Recensione

Helldivers

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a cura di Specialized

Quasi un anno fa Helldivers portava sulla triade di console Sony (PS Vita, PS3 e PS4) una formula da classico twin stick shooter a dir poco contagiosa, soprattutto se affrontata in multiplayer online e (ancora meglio) in locale. Un’esperienza cooperativa a quattro giocatori davvero divertente, esagerata e anche molto impegnativa, visto che Arrowhead Game Studios aveva optato per un gameplay con diverse sfumature hardcore. Ne usciva un titolo da prendere in seria considerazione per gli amanti del genere, anche se una forte ripetitività di fondo e l’assenza di una vera e propria Campagna con un epilogo degno di questo nome ci avevano fatto propendere per un comunque positivo 7.5. Da pochi giorni il team svedese ha portato Helldivers su Steam (lo trovate qui a 19,99 euro), aggiungendo di fatto solo i DLC Masters Of The Galaxy e Turning Up The Heat e qualche sparuta opzione grafica, tra cui l’FXAA come filtro antialiasing, la qualità delle ombre, la risoluzione e poco altro. Va subito detto che Helldivers non è un titolo graficamente magnifico (tutt’altro), ma in Full HD (basta anche un PC di livello medio basso) fa la sua figura, soprattutto su certi pianeti dai colori sgargianti che restituiscono un quadro visivo molto piacevole.  
Che belli gli stick gemelli
Giocare a Helldivers è un po’ come affrontare qualsiasi twin stick shooter con visuale avolo d’uccello. Lo stick sinistro per muovere il nostro super soldato e quello destro per mirare. Ci sono poi il comando per la corsa, quello per le granate (più si tiene premuto, più il lancio è lungo), il cambio arma, la ricarica delle munizioni (non è infatti automatica) e il comando per ottenere i cosiddetti stratagemmi. Si tratta di aiuti che possono essere recapitati sul terreno di gioco componendo una serie di combinazioni complesse da effettuare tramite il dpad. Si va dalle semplici munizioni fino a torrette difensive, passando anche per mezzi e veicoli e per lanciamissili, anche se questi e altri armamentari più potenti ed efficaci non saranno disponibili da subito. Gli stratagemmi hanno un doppio motivo di interesse, che si inserisce in quell’approccio “hardcore” accennato in precedenza. Tanto per cominciare, mentre componiamo la sequenza con il dpad, il nostro alter ego non si può muovere. Inoltre, una volta eseguita la sequenza, bisogna lanciare il segnalatore a terra e aspettare un tot di secondi fino a quando non ci viene recapitato l’oggetto richiesto. Nel frattempo possiamo essere tempestati dai nemici e bisogna anche stare attenti che il carico lanciato dall’altro non ci capiti sopra la testa, pena una morte istantanea. Un altro fattore che tende a innalzare la difficoltà, oltre ai continui sciami di creature aliene di ogni genere (sarete sempre in netta inferiorità numerica), è la presenza del fuoco amico. Non solo nei momenti più concitati vi troverete circondati da ragni giganti, robot, droidi e creature schifose, ma dovrete guardarvi anche dai colpi dei vostri amici che prima o poi (sarà inevitabile visto il casino generale) vi cadranno tra capo e collo. 
100 e più ore vi bastano?
Aspettatevi quindi di morire molto spesso (potrete comunque essere “resuscitati” dagli amici), soprattutto se deciderete di affrontare Helldivers in perfetta solitudine. Cosa che comunque vi sconsigliamo, non tanto perché così il gioco è brutto, ma perché il tipo di gameplay è fatto apposta per essere goduto in cooperativa e perché in single player, dopo qualche pianeta e una decisa di missioni, il tutto tende a diventare piuttosto ripetitivo e noioso. Certo, ci sono i potenziamenti delle armi, i rank, si sbloccano nuovi stratagemmi, i pianeti sono creati proceduralmente e di fatto la longevità è elevatissima sebbene il rank-cap massimo sia fermo a 50 dopo la recente espansione Democracy Strike Back. I contenuti insomma non mancano, ma limitarsi al gioco in singolo non ha molto senso in uno shooter come questo, che tra l’altro sfoggia anche un retrogusto narrativo assolutamente godibile in stile Starship Troopers, con divertenti filmati di propaganda e con questa guerra contro gli alieni che non può non richiamare il celebre romanzo di Robert A. Heinlein (e naturalmente anche il film di Paul Verhoeven). L’atmosfera insomma è quella giusta e spiace solo che la Campagna Galattica non abbia una vera e propria conclusione, visto che il gioco è un continuo ribaltamento di fronti tra le nostre conquiste (e sconfitte) e quelle aliene che cambiano continuamente i confini della galassia. Non dubitiamo tra l’altro che le oltre 100 ore promesse da Arrowhead siano solo una trovata pubblicitaria. Helldivers potrebbe in effetti durare ancora di più… il problema se mai è non stancarsi prima.   

– Impegnativo al punto giusto

– In quattro è davvero divertente

– Atmosfera piacevole

– Longevità elevata

– Diventa presto ripetitivo

– In singolo non ha molto senso

– Manca un vero e proprio finale nella Campagna

7.5

Helldivers ci era già piaciuto a inizio anno su PlayStation 4 e non poteva che farci lo stesso effetto anche su PC, dove tra l’altro troviamo anche due espansioni e qualche leggero abbellimento grafico. Valgono quindi le considerazioni fatte già in precedenza, ovvero gran divertimento in cooperativa (molto meno in singolo), tanti contenuti, longevità super e una bella atmosfera a la Starship Troopers. Ma anche un bel po’ di ripetitività che tende a far abbassare non poco la valutazione finale. Se però adorate i twin stick shooter, questo non dovrebbe mancare nella vostra collezione.

Voto Recensione di Helldivers - Recensione


7.5