Recensione

Grand Theft Auto: Vice City Stories

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a cura di Darkzibo

Circa un anno fa Gran Theft Auto Liberty City Stories vide la luce sul portatile Sony: si trattava semplicemente del riproponimento migliorato parecchio di GTA 3 uscito cinque anni fa per la maggiore Ps2. In questi giorni ha fatto la sua comparsa sugli scaffali il seguito di quell’episodio: Gran Theft Auto Vice City Stories, che ricalca quel Vice City (a detta di molti il migliore della serie di GTA) che tanto ci ha fatto apprezzare Tommy Vercetti e tutto il cucuzzaro di malavitosi che ci ruotavano intorno.

Il tempo passa, Vice City noSicuramente, in questo istante, una domanda vi balenerà per la testa: si tratta di un porting ripreso pari pari da Ps2 ? La risposta è tanto veloce quanto semplice: no. Vice City Stories riprende solamente la tipologia e la geografia della città vista nella controparte per la console maggiore targata Sony, Xbox e PC. Tutta la storia cambia, aggiungendo qualcosa e rendendo il tutto tipicamente GTAniano. Il protagonista non è più Tommy Vercetti, o un altro mezzo mafioso dello stesso stampo, bensì un soldato di colore, Victor Vance, impegnato, almeno inizialmente, a portare a termine missioni non proprio ortodosse di un superiore pervertito. In particolare, in una delle missioni iniziali, giungerete sullo yatch del classico spacciatore, cadendo poi in acqua a causa di un assalto imprevisto, nel vecchio Vice City, sareste automaticamente affogati. Invece, con grande sorpresa, Vic riesce a nuotare così come ce la fa CJ in San Andreas(unica somiglianza tra i due, dato che Vic non può nè implementare le proprie caratteristiche fisiche, nè tantomeno le abilità di guida). Le missioni, ancora selezionabili liberamente recandosi dai cattivi di turno, ricalcano quanto visto in Liberty City Stories, ovvero sono sostanzialmente brevi, anche se di buon impatto ludico, adattandosi appieno allo spirito delle console portatili. La città non è visitabile da subito interamente ma, ricalcando il classico spirito di GTA, portando a termine le missioni, sarà possibile sbloccare le zone inizialmente chiuse. L’anima della serie è stata riportata anche qui, per l’ennesima volta dopo LCS: rubare auto, compiere violenze di ogni sorta, svolgere missioni da vigilante se si ruba un mezzo delle forze dell’ordine, oppure curare qualcuno che si è infortunato nel caso che il mezzo rubato sia un’ambulanza. Ricordate il garage Pay’n Spray, Ammunation (il negozio di armi), i manufatti da ricercare, le evoluzioni da compiere con moto (impennate e freestyle) e auto ? Ecco, Vice City Stories è ancora questo. Non mancano certo le armi non convenzionali come i lanciafiamme, le moltov, i fucili e tutto quello che può servire per distruggere il resto della popolazione che cammina pacifica per le strade di Vice City. Ecco, questo è ciò che è Vice City. Tutto qui ? Ebbene sì, non si va oltre i soliti stereotipi visti nei precedenti episodi dato che, l’unica miglioria realmente praticata è stata la già citata capacità di nuotare e da quanto vado a enunciare di seguito. Una cosa interessante è il modo impero, che vi vede impegnati nel fare di Vic un bravo imprenditore, in grado di acquisire guadagni dalle diverse strutture conquistate. Ogni giorno verrà versata una certa somma di denaro sul vostro conto senza dover passare, come in Vice City, nel luogo dove si trova l’immobile. Come si prendono questi immobili ? In Vice City Sotries la risposta è solo una, con la forza. Prima di tutto dovrete entrare nello stabile, ucciderne gli occupanti e, in un secondo momento potrete decidere se acquistarlo o meno. In un secondo momento dovrete gestire quale sia la genuina attività da aprire: salumiere ? No. Edicolante ? No. Potrete selezionare, bensì, altre attività come prostituzione, spaccio di droga e altre quattro attività che lascio scoprire a voi. Il vostro impero si può espandere su tutto il territorio della ridente città dal sapore californiano, ma questo potrebbe dar fastidio a molte persone e soprattutto a gangs rivali. Il vostro compito, in questo caso, sarà quello di giungere nei territori interessati per sedare le risse. Nel caso non arrivaste in tempo, il vostro edificio subirà danni e a voi non toccherà altro che pagare per la ristrutturazione. Forse inizialmente il fatto di dover difendere le proprie attività, facendo così divenire quasi una sorta di manageriale semplificato il titolo, potrebbe interessare molti, ma dopo un po’ che ci giocherete, capirete che forse è meglio pagare qualcosa pur di non dover correre da una parte all’altra della città.In questo episodio fanno la loro comparsa alcuni mezzi alternativi, non presenti in LCS: l’elicottero, le barche, gli sci acquatici dove il buon Vic si potrà esibire per il nostro diletto o per necessità. Altre novità sono rappresentate dalle bustarelle, presenti fuori dall’ospedale e che mediante una discreta somma, permetteranno di riavere le armi perse prima di essere morti o catturati. Sempre fuori da dipartimenti di polizia e ospedali, troverete un taxi pronto a riportarvi sul luogo dell’ultima missione che avete tentato di portare a termine. Ancora è presente una nuova abilità: gli automezzi non si fermeranno di fronte a voi, ma vi potranno investire. In questo caso, premendo repentinamente il pulsante quadrato, potrete evitare una stiratura imprevista. La città vive di vita propria, forse ancora di più rispetto alla quasi spenta Liberty City: vi capiterà dio incontrare gente che parla per strada, inseguimenti della polizia, incidenti con relative reazioni dei passanti: il tutto sembra vivere indipendentemente dal vostro passaggio. Nonostante questo e le classiche caratteristiche di GTA (la grande libertà di azione, la longevità e la grandezza della città), Vice City Stories incontra qualche difficoltà. Forse per una storia non troppo coinvolgente almeno all’inizio, forse per il fatto ceh ci troviamo di fronte all’ennesimo GTA. Forse la curiostià, dato che alla fine ci si basa sempre su un modello ispirato a GTA III, è quasi del tutto svanita con Liberty City Stories ? Non si sa, però prendete, ad esempio, il linguaggio scurrile e il turpiloquio: nei primi episodi ha fatto scalpore, ma ora non è nemmeno più divertente ed è quasi fastidioso. Nonostante queste considerazioni, resta da dire che la qualità che contraddistingue un titolo Rockstar come GTA, si fa sentire.

Giocare in stradaLa giocabilità di Vice City Stories si attesta su buoni livelli, molto simili a quanto provato in Liberty City Stories: l’analogico viene impiegato per guidare e muovere il protagonista, il direzionale per selezionare le armi o attivare le missioni, X per correre o accelerare, quadrato per saltare e frenare, triangolo per rubare i mezzi, R per il freno a mano, L se pressato mentre si muove l’analogico permette una rotazione della telecamera. A parte qualche errore della telecamera, risolvibile premendo L, la giocabilità, dimenticando comandi cervellotici, si adatta alla perfezione su PSP, grazie proprio alla semplicità tipica della serie.La longevità è assicurata dalla presenza di moltissime missioni in single player e in centinaia di sottomissioni. La possibilità di creare un proprio impero agevola ancora la voglia del giocatore di restare attaccato al portatile Sony. Il multiplayer, anche stavolta è ben curato, proponendo dieci modalità di gioco dove potranno partecipare un massimo di 6 giocatori. Le modalità classiche sono rappresentate dal deathmatch, dal cattura auto (una sorta di bandiera), ma anche altre più aprticolari come VIP RIP che prevede di girovagare per la città alla ricerca di alcune cartelle. In un’altra modalità dovrete conquistare un carro armato prima degli altri giocatori umani, in modo da distruggerli in poco tempo. Peccato manchi una modalità online, che avrebbe sicuramente incrementato notevolmente la longevità.

Una bella cittàGiocando a GTA Vice City Stories, vedrete subito come questo titolo sia nettamente superiore rispetto al predecessore. Partendo dai personaggi, noterete come i volti siano più dettagliati, le texture più complesse e le movenze meno legnose a favore di un maggiore realismo. I cittadini hanno aspetti più vari, in base alla zona in cui si trovano: nel porto troverete molti operai, sulle spiagge ragazze e uomini in costume e via dicendo. Sono questi tocchi di classe che danno quel qualcosa in più alla serie GTA, quel qualcosa che non è presente nel gran numero di cloni che sono stati creati appena dopo GTA 3. Gli edifici, nonostante siano composti da pochi poligoni, risultano meglio caratterizzati, con un maggior dettaglio, così come gli automezzi e gli effetti di luce su di essi che sono stati notevolmente implementati. Per farvi capire come il sole influisca sul paesaggio, ricoprendo ogni cosa prima di sparire durante il tramonto, provate a guardarlo: vi abbaglierà davvero. Il lavoro è notevole, anche se avremmo preferito vedere più negozi, almeno come quelli visti in San Andreas (forse sto chiedendo troppo ?) . L’effetto luce sull’acqua è una chicca, anche se l’acqua non è di buona fattura come quella vista in Killzone. La colonna sonora, come d’abitudine della serie, è rigorosamente non originale, a parte il motivetto di apertura, e ripropone tanti brani tipici degli anni ’80 di gruppi come i Depeche Mode, i Kiss e i Genesis. Per quanto riguarda gli effetti sonori, c’è da dire che la città si fa proprio sentire, tramite una serie di voci che si intrecciano al rumore delle automobili, alle urla e al rumore dei tamponamenti e dell’arrivo di polizia, vigili del fuoco e ambulanze: tutto si miscela in una quasi perfetta sintonia. Si sarebbe potuto curare un po’ di più il parlottio presente nelle strade, ma non si può pretendere tutto. Il doppiaggio, completamente in inglese (ma con i sottotitoli in italiano, tranquilli) è ben fatto e si arricchisce di quelle espressioni e accenti che compongono il gergo della città di Vice City.

– Di nuovo a Vice City

– Comparto sonoro e grafico ben fatti

– Molti mezzi e nuove abilità

– Città viva

– Manca l’online

– Ridateci Tommy Vercetti !!!!

– Qualche errore della telecamera

– Poco innovativo

– Nel caso vi parlassero mentre ci giocate, potreste passare per maleducati

9.2

Dopo un anno, ancora GTA su PSP. Non che ci sia nulla di male, intendiamoci, però se cercaste un titolo innovativo, non lo trovereste qui. In Vice City Liberty City Stories, avrete altresì una grande città da visitare, da conquistare; un personaggio che, benché privo del carisma del grande Tommy Vercetti, riuscirà a far ripagare i soprusi subiti. Se a tutto questo aggiungete un buon comparto tecnico, una serie di mosse innovative (sono presenti alcune prese tipiche dei militari, assenti in vice City), avrete tra le mani l’ennesimo gioiello di Rockstar. Sarò sincero, non l’ho atteso come Liberty City Stories, che, al momento dell’uscita su PSP, aveva fatto gridare al miracolo in molti. Però devo dire che, nonostante un inizio mezzo deludente (sapete, ubbidire agli ordini di un maggiore dell’esercito depravato non è il massimo), l’ennesimo GTA è riuscito a conquistarmi. Forse perché ritengo tutt’ora Vice City per Ps2 come il migliore episodio della serie, forse perché GTA non può non piacere, prima o dopo. Certo se ci fosse stata maggiore innovazione, avrei apprezzato di più questo titolo, che alla fine ripropone cose già viste, però non mi posso lamentare. Come non si dovrebbero lamentare tutti coloro che cercano un gioco in grado di conquistare e di far passare tante piacevoli ore in compagnia della propria PSP. L’esperienza di Vice City, fà capire come, ancora una volta, sia la città la vera protagonista, un territorio in cui noi siamo solo degli spettatori attivi ma che dà l’idea di poter proseguire nella sua routine anche senza la nostra presenza.

Voto Recensione di Grand Theft Auto: Vice City Stories - Recensione


9.2