Recensione

Harvest Moon: Grand Bazaar

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a cura di Aegrod

La serie Harvest Moon è da sempre considerata come una delle migliori nel genere gestionale agreste. Nata inizialmente come prodotto di nicchia, ha finito per conquistare migliaia di fan, divenendo addirittura termine di paragone per un altro famoso gioco dello stessa categoria, ossia Farmville. L’ultimo titolo, Grand Bazaar, si affaccia sulla piccola di casa Nintendo con gli stessi elementi che hanno reso famosa l’intera serie, aggiustati in modo tale da risultare fruibili anche da un pubblico più giovane, andando tuttavia a perdere di spessore. 
Semina, Coltiva e Vendi
Coloro che non hanno avuto modo di giocare ad uno qualsiasi degli Harvest Moon precedenti, devono sapere che appena avviato il titolo verranno catapultati in un piccolo villaggio di campagna e messi a capo di una piccola “fazenda”. 
Il proprio alter ego potrà essere sia uomo che donna e, soprattutto nelle prime fasi, verrà costantemente aiutato nel gestire la fattoria dal sindaco del villaggio. Inizialmente la manodopera richiesta non sarà molta, in quanto dovremo limitarci a seminare, collezionare vari tipi di fiori e qualche ortaggio. Con il progredire del tempo e dell’esperienza aumenteranno anche le dimensioni dei nostri possedimenti, e di conseguenza delle mansioni di cui ci dovremo occupare, come ad esempio mungere le mucche, produrre il formaggio ed anche andare a pesca. 
Tutto ciò, come già accennato, risulterà molto semplice e non richiederà particolare abnegazione, anche perché al nostro fianco ci saranno sempre gli utili consigli del sindaco-contadino, chiaro sintomo del desiderio degli sviluppatori di indirizzare il gioco anche ad un pubblico non esperto oppure giovane, e condurlo passo dopo passo alla piena comprensione delle varie azioni disponibili.
Obiettivo principale è gestire al meglio la fattoria, così da ottenere prodotti sempre migliori per poi venderli al Bazaar. Ogni settimana infatti il giocatore dovrà allestire una bancarella e riuscire a vendere al miglior prezzo i frutti del lavoro nel proprio orto e/o allevamento, cercando di attrarre il maggior numero di clienti possibile, in quanto vi saranno anche altre bancarelle a distrarre la clientela. Per vendere uno dei tre oggetti che è possibile esporre sulla bancarella dovrete premere il tasto corretto con perfetto tempismo. 
Il minigioco riguardante la vendita rende molto bene l’idea di mercato e di competizione tra i vari agricoltori, essendo questo l’unico sistema per ricevere soldi ed investirli al fine di ampliare la propria fattoria. Buone vendite permetteranno inoltre di sbloccare nuovi oggetti e negozi per la settimana seguente con la possibilità, ovviamente se in bilancio positivo, di rinunciare ad una giornata di bancarella per poter esplorare noi stessi il mercato e accaparrarci qualche oggetto raro. 
A lungo andare però ci accorgeremo che oltre a curare la fattoria e partecipare al Bazaar, Harvest Moon Grand Bazaar non offre molto altro se non qualche piccolo evento spacca monotonia. Ad esempio potremo partecipare a festival stagionali dedicati alla raccolta delle foglie di tè, di pomodori e altre cose simili. Oppure partecipare ad una corsa di snowboard e altri minigiochi sportivi che hanno lo scopo di distogliere il nostro alter ego dalla fatica dei campi. In questo modo saremo così invogliati a sfogliare il calendario di gioco e cercare qualche evento a cui partecipare. 
Un altro modo per prendere parte ad altri minigiochi sarà quello di entrare in paese e scambiare qualche battuta con gli abitanti, ma a lungo andare anche questi risulteranno ripetitivi, non riuscendo mai a rendere il paese “vivo” e realmente interattivo. Oltre alla lieve sensazione di monotonia e ripetitività che si proverà nel corso del gioco, un’altra sensazione sarà quella di non sfruttare al meglio le reali possibilità del DS. Ad esempio, sarebbe stato interessante effettuare la semina tramite l’utilizzo del pennino e del touch screen. Invece ci limiteremo ad usare sempre e solo il d-pad ed i tasti dorsali, rendendo il tutto decisamente troppo meccanico. Le uniche piccole variazioni ai comandi saranno offerte dalla possibilità di disegnare il logo della nostra azienda e dalla facoltà di far muovere più velocemente le pale del nostro mulino soffiando dentro al microfono. 
E’ presente anche una modalità online, ma oltre a visionare le fattorie degli altri giocatori e scambiare un numero limitato di oggetti non offre nient’altro. 
Una Fattoria Cartoon 
Harvest Moon Grand Bazaar si presenta pienamente sufficiente anche dal punto di vista tecnico: il mondo parzialmente tridimensionale è rappresentato con uno stile decisamente cartoonesco e super deformed, caratterizzato da colori molo vivaci. 
Le animazioni svolgono egregiamente il proprio ruolo, in particolar modo quelle dei ritratti dei personaggi durante i dialoghi, le quali riescono ad esprimere sempre al meglio le emozioni del momento. Interessante notare la cura riposta dai Marvelous Entertainment nella riproduzione degli animali della fattoria con le loro caratteristiche bene in evidenza. 
Unica nota stonata è data dalla mappa nello schermo inferiore del DS, presentata in monocolore marrone senza alcun dettaglio. Il sonoro fa il suo lavoro, soprattutto nelle sessioni di lavoro in campagna, ma a lungo andare stancherà anche le orecchie più pazienti con i soliti cinguettii, muggiti e quant’altro. Altro difetto è la lentezza generale di Grand Bazaar, appesantito da settimane decisamente troppo lunghe e da momenti vuoti in cui non accade nulla di rilevante.

– Ambientazione super deformed

– Animazioni

– Ripetitivo

– Azioni troppo meccaniche

– Online sfruttato male

6.5

La generale scarsità di cura nello sviluppo del titolo, in particolare l’online striminzito e i momenti di vuoto durante le varie sessioni, spingerebbero chiunque ami il genere agreste a rivolgersi presso altri lidi, vedasi Farmville e cloni vari disponibili in rete. Grand Bazaar è un titolo più dedicato a sessioni mordi e fuggi, senza troppe pretese di profondità da punto di vista del gameplay.

Voto Recensione di Harvest Moon: Grand Bazaar - Recensione


6.5