Recensione

I Am Alive

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a cura di jewel

Se c’è una cosa che la comunità videoludica proprio non riesce a sopportare, è la parola “rinvio”. Fin troppo spesso, infatti, i fan del nostro mercato preferito passano anni e anni ad attendere l’arrivo di un gioco che li aveva “hyppati” decadi prima, perdendo progressivamente le speranze. I Am Alive ha vissuto uno sviluppo travagliato e burrascoso, saltando da uno sviluppatore all’altro e facendoci preoccupare con lunghi periodi di silenzio stampa ed eterni rinvii. Come un fulmine a ciel sereno, circa un anno fa il gioco è poi risorto dalle ceneri in una veste completamente nuova, presentandosi al pubblico come un progetto pensato per il digital delivery e sviluppato in via definitiva da Ubisoft Shangai, studio noto per aver lavorato a svariati titoli targati Tom Clancy. Insomma, in un modo o nell’altro, dopo quattro anni all’incirca siamo finalmente riusciti a giocare I Am Alive dall’inizio alla fine: mettetevi comodi e preparate le maschere anti-gas, sarà un viaggio entusiasmante, ma decisamente polveroso.

Ceneri, alle ceneri, alle ceneri, alle ceneri, a ME, alle ceneri, alle ceneri…La storia del gioco è piuttosto semplice: a circa un anno di distanza da un evento disastroso cui ci si riferisce semplicemente con il nome di “Catastrofe”, la città di Haventon è ridotta in macerie e avvolta da una densa coltre di polveri e gas nocivi. In questo scenario, il giocatore dovrà impersonare un uomo che nel bel mezzo di quell’immane calamità ha perso sua figlia e sua moglie, e che ora desidera ritrovarle più di ogni altra cosa al mondo. Premesse accattivanti quindi, ma che purtroppo perdono fascino lungo la strada a causa di una successione di eventi fin troppo lineare e prevedibile. Il titolo avrebbe invece certamente beneficiato di qualche colpo di scena inatteso, o perlomeno, di personaggi più carismatici.I Am Alive è un action in terza persona con una struttura a episodi, in ognuno dei quali, ci verrà chiesto di arrivare in un luogo segnato sulla mappa per svolgere una semplice missione, come recuperare una batteria dispersa o portare in salvo una bambina smarrita. Per ciascuno di questi episodi avremo a nostra disposizione un certo numero di “Tentativi”, oggetti che in caso di decesso ci permetteranno di ricominciare dal checkpoint più vicino piuttosto che dall’inizio del livello. Ai “Tentativi” assegnati inizialmente, se ne potranno poi aggiungere altri reperiti nell’area di gioco o regalati al giocatore dalle vittime disperse in Haventon. La città è infatti popolata da persone in gravi condizioni di salute, che ci chiederanno di consegnargli medikit, macedonie, bottiglie di vino o qualsiasi altra cosa possa essergli utile per sentirsi meglio. Proprio per questo motivo, sarà spesso necessario perlustrare ogni centimetro della mappa per trovare viveri e oggetti provvidenziali.La mera esplorazione è però solo un tassello di un quadro molto più grande, dove ciò che stupisce è piuttosto la stragrande varietà di situazioni e meccaniche che Ubisoft Shangai è riuscita a incapsulare in così poco spazio. Nell’intero corso del gioco sarà necessario tenere d’occhio la barra della salute e quella dell’energia: la prima tiene conto dei colpi subiti e quindi della “vita” del personaggio, mentre la seconda si riferisce all’affaticamento prodotto dalle varie fasi di corsa, salto, resistenza e, soprattutto, arrampicata. In una maniera che ricorda molto da vicino quanto visto in Uncharted, il giocatore sarà infatti in grado di arrampicarsi su cornicioni dei palazzi, pali della luce, tralicci e via dicendo, tutto pur di raggiungere l’obiettivo prefissato. A differenza dei titoli di Naughty Dog, in I Am Alive le fasi di arrampicata si rivelano essere decisamente più complesse: ogni azione comporta un diverso consumo sulla barra dell’energia e, se questa si azzera, si entra in una fase di pericolo denominata “Sforzo Estremo”. Quest’ultima, attraverso la pressione ripetuta di un tasto aggiuntivo, offre al giocatore un’ultima manciata di secondi, spesso essenziali per salvarsi e non cadere nelle profondità che si estendono sotto i piedi del nostro eroe.Dal momento che alcune scalate richiederanno molto tempo e sudore, il protagonista potrà avere a disposizione svariate bibite e cibi istantanei da utilizzare in qualsiasi momento per ricaricare la barra dell’energia e, qualora questo non bastasse, il gioco mette a nostra disposizione anche i chiodi da roccia, oggetti utili per auto-assicurarsi un punto di sosta nel bel mezzo di una scalata e ripristinare così completamente l’energia.

Come on, bring it on!Nella città di Haventon tutti gli uomini sono diventati diffidenti, tentano di derubare il prossimo e non fanno favori a nessuno se non in cambio di provviste e rifornimenti. I personaggi che il nostro protagonista incontrerà lungo il suo cammino si interesseranno quindi al suo equipaggiamento e cercheranno di fare qualunque cosa pur di metterci le mani sopra. Questi potranno usare approcci “timidi” o aggressivi e, per decidere come affrontarli, dovrete tener conto di un bel po’ di variabili. In un gruppo composto da tre o quattro oppositori, ad esempio, sarà sempre utile capire chi è in possesso di un’arma da fuoco o, in generale, chi può essere il più pericoloso. Dopo aver steso il primo bersaglio, per far fronte ai suoi contrariati compagni avrete diverse possibilità. Le armi da fuoco, attraverso una momentanea visuale in prima persona, vi permettono di avere il controllo sulla situazione e magari di puntare la pistola su chiunque cerchi di muoversi nella vostra direzione così da intimorirlo e costringerlo a indietreggiare. La pistola è decisamente l’arma più potente del gioco e, nonostante la scarsità di munizioni a disposizione, non bisogna mai dimenticare che anche un’arma scarica è in grado di intimidire. L’arsenale mette poi a nostra disposizione un arco, con la peculiare possibilità di recuperare le frecce scoccate, e un machete da utilizzare nei combattimenti corpo a corpo. I meccanismi di gioco spingeranno sempre a usare le proprie munizioni e le proprie risorse con parsimonia, soprattutto dal momento che un singolo proiettile è in grado già da solo di uccidere un uomo e di spaventarne molti altri, se riuscirete a giocarvi bene la carta dell’intimidazione. Da apprezzare anche la possibilità di usare qualche elemento dell’ambiente circostante a proprio favore: sarà ad esempio possibile spingere i nemici giù per i precipizi o nei falò appiccati da loro stessi.

The Book of AliveSebbene in alcuni momenti gli effetti creati dall’onnipresente coltre di polvere riescano a colpire o affascinare, in linea generale il comparto grafico di I Am Alive non fa gridare al miracolo, neanche per idea. La maggior parte delle texture sono scarne e le animazioni del protagonista, soprattutto nelle fasi di interazione con l’ambiente circostante, non rendono affatto giustizia al gameplay profondo che abbiamo avuto modo di analizzare qualche riga fa. Nelle nostre prove abbiamo provato a spostare sedie, scatoloni, carrelli della spesa e centinaia di altri oggetti, ma evidentemente la “Catastrofe” deve aver inchiodato a terra tutto quanto, meno le armi contundenti forse. Molto tristi anche gli effetti dell’acqua al passaggio del protagonista, che potrebbero considerarsi realistici solo se quest’ultimo pesasse quanto un gerride. Fortunatamente gli sviluppatori hanno scelto di ridurre la visibilità e coprire tutto con una massiccia dose di polvere postapocalittica, che quantomeno confonde le idee e rende più difficile la percezione di molte piccole imperfezioni. Nota positiva invece per quanto riguardo la colonna sonora, che segue le variazioni della barra dell’energia e si adatta alla perfezione alle situazioni di tensione e alle fasi di combattimento.

– Survival per davvero

– Fasi di arrampicata complesse e divertenti

– Sistema di ingaggio originale

– Comparto grafico deludente

– Trama piatta

8.0

Il verdetto è sostanzialmente positivo: nonostante un comparto grafico sottotono e una trama fin troppo lineare, I Am Alive riesce a sorprendere grazie alla profondità del suo gameplay e a un’essenza prettamente survival, di quelle che non si vedono spesso in giro. Il giocatore si ritroverà immerso in un polveroso scenario apocalittico, costretto a sopravvivere utilizzando solo la sua attrezzatura da rampicata, una pistola quasi sempre priva di munizioni e, ultimo ma non ultimo, un fedele machete. Ad un prezzo abbastanza contenuto, il gioco riesce ad offrire circa sette ore di puro intrattenimento e, a meno che non siate detrattori del genere, vi consigliamo di dare una chance a quest’ennesima piccola perla del digital delivery.

Voto Recensione di I Am Alive - Recensione


8