Recensione

Has-Been Heroes

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Tra i più brillanti sviluppatori del nord Europa, un bacino che scopriamo essere, di anno in anno, sempre più prolifico, i finlandesi di Frozenbyte sono noti al grande pubblico perlopiù per la trilogia di Trine, platform decisamente diversi dal comune, con una forte componente puzzle.
Nel tentativo di uscire dall’ombra del loro franchise di maggior successo (ma anche maggiormente ingombrante), il team di sviluppo si è cimentato in uno strano incrocio tra un roguelike, strategia in tempo reale e gdr action, che risponde al nome di Has-Been Heroes.
Già uscito a fine marzo in tutti gli altri territori, è arrivato da pochissimo anche in Europa: abbiamo testato per voi la versione per la neonata macchina ibrida di Nintendo, lo Switch.
Glorie passate…
Sebbene videogiochi, fumetti e cinema tendano a darcene una visione romantica, in cui il tempo non ne scalfisce né il vigore né la brillantezza, anche gli eroi invecchiano. Lentamente, in maniera probabilmente più gloriosa del resto dell’umanità, ma altrettanto incessantemente, di giorno in giorno perdono la velocità dei riflessi, l’animus pugnandi, la resistenza ma non, fortunatamente, la voglia di difendere i deboli e attaccare i malvagi.
Due dei tre eroi di Has-Been Heroes sono pericolosamente più vicini all’età pensionabile di quanto non siano ai loro giorni migliori, e barbe bianche e pance prominenti sono solo due dei segnali di questo declino.
Nondimeno, il sovrano del reame in cui sono ambientate le vicende decide di affidare loro un compito di importanza non secondaria: portare a scuola le due principesse sane e salve.
Adesso, detta così sembrerebbe una cosa da poco, ma in un regno in cui i morti viventi sono all’ordine del giorno e la distanza tra gli edifici scolastici ed il castello reale sembra essere la stessa che c’è tra l’aeroporto di Malpensa e il centro di Roma, l’obiettivo non è affatto da sottovalutare, e il giocatore se ne accorgerà già dopo una manciata di minuti.
Al mago e al guerriero, rodati da mille battaglie e amici di vecchia data, si aggiunge presto una ladra, decisamente più giovane dei due, a comporre un trittico che ricalca quello della trilogia di Trine, che tanto lustro ha dato al nome del team di sviluppo.
Nonostante una manciata di cutscene discretamente realizzate, con uno stile cartoonesco che si adatta perfettamente al modello di Switch neon su cui sono stati condotti i test, Has-Been Heroes, come molti suoi congeneri, ha davvero poco da raccontare dal punto di vista narrativo, lasciando il giocatore in balia del suo diabolico livello di difficoltà e premiandone molto raramente gli sforzi con sequenze animate o personaggi degni di nota.
Il minimalismo narrativo che aveva caratterizzato anche i precedenti lavori di Frozenbyte non rappresenterebbe, in sé, un problema poi così rivelante, se non fosse che una storia maggiormente approfondita avrebbe offerto uno straccio di motivo per perseverare anche quando l’istinto di conservazione (del costosissimo controller Pro) suggerirebbe di spegnere la console. 
…e sventure presenti
Il gameplay rappresenta la croce (la maggior parte delle volte) e la delizia (in rarissime occasioni) della produzione Frozenbyte: muovendosi su mappe generate proceduralmente, rappresentate nell’angolo in basso a destra della schermata, il giocatore dovrà condurre il suo party attraverso decine e decine di battaglie, combattute perlopiù contro varie tipologie di scheletri, di gran lunga la categoria di nemici più in voga nel mondo di gioco.
Il combattimento avviene in maniera non dissimile da quello di molti tower defense visti nell’ultimo lustro, con i nemici che avanzano lentamente da destra verso sinistra e i nostri eroi distribuiti su tre corsie, intercambiabili tra loro alla pressione di un tasto, ma solamente ad attacco appena avvenuto.
I nemici dispongono di una barra della stamina di dimensioni variabili, che è necessario azzerare per poter infliggere loro danni ed eliminarli: la chiave sta nel fatto che il giocatore, oltre a colpire i nemici, deve alternare gli eroi cosicché il numero di attacchi portati coincida con le unità di stamina del dato nemico.
Il guerriero attacca una sola volta, ma è capace di azzerare la barra della salute di un nemico in un singolo colpo, il mago colpisce due volte e la ladra tre: scambiarli al momento giusto, concatenando attacchi e ottimizzando le abilità a disposizione vi farà sentire estremamente in gamba….per i primi cinque minuti.
Immediatamente dopo la fine del tutorial, che già di suo non è una passeggiata di salute, siamo incappati nel primo degli innumerevoli game over cui siamo andati incontro durante le numerose ore di test: Has-Been Heroes varia dal molto impegnativo degli stage normali, dove l’abbondanza di nemici e una run sfortunata possono compromettere una buona ora di gioco, al quasi impossibile delle boss fight, quando lo schermo si riempie di una quantità abnorme di minion, alcuni dei quali dotati di abilità particolarmente fastidiose come quella di cura.
La totale randomicità delle mappe e delle situazioni affrontate rende la vita impossibile ai giocatori meno fortunati, e, anche nel caso si riesca ad arrivare al boss ed avere la meglio, l’unica ricompensa è rappresentata dallo sblocco di un altro eroe con cui cimentarsi: niente di più, niente di meno.
Durante le nostre ore di test la rabbia e la frustrazione hanno superato di gran lunga il divertimento, e gli eroi sbloccati non hanno portato nulla di sostanzialmente nuovo alle dinamiche di gioco, che rimarranno immutate per tutto il tempo che dedicherete al prodotto.
Il livello di sfida viene innalzato fino a livelli proibitivi anche da scelte di  design francamente incomprensibili: non è possibile, ad esempio, sapere cosa attende il giocatore nei nodi della mappa, il che vuol dire che incontrare o meno i venditori ed equipaggiarsi a dovere diventa presto una mera questione di fortuna.
Un altro esempio? Raccolto un oggetto, che sia da un venditore o sul campo di battaglia, non è possibile trasferirlo da un personaggio ad un altro e, soprattutto, al game over si azzera ogni tipo di progresso fatto fino a quel momento.
A parte le anime dei nemici sconfitti, che assicurano solamente di poter raccogliere del loot inedito durante le run successive, degli sforzi profusi precedentemente non rimane alcuna traccia: che perdiate dopo due minuti di gioco o che lo facciate al cospetto del boss, Has-Been Heroes vi riporterà sempre al punto di partenza, sfidando i vostri nervi e dimostrando poco rispetto nei confronti del vostro tempo.
Senza una narrazione che spinga a perseverare, senza alcun senso di progressione e senza ricompense che allevino la frustrazione, l’ultima fatica dei Frozenbyte diviene presto un esercizio zen per resistere alla rabbia e alla tentazione di lanciare il pad fuori dalla finestra.
Bellino ma generico
Per quanto l’aspetto tecnico sia secondario in un roguelike come questo, Has-Been Heroes si difende nel campo artistico, risultando molto carino nel suo cel shading ma anche un po’ generico, somigliando forse troppo a moltissimi prodotti disponibili sugli store digitali, soprattutto degli smartphone.
D’altronde, il set di animazioni è abbastanza limitato, la varietà estetica dei nemici lascia a desiderare e si segnalano solo alcuni effetti speciali collegati alle magie più potenti, che, comunque, sono anche le più rare da ottenere.
A condizione di avere la pazienza necessaria per ricominciare daccapo ogni volta, l’offerta ludica, considerando la trentina di eroi sbloccabili e gli infiniti game over, sarebbe anche numericamente discreta, ma è la qualità l’aspetto che lascia più dubbiosi.
Chiudiamo la nostra disamina segnalando l’assenza di controlli touch, che tradiscono lo sviluppo multipiattaforma e quindi non sfruttano le peculiarità di Switch, e il prezzo a nostro avviso eccessivo, che al momenti di redigere questo pezzo si attesta sui venticinque euro.

– Esteticamente gradevole

– Qualche buona idea qua e là

– Così difficile da risultare frustrante

– Scarsissima varietà di ambientazioni e nemici

– Senso di progressione assente

– Pochissimi incentivi a perseverare

– Prezzo eccessivo

5.5

Has-Been Heroes fallisce tanto nell’inserirsi nel novero dei migliori prodotti disponibili nelle prime settimane di vita di Switch quanto nel mantenere alto il nome di Frozenbyte, sviluppatore talentuoso che qui non ha però dato il meglio di sé.

Tra scelte di game design assai discutibili, picchi di difficoltà scoraggianti e l’assenza di un seppur minimo senso della progressione, è davvero difficile non gettare la spugna dopo qualche tentativo finito male per cause non direttamente dipendenti dall’abilità del giocatore. Il combat system ha comunque qualche carta da giocare, e speriamo che il franchise evolva in futuro in maniera tale da recuperare la manciata di buone idee e “depurare” il gioco dalla frustrazione e dall’eccessivo affidamento sul fattore casuale. Per adesso, però, fatichiamo a consigliarlo ai nostri lettori, a meno che alcuni di loro non vogliano deliberatamente mettere alla prova la propria pazienza.

Voto Recensione di Has-Been Heroes - Recensione


5.5