Recensione

Hatsune Miku: Project DIVA F 2nd

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a cura di JinChamp

Chiunque abbia bazzicato negli ultimi anni nel mondo dei manga e dei suoi personaggi più famosi si sarà certamente imbattuto almeno una volta in una immagine che ritraeva Hatsune Miku in primis, o qualche altro membro della sua combriccola. Chi non ne conosceva poi l’origine, poi, avrà subito pensato – guardando le immagini suddette – che si fosse trattato di un manga o anime a tema musicale, erroneamente. Miku, Ren, Lin, Meiko e tutti gli altri non sono propriamente personaggi di un manga, né tanto meno di un anime. Essi sono infatti i testimonial di un sintetizzatore della Yamaha, chiamato Vocaloid, nonché di una fortunata serie videoludica, soprattutto nella terra del Sol Levante, edita da Sega e che vede in Hatsune Miku: Project DIVA F 2nd il suo ultimo prodotto in esclusiva per PlayStation 3 e PS Vita.

Play your fingersIn occidente i rhythm game hanno spopolato nell’ultimo decennio soprattutto con i brand Guitar Hero e Rock Band, tuttavia qualche pazzo temerario ancor prima dei più recenti Just Dance et similia avrà provato almeno una volta nella vita un cabinato di Dance Dance Revolution, in ciò che resta delle sale giochi d’un tempo. Forse è proprio quest’ultimo brand ciò che più si avvicina all’ultimo titolo della mascotte dei Vocaloid, probabilmente per l’ostentata origine nipponica di entrambi. In questo caso però niente tappeti su cui saltare per la gioia dei vicini, né chitarre, batterie o microfoni. Tutto si svolge semplicemente con un pad PS3 (o la PS Vita in caso della versione portable) in cui bisogna premere a ritmo di musica J-Pop la giusta combinazione di tasti/analogici con un tempismo perfetto, non solo se si vuole ambire a score da andarne particolarmente fieri alla prossima fiera del fumetto ma anche solo se si spera di portare a termine la canzone.Non è il tempismo nel singolo tasto a fare la differenza tra una traccia fallita ed una completata perfettamente, piuttosto il sistema coreografico che accompagna i videoclip fa sì che – con il turbinio di icone su schermo in cui è fin troppo facile perdersi – l’arma migliore e probabilmente indispensabile su cui potete fare affidamento è proprio il senso del ritmo. Provate a giocare con il volume della vostra TV al minimo, cercando di seguire solo con lo sguardo i tasti da premere e facilmente non arriverete a metà della canzone anche ad una difficoltà non eccelsa.Fortunatamente, soprattutto per i neofiti della serie o addirittura del genere, i primi brani alla minima difficoltà possibile sono molto accessibili e permettono quantomeno di assimilare le meccaniche dei comandi e soprattutto familiarizzare con quello che con tutta probabilità rappresenta sia il tratto più particolare del titolo quanto la difficoltà maggiore per padroneggiarlo decentemente: abituare la vista ai comandi proposti. Solitamente nei giochi ritmici si svolge tutto “in colonna”, con una ascesa/discesa verticale costante fino a raggiungere la riga-traguardo in cui bisogna premere al tempo giusto. Qui non funziona affatto così, poiché i punti d’arrivo vengono generati in qualsiasi punto dello schermo e così come i comandi possono apparire da qualsiasi angolo del vostro schermo e proseguire con traiettorie sinuose che vanno spesso ad incrociarsi con altre, rendendo già difficile in un primo momento battezzare l’ordine corretto dei tasti da premere.Se tutto questo potrà scoraggiare i non avvezzi a questa tipologia peculiare, rendendo il gioco addirittura inaccessibile già ai primi livelli, dall’altra parte non può far altro che fomentare moltissimo gli appassionati, che troveranno qui pane per i loro denti.

Music and much moreNonostante una track list dignitosa composta da 40 brani appartenenti però allo stesso genere musicale, il fulcro di Hatsune Miku: Project DIVA F 2nd non si basa solo sul completamento di tutte le canzoni ma offre al giocatore anche un altro paio di chicche con cui cincischiare e perdersi anche per decine di ore.Il primo e più importante è sicuramente l’editor, che permette di creare, condividere e scaricare liberamente i propri videoclip, avvalendosi di una versione completa, dettagliata ed anche abbastanza complessa da padroneggiare e di un’altra semplificata ma certamente valida almeno per iniziare con le prime creazioni. Sarebbe stata una piacevole aggiunta la possibilità di caricare brani esterni, da una sorgente USB della PS3, tuttavia è necessario affidarsi alla lista ufficiale e, semmai arrivassero, ad ulteriori pezzi in DLC. Tuttavia ciò riesce ad allungare notevolmente la longevità per coloro che potrebbero voler provare nuove coreografie sempre diverse, anziché limitarsi a fare e rifare sempre quelle di default fino ad impararle a memoria e riuscire ad eseguirle meccanicamente. Cosa che per altro richiederebbe già di suo una enorme dedizione, nonché una certa bravura.Molto più curiosa e decisamente rivolta ai fan è la modalità DIVA Room, una sorta di Tamagotchi moderno in cui si può interagire in modi molto diversi tra loro con Miku e gli altri personaggi di Vocaloid. Dal comprare abiti diversi, fargli dei regalini, coccolarli fino a farli spazientire con una manina virtuale. Fino ai limiti dell’impensabile. Centinaia di contenuti possono essere bloccati pagandoli con i crediti in game ottenuti giocando, lasciando quindi uno strumento tanto inutile per il giocatore più disinteressato ad “interazioni” virtuali di questo tipo quanto inquietante per i fan più maniacali, i quali potranno arricchire ancora di più le possibilità di scelta con ulteriori DLC a pagamento.Un’ultima ma non meno importante features riguarda l’interazione tra le due console, casalinga e portatile, di casa Sony. Pur avendo testato noi la sola versione PlayStation 3, il sistema salva automaticamente tutti i dati in cross-save, permettendo al giocatore di continuare la propria partita fuori casa sulla propria PS Vita qualora lo volesse ed avesse anche questa versione del gioco. Niente cross-buy, quindi, ma non del tutto. Tra le politiche di Sega per questo titolo troviamo la possibilità di comprare i DLC una sola volta e che potranno essere scaricati, ovviamente con lo stesso account collegato, su entrambe le console senza costi aggiuntivi. Aggiungiamo inoltre che, visto già il feeling con un Dual Shock 3, la giocabilità non dovrebbe subire alcuna variazione sulla versione portatile, giacché i due grilletti non vengono praticamente già mai utilizzati nemmeno per la versione casalinga, scongiurando (almeno in teoria) eventuali noie come se ne sono viste in alcune occasioni per il remote play tra PS4 e Vita.Ultima nota riguardo al lato tecnico, se da una parte abbiamo uno stile puramente mangoso ben realizzato – che sarà comunque difficile da apprezzare mentre si gioca per l’attenzione che richiede – da segnalare la bontà della stabilità del frame rate oltre che la responsività dei comandi, che non vanno praticamente mai a pregiudicare la giocabilità e lasciando praticamente solo i propri limiti a giustificare un eventuale fallimento. Un po’ più invasive le varie schermate, con un menù troppo articolato che ricorda produzioni di un paio di generazioni di console fa, che potrebbero essere facilmente svecchiate sia per una questione estetica quanto di comodità, fruibilità e di mole dei caricamenti, non lunghi ma piuttosto frequenti.

– La difficoltà alta richiede un buon allenamento e bravura

– Hatsune Miku e la gang di Vocaloid

– Per i fan è potenzialmente infinito

– La difficoltà alta può scoraggiare i giocatori più casual

– Qualche miglioramento nei menù e nell’editor sarebbero dovuti

– Per i novizi non troppo interessati è al limite dell’inaccessibile

7.0

Hatsune Miku: Project DIVA F 2nd, pur appartenendo ad un genere spesso rivolto ad un pubblico casual, è in realtà un prodotto molto particolare e piuttosto impegnativo, rivolto specialmente ai fan della serie o del genere visto in maniera più ampia. Chi si aspetta un party game o il solito giochino semplice rimarrà abbondantemente deluso, quanto invece ai veri appassionati troveranno un potenziale notevole per mettere torchiare i propri pollici dalla prima all’ultima nota, oltre che dilettarsi a creare o scaricare clip nell’editor dedicato e prendersi cura di tutta la combriccola dei Vocaloid, a partire proprio da Hasune Miku ma non solo. In conclusione, ci ritroviamo davanti ad un titolo valido e piuttosto vasto, oltre che ai già citati DLC, da giocarsi sia sul divano di casa che in giro nella sua versione portatile, e qualora vi prefiggeste l’obiettivo di raggiungere il top delle performance ne avrete sul serio per una valanga di ore accompagnati dalla colonna sonora nipponica che, checché se ne dica, rimane comunque allegra e quanto meno orecchiabile per i più.

Voto Recensione di Hatsune Miku: Project DIVA F 2nd - Recensione


7