Recensione

Heroes of Ruin

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a cura di Fatum92

Nintendo 3DS può vantare titoli di ottima qualità, sviluppati non solo dai maestri di Nintendo stessa, ma anche da software house ugualmente abili nel regalarci opere coinvolgenti e divertenti. Prodotto dalla prestigiosa Sqaure-Enix, ma realizzato dallo studio n-Space, Heroes of Ruin ha dimostrato di possedere le potenzialità per rientrare in questa categoria. La produzione, infatti, tenta di seguire la scia di mostri sacri quali Diablo proponendo un gameplay hack’n’slash ricco di oggetti e potenziamenti da utilizzare, pur non riuscendo a raggiungere sempre efficacemente lo scopo, né tantomeno a toccare le vette di eccellenza del titolo targato Blizzard. A volte, le buone intenzioni non bastano.

Come da copione L’incipit narrativo appare banale, lasciandoci lo stesso spiacevole sapore paragonabile alla visione di un film già visto troppe volte: il governatore dell’immaginifica città di Nexus, tale Lord Atraxis, finisce vittima di una potente e misteriosa maledizione. Oltre alla vita del sovrano, però, vi è in gioco anche l’equilibrio dell’intero regno, da anni afflitto da sanguinose guerre e ora in una precaria situazione di pace. Un gruppo di eroi, quindi, parte per un lungo viaggio che li vedrà cercare una cura per Atraxis. Detto questo, la trama, proprio a causa della sua natura marginale e del tutto secondaria, si lascia seguire senza particolari intoppi e potrebbe essere apprezzata da molti.Al giocatore la scelta di impersonare uno dei quattro protagonisti della vicenda, ognuno qualificato con precise abilità. Per gli amanti della magia, Alchitect ricalcherà senza dubbio la scelta migliore, in quanto maga elfica capace di scagliare incantesimi, mentre il Vendicatore, metà uomo, metà leone armato di un’enorme spada, apparirà l’ideale per i puristi dell’azione. A soddisfare la barbara voglia di massacrare avversari, troviamo anche il Selvaggio, vera e propria macchina da guerra negli scontri corpo a corpo. Infine, forse meno gettonato, c’è il Pistolero, il quale, come suggerisce il nome, è specializzato in attacchi a lunga gittata. Sebbene la caratterizzazione degli eroi, per quanto discutibile, sembrerebbe proporre un certo livello di strategia e tecnicismo a seconda del personaggio scelto, in verità, ci si accorge quasi immediatamente come Heroes of Ruin sia strutturato per offrire una difficoltà fin troppo bassa, rendendo la sperimentazione delle abilità praticamente inutile e, conseguentemente, priva di soddisfazione per il giocatore.

Collezionismo sfrenatoPeccato. Questa la parola che si volatilizza nella nostra mente. Peccato, perché, in fondo, la giocabilità diverte. Peccato, perché la quantità di oggetti, armature, potenziamenti e vari, sfiora vette altissime, dimostrando la cura di n-Space nel voler offrire molteplici possibilità di personalizzazione del proprio personaggio. Ed è proprio la crescita dell’alter-ego uno degli aspetti più riusciti del gioco. Sin dai primi minuti il giocatore ha un ampio ventaglio di scelta per l’equipaggiamento dell’eroe, acquisendo poi nuove abilità salendo di livello grazie all’esperienza guadagnata. Ancora una volta, però: peccato, perché il potenziale appena descritto viene svilito da alcune piccole scelte di gameplay che ci restituiscono l’impressione che si potesse fare decisamente di più. Tra queste, un ritmo di gioco non proprio incalzante e i limiti strutturali dell’inventario non permettono di dedicarsi quanto e come si vorrebbe alla “costruzione” del proprio personaggio, tradendo molte delle premesse iniziali. La scelta del protagonista, infatti, non influisce né sulla narrazione, né poi tanto sulle meccaniche di gioco, soprattutto quelle dedicate, ovviamente, ai combattimenti (se non in maniera comunque molto sottile). Un battle system estremamente semplice, elementare, mal si adatta a mettere in mostra le differenti abilità dei quattro eroi, quando le tecniche base appaiono sufficienti a sconfiggere senza troppi problemi anche i boss di turno, rendendo lo sfruttamento delle peculiari capacità del singolo character più una voglia del giocatore che una reale necessità. Gli scenari in cui ci si muove, inoltre, sono disseminati di pozioni in grado di renderci molto spesso praticamente indistruttibili. Il titolo risulta, perciò, afflitto da un problema di bilanciamento: tantissimi pezzi “collezionabili” e tesori da scoprire faranno la gioia di chi adora spulciare ogni ambientazione per accaparrarsi anche l’armatura più rara, a patto, però, di essere consci che tali oggetti risulteranno nella maggior parte dei casi totalmente inutili, costringendoci in svariate occasioni ad abbandonarli lungo la strada, relegando il divertimento al puro piacere della scoperta e ad un futile e fine a sé stesso potenziamento dell’eroe.

Insieme è più belloUno dei pregi più grandi di Heroes of Ruin va ricercato nella modalità multigiocatore. La possibilità di giocare insieme ad altre tre persone, in locale o online, minimizza in parte i difetti, incrementando il divertimento e il coinvolgimento. A rendere estremamente piacevoli le partite disputate sulla rete è la buona stabilità di gioco e la graditissima possibilità di utilizzare la chat vocale per parlare direttamente con gli altri giocatori, con tutti i pro e i contro che questo comporta. In aggiunta, Street Pass e Spot Pass sono stati implementati per incentivare lo scambio di oggetti. È anche possibile scaricare gratis missioni aggiuntive che soppesano, almeno in parte, alla discreta longevità della campagna principale, inchiodata attorno alle otto – nove ore. Ad ogni modo, il titolo incita il giocatore a rigiocare l’avventura con tutti e quattro gli eroi. Ricominciando la storia con un altro personaggio, infatti, la difficoltà aumenterà per offrire una maggiore sfida. Risulta azzardato, però, stabilire in quanti avranno effettivamente la voglia di iniziare un “secondo giro” dopo un primo non proprio esaltante. E qui entra prepotentemente in gioco il gusto personale e le proprie abitudini da videogiocatore.

Design favolisticoGraficamente Heroes of Ruin non può certo vantarsi di possedere uno stile irresistibile o particolarmente memorabile. Senza voler essere prolissi, il tutto si assesta su standard discreti, ma, anche in questo caso, ritorna il rammarico verso un design che avrebbe potuto e dovuto offrire di più. Scenari ripetitivi e, in generale, un livello tecnico superficiale non aiutano, seppur in linea di massima la veste estetica appaia gradevole. Abbastanza positivo, invece, l’effetto 3D, adeguato nell’enfatizzare al meglio alcuni particolari, a costo di rendere, a volte, meno stabile il frame-rate.

– Multiplayer divertente e gameplay immediato

– Un’infinità di oggetti

– Buon supporto di contenuti scaricabili gratuitamente

– Livello di sfida basso

– C’è del potenziale inespresso

– Alla lunga monotono

7.0

Nonostante il tono generale della recensione, Heroes of Ruin è sicuramente un titolo godibile, con cui passare felicemente qualche sana giornata di allegro e spensierato divertimento. Alcuni problemi di bilanciamento, però, come un quantitativo di oggetti e pozioni deleteri per la difficoltà (troppo permissiva) e alcuni limiti nella personalizzazione del personaggio, oltre ad un ritmo di gioco altalenante, rendono l’esperienza, seppur nell’insieme piacevole, incapace di esprimere al meglio il suo potenziale. Graficamente il titolo appare discutibile, ma l’effetto 3D imprime maggior sicurezza allo stile adottato. In multiplayer, vero e proprio punto di forza della produzione, le cose migliorano sensibilmente: il tutto è più divertente e appassionante, grazie anche all’ottima implementazione della chat vocale.

In definitiva, l’avventura ben si adatta alla console portatile e, pur non riuscendo ad eccellere in nessun aspetto, offre diversi spunti interessanti che mostrano l’impegno del team, regalandoci un gameplay leggero, ma divertente (soprattutto in compagnia), indicato a chi cerca un action-RPG con cui potenziare al top il proprio personaggio e l’equipaggiamento. Ciò nonostante, l’impressione finale resta quella che si sarebbe potuto fare di più. Peccato.

Voto Recensione di Heroes of Ruin - Recensione


7