Recensione

Hulk

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a cura di Yoshi

Questa recensione potrebbe iniziare con la consueta considerazione sull’indissolubile legame che, da qualche anno, lega il mondo del cinema a quello dei videogiochi, o magari su come per una curiosa proprietà transitiva i produttori di videogames si interessino a personaggi dal potenziale immenso solo quando essi transitano dalla magica celluloide made in Hollywood. Tutti approcci corretti, ma che rischiano spesso di confondere il lettore invece che chiarirgli le idee sulla qualità del titolo in esame. Proprio per questo abbiamo deciso di mettere subito le carte in chiaro: Hulk è un gioco letteralmente mediocre, che sfrutta l’hype del film e del personaggio per vendere senza badare ai contenuti di giocabilità e longevità; non è un titolo insufficiente, specialmente considerando la media qualitativa delle produzioni odierne, ma il giudizio definitivo come sempre deve passare al vaglio del portafoglio (consonanza del tutto fortuita): se avete un budget che vi consente di accaparrarvi una mezza dozzina di titoli al mese, Hulk può essere un piacevole ed effimero anti-stress, in caso contrario guardatevi bene attorno, giochi superiori a questo non mancano di certo. Se siete fanatici del mostro verde ovviamente le cose cambiano, ma in questo caso probabilmente avrete già smesso di leggere questa recensione qualche riga fa.

Pollice verdeLo schema di gioco di Hulk non si discosta di molto da quello della gran parte dei picchiaduro a scorrimento prodotti negli ultimi anni: seguendo le vicende di una trama tanto complessa quanto confusionaria, passate da un livello all’altro a menar le mani contro i poveri soldatini che tentano di catturarvi. Di tanto in tanto qualche carro armato, mutante o boss finale per dare l’illusione di una varietà inesistente, la bella donzella da liberare e, minima fuga dalla norma, una manciata di sezioni alla Metal Gear (perdonate la bestemmia), all’interno delle quali, nei panni di Bruce Banner, dovrete infiltrarvi in basi segrete, carceri e laboratori senza farvi cogliere di sorpresa da guardiani e soldati (non ci fanno proprio una bella figura in questo titolo). Hulk ha a disposizione un assortimento di colpi da fare invidia a Stree Fighter, perlomeno sulla carta del manuale poiché come spesso avviene in questi casi la teorica strategia delle combinazioni più ardite si risolve in una caotica (e quantomai efficace) pressione furiosa dei tasti del joypad. Si salva il senso di forza e distruzione che, bisogna riconoscerlo, il gioco sa trasmettere: nei panni del gigante color asparago potrete difatti distruggere praticamente qualunque cosa si presenti sul vostro cammino, pareti, tubature soffitti e pavimenti, come se tutto fosse fatto di cartapesta.A far da contraltare a questo climax di distruzione ci sono le già citate sezioni di infiltrazione, realizzate però in modo talmente superficiale da costituire una sorta di time-out che non vedrete l’ora di concludere.

GraficaUnico aspetto in cui Hulk si salva, la componente estetica fa sfoggio di modelli poligonali curati e dettagliati (soprattutto quelli degli esseri viventi), texture nella media e fluidità impeccabile per il 90% del tempo. Nelle situazioni caotiche può notarsi qualche incertezza a livello di frame-rate, ma potrete sempre pensare che sia Hulk a far tremare lo schermo. Manca l’opzione 60 Hz purtroppo, e non e nemmeno previsto il supporto per gli schermi a 16:9, ma si tratta di dettagli che non influenzano il giudizio globale sul titolo.

SonoroSe si decide di non localizzare il commento parlato di un gioco, come avviene nel caso di Hulk, sarebbe buona norma prevedere dei sottotitoli per agevolare la comprensione dei non anglofili: questa mancanza si nota particolarmente nel titolo Vivendi, riservando i dettagli della trama a chi mastica un inglese parlato tutt’altro che scolastico (i famigerati sottotitoli non sono presenti nemmeno in lingua inglese). Tale particolare ha un effetto particolarmente deleterio sul gioco che, minato nei suoi intermezzi di dialogo, risulta ancor più ripetitivo e noioso.

-Grafica di buon impatto

-Personaggio carismatico

-Ripetitivo

-Superficiale

mal localizzato

6

Un titolo riservato ai fan del personaggio e del film, ma da evitare per tutti gli altri: come per Enter The Matrix poche settimane fa, ci troviamo di fronte a un gioco pubblicato per sfruttare il richiamo di immagine del film e che di conseguenza, certo di vendite che difficilmente saranno scarse, non bada a elementi più nobili quali la giocabilità, la cura realizzativa e la varietà di gioco. Valutare più positivamente un gioco come Hulk reca, a mio modestissimo parere, un pessimo servizio sia (e soprattutto) ai giocatori, sia agli sviluppatori, che si sentono così autorizzati e incitati a proseguire la politica di sfruttamento dell’immagine a scapito della sostanza. Consapevole del fatto che molti altri articoli hanno espresso opinioni diverse dalla mia, chiudo con una piccola considerazione: da qualche parte c’è un omino che negli ultimi anni lotta contro i mulini a vento per evitare che il mondo dei videogiochi prenda questa piega sotto i nostri occhi; probabilmente se avete un Gamecube possedete almeno un paio di giochi prodotti da lui… parlano di elfi e carote viventi…

Voto Recensione di Hulk - Recensione


6