Recensione

Gran Turismo 6

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a cura di Hybr1d

La generazione appena conclusa ha segnato un declino più o meno marcato di molti brand del sol levante che per anni hanno dominato la scena e appassionato milioni di videogiocatori in tutto il mondo. In preda ad una profonda crisi d’identità, gli ultimi capitoli di franchise del calibro di Final Fantasy, Resident Evil, Pro Evolution Soccer hanno lasciato interdetti pubblico e critica, dimostrandosi incapaci di replicare le atmosfere e le ricercate meccaniche di gameplay proprie dei loro predecessori. Tra i grandi punti interrogativi di PlayStation 3 c’è da annoverare anche il debutto di Gran Turismo, con un quinto capitolo dalla gestazione tanto lunga quanto travagliata, fatta di aspettative, rinvii, tante promesse e un risultato per molti non del tutto soddisfacente. La nuova creatura di Kazunori Yamauchi rappresenta l’ultima grande esclusiva di una generazione che ha visto la console Sony partire lenta e finire col botto, ma la paura che Gran Turismo 6 potesse essere un mero aggiornamento del predecessore messo sul mercato per sfruttare l’apice della base installata di PlayStation 3, ci ha lasciato più di una perplessità . Se da una parte, infatti, lo sterminato numero di vetture e tracciati rappresenta una vera e propria manna per gli appassionati di motori, dall’altra non possiamo che rimanere perplessi nel notare che gli atavici problemi della serie persistono imperterriti al passare del tempo, cozzando inevitabilmente con il concetto stesso di simulazione di cui il titolo Polyphony Digital si fregia fin dagli albori.

Si torna i pistaDopo le difficoltà e i tempi biblici occorsi alla pubblicazione del quinto capitolo, frutto di scelte di sviluppo e comunicazione alquanto criticabili, Gran Turismo 6 non riserva scherzi e si presenta ai blocchi di partenza puntuale e solido dell’esperienza maturata in anni di lavoro sulla controversa architettura di PlayStation 3. Il puro amore per l’automobilismo e l’aspirazione quasi morbosa verso la perfezione del suo creatore traspaiono cristallini fin dal primo istante in cui, come da tradizione, veniamo catturati da un filmato introduttivo spettacolare e curato in ogni minimo dettaglio. Dopo aver dato nome e cognome al nostro alter ego virtuale, ci ritroviamo a navigare nel ricco menu principale, centro nevralgico dell’esperienza ludica. Grazie ad una ritrovata immediatezza e semplicità d’uso ci muoviamo agili tra le varie opzioni a disposizione, accompagnati da una veste grafica a mosaico pulita, intuitiva e funzionale. Abbandonata la fastidiosa sovrapposizione delle finestre dello scorso capitolo, le varie sezioni colorate in maniera differente abbondano di icone esplicative, permettendoci in pochi passaggi di accedere ad ogni sfaccettatura del titolo. Utilissimo soprattutto il menu dedicato alle vetture, richiamabile in qualsiasi momento premendo il tasto start e dal quale avere accesso diretto al garage, cambiare l’auto utilizzata, e intervenire direttamente sulle impostazioni della stessa. La modalità di gioco regina del titolo rimane la Carriera, mai longeva e ricca di contenuti come in questa edizione, tanto da lasciare solo le briciole alla controparte arcade. Qui è possibile partecipare a singoli eventi, prove a tempo o gare derapata contro piloti controllati dall’intelligenza artificiale, oppure sfidare un altro giocatore in split screen. Prima di scendere in pista, però, dobbiamo prendere parte all’evento introduttivo sul nuovo circuito di Brands Hatch, in cui a bordo di una Renault Clio Sport veniamo introdotti nel mondo di Gran Turismo 6. Si tratta giusto di una formalità per gli habitué del titolo Sony, ma un paio di curve in tranquillità non possono che giovare per riprendere confidenza con il peculiare modello di guida e con i controlli, come sempre settati di default con acceleratore, freno e retromarcia sui tasti frontali invece che sui grilletti posteriori. Spicca anche la mancanza di flashback, infilato a forza in quasi ogni titolo di guida uscito negli ultimi anni, ma non nelle opere Polyphony.

Il sogno di una vitaLa struttura che fa da substrato alla modalità carriera lascia da parte la progressione a livelli in favore di un sistema di acquisizione di patenti mediante l’ottenimento di stelle, da guadagnare ad ogni evento a suon di vittorie. Queste sostituiscono i punti esperienza e fanno da viatico all’accesso a nuove gare e campionati: ogni patente infatti racchiude al suo interno più di un evento, e tra campionati, coppe, gare monomarca o dedicate a vetture di un preciso periodo storico c’è di che sbizzarrirsi. La formula è collaudata e riesce anche questa volta a catturare il giocatore in un vortice di eventi dislocati nelle location più suggestive del mondo (37 in tutto, con più di 100 tracciati) nei quali perfezionare le proprie abilità di pilota e provare un vastissimo numero di macchine tra le migliaia presenti in concessionaria. La progressione nelle patenti va di pari passo con la progressione della cilindrata delle vetture, obbligandoci a cambiare macchina spesso e volentieri, in un processo di continua scoperta e apprendimento che ci porta dal volante di una comune Alfa MiTo, a quello di una vettura del campionato GT3, passando per i kart, un ricco parco di auto vintage tra le più esclusive, e super car da svariate centinaia di migliaia di euro. Sono tutte disponibili in concessionaria spendendo i crediti di gioco, da quest’anno anche acquistabili direttamente sul PlayStation Network a tagli di un milione alla volta. A corollario delle gare utili a conquistare le patenti, sono presenti numerosi eventi secondari in cui dovremo fare i conti con rally, NASCAR, gare di endurance o in condizioni meteo e di visibilità variabili. Queste rappresentano una delle feature più suggestive e riuscite di Gran Turismo 6. Vedere il cielo annuvolarsi e rovesciare sul tracciato violenti scrosci d’acqua, per poi placarsi e costringerci ad un’ulteriore sosta ai box movimenta le corse e aumenta sensibilmente il fattore immersività, per un’esperienza attualmente senza pari. Allo stesso modo iniziare una gara al tramonto e vedere il sole progressivamente abbassarsi all’orizzonte fino a obbligarci ad accendere i fari aggiunge realismo alle gare di endurance, nelle quali vengono addirittura riprodotte le costellazioni del firmamento. Nella 24 Ore di Le Mans il cielo sopra la nostra testa replica in maniera perfetta la posizione delle costellazioni così com’erano la notte dell’edizione 2013, grazie ad un sistema di simulazione astronomica che fa qui il suo debutto nella serie. Ad offrire un po’ di svago lungo la scalata al successo, troviamo gli eventi Pausa Caffè, ovvero dei minigame sbloccabili in cui cimentarsi in sfide brevi, ma dall’alto tasso di rigiocabilità. Ad esempio dobbiamo trovare il modo di buttare giù più di trecento coni entro un tempo limite oppure percorrere la maggior distanza possibile con un solo litro di carburante nel serbatoio per una sfida all’insegna dell’ecosostenibilità. A conti fatti, per quanto riguarda l’offerta ludica, Gran Turismo 6 rimane ai vertici della categoria, sommergendo letteralmente il giocatore con eventi da vincere, macchine da provare e sfide da completare. Unico neo rimane l’eccessiva apertura dei singoli eventi a macchine di cilindrate differenti: molto spesso infatti sarà la componentistica sotto il cofano a determinare il vincitore della competizione, e una troppo permissiva regolamentazione della vetture utilizzabili in gara permetterà al giocatore di prendervi parte con macchine sensibilmente più performanti di quelle degli avversari, complice anche la possibilità di elaborazione che dà un sostanziale boost alle performance della vettura, pur mantenendola sempre nella stessa classe di appartenenza. In tal senso possiamo decidere di spendere i nostri crediti per migliorare motore, turbo, nitro, cambio, frizione, freni, sospensioni, gomme e carrozzeria. Dal punto di vista prettamente estetico, invece, in base al modello della vettura abbiamo un campionario più o meno vasto di alettoni, minigonne, fanali e cerchioni tra cui scegliere, nonché un ampio guardaroba dal quale attingere tute e caschi per il nostro alter ego virtuale.

Macchine, macchine, macchine!Con i suoi quindici anni di storia e più di settanta milioni di copie vendute, quella di Gran Turismo è sicuramente una delle saghe più rappresentative per quanto riguarda i racing game. Tanta acqua è passata sotto i ponti, ma gli accordi con le grandi case produttrici di automobili hanno permesso di ampliare di volta in volta il parco auto a disposizione, dalle utilitarie fino alle supercar. Questo ha garantito di dar vita alla Vision Gran Turismo, alla quale partecipano i più importanti produttori mondiali fornendo al team di sviluppo concept car progettate, ma mai effettivamente realizzate. Ne è un esempio la Alfa Romeo 6C, vettura che si pone a metà strada tra la sportiva 4C e la supercar da competizione 8C, ma che non ha mai visto la luce. Tra le altre ci sono modelli esclusivi firmati da Giugiaro e Zagato, oppure progettati da importanti marchi come Audi, Aston Martin e Lamborghini. Con più di 1200 veicoli a disposizione, l’ultima fatica di Yamauchi san rappresenta una vera e propria enciclopedia interattiva dell’automobile nella quale ammirare i modelli tridimensionali di ogni vettura, nonché studiarne caratteristiche e specifiche tecniche, una vera manna per gli amanti delle quattro ruote. Tra queste figurano le tanto chiacchierate premium cars, capaci di sfoggiare un livello di dettaglio poligonale incredibile e una cura maniacale per ogni singolo aspetto estetico. Di contro però troviamo centinaia di vetture di bassa cilindrata che vengono inevitabilmente ignorate in favore delle sorelle rifatte, riducendo la portata del numero totale. Per gli amanti della componente visiva, ritorna il Viaggio Fotografico, ovvero una modalità ricolma di estetica in cui ammirare bellissime vetture nel contesto di panorami mozzafiato. Le quattro ambientazioni tra cui scegliere sono situate tra Spagna e Italia e alternano scenari classici (Siracusa) a location più moderne, come la Città delle Arti e delle Scienze di Valencia o il Gemasolar di Siviglia, una gigantesca centrale ad energia solare dominata da riflessi al limite del fotorealismo, complice anche la risoluzione a 1080p.Calcando l’asfalto delle competizioni, ritroviamo intatto il feeling di guida del quinto capitolo. Come detto in precedenza, nonostante lo storico sottotitolo The Real Driving Simulator, il modello di guida è da sempre più divertente che realistico e anche Gran Turismo 6 non fa eccezione, sebbene sfoggi alcuni interessanti miglioramenti. Grazie alla stretta collaborazione tra Polyphony e alcune importanti realtà dell’automobilismo mondiale come Yokohama Rubber e KW Automotive, la fisica e il sistema della sospensioni sono stati pesantemente rivisitati, per un feeling di guida migliore fin dal primo metro percorso in pista. Il controllo della vettura è più preciso e realistico, così come la reazione alle sollecitazioni dei cordoli o ai cambi di direzione e di pendenza, che restituiscono un feedback molto soddisfacente grazie all’accentuato rollio della vettura. Intervenendo direttamente su ruote e sospensioni otteniamo risultati visibilmente diversi sul comportamento dell’auto, con effetti di sottosterzo e sovrasterzo variabili in base all’accelerazione data in uscita di curva e ai cavalli del motore sotto il cofano. Più è potente e più ci si diverte, soprattutto in tracciati di rilievo come il Nurburgring, Suzuka, Silverstone e Monza, veri e propri templi dell’automobilismo che richiedono molta pratica per essere interpretati al meglio quando tutti gli aiuti alla guida vengono disattivati.

Brigittttte Bardot, Bardot!Purtroppo, a fronte di alcuni miglioramenti permangono gli atavici difetti della serie che tanto avremmo voluto non rivedere, a partire dal sistema di danni, assolutamente insoddisfacente. Fare a sportellate con un avversario in pista, oppure schiantarci volontariamente a 250 Km/h contro un muretto di protezione a bordo di una Bugatti Veyron non fa alcuna differenza, visti i graffi sulla carrozzeria e qualche lieve ammaccatura sul cofano che rimedieremo in entrambi i casi. Sia a livello estetico che meccanico, i danni rappresentano il vuoto pneumatico, limitandosi a qualche effetto abbozzato piuttosto che a un sistema coerente e credibile, compromettendo in buona parte le migliorie sopracitate. Così come la carrozzeria, anche la componentistica non risente degli impatti: il motore non perde olio, le sospensioni non si danneggiano e le gomme non si bucano, permettendoci in ogni caso di ritornare in pista e riprendere la gara con il solo cruccio di aver perso secondi preziosi e qualche posizione in classifica. Anche dopo aver disputato diverse gare, sostare ai box per lavare l’auto, cambiare l’olio, effettuare la revisione del motore e ripristinare tutte le componenti usurate si rivela un mero esercizio di stile del tutto superfluo all’atto pratico. Stesso discorso anche per le collisioni che stonano con i miglioramenti della fisica e del modello di guida. Urtare guardrail, muretti, giocare di sponda o speronare gli avversari per impostare la curva quando siamo lunghi non solo non ci penalizza, ma ci permette di buttare fuori traiettoria il malcapitato con la certezza di superarlo e continuare come se niente fosse. Lo stesso vale per incidenti e cappottamenti, ancora troppo poco realistici, a partire dal rumore degli impatti. A completare il trittico come non citare l’intelligenza artificiale? Ebbene sì, anche in Gran Turismo 6 i piloti controllati dalla CPU si muovono ordinati e precisi lungo la linea di traiettoria ideale, accennando di tanto in tanto qualche sorpasso, ma senza mai affondare il colpo. Ci siamo tolti lo sfizio di fare una gara in quarta posizione, in una situazione in cui le tre vetture davanti a noi si trovavano a poca distanza l’una dall’altra. In quattro giri non abbiamo assistito neanche a un accenno di sorpasso, con le tre vetture sempre allineate ordinatamente sui binari invisibili imposti dagli sviluppatori, anche ai livelli di difficoltà più elevati.

Voglia di next-genDal punto di vista tecnico, nonostante la risoluzione a 1080p e i 60fps, pregevoli per PlayStation 3, il titolo mostra numerosi alti e bassi. Nonostante le vetture in alta definizione offrano un colpo d’occhio quasi fotorealistico, impressionante per una console alla fine del suo ciclo di vita, quelle standard sono in alcuni casi improponibili per un titolo di questo calibro. Colori scialbi, riflessi assenti e linee squadrate le fanno sembrare terribilmente datate. La perfezione delle vetture premium invece non fa altro che estraniarle maggiormente dal contesto circostante, inesorabilmente meno dettagliato vista l’elevata mole di calcolo richiesta da quest’ultime. Sul fronte dei circuiti, quelli cittadini come Londra e Tokyo sfoggiano un ottimo livello di dettaglio, pulizia e ricchezza poligonale, mentre le ambientazioni a bordo pista di alcuni tracciati sono piuttosto scarne e soffrono vistosamente di pop up, sia delle texture che degli elementi dello scenario, andando a rompere quell’incantesimo visivo causato, a conti fatti, dalle sole automobili. Aliasing, sporadici fenomeni di tearing e cali di frame rate nelle situazioni più concitate vanno a controbilanciare la strepitosa gestione dell’illuminazione che garantisce effetti di luce eccellenti, tra cui i riflessi all’uscita delle gallerie, il lens flare del sole al tramonto, i fanali sotto il cielo stellato. Ottimi anche gli effetti atmosferici.Il comparto sonoro si riconferma pregevole grazie ad una soundtrack ricca e variegata che raccoglie al suo interno brani classici, jazz, rock, pop ed elettronici per un mix musicale mai ripetitivo. Di livello anche il campionamento delle vetture che, seppur mostrando alti e bassi, riproduce fedelmente il grido dei motori più potenti, in grado di farci sentire realmente all’interno dell’abitacolo. Per quanto riguarda l’online, sappiamo che Gran Turismo 6 vanta un’infrastruttura nuova di zecca che permette ai giocatori di unirsi in club, organizzare competizioni, personalizzare e discutere con altri piloti virtuali nei forum dedicati. Purtroppo non possiamo esprimerci sulla stabilità del netcode vista l’indisponibilità fino al day one, ma si tratta probabilmente della principale attrattiva della produzione per chi ama l’esperienza creata da Yamauchi e dai suoi.

– Vetture premium realizzate alla perfezione…

– Carriera coinvolgente e ricca di competizioni

– Modello di guida migliorato

– …ma molte altre improponibili

– Sistema di danni ridicolo

– Intelligenza artificiale poco aggressiva

– Persiste l’effetto trenino

– Collisioni irrealistiche

7.5

La versione finale dell’ultima fatica di Kazunori Yamauchi ha confermato le luci e le molte ombre che purtroppo ci aspettavamo. La carriera è profonda, variegata, ben strutturata e coinvolgente. Il sistema meteo dinamico e il ciclo giorno/notte aggiungono ulteriore immersione e realismo, mentre le migliorie in termini di fisica della vettura e gestione delle sospensioni fanno segnare un passo in avanti al modello di guida. Purtroppo però il sistema di danni appena abbozzato, le collisioni ridicole, un’intelligenza artificiale troppo mansueta e il solito fastidiosissimo effetto trenino minano pesantemente l’esperienza di gioco offerta da Gran Turismo 6, etichettandola come l’ennesima occasione persa. Viene da chiedersi se questa continua voglia di aggiungere vetture su vetture sia davvero necessaria, e non sia invece solamente un pretesto per migliorare il record del precedente capitolo trascinati in un circolo vizioso che di fatto non porta da nessuna parte. Sarebbe il caso di concentrarsi sui contenuti di qualità e dedicarsi a risolvere le ormai gravi problematiche di gameplay che da fin troppo tempo attanagliano una serie che meriterebbe di ritornare ai fasti di un tempo.

Voto Recensione di Gran Turismo 6 - Recensione


7.5