello nelle mani del nemico. In questa trama, fedelissima alla prima parte del romanzo epico di J.R.R. Tolkien, il giocatore rivive le esperienze di Frodo, Aragorn e Gandalf durante il loro viaggio dalle terre tranquille della Contea attraverso l’oscurità di Moria per raggiungere il fiume Anduin. Durante la spedizione per proteggere l’anello dall’Oscuro Signore Sauron, il giocatore esplorerà gli enormi ambienti della Terra di Mezzo risolvendo enigmi e combattendo nemici quali Orchi, Cavalieri neri e un Balrog demoniaco.Una volta iniziato il gioco vero e proprio, ci si accorge che esso, come genere, è un misto tra avventura e azione che si avvicina (non vorrei fare paragoni blasfemi) a Zelda: Ocarina of Time. Ma addentriamoci meglio nei particolari.

Tu….non puoi….passare!Inizio subito col chiarire una cosa molto importante: è davvero raro, quasi unico, che un gioco multipiattaforma sia meglio nella versione PS2 che in quella XBOX, ma stavolta il “miracolo” sì è senza dubbio verificato. Partendo dai puzzles più intelligenti ed arrivando fino al migliorato comportamento dei personaggi non giocanti, la versione PS2 riesce a detronizzare la sua “rivale” sulla console di casa Microsoft.Come già annunciato, il gioco vi vedrà ripercorrere interamente la trama del racconto, incluse le parti tagliate dal film di Peter Jackson. La varietà delle missioni che si devono affrontare è molto alta. Il gioco naturalmente comincia dove inizia anche il racconto, ovvero nella Contea degli Hobbit, precisamente a Hobbiton (in italiano Hobbiville). Durante le prime battute si controlla Frodo Baggins, impegnato ad ultimare i preparativi prima della partenza per il suo lunghissimo viaggio. Non pensiate però ad un avventura complessa e cervellotica, poiché tutto è ridotto all’essenziale e l’interattività con fondali e oggetti è ristretta al minimo indispensabile per il proseguimento della storia. Questa semplicità però, soprattutto negli stage più avanzati, alla lunga può portare alla noia. La differenziazione tra i tre personaggi utilizzabili nel gioco, a seconda di quanto richiesto dal filo narrativo, è più teorica che pratica. Frodo, Aragorn e Gandalf differiscono sì in abilità, pregi e difetti, ma l’impostazione dei combattimenti fa sì che quando arriva il momento di menare le mani la soluzione migliore sia comunque, nella maggior parte dei casi, il corpo a corpo. I pochi elementi stealth inseriti sono discretamente implementati e divertenti da giocare. La difficoltà generale non è certo alta e raramente ci si ritrova davvero in difficoltà. Da segnalare il combattimento con il Balrog nelle miniere di Moria, uno dei livelli più riusciti dell’intero videogame, anche per la presenza di Gandalf che risulta forse il personaggio più divertente tra quelli utilizzabili, grazie ai suoi incantesimi. La longevità si attesta su buoni livelli.

La grafica non rende giustizia alla trama, ma si difende beneGuardando il gioco, la prima cosa di cui ci si accorge è senza dubbio la vastità degli ambienti che il motore 3D è in grado di gestire, pur mantenendo un discreto livello di dettaglio. Certo c’è l’effetto nebbia in lontananza, che comincia la dove finiscono le abilità di programmazione degli sviluppatori, ma ciò non stona affatto con l’atmosfera incantata e a tratti addirittura onirica dei racconti tolkieniani. Unitamente agli effetti di illuminazione, ciò riesce a far assaporare doverosamente l’atmosfera della Terra di Mezzo. Le texture che ricoprono i poligoni di questi vastissimi paesaggi sono generalmente sufficienti e sporadicamente più che buone. Purtroppo i veri e propri pregi si fermano più o meno qui. Il character design è alquanto discutibile: gli hobbit hanno un aspetto più tarchiato del dovuto, valorosi guerrieri come Aragorn o Legolas hanno perso tutto il loro carisma e paiono decisamente sotto tono. L’unico personaggio che riesce quasi a reggere il confronto con la controparte cinematografica è Gimli, che vanta una grande riproduzione facciale. I mostri, infine, sono mediamente meglio realizzati degli eroi.L’animazioni dell’acqua è fatta in modo estremamente semplicistico, e stona un po’ con tutto il resto. Tirate le somme posso dire che non ci troviamo di fronte ad un capolavoro di grafica, ma nemmeno a un titolo scadente.

Squillino le trombeIl set di musiche che i Surreal sono riusciti a mettere insieme per LOTR: FOTR (pare un gioco di parole) sono piuttosto convincenti, ben assortite e particolarmente azzeccate per le locazioni che accompagnano. All’altezza della situazione anche gli effetti sonori, in particolare quelli riguardanti gli incantesimi e i mostri. Quello che fa crollare la valutazione su questo aspetto del gioco è la scarsissima qualità del doppiaggio. Pur essendo in lingua originale, LOTR è contro tendenza rispetto alla maggior parte dei titoli che hanno un minimo di budget alle spalle, presentando interpretazioni goffe e discutibili. Una storia fantastica come questa si meritava certamente di più.

– Fedele alla trama originale

– Ambienti vasti e d’atmosfera

– Character design discutibile

– Tecnicamente appena discreto

7

Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring è un gioco di avventura 3D superiore alla media, aiutato nel suo compito da una licenza di assoluto prestigio. Nonostante alcuni difetti, esso “scivola via” in modo piacevole e si lascia giocare piuttosto bene. Gli amanti della storia originale non potranno sottrarsi dal fruire di questo prodotto, poiché pur avendo una realizzazione tecnica di livello appena sufficiente, esso riesce a far immergere pienamente il giocatore nel mondo incantato di Tolkien… e scusate se è poco. Confrontandolo col diverso gioco della EA, possiamo dire che Fellowship segue più fedelmente la storia originale, ha più personaggi e vanta una superiore longevità. In definitiva, se snobbate questa saga state lontani anche dal videogioco, ma se siete dei fan de “Il Signore degli Anelli” questo è praticamente un acquisto obbligato.

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