Anteprima

Hitman Absolution

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a cura di Pregianza

Nella stragrande maggioranza dei videogiochi si impersona un eroe senza macchia e senza paura, un prode condottiero in grado di salvare il mondo grazie al suo coraggio e all’incredibile capacità di sopravvivere a centinaia e centinaia di nemici. Molti sono sicuramente iconici e vantano caratterizzazioni di tutto rispetto, ma capita spesso che sembrino fatti con lo stampino. Non è questo il caso dell’agente 47: pelato, introverso, e apparentemente privo di qualunque scrupolo, il personaggio creato da IO Interactive per essere l’assassino perfetto è sempre stato atipico persino tra gli antieroi e dannatamente azzeccato nel suo ruolo. 
Ad acuire l’importanza di questo spietato protagonista è stata la lodevole qualità dei giochi della serie Hitman, apprezzati quasi all’unanimità per il loro gameplay calcolato e unico, ma comunque stranamente spariti per qualche anno, così da lasciar posto ad altri progetti degli sviluppatori danesi. Ora però 47 sta per tornare, e sembra volerlo fare in un titolo in grado di far sembrare i predecessori robetta di quarta categoria. Noi siamo stati gentilmente invitati nella sede milanese di Halifax a testare le prime quattro ore di gioco, e dopo la prova le nostre già alte aspettative sono cresciute a dismisura. Ecco cosa abbiamo visto.
Killing you softly, or hardly
Già molto è stato mostrato di Hitman Absolution, tramite trailers ben montati che lo hanno fatto apparire come un titolo in grado di spingere le console attuali al massimo della loro capacità. Il gioco vero è proprio non si allontana molto da questa furba propaganda, e presenta una comparto tecnico di tutto rispetto che riesce a inserire il giocatore in contesti incredibilmente mutevoli e dinamici. Che si venga a trovare in locazioni limitate e popolate da pochi npc, o in zone estese piene zeppe di persone, 47 avrà a che fare con routine comportamentali variegate, che porteranno antagonisti e non ad agire in modo semirealistico e costringeranno l’utente a calcolare attentamente le mosse dell’assassino in previsione delle azioni dei bersagli. 
Siamo rimasti seriamente sorpresi dalla cura con cui gli sviluppatori si sono dedicati alle varie mappe e a coloro che le popolano. A Chinatown vedrete masse di gente impegnate a comprare cibarie o a visitare le bancarelle sparse per le strade, in uno strip club ammirerete spettatori impegnati a lanciare bigliettoni nella direzione di donzelle seminude, e nella stazione dei treni ascolterete casualmente clienti insoddisfatti lamentarsi dei ritardi al telefono. Tutto è studiato alla perfezione, e persino le scene scriptate si inseriscono a meraviglia nel contesto perché non risultano essere altro che dialoghi cuciti a modo su determinati personaggi, su cui è possibile basarsi per intuire le mosse successive da fare.
La vitalità che gli script dell’IA donano all’ambiente di gioco è indispensabile per immergere l’utente nell’azione, vista la struttura del gameplay. Anche qui la volontà è quella di dare una libertà di scelta quasi totale al giocatore, con numerosissimi modi di raggiungere il proprio obiettivo. 47 potrà tentare l’approccio diretto e assassinare i bersagli rapidamente per poi tentare una repentina fuga, eliminarli di nascosto bypassando guardie e difese approfittando di un momento di distrazione, o addirittura ucciderli indirettamente anticipando i loro comportamenti. Un esempio lampante lo abbiamo osservato giocando la missione “King of Chinatown”, nella quale l’obiettivo era al centro della piazza e chiaramente visibile. Ucciderlo subito sarebbe stato facile, ma avrebbe scatenato il panico e portato i molti poliziotti presenti a trasformarci in uno scolapasta. Abbiamo dunque deciso di arrivare allo scopo passando per vie traverse e ricominciando più volte la missione. Alla fine siamo riusciti ad eliminare la vittima designata avvelenando la sua cocaina con la ghiandola di un pesce palla, facendolo saltare in aria dopo averlo attirato in un vicolo grazie all’allarme della sua auto, e mandandolo al creatore con un fucile da cecchino da distanza di sicurezza. 
Un sacco di possibilità, rese ancor più piacevoli da meccaniche ben studiate che non rendono nessuno dei compiti eccessivamente facile. Il protagonista può infatti travestirsi rubando gli abiti delle sue vittime, ma farlo porta i “colleghi” a insospettirsi velocemente e a fare domande. Per impedire che ciò accada è necessario sfruttare una speciale barra dell’istinto, che permette di agire con naturalezza e fugare i dubbi dei presenti. Potrebbe sembrare semplice, ma l’istinto necessita di uccisioni silenziose per ricaricarsi e si consuma rapidamente, rendendo limitata l’utilità di travestimenti apparentemente impeccabili. 
Il ritmo delle missioni è inoltre molto intelligente, almeno nel primo atto. Ogni uccisione presenta delle caratteristiche specifiche legate alla zona o al bersaglio che la rendono fondamentalmente diversa dal compito precedente, e alcuni capitoli cambiano completamente il setting, costringendo 47 a intraprendere incarichi che si discostano dal solito contratto. Ci ha sorpreso poi il fatto di non dover affrontare nessuna sezione che costringesse a una sparatoria nelle prime ore di campagna, nonostante la presenza di un sistema di cover funzionale e della devastante abilità “point shooting” che porta spesso a fare stragi in pochi secondi. Una prova più che evidente della volontà di IO Interactive di dare un taglio più tattico al suo lavoro.
Sembra più vivo? Eliminiamolo
Come abbiamo già scritto, il comparto grafico di Hitman Absolution sorprende non poco. Il livello di dettaglio dei modelli non è stratosferico, ma le mappe sono estremamente curate e il numero di personaggi in campo è spesso impressionante per un titolo di questo tipo. Le animazioni in particolare sono molto curate, e unite a un sonoro d’eccezione immergono completamente il giocatore nella campagna, garantendo un’esperienza di altissimo livello. La versione da noi provata era ancora grezza e ricca di bug, ma comunque già molto solida e perfettamente godibile. Non c’è stato modo di sperimentare la curiosa modalità Contracts, ma la presenza di numerosi unlockables legati alle modalità di completamento dei capitoli è stata più che sufficiente a catturare la nostra attenzione e a portarci a riprovare più e più volte le missioni. Se la prima parte è rigiocabile e piacevole fino a questo punto, prevediamo una longevità non indifferente per la campagna.  

– Grande libertà d’azione

– Gameplay ben studiato e strutturato

– Tecnicamente notevolissimo

L’antipasto di Hitman Absolution è stato gustosissimo, ma ora abbiamo una fame da leone e non vediamo l’ora di spalancare le fauci davanti all’opera completa. IO Interactive sembra aver fatto un sensibile balzo di qualità con questo capitolo, che potrebbe innalzare l’agente 47 come mai prima d’ora, pur restando fedele allo spirito della serie. Pare che molti sviluppatori ultimamente stiano facendo di tutto per dare sempre più libertà di scelta ai loro utenti, e creare titoli affrontabili in decine di modi diversi. E’ una strada che ci piace molto, speriamo che questo videogioco riesca a cementarla ulteriormente. Le potenzialità ci sono tutte.