Recensione

Il Padrino

Avatar

a cura di Sarednab

Ho cercato molte volte di inserirmi nel mondo del lavoro, ma ogni sforzo si è rivelato inutile. Cercavo solo un lavoro onesto, un’attività che potesse in qualche modo garantirmi qualche spicciolo in tasca per campare e comprare (ove possibile) qualcosa di bello per la mia donna, ma ogni tentativo di cominciare qualcosa di nuovo nella mia vita portava sempre alle stesse e inutili conseguenze… fino a pochi giorni fa. Girovagando per caso nei vicoli newyorkesi, mi sono imbattuto involontariamente in uno di quei clan mafiosi dominatori della Grande Mela, aiutando indirettamente uno dei loro sicari. Non è passato molto tempo prima che due uomini con lunghi cappotti neri mi offrissero l’opportunità di lavorare con loro… lavorare e incrementare guadagni affinchè la famiglia Corleone potesse espandere i suoi domini.

Gelida rappresentanzaCon questa insolita introduzione (che per certi versi sembra tratta direttamente da un fumetto di Bonelli), il mio scopo è stato quello di offrirvi una visione dell’ottica di gioco presa in esame con questo titolo di EA ispirato alla pellicola di Coppola e al romanzo di Puzo. Partiamo dal presupposto che il gioco racchiude tutti gli elementi e le situazioni uniche viste (amate e ampiamente elogiate) nel primo episodio della saga e, dopo la classica gavetta, sarà proprio Don Vito Corleone a impartirci gli ordini (e i consigli) per il progredire della nostra attività. Una cosa è certa: vederlo lì con il baffo perfettamente curato e la capigliatura tirata indietro incute emozioni differenti che si manifestano nell’animo di ognuno di noi e che oscillano tra il terrore e il rispetto! Uniamo il tutto a un ottimo doppiaggio (aspetto che analizzeremo meglio più avanti), che pur rivelandosi differente da quello della pellicola originale (probabilmente a causa del decesso di alcuni doppiatori) risulta essere curato alla perfezione.

Visioni da terze partiLa storia credo che ormai la conosciamo tutti. Ambientato negli anni ’30, il gioco, così come la pellicola originale, narra le gesta che hanno reso unica la famiglia Corleone, passando dai metodi aristocratici del rispettatissimo Don Vito alle gesta più spartane del figlio Micheal. Ma differentemente da quanto qualcuno potrebbe credere (e sottolineo questo punto), nel titolo EA non vestiremo i panni di un membro della famiglia, ma ci toccherà prendere in mano le redini di uno scagnozzo da quattro soldi che vuole farsi un nome nella mafia del tempo. Questa scelta, a mio modesto parere, è stata azzeccatissima in quanto amplierà la visione della prima pellicola e ci porterà a conoscenza di alcuni antefatti e retroscena lasciati irrisolti nel film. Scoprirete come la testa del cavallo decapitato sia finita nel letto di quel ribelle produttore cinematografico o di come la pistola che ha “iniziato” Micheal Corleone potesse trovarsi dietro lo scarico del bagno di servizio del Louis Bar… Questo modo inusuale di sfruttare una licenza cinematografica si rivela tanto originale quanto astuto, creando quel velo di curiosità su ogni singolo fan e aumentando la voglia di “sapere”.

Gli anni ’30Come era lecito aspettarsi, tutte le vicende sono ambientate nella New York degli anni ’30. Le strade, gli scenari, la gente, gli usi, i costumi, le musiche e molto altro ancora. Tutti questi elementi sono talmente fedeli e dettagliati che l’immersione nel gioco sarà massima.Scopo del titolo sarà quello di surclassare tutte le famiglie rivali, aumentare i profitti e i possedimenti della famiglia Corleone e infine diventare il Don dei Don di tutta New York. La strada per arrivare ai vertici del successo come ben sapete è sempre molto lunga e tortuosa, e prima di diventare il Padrino dovremo portare a termine una serie di missioni (normali e alternative) tratte dalla pellicola di Coppola; ognuna di essa ci porterà ad un aumento potenziale del rispetto, componente fondamentale per il nostro soggiorno, costellato di corruzione e racket, a New York. Avremo completa libertà di movimento in ogni angolo della città (metropoli suddivisa in 5 grandi quartieri), girovagando per i vari edifici e utilizzando il sistema comportamentale che riterremo più giusto, scegliendo se svaligiare una banca o rapinare un passante. Ovviamente il tutto si muove parallelamente alla pellicola originale.Inoltre gli hardcore gamers potranno cimentarsi nella ricerca delle 100 casseforti da far saltare in aria lungo tutta New Yok (ovviamente con la giusta dose di esplosivo nel vostro inventario), dei 100 filmati provenienti direttamente dalla pellicola originale (in lingua originale anche nella versione nostrana, ma con i sottotitoli per fortuna), di 22 tipologie differenti di esecuzioni finali (da effettuare sulla pelle dei malcapitati che faranno da cavia), dei 24 rifugi (aumentando i profitti personali e più in generale della famiglia) e di una miriade di capi di abbigliamento.

Assalto familiareCome è stato già detto più volte, lo scopo del gioco è quello di prendere le redini di Don Vito Corleone, trasformandovi nel nuovo Padrino di New York; per fare ciò dovrete eliminare fisicamente le famiglie rivali (4 in totale, i Barrese, i Cuneo, gli Stracci e i Tattaglia), prendendo prepotentemente possesso di ogni attività illecità (quali racket e possedimenti poco conformi alle leggi dell’epoca) incrementando ulteriormente i nostri profitti e la nostra reputazione all’interno della stessa famiglia Corleone. Sarà proprio per questo motivo che le bande entreranno in guerra; infatti ogni qualvolta tenteremo l’assalto di una grande istituzione nemica si attiverà il timer della “guerra tra bande” di circa 40 minuti; in questo lasso di tempo dovremo conquistare più possedimenti possibili (o farli saltare per aria, a seconda dei gusti) per uscire indenni da questo “guanto di sfida” lanciato agli avversari. L’approvigionamento vero e proprio consiste nel “convincimento” naturale dei vari pezzi grossi – ben pagati dalle famiglie rivali e quindi anche molto ben protetti – che gestiscono le attività di un determinato edificio. Alcuni di essi si lasceranno intimidire dalla semplice vista del nuovo braccio destro della famiglia Corleone, ma altri dovranno essere torturati per bene prima che diano l’OK alle nostre richieste; saremo così costretti a gambizzarlo, privarlo dell’uso delle mani con una pallottola ben assestata nel palmo, minacciarlo di farlo cadere giù da un palazzo (magari lanciarlo per davvero nel caso insistesse nella sua opposizione ai Corleone), gettarlo in un forno ardente o rompere tutti i beni nelle sue vicinanze per intimorirlo. Avremo così la possibilità di ragionare da veri capi della mafia; ovviamente non dovremo mai calcare troppo la mano perchè, come dice il proverbio, chi troppo vuole nulla stringe.

Rinascita di Don VitoLa grafica del gioco è discontinua. Visi, volti e texture generali dei personaggi principali sono ben realizzati, incluse le loro movenze e la loro IA; se invece ci fermiamo ad analizzare gli ambienti (esterni ed interni) o le fasi di guida a bordo della miriade di vetture presenti le cose cambiano notevolmente e non rendono giustizia a una licenza così importante come quella della pellicola di Coppola. Gli scenari sono ben realizzati e ricchi di dettagli che ricordano la pellicola originale. Le ville nemiche, così come i depositi e i magazzini in generale, sono tutti identici (una volta che ne avrete visti 4 conoscerete a memoria i punti strategici di ogni luogo), inclusa la ronda nemica degli stessi. Dopo qualche tentativo non ci sarà difficile riuscire a impossessarci di ognuna di loro. La fisica delle sezioni di guida è poco riuscita: non ho mai visto una macchina cappottarsi e fidatevi, di esperimenti per far avvenire questo spettacolo fuori onda ne ho fatti parecchi. Lo sterzo e le manovre danno l’impressione di qualcosa di finto, al contrario delle esplosioni, veramente ottimamente realizzate.L’IA varia a seconda della nostra posizione in terra nemica. Nessuno ci vedrà anche se usciremo allo scoperto, tutto questo fino a superare il campo visivo del nemico. Nonostante tutte queste pecche, il gioco possiede anche elementi positivissimi e riesce a garantire la massima immersione nel mondo creato dal romanzo di Puzo. Per quanto concerne il comparto audio, non si può far altro che rimanere esterrefatti dalla spettacolarità che la colonna sonora originale assume in gioco, dato che è adatta ad ogni situazione. Parlando poi del doppiaggio in lingua nostrana, devo dire di essere rimasto soddisfatto. Nonstante gli attori non siano gli stessi che hanno prestato la voce originale alla pellicola (probabilmente a causa anche del decesso di alcuni di essi, come Ferruccio Amendola), ogni corda vocale sembra essere messa al posto giusto, inclusa quella che fa la parte del leone, ovvero la voce di Don Vito.Infine, l’interazione con lo scenario e gli ambienti di gioco è nella norma. Non potremo distruggere qualsiasi cosa che si presenti al nostro cospetto e (cosa che mi ha particolarmente infastidito) non potremo sparare ai membri di famiglia Corleone. Potremo interagire però con tutti gli abitanti del luogo: il sistema Blackhand consente di intimidire tutti i personaggi presenti.

HARDWARE

Requisiti minimi: Sistema operativo: Windows XP/2000CPU: Intel Pentium III 1,2 GHz o superiore o AMD Athlon o SempronMemoria: 256 MB di RAMUnità DVD: 2X o superioreDisco: almeno 4,5 GB di spazio liberoVideo: scheda video con 64 MB di memoria e chipset compatibile T&L (ATI Radeon 8500 o superiore, NVIDIA GeForce3 o superiore, Intel Graphics Media Accelerator 900 o superiore)Audio: scheda audio compatibile DirectX 9.0c

Requisiti consigliati: Sistema operativo: Windows XP/2000CPU: Intel Pentium 4 3 GHz o superiore o AMD Athlon o SempronMemoria: 512 MB di RAMUnità DVD: 16X o superioreDisco: almeno 4,5 GB di spazio liberoVideo: scheda video con 128 MB di memoria e chipset compatibile T&L (ATI Radeon 9600 o superiore, NVIDIA GeForce4 o superiore, Intel Graphics Media Accelerator 900 o superiore)Audio: scheda audio compatibile DirectX 9.0c

MULTIPLAYER

Assente

– L’atmosfera della pellicola ricreata alla perfezione

– Musiche da brivido

– Rivive Don Vito Corleone

– Percorsi alternativi e bonus/extra da scoprire

– Graficamente poco appagante rispetto alle aspettative

– Fisica delle auto mal realizzata

– Spostamenti a volte snervanti della telecamera

7.2

Il Padrino è un gioco che indubbiamente colpisce per molti aspetti. La licenza della pellicola è stata sfruttata solo in parte per la presenza di alcune lacune, ma il valore complessivo del prodotto è piuttosto alto. L’immersione nel romanzo di Puzo è massima e l’atmosfera della pellicola di Coppola è ricreata alla perfezione. Si sarebbe dovuto curare maggiormente la tecnica, la quale si rivela decisamente al di sotto di ogni aspettativa, fatta eccezione per un sonoro decisamente godibile e appagante.

Un must per tutti i fans che da anni (se non da decenni) attendevano una degna trasposizione videoludica del capolavoro mafioso per eccellenza (lasciando stare il tie-in U.S.GOLD degli anni ’90) e un valido prodotto anche per chi cerca un titolo godibile, simile per quanto possibile alla serie di GTA ma vissuto in maniera differente con regole singolari.

Voto Recensione di Il Padrino - Recensione


7.2