Recensione

Haunting Ground

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a cura di Fabfab

Nel corso degli anni Capcom ha sviluppato tantissime avventure e survival horror al punto da garantirsi un invidiabile know-how in materia: grazie a questo è in grado di sfornare a ripetizione titoli di una certa qualità, come il qui presente Haunting Ground (Demento), annunciato ed uscito nei negozi nel breve volgere di un semestre o poco più.

Fiona e HewieFiona Belli è la bionda e formosa protagonista di Haunting Ground, un fiorellino con curve mozzafiato ed un’aria tremendamente candida che un bel giorno si sveglia completamente nuda (o quasi, solo un sottile lenzuolo ci priva del piacere di ammirarne le forme) in una squallida e fredda gabbia: l’ultimo suo ricordo è di lei felice in auto con i suoi genitori, prima che uno spaventoso incidente facesse scendere il buio.Fiona non impiega molto a liberarsi, ma i primi istanti li trascorre persa tra l’impellente necessità di trovare qualcosa da indossare (ehm, ehm) e il disagio di scoprirsi rinchiusa in quello che sembra, a tutti gli effetti, un antico e sinistro maniero.Ben presto la situazione diventa parecchio pericolosa perchè l’antica struttura è abitata da poco rassicuranti figuri: un custode incappucciato che non si trova mai quando serve, una cameriera dalla bellezza glaciale e un gigantesco essere deforme che scambia la ragazza per una della sue adorate bambole (!) e la insegue dappertutto. Fiona decide giustamente che non è il caso di verificare se le intenzioni dell’essere siano buone o cattive e tenta disperatamente di sfuggirgli sfruttando ogni possibile nascondiglio, operazione complicata dal fatto che la magione è piena di trappole e misteriosi enigmi da risolvere se se ne vuole uscire. Per fortuna la ragazza trova un prezioso alleato nel cane Hewie, che incontra per caso e che le si affeziona, aiutandola in più di un’occasione. Ben presto il maniero si rivela per quello che è: un’orribile laboratorio in cui furono condotti esperimenti su cavie umane per chissà quale misterioso scopo. Ma come può avere tutto questo a che fare con Fiona e la sua famiglia? Perchè proprio a lei è toccato questo incubo?

Una ragazza sola…Le somiglianze con “Clock Tower” saltano subito all’occhio, basta dire che la principale caratteristica del titolo è che la protagonista non è in grado di affrontare direttamente i nemici che incontra, ma può solo sfuggire loro. Infatti le capacità offensive della bella Fiona sono praticamente inesistenti! La ragazza infatti è assolutamente debole ed inerme e non ha modo di affrontare direttamente i pericoli della magione (nonostante questa pulluli di armi proprie ed improprie. D’altronde simili forzature sono ormai imprescindibili in titoli di questo tipo: non devo ricordarvi le porte di legno di Resident Evil, contro cui nemmeno il lanciamissili poteva qualcosa, vero?): Fiona può giusto calciare debolmente, lanciare oggetti, eseguire una rapida schivata all’indietro oppure eseguire una carica in grado di sbilanciare l’inseguitore, ma nulla più. Dunque la salvezza arriva dalla capacità di correre via (ma attenzione, la corsa produce rumore e ci rende più facilmente scovabili, senza contare che Fiona si stanca se lo sforzo è prolungato) e di nascondersi: quasi ogni stanza presenta infatti delle “zone sensibili” (sotto letti o divani, dentro gli armadi…) opportunamente segnalate da un indicatore, in cui la bella protagonista potrà celarsi, a patto di farlo quando gli inseguitori non la stanno guardando (ovviamente). In alternativa Fiona si può accucciare in una zona d’ombra oppure può sfruttare particolari (e rare) situazioni in cui lo scenario offre l’occasione di colpire direttamente l’inseguitore (magari facendogli crollare addosso una libreria) per guadagnare del tempo e fuggire.Come se l’impossibilità di difendersi non bastasse, i programmatori hanno pensato bene di penalizzare la protagonista anche sotto un altro aspetto: da quando si risveglia prigioniera del castello, Fiona vive uno stato di continua tensione che spesso sfocia in vero e proprio panico in presenza di situazioni forti (in genere in concomitanza con la comparsa dei nemici, ma non solo). Il problema è che quando la ragazza è presa dal panico il pad vibra, la visuale si fa grigia e confusa, i suoi movimenti più lenti e scoordinati, portandola spesso a cadere: fortunatamente esistono rimedi in grado di ripristinare istantaneamente le capacità sensoriali di Fiona, ma è bene riservarli per le situazioni più disperate. Certo, l’inseguimento e il panico non sono certo novità assolute, abbiamo già visto tutto quanto nella serie “Clock Tower”: questa volta, però, l’effetto finale ed i controlli risultano decisamente migliori, senza contare che gli inseguitori non “barano” come nel titolo precedente, comparendo innanzi a noi nonostante subito prima ce li fossimo lasciati alle spalle. In Haunting Ground fuggire in direzione opposta al nemico comporta l’allontanamento dallo stesso, come è logico che sia! Il problema è che col procedere del gioco gli inseguitori cominciano a dedurre sempre più spesso che se l’ultima volta ci hanno visti in quella grande stanza con guardaroba, forse è il caso di cercare anche nell’armadio: in questo modo le fughe diventano man mano sempre più frequenti ed estenuanti…

…ed un caneCome detto, comunque, nella magione Fiona non trova solo nemici: il cane Hewie si unisce ben presto alla ragazza, dopo che lei lo ha salvato da morte sicura, diventando un compagno inseparabile. Il cane non viene controllato direttamente dal giocatore, ma si limita a seguire fedelmente Fiona e a ubbidire ai suoi comandi, che variano a seconda che la situazione si presenti tranquilla oppure che sulla scena sia comparso un nemico.Durante le normali fasi di esplorazione Fiona può chiedere a Hewie di recuperare oggetti a lei inaccessibili o sbloccare passaggi ostruiti, oppure di portarsi al suo fianco, o di mettersi a cuccia e rimanere fermo: quando un pericolo ci minaccia, invece, possiamo aizzarlo contro l’inseguitore di turno per farci guadagnare secondi preziosi per fuggire. Il cane va adeguatamente addestrato dal giocatore, che può coccolarlo quando ubbidisce o sgridarlo quando non fa quello che gli si chiede: il rapporto con Hewie è molto importante, perchè più lui si affeziona a noi, maggiori saranno le possibilità che esegua correttamente ciò che gli chiediamo.Un’altra importante funzione di Hewie è quella di segnalare pericoli imminenti: il fedele animale, infatti, preavverte la comparsa dei nemici oppure segnala la presenza di trappole o oggetti nascosti, quindi è sempre bene tenere attentamente d’occhio il suo comportamento mentre si esplorano le varie locazioni.D’altronde per quando si faccia non è possibile ottenere una obbedienza completa (si tratta pur sempre di un cane) e spesso occorre ripetere più volte i comandi prima che il cucciolotto esegua l’azione desiderata, così come capita che durante l’esplorazione si allontani da noi o rimanga indietro, obbligandoci ad andarlo a recuperare. In quanto cane, inoltre, Hewie soffre di inevitabili limiti di natura fisica che non gli permettono, ad esempio, di salire le scale a pioli: in tali situazioni l’unica soluzione è quella di lasciarlo sul posto per tornarlo a prendere in seguito. Ultima, frequente, causa di separazione tra i due protagonisti è data dalla comparsa dei nemici: spesso il cane non è in grado di tenere dietro alle lunghe fughe di Fiona e così, una volta sfuggiti all’inseguitore, bisogna mettersi alla ricerca di Hewie (che abbaia forte, permettendoci di rintracciarlo relativamente in fretta).

Un graaaaaande castelloLa fase di esplorazione è molto classica e simile a quella vista nei vari Resident Evil.Il castello è pieno di stanze e porte chiuse: per aprirle dovrete trovare chiavi o risolvere indovinelli generalmente piuttosto logici. La particolarità è che il castello è davvero molto, ma molto grande, le stanze sono tantissime e pian paino si sbloccano moltissime strade e percorsi che si intersecano continuamente: questo è buono perchè offre molte vie di fuga al giocatore, ma c’è anche il rovescio della medaglia, rappresentato dal continuo backtracking a cui il gioco sottopone l’utente. Da un lato ci sono gli enigmi, che spesso si risolvono nel trovare una chiave cha apre la porta dall’altro lato dell’edificio (e magari prima di capirlo occorre tentare con tutte le porte chiuse che ci ricordiamo); dall’altro le apparizioni dei nemici, che costringono a sospendere l’esplorazione e a fuggire in tutt’altra direzione. Intendiamoci, si tratta non tanto di un difetto vero e proprio, quanto del particolare del gameplay del titolo; questo non toglie che per giocare ad Haunting Ground occorrano pazienza e costanza, perchè capita con una certa frequenza di trovarsi a vagare per il castello alla ricerca di un modo per procedere nella storia e sempre con il costante timore che qualcuno compaia a rompere le scatole. La cosa, se presa per il verso giusto, contribuisce ad incrementare l’atmosfera ed il senso di smarrimento del giocatore, ma potrebbe anche sfiancarlo!Anche per quanto riguarda l’interazione con gli ambienti il titolo Capcom risulta molto “old style”: ci sono porte da aprire, vasi da rompere, casse da spingere, oggetti da raccogliere (opportunamente indicati da un brillio) e poco altro.

Le vette della PS2Tecnicamente parlando il titolo Capcom risulta essere di prim’ordine.La prima sorpresa in positivo si ha pochi secondi dopo aver inserito il dvd nella vostra PS2: il primo menù di opzioni permette infatti di scegliere tra una visualizzazione a 50hz, a 60hz o in Progressive Scan! Una conversione Pal con i controfiocchi, dunque.La grafica è davvero bella a vedersi: il castello è ricco di dettagli, molto vario nella sua architettura gotica, con begli effetti di luci ed ombre ed una particolare colorazione “ad effetto”, dai toni molto cupi e particolari. Il modello di Fiona è incredibilmente realistico e dettagliato ed è dotato di movenze tra le più realistiche che mi ricordi avere mai apprezzato in un videogioco, mentre la povera protagonista di “Clock Tower 3” sembrava avere una scopa piantata su per dove sapete voi: non sono comunque da meno anche il cane Hewie ed i vari comprimari, anche se nessuno può vantare (ovviamente) il medesimo sex-appeal. Paradossalmente l’aspetto che meno convince sotto l’aspetto sono i filmati in cg, che si attestano su standard solo sufficienti considerando che qui parliamo di Capcom e palesano un design dei personaggi in qualche maniera difforme rispetto al resto del gioco: fortuna che buona parte delle scene non interattive sono realizzate con il motore grafico del gioco (a tal proposito notale l’espressività e i dettagli del viso di Fiona).La cosa più incredibile, tuttavia, è che il motore grafico gestisce il tutto senza il minimo rallentamento e, soprattutto, senza continui caricamenti! Avete capito bene, ogni volta che aprite una porta ed entrate in una stanza vi troverete subito nel nuovo ambiente, senza attese di sorta, il tutto a vantaggio della fluidità e dell’immersione nell’esperienza di gioco.Siete curiosi di sapere a questo punto se non ci sia proprio il minimo difetto? Bè, ad essere pignoli si riscontra qualche problemino di compenetrazione dei poligoni, ma non si tratta di nulla di fastidioso, pertanto non saprei nemmeno se classificarlo come problema…Per quanto riguarda l’audio si rilevano buoni effetti sonori ed un convincente doppiaggio inglese (opportunamente sottotitolato in italiano): la colonna sonora è molto d’atmosfera e tenta di generare uno stato di ansia con continui rumori o stridii, salvo poi entrare prepotentemente in scena con la comparsa di un nemico o durante i filmati.Per quanto riguarda la longevità, la durata del gioco si attesta sulla solita decina di ore ma ci sono ben quattro possibili finali diversi; una volta completato si sblocca un livello di sfida superiore e, soprattutto, vengono messi a disposizione tre nuovi abiti per la nostra Fiona, molto più sexy ma, soprattutto, in grado di conferirle nuove abilità. Nel complesso, dunque, la rigiocabilità è garantita e ci si può ritenere soddisfatti.

– Trama intrigante

– Grafica bellissima e niente caricamenti

– Alcune trovate originali

– Un enorme castello da esplorare

– Inquieta ma spaventa poco

– L’esplorazione viene continuamente interrotta dai nemici

7.6

Haunting Ground è un’ottima avventura a sfondo horror sfornata dalla sempre eccellente (almeno in questo campo) Capcom: il gioco assembla con originalità elementi presi da altri prodotti a cui aggiunge la figura del cane. Certo, il gameplay è particolare e per goderla appieno bisogna essere pronti ad accettare l’idea di dover sempre fuggire e nascondersi, ma tutto sommato è piacevole fare qualcosa di diverso dal solito, no?

A tutto questo aggiungete una trama molto inquietante (anche se, onestamente, con pochi momenti di vera paura), un comparto tecnico eccelso ed un’ottima giocabilità e capirete che anche quest’ultima fatica Capcom è un prodotto meritevole della vostra attenzione…

Voto Recensione di Haunting Ground - Recensione


7.6