Recensione

Haunted House

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a cura di FireZdragon

Rilasciato originariamente nel 1982 su Atari 2600, Haunted House fu in assoluto uno dei primi survival horror. Ai giocatori era richiesto di avventurarsi in una magione infestata e completamente immersa nell’oscurità, nel tentativo di recuperare i vari frammenti di un’antica urna andata dispersa. Ben trent’anni dopo Atari ha deciso di rendere omaggio al titolo, proponendo su Nintendo Wii una nuova versione riveduta e corretta dell’originale, affidando il suo sviluppo a ImaginEngine, studio noto per la produzione di titoli dedicati ad un pubblico prettamente giovanile.

Bentornati nella magione, cari ragazziLa nuova incarnazione di Haunted House, che mantiene il titolo originale, è ambientata esattamente 30 anni dopo le vicende narrate nel precedente capitolo e vede i due giovani protagonisti Jacob e Silvia Silverspring impegnati nella ricerca del loro adorato nonno, sparito in circostanze misteriose. Gli indizi emersi spingeranno i due verso la magione infestata che, nonostante un completo restyling grafico, ha saputo conservare immutato il proprio spirito tetro. Una volta scelto il personaggio che guideremo nel corso dell’avventura, avremo modo, durante il primo livello, di prendere confidenza con i controlli e con le semplici meccaniche di gioco. Impugnati WiiMote e Nunchuck i comandi saranno immediati da apprendere: la levetta analogica sarà dedicata agli spostamenti, il tasto C permetterà di selezionare uno dei due oggetti che saremo in grado di trasportare, mentre il tasto A tornerà utile per frugare tra i vari mobili alla ricerca delle essenziali, almeno sulla carta, fonti di luce. Il nostro scopo sarà quello di vagare per le oscure stanze della villa e scrutarne ogni singolo angolo, ottenere le chiavi necessarie ad aprire le porte ed arrivare alla fine del livello sani e salvi; proprio nel suo aspetto più importante tuttavia il gioco fallisce miseramente. Il concetto originale vedeva l’intera casa immersa completamente nell’oscurità e la nostra visione delle cose limitata alla fievole luce prodotta in qualche modo dal protagonista. In questa nuova incarnazione la luminosità globale è invece eccessiva, ed anche senza nessun lumino ad indicarci la via saremo in grado di vedere i nemici con largo anticipo ed orientarci senza alcun problema, modificando profondamente l’anima del gioco. I vari livelli scorreranno via lisci e senza nessuna reale difficoltà, permettendoci di correre come forsennati senza incappare nel benché minimo rischio, evitando con scioltezza il maggior numero di mostri e riducendo l’intera esperienza ad una mera caccia alla chiave per aprire la porta di fine livello.

Un cerino, qualche torcia e decine di caminiPer combattere le entità malvagie che ci daranno la caccia avremo a disposizione diversi strumenti che si differenziano tra loro per durata, efficacia e reperibilità: dai semplici cerini, che si consumeranno in pochi secondi, passando alla luce del cellulare (incredibile il numero di batterie presenti in questa antica casa disabitata) fino ad arrivare a torce e lanterne, in grado, oltre che di illuminare, anche di danneggiare e respingere i nemici. Le lanterne sono inoltre presenti in quattro diverse colorazioni ed ognuna di esse avrà la capacità di rendere visibili i passaggi segreti della tonalità corrispondente, permettendo cosi’ di scovare aree segrete altrimenti inaccessibili. Essendo presenti solo in quantità limitata potrà tuttavia capitare che qualche giocatore distratto ne abbandoni una in favore di un altro oggetto o ne esaurisca la carica, lasciandolo bloccato per sempre in una stanza e obbligandolo a ricaricare un precedente salvataggio, o peggio ancora ricominciare dall’inizio del livello per poter proseguire l’avventura. Fortunatamente i checkpoint, dall’aspetto di rustici caminetti a legna, compaiono in gran numero nella magione e ci permetteranno, quando saremo nelle loro vicinanze, di rigenerare automaticamente la nostra energia. Con vite infinite, nemici praticamente innocui ed una luminosità eccessiva, il livello di sfida rasenta veramente i minimi storici, tenendoci impegnati per poco più di una manciata d’ore, giusto il tempo necessario ad arrivare all’ultimo livello, sconfiggere il boss finale, togliere il gioco dal nostro amato Nintendo Wii e lasciarlo nella custodia per un lungo periodo di tempo, data la sua rigiocabilità praticamente nulla. La possibilità di giocare in cooperativa con un amico non contribuisce a migliorare la longevità: l’avventura e gli enigmi saranno gli stessi affrontati nella modalità single player e la difficoltà verrà ulteriormente ridotta, dato che sarà possibile trasportare il doppio degli oggetti. Perdipiù, l’esplorazione non guadagnerà in velocità a causa della mancanza di uno split screen che costringerà i giocatori a muoversi all’unisono e a visitare una stanza per volta. Nemmeno i boss presenti tra un livello e l’altro saranno in grado di impensierirvi: per sconfiggerli basterà dare fuoco a punti preimpostati dell’area di gioco e guardarli mentre questi vengono uccisi dalla luce scaturita. Gli amanti del perfezionismo potranno sbizzarrirsi nel cercare alcune pagine di diario sparse nei vari nascondigli della casa, o raccogliere alcuni oggetti speciali con chiari riferimenti ai più noti film horror. Presenziano, per esempio la maschera di Hockey di Jason Voorhes od il guanto di Freddy Krueger tanto per citarne alcuni, ma rimangono comunque oggetti racchiusi nel limbo dei cammeo e completamente inutili ai fini del completamento.

Sì, ma il sonoro? Arrivati alla conclusione che il gameplay non è il massimo del divertimento ed i puzzle non vanno oltre al “tira la leva ed apri la porta”, è ancora lecito chiedersi perché Haunted House non arrivi neanche a una stiracchiata sufficienza. La ragione è da ricercarsi nel comparto tecnico. Eccezion fatta per l’essenziale interfaccia, funzionale ai pochi dati che deve fornire, e per le ombre proiettate dalle varie fonti luminose, tutto il resto soffre di gravi ed evidenti lacune. Cercando di tralasciare l’eccessiva similitudine tra un livello e l’altro, causata da texture riciclate, la scelta di proporre una visuale isometrica senza le dovute trasparenze sui muri ha davvero dell’incredibile. Capiterà spessissimo, data la costruzione delle ambientazioni fatte principalmente di stretti corridoi, di non vedere il nostro personaggio solo perché esso è coperto completamente da un muro, o ancora peggio venir assaliti dai ratti senza nemmeno capire da che parte questi stiano sferrando gli attacchi. A rincarare la dose ci si mette il comparto sonoro con effetti audio terribilmente ripetitivi e con pochissime campionature per i versi dei mostri, i quali non si discosteranno da qualche grezzo grugnito o stridente squittio. Tranne il menù iniziale ed i livelli con i boss, in tutto il resto del gioco manca completamente musica d’atmosfera, abbandonando il giocatore solo a sé stesso mentre vaga alla disperata ricerca di un modo veloce per poter uscire da questa casa maledetta.

– Si può giocare in 2

– Non dura a lungo

– Effetti sonori ripetitivi

– Gameplay monotono

– Problemi con la visuale

– Sfida inesistente

4.0

Cercare di rendere omaggio ad un gioco vecchio di 30 anni, riproponendolo con un gameplay assolutamente soporifero ed incapace di regalare qualsivoglia emozione, è probabilmente il peggior modo per farlo. Il prezzo ridotto a cui il titolo viene venduto non ne giustifica in nessun caso le gravissime lacune, sia dal punto di vista del mero divertimento, sia dal lato tecnico. Mancante di cura nei particolari, di varietà e di creatività, Haunted House per Nintendo Wii è un esperimento mal riuscito. Vi segnaliamo che la versione per Xbox 360 del titolo è distribuita tramite il servizio di Xbox Live a soli 800 MSP (circa 10 euro), mentre quella per Nintendo Wii ha un prezzo tre volte superiore, i nostalgici dunque siano avvisati.

Voto Recensione di Haunted House - Recensione


4