Recensione

How to Survive 2

Avatar

a cura di Francesco Ursino

Il primo How to Survive proponeva una bizzarra quanto piacevole esperienza, specie se fruita in cooperativa. La possibilità di girovagare su un’isola tropicale facendo strage di zombi, costruendo le proprie armi e avendo cura di procacciarsi cibo e bevande era ben gradita e sufficientemente ben realizzata. Dopo una gestazione in early access e un primo periodo di commercializzazione, dunque, abbiamo scelto di dare un’occhiata più approfondita al seguito del titolo Eko Software: scopriamo insieme, allora, i pregi e i difetti principali di How to Survive 2.

Inizia tutto dal proprio campoCosì come nel primo capitolo, i giocatori impersoneranno dei survivor ritrovatisi in una Louisiana piena zeppa di zombi di qualsiasi tipo. Si può comprendere dunque come l’epidemia che nel primo How to Survive aveva colpito la sola isola di Los Riscos si sia trasformata in una vera e propria pandemia globale. Il fulcro della storia sarà rappresentato ancora dal buon vecchio Kovac, pronto a trasformare i giocatori in vere e proprie macchine da guerra, capaci di far fuori qualsiasi minaccia e di sopravvivere anche alle situazioni più estreme. Anche in questo secondo atto della serie, dunque, la narrativa viene tutto sommato sacrificata, e relegata a qualche linea di testo incaricata di far luce sulle varie quest che si sarà chiamati ad affrontare. Tutto ciò non rappresenta un gran difetto, e lascia invece spazio a nuove feature sul fronte del gameplay, che da parte sua si presenta più strutturato rispetto al titolo precedente. Dal punto di vista delle dinamiche di gioco, infatti, lo snodo vitale dell’esperienza è la creazione di un campo. Sia che si giochi online che in locale, infatti, l’inizio della propria esperienza in How To Survive 2 avverrà grazie alla creazione di un proprio insediamento che andrà arricchito da varie strutture. Il nostro campo, però, sarà direttamente comunicante con il bunker del già citato Kovac, che inizialmente ci fornirà le prime quest, nonché le prime risorse necessarie alla sopravvivenza. La rigidità della struttura di gioco cui accennavamo in precedenza riguarda proprio le missioni, pensate per essere ripetute quante volte si vuole; una volta accettata una quest, e determinato il suo livello di difficoltà, si verrà infatti trasportati automaticamente in un’area apposita dell’isola, non necessariamente piccola ma sicuramente circoscritta, in cui dovremo perseguire obiettivi primari e secondari. Già da ora è possibile muovere, in questo senso, un piccolo appunto verso il level design, che proporrà ambienti che diventeranno abbastanza monotoni dopo poco tempo, specie quelli ambientati in aree comprendenti edifici. In How to Survive 2, dunque, sarà possibile entrare in numerose case e negozi alla ricerca di prezioso loot, ma è giusto dire che questa fase di indagine non regalerà mai così tante soddisfazioni in termini di risorse raccolte. È pur vero che, al di fuori delle quest, il gioco dà la possibilità di girovagare liberamente per la mappa di gioco, alla ricerca non solo di nuovi rifornimenti, ma anche di altri personaggi secondari in grado di fornire nuove missioni. In generale, dunque, il feeling dato dal titolo ricalca chiaramente quello già osservato nel primo How to Survive, regalando una piacevole sfida specie se si ha l’occasione di giocare con uno o più amici. In questo senso, la gestione del campo assume una nuova importanza, perché nel momento in cui si creerà un insediamento online, si potrà scegliere se renderlo di pubblico utilizzo oppure limitarlo solo ad alcuni membri. Lasciare libero accesso al proprio campo – che rimarrà disponibile anche quando si è offline – è una scelta che, va detto, non impedisce quindi a qualsiasi altro giocatore di entrare nel proprio territorio, lasciando ai malintenzionati la possibilità di rubare eventuali risorse stipate nelle proprie strutture. Allo stesso modo, è possibile però mettere fuori gioco gli intrusi colti in fallo, rubando loro eventuali attrezzature e rifornimenti.

La mia cara LucilleHow to Survive 2 punta molto sul crafting: come dicevamo in precedenza, le strutture edificabili nel proprio campo serviranno per potenziare il proprio equipaggiamento, ma non solo. Alcune delle feature presenti nel primo capitolo sono state modificate in funzione della presenza del proprio insediamento; per poter cucinare le carne cruda o le uova raccolte durante le quest, ad esempio, ora sarà necessaria la presenza non più dei fuochi da campo sparsi per la mappa del primo capitolo, ma della cucina, edificabile nel proprio insediamento; allo stesso modo, le bottiglie di plastica vuote potranno contenere succhi di frutta ristoratori. Sarà possibile costruire nuove armature per mezzo della struttura dedicata agli accessori, così nuove armi grazie all’armeria. All’inizio del gioco si partirà con una semplice mazza da baseball, cui si aggiungeranno presto archi, balestre e varie opzioni offensive. Ogni struttura, costruibile grazie alle risorse raccolte, potrà essere poi potenziata e tutto ciò darà accesso a nuove opzioni e risorse ottenibili.  Proprio il capitolo della gestione dell’esperienza merita qualche riflessione: ogni missione di How to Survive 2 potrà essere affrontata determinando la durezza della sfida in relazione alla propria esperienza. Più alta è la difficoltà selezionata, ovviamente, e più si progredirà velocemente. Va detto che l’esperienza guadagnata, però, non servirà solo a “livellare” il proprio personaggio: grazie ai punti guadagnati, infatti, sarà possibile (e a volte necessario) far evolvere il proprio campo, nonché le possibili skill legate al proprio avatar virtuale. Queste comprendono la possibilità di scassinare porte e serrature, ma anche una maggiore resistenza alla sete e alla fame. Questi due ultimi aspetti, peraltro, ci danno modo di parlare di un aspetto del titolo un po’ controverso: il necessario grinding.

Ho fame e sete, ma in giro ci sono solo tacchini zombiLe prime quest di How To Survive 2 ci hanno lasciato un po’ contrariati per un motivo preciso: la cronica fame e sete del nostro personaggio. Così come in How to Survive, infatti, il nostro avatar avrà bisogno periodicamente di mangiare e bere (ma non di dormire, come invece avveniva nel primo capitolo). Il problema è che, specialmente in cooperativa, inizialmente le risorse a nostra disposizione saranno veramente poche e ciò farà sì che il nostro povero personaggio patisca una cronica crisi di fame e sete. È stato solo dopo aver essere arrivati ad un determinato livello di esperienza, in grado di sbloccare una data missione, che la situazione è parzialmente migliorata, grazie anche alla presenza della cucina edificabile nel proprio campo. In questa data quest, infatti, i giocatori potranno trovare una sufficiente quantità di cibo, capace di mettere a tacere l’appetito del proprio eroe per qualche tempo. Tutto ciò, però, difatti obbliga a un certo grinding: nel momento in cui si rimarrà a secco di alimenti, in effetti, converrà ripetere di nuovo la missione citata, e tutto ciò stona un po’ con l’esperienza più fluida mostrata nel primo How to Survive. Sul fronte della varietà dei nemici, invece, è da segnalare sicuramente il ritorno degli animali zombie quali pellicani, maiali, cani, tacchini, cervi e via discorrendo. Sottolineiamo la loro presenza perché, durante le nostre prove, alcune delle difficoltà maggiori sono state relative proprio allo scontro con questi esseri, molto veloci e difficili da puntare. Il sistema di mira, infatti, riprende quello del capitolo precedente, e mostra momenti di imprecisione soprattutto con le opzioni corpo a corpo. Va detto che le armi, anche in questo capitolo, possono essere potenziate e modificate in maniera abbastanza approfondita, sebbene il gioco renda queste operazioni abbastanza difficoltose da portare a termine: spieghiamo meglio il perché.

Si applica, ma potrebbe fare di piùRaccontiamo questo piccolo aneddoto perché esplicativo di uno dei problemi che ci sono sembrati più pressanti durante le nostre prove di How to Survive 2, ovvero la mancanza di informazioni chiare. Per comprendere come modificare le armi, infatti, ci siamo dovuti affidare al forum delle discussioni di Steam, ma questo non è stato l’unico caso in cui la penuria di informazioni ci ha fermato. Un altro esempio, riguarda il modo in cui vanno fatti “livellare” il campo e il proprio personaggio, così come la gestione delle costruzioni del proprio insediamento. Un particolare da sottolineare riguarda l’impossibilità (abbastanza sorprendente) di spostare le proprie strutture una volta posizionate sul terreno. La spiegazione di tutti questi piccoli particolari, nel primo capitolo, era delegata agli spassosi video della serie Kovac’s Rules; in questo secondo atto, invece, lo strambo tizio dall’accento dell’est ci renderà edotti su alcuni aspetti relativi al campo ed agli edifici, ma senza entrare mai troppo nei particolari.Per ultimo, una rapida analisi del comparto tecnico: graficamente, il gioco si difende in maniera più che sufficiente, proponendo una grafica tridimensionale con una consueta visuale isometrica fissa; apprezzabili gli effetti ambientali, considerate le frequenti piogge che sembrano imperversare sull’isola. Dal punto di vista audio, invece, poco da dire, con effetti audio sufficienti e senza particolari sussulti.

HARDWARE

Requisiti minimi:Sistema operativo: Windows 64 bits Processore: Intel i3 3GHz Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: DirectX 11 compatible DirectX: Versione 11 Rete: Connessione Internet a banda larga Memoria: 8 GB di spazio disponibile Scheda audio: DirectX 11 compatible

Requisiti consigliati:Sistema operativo: Windows 7 or higher 64 bits Processore: Intel i5 3 GHz Memoria: 8 GB di RAM Scheda video: Geforce GTX 660 or Radeon R7 200 series – DirectX 11 compatible DirectX: Versione 11 Rete: Connessione Internet a banda larga Memoria: 8 GB di spazio disponibile Scheda audio: DirectX 11 compatible card

– Esperienza gradevole, soprattutto in cooperativa

– Riconferma molte note positive del predecessore

– Sistema di crafting complessivamente ben realizzato…

– …ma trovare le risorse necessarie, almeno inizialmente, è un bel problema

– Poche informazioni date al giocatore riguardo differenti aspetti di gioco

– Imprecisioni varie, anche se non così rilevanti, nel gameplay

7.0

How to Survive 2 si conferma come un titolo discreto e piacevole da giocare, specie se in compagnia. Le componenti di crafting del primo capitolo ritornano sebbene modificate in alcuni aspetti, soprattutto sul fronte della costruzione del proprio campo base, ma anche della gestione della fame e della sete del proprio personaggio. Le dinamiche di gioco sono fortemente strutturate e, a fronte di un gameplay comunque piacevole e divertente, propongono alcuni difetti che necessiterebbero di rimedi applicabili peraltro in maniera abbastanza semplice. Un maggiore numero di informazioni, ed una gestione migliore delle risorse a disposizione dei giocatori faciliterebbero le fasi iniziali di gioco, che invece al momento potrebbero spaesare più di un aspirante survivor. Tutto sommato, però, il gioco Eko Software risulta consigliabile a chi è rimasto piacevolmente sorpreso dal suo predecessore.

Voto Recensione di How to Survive 2 - Recensione


7