I cattivi più strani di sempre nel mondo dei videogiochi

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a cura di G

È innegabile: il lato oscuro affascina. 
In qualsiasi media, che si tratti di un film, di un’opera letteraria o di un videogame, ci si schiera spesso dalla parte dei “buoni” ma, in fondo, ci si sente attratti dalla nemesi, figura imperfetta e disturbata nella quale è più facile immedesimarsi e senza la quale lo stesso “eroe” non avrebbe ragione d’esistere. Se non ci fossero i cattivi, la definizione di “buoni” sarebbe priva di significato.
Del resto, vi sarete spesso imbattuti in villani dall’irresistibile fascino. Saprete sicuramente chi ha detto “Sai qual è la definizione di follia?”, “Why So Serious?”, “You’re Pretty Good” … 
Abbiamo però ritenuto troppo banale parlarvi dei vari Vaas Montenegro, Joker, Sephiroth, Liquid Snake e Revolver Ocelot, Albert Wesker, Goro Majima, Andrew Ryan, Handsome Jack e via dicendo.
Non sempre, infatti, la figura del nemico è pervasa di fascino. Esistono, come detto all’inizio, dei “cattivi peggiori”, alcuni palesemente brutti e, presumibilmente, puzzolenti, la cui estetica ad alto tasso di “WTF”, ci fa domandare quale tipo di trauma infantile abbia vissuto il game designer.
Per questo motivo vogliamo evitare il visto e rivisto “Best Villains”, proponendovi una lista dei “peggiori”  infami dei videogame, quelli che nei nostri cuori non hanno lasciato “alcuna tracchia” (Cit. -a proposito di oscenità-).
A essere sinceri, non è stato semplice farne una selezione, dato che abbiamo dovuto posare il nostro sguardo su atrocità visive di ogni tipo: nudità di anziane che hanno esagerato con il McDonald, feci parlanti, attacchi infuocati a suon di rutto, spose i cui seni prorompenti diventano gli occhi di un “machediavoloè” gigante, lingue chilometriche in bocche afflitte da alitosi, uomini le cui micro-mutande non lasciano spazio all’immaginazione sui genitali e così via.
Vi vogliamo bene e ci teniamo a rendervi partecipi di questo dolore: ecco la nostra TOP SEVEN (l’analisi è piuttosto goliardica e volutamente ironica). 
Emil – NieR: Automata 
Emil di NieR: Automata è sicuramente il boss meno strano della nostra selezione. Diciamo, anzi, che in questa lista non dovrebbe nemmeno esserci, data la sua grande importanza emotiva nei due NieR. Ha, però, la “colpa” di essere un “Weird”.
Certo è, però, che vederlo scorrazzare per la mappa a bordo di una motoretta mentre canticchia “Tarirariraaa Tarirariraaa”, lascia, inizialmente, più di qualche perplessità. Apprezzato particolarmente dall’eccentrico Yoko Taro (che ne indossa la maschera probabilmente anche durante i rapporti di coppia), appare nel gioco come una testa sproporzionata sempre sorridente, quasi inquietante. Sempre pronto a vendere oggetti preziosi ai tre protagonisti del game, nasconde ben più di uno shop ambulante: il personaggio offre le boss fight più ostiche della produzione e, allo stesso tempo, le più tristi. 
Chiunque abbia giocato al primo NieR, ricorderà perfettamente il toccante momento del suo sacrificio sulle note della canzone “Karma”. La sua iniziale e simpatica confusione mentale in Automata dipende da un espediente narrativo importante: Emil era un’arma di distruzione e, per aumentare il suo potere, creò delle proprie copie a discapito, tuttavia, della memoria, dei ricordi. Nel corso dell’avventura, i pezzi del folle puzzle ideato da Taro combaciano, lo fanno gradualmente attraverso side-quest e finali segreti: così, la strampalata figura del personaggio evolve in un climax di pathos. Tanto pittoresco quanto affascinante e, notate bene, il suo aspetto bislacco cela un background tanto triste che in confronto il film Hachikō vi sembrerà un cinepanettone.
Fatman – Metal Gear Solid 2
L’intera saga Metal Gear può annoverare diversi boss curiosi, a partire dall’inspiegabile adattamento dello stesso Metal Gear in “Super Computer” nel non canonico Snake’s Revenge, passando per Psycho Mantis di Metal Gear Solid, continuando con i diversi membri della Cobra Unit di Snake Eater, e arrivando fino a Skeletor, pardon, Skull-Face in The Phantom Pain (a pensarci bene anche He-Man nella serie non ci sarebbe stato così male: il biondino c’è, è vero ma Raiden è più in stile Barbie Passione Ninja).
Abbiamo un apicoltore che gode per le punture e lancia granate di alveari, l’appassionato di bondage e di giocattoli vibranti (“Now I will move your controller by the power of my will alone”), l’Immortale amante del sangue, nato in Romania, chiamato Vamp per la sua bisessualità (ma sì, perché pensare a Vamp = Vampiro per Kojima sarebbe stato troppo mainstream) e il frequente ospite all’Eredità, Mr. “SCOSSAAA?” Volgin (poi diventato Torcia Umana nella speranza di essere scelto per il prossimo Marvel Avengers).
Insomma, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta ma conferiamo il premio stranezza a Fatman, membro della Dead Cell Unit in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty.
Prendete Platinette, levategli la parrucca, munitelo di roller-blade, e dategli un background da Alcolista Anonimo. Narcisista, fiero delle proprie mani “morbide e lisce” ed esperto di esplosivi, in grado di creare una bomba atomica all’età di dieci anni semplicemente consultando un tutorial di Aranzulla sul web, si presenta all’appuntamento “Boss-Fight” sorseggiando, con la cannuccia, un bicchiere di vino rosso.
Raiden, secondo classificato a “Mister Mani Fatate”, decide così di sconfiggerlo, evitando i colpi della sua Glock 18 e “congelando” gli ordigni in cima all’eliporto (Strut E) della Big Shell.
Clotho – God of War 2
Tanti arti, problemi alimentari, troppi seni e nessuna censura. Basterebbero queste poche caratteristiche per comprendere per quale motivo abbiamo inserito, nella nostra classifica, Clotho, la più giovane (e sovrappeso) delle tre Sorelle del Destino. 
Scartata dal programma Vite al Limite per non aver seguito la dieta del Dottor Nowzaradan, prova un odio profondo verso chiunque si prenda cura del proprio corpo. Per tali ragioni tenta in tutti i modi di ostacolare l’avanzata del palestratissimo Kratos in God of War 2.
Il Dio della Guerra, giunto alla Camera del Telaio, si trova quindi a fronteggiare Clotho in versione “Kebab Gigante con Capezzoli”. La boss-fight, impostata su diversi piani del level-design, richiede prima la risoluzione di enigmi ambientali e poi il faccia a faccia con il cadente seno del nemico, le due restanti braccia e un visino che ostenta fiero un doppio mento che farebbe impallidire Jabba the Hutt. 
Mad Midget Five – God Hand
Sono Imbattibili e Irresistibili, i Power Rangers, i Power Rangers… Ma anche i Mad Midget Five, presenti in God Hand, non sono male. Si tratta di un “sofisticato” team deciso ad ostacolare la missione eroica del protagonista Gene, il ragazzo dallo schiaffo facile.
Esordiscono con un balletto improponibile degno della squadra Ginew, indossano variopinte tutine attillate e si presentano, con voci decisamente fastidiose, così:
“Carta impazzita, Joker!”
“Un duro gangster, Diamante!”
“Puoi trovarmi al Club!”
“Fai sterilizzare il tuo animale domestico o Spade!”
“Owowowowow sono Hearts, voglio dire Heart!”
Sconfiggerli, anche per chi ha la Mano di Dio (e non parliamo di Maradona ma di Gene), è tanto ostico quanto ridicolo è il loro aspetto: rapidi e leggiadri (più o meno), i Mad Midget Five alternano attacchi combinati, singoli, ravvicinati e a distanza. A incrementare il livello di difficoltà ci pensa la gestione della telecamera che, in uno spazio ristretto, fatica ad inquadrare i bizzarri avversari.
Great Mighty Poo – Conker’s Bad Fury Day
Meglio tapparsi il naso: nel mix tra cartonesco, unpolitically correct e scurrilità, realizzato da Rare con Conker’s Bad Fury Day, ci si imbatte in Great Mighty Poo. Signore e signori ecco “La Grande e Possente Cacca”. 
Il villain in questione emerge, letteralmente, da un mare di sciolta, ergendo la propria imponente figura dinanzi al protagonista; come se non fosse già abbastanza pittoresco il suo design estetico, raggiunge l’apice della stranezza intonando una lirica dai contenuti profondi:
“I’m The Great Mighty Poo, and I’m going to throw my Shit at You”
(Sono la Grande Possente Cacca e ti sto per lanciare addosso la mia me… melma)
Arte pura, soprattutto grazie agli sviluppatori che riescono a infrangere la quarta parete coinvolgendo il giocatore con la versione Karaoke della canzone.
Come combatterlo? Con la carta igienica ovviamente.
Joe head Joe – Skullmonkeys
Il platform Skullmonkeys, lanciato sulla prima PlayStation come sequel di The Neverhood, divise la stampa videoludica: da un lato lo si elogiò per un impatto grafico ai tempi all’avanguardia, dall’altro giunsero accuse per la presenza di bug e per una trama poco coinvolgente.
È, però, senza ombra di dubbio memorabile per la seconda boss fight dell’avventura: Joe Head Joe.
Le Skullmonkeys, come dice il nome stesso, sono imponenti scimmioni con un teschio come testa. Ci chiediamo però, cosa avesse in mente il game designer quando decise di dare al corpo di Joe Head Joe la digitalizzazione del volto di un barbuto uomo di colore. 
Prendete Kanye West, mettetegli un teschio come berretto. Fatto? Bene, ora guardatelo attaccare lanciando i propri occhi ed emettendo eruttazioni infuocate.
Sono proprio le sue scarse capacità digestive a causarne la sconfitta: Klayman, il protagonista, può saltare sopra la “bolla post rutto” per attaccare il suo nemico.
Mara – Shin Megami Tensei
Chiudiamo la nostra cerchia elitaria con un vero e proprio Boss del ca… del “caspita che strano”.
In Shin Megami Tensei c’è Mara, un pene. Proprio così: un pene verde pisello (ovviamente) che si muove, in alcuni capitoli della serie, su una sedia a rotelle dorata. Lo stesso nome, nello slang nipponico, indica un organo maschile di generose dimensioni. 
Nel mito buddista, invece, Mara è anche conosciuta come “essere malvagio”, un demone dalle sembianze di un pene, che, in antichità, tentò di impedire a Siddharta Gautama di raggiungere l’illuminazione spirituale attraverso la meditazione.
Si tratta di un personaggio ricorrente e appare anche in Persona 3 Portable e Persona 4, come demone creabile tramite le meccaniche di fusione.
In alcuni dialoghi dichiara di sentir fluire il potere dell’essenza degli umani… Cosa avrà voluto dire?

Terminiamo così la nostra rassegna dedicata ad alcune buffe, per certi versi tragicomiche, boss fight presenti nei videogame. Ovviamente, il tono utilizzato è volutamente ironico, soprattutto in alcuni casi: lungi da noi il voler suscitare le ire, ad esempio, dei fan del Maestro Kojima.

E non ce ne vogliano gli esclusi, i vari Gill di Street Fighter III, Kefka di Final Fantasy VI, Mecha Hitler in Wolfenstein 3D, Joker Dopato in Arkham Asylum, il Nazi-Feto di South Park: Il Bastone della Verità e tutti i loro “buffi” compagni di categoria.