Anteprima

H1Z1

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a cura di Specialized

Breve premessa. Giocare oggi a H1Z1 significa doversi accontentare di un titolo in versione ancora molto prematura (stiamo parlando di una alpha) e rilasciato da poco più di una settimana su Steam in accesso anticipato. Stupirsi quindi di bug, cose da sistemare e mancanze varie lascia un po’ il tempo che trova, ma visto che per giocare a questa alpha sono comunque richiesti 19 o 39 euro a seconda del pack scelto, ci si aspetta comunque un certo livello di attenzione da parte di Sony Online Entertainment. Per fortuna, dopo i primi due giorni segnati da enormi difficoltà di accesso ai server, lag e disconnessioni (senza dimenticare il vero e proprio crash dei server di qualche giorno fa), oggi si può giocare ad H1Z1 senza gli enormi problemi del day one. Certo, i server americani sono ancora in netta maggioranza rispetto a quelli europei (che comunque verranno aumentati a breve) e per entrare in quelli frequentati c’è ancora da aspettare in coda, sebbene si tratti di un’attesa molto meno lunga rispetto ai primi giorni dall’uscita. Le ultime patch hanno poi risolto in gran parte le improvvise disconnessioni e i crash; diciamo in gran parte perché in realtà si può ancora incappare in qualche disguido simile, ma non dubitiamo che futuri upgrade porranno risolvere quasi totalmente queste magagne. Insomma, se aspettavate da molto tempo H1Z1 e non avete pazienza di attendere la versione finale free to play (che uscirà tra l’altro anche su PlayStation 4), potete giocarlo già ora senza incappare in ostacoli insormontabili.
Sopravvivere tra zombi e desolazione
Finita la premessa, andiamo a vedere cos’è esattamente H1Z1. La nuova creatura di Sony OE è essenzialmente un MMO survival di stampo open world a sfondo horror (solita epidemia di zombi) ambientato in una mappa sufficientemente vasta. Se avete già sentito questa descrizione non stupitevi, visto che già altri titoli gettonatissimi su Steam (da DayZ a Rust passando per 7 Days to Die) propongono bene o male la stessa formula. Non essendoci un editor di personaggi, si inizia a giocare nei panni di un tizio qualsiasi dopo aver scelto il server (PvE o PvP), facendo però attenzione a optare per quello con le regole che preferiamo. In alcuni server ad esempio si può giocare solo con la visuale in soggettiva e non anche in terza persona, mentre in altri è contemplata l’uccisione solo con un headshot. Una volta entrati nel server (scegliete quelli mediamente popolati per evitare lunghe code di ingresso), eccoci in una zona boscosa senza alcun riferimento su dove andare o cosa fare. Non ci sono mappe di gioco o altre indicazioni e con noi abbiamo solo una torcia elettrica. Dopotutto il termine survival non è stato messo lì a caso e quindi ci tocca fin da subito trovare qualche arma  e qualcosa da mettere sotto i denti. La nostra condizione è infatti segnata da alcune barre in basso a destra che indicano la salute, la fame, la sete e la resistenza e lo scopo del gioco, come si può intuire, è proprio quello di non morire.
Crafting in chiave survival
Le meccaniche di H1Z1 sono bene o male quelle di qualsiasi altro MMO survival. Si esplora la mappa, si entra nelle case in cerca di oggetti utili (armi, munizioni, provviste) e si cerca di stare lontano dai guai, almeno nelle prime ore di gioco. Nella nostra esperienza fin qui avremo infatti incontrato solo un 5-10% di giocatori che non ci hanno attaccato per derubarci una volta morti e in fondo, più che gli zombi, il vero pericolo in H1Z1 è rappresentato dai nostri simili. Questo giusto per far capire che affrontare H1Z1 solo in PvE è al momento sconsigliato, anche a causa di un’IA dei morti viventi che li rende nemici molto prevedibili, lenti e davvero poco pericolosi. Per molti il vero divertimento di H1Z1 sarà proprio quello di attaccare briga con chiunque, prendersi a pugni, a coltellate o a legnate (i proiettili sono merce rara) giusto per il gusto di farlo. Altri invece si divertiranno di più a esplorare la mappa e a dilettarsi con il sistema di crafting, che è forse l’aspetto migliore del gioco visto fin qui. Combinare più oggetti (ma anche modificarne uno) per scoprire una “ricetta” e metterla in pratica creando ad esempio un arco dà parecchie soddisfazioni, diventando ben presto una pratica indispensabile se si vuole sopravvivere in questo mondo. Così come è indispensabile accendere un fuoco e cuocere la carne degli animali uccisi, gestire bene l’inventario con i suoi slot limitati e, possibilmente, muoversi nella mappa in auto, anche se prima di metterne in moto una trovando i pezzi di ricambio giusti è già di per sé una piccola impresa.
Quei maledetti lanci dal cielo
H1Z1 è essenzialmente questo e come detto poco sopra le cose da sistemare sono ancora molte. Il loot ad esempio è ancora molto scarso e se da un lato ci può anche stare vista la natura survival del gioco, dall’altro passa spesso la voglia di cercare in giro vista la scarsissima probabilità di trovare qualcosa. Dell’IA degli zombi abbiamo già detto, ma quella degli animali non è da meno, tanto che far fuori un orso con arco e frecce diventa a volta un gioco da ragazzi, con l’animale che non si muove di un centimetro e che non tenta nemmeno di scappare alla quinta freccia conficcata nel suo corpo. C’è poi da considerare il comparto grafico, che anche con tutto al massimo ed escludendo qualche bell’effetto di illuminazione, ci ha convinti davvero poco. Animazioni scadenti, zombi mal fatti, vegetazione estremamente “piatta”, interni degli edifici spogli e troppo ripetitivi. Non che gli altri MMO survival siano dei gioielli o dei portenti di tecnica, ma visto anche un nome alle spalle così importante come Sony OE le aspettative sul versante grafico erano francamente altre. Che dire invece del tanto contestato modello pay to win? In effetti nei primi giorni dall’uscita H1Z1 forniva a chi pagava con denaro vero i cosiddetti air drops, ovvero dei lanci aerei contenenti armi, munizioni e altri oggetti utili nel gioco altrimenti difficili da trovare in-game. Una simile politica ha mandato su tutte le furie migliaia di utenti tanto da costringere Sony a correre ai ripari, ridimensionando l’importanza di questi contenuti a pagamento e promettendo che in futuro gli air drop conterranno solo oggetti facoltativi o comunque non così basilari e primari come i primi giorni. Vedremo in futuro come si evolverà anche questo aspetto, ma va detto che venire in possesso di un air drop non è per nulla automatico o immediato, tra un buon numero di zombi di guardia e altri giocatori intenzionati anch’essi a mettere le mani sul prezioso bottino. Insomma, nulla è davvero scontato in H1Z1 e proprio questa caratteristica potrebbe fare la differenza in un settore ormai a serio rischio saturazione come quello survival MMO.      

– Sistema di crafting interessante

– Speriamo che il pay to win diventi sempre più marginale

– Mappa piuttosto vasta

H1Z1 in versione Early Access è un survival MMO a sfondo horror come ne stiamo vedendo ormai tantissimi da un paio d’anni a questa parte. Su questo versante Sony OE non è per ora riuscita a offrire nulla di particolarmente innovativo a livello di ambientazione e meccaniche di gioco, riproponendo bene o male tutti gli elementi dei titoli simili visti finora. Dalla sua però H1Z1, al netto di problemi legati al server, al poco loot e all’IA degli zombi e degli animali, vanta un sistema di crafting interessante e una mappa piuttosto ampia. Convincono invece di meno l’approccio pay to win (ma ora meno smaccato rispetto al day one) e l’aspetto grafico, ma trattandosi di una versione alpha non strappiamoci le vesti prima del dovuto.