Recensione

Grabbed by the Ghoulies

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a cura di Ryuken

Facciamo un giochino che si chiama associazione d’idee, cosa vi viene in mente se vi dico: Donkey Kong Country, Killer Instinct, Goldeneye, Banjo-Kazooie, Perfect Dark, Banjo-Tooie, Conker’s Bad Fur Day e Star Fox Adventures? Al sottoscritto torna alla mente solo un nome: Rare.Una delle softco che ha fatto la storia del videogame e soprattutto la fortuna delle console targate Nintendo a 16 e 64 Bit. Pare, infatti, ieri il giorno in cui la notizia della scissione del sodalizio Nintendo/Rare scosse come un terremoto di magnitudo incredibile il mercato ludico, privandolo di una delle pochissime certezze in esso rimaste. Rare passò così al colosso statunitense Microsoft che ai tempi si stava ancora organizzando al meglio per supportare la sua nuova console da gioco. Uno dei pregi, per molti un difetto, – ma io non la vedo proprio così – di Microsoft è sempre stato quello di accaparrarsi a suon di quattrini i partner migliori al fine di offrire alla propria utenza il massimo in modo da aumentare fama e mercato.Rare entra così a far parte della famiglia di sviluppatori interni a Microsoft Game Studios e muta leggermente il suo nome in Rareware, annunciando titoli del tutto nuovi per la piattaforma verde crociata e nel contempo lo sviluppo di seguiti di classici – una volta esclusiva dell’utenza Nintendiana – del calibro di Conker e Banjo. Bene, oggi, ci troviamo qui per discutere ed analizzare l’esordio della storica software house su Xbox con un titolo del tutto nuovo che ha suscitato per mesi grandi aspettative fra i possessori del mostro a 128 bit: si tratta di Grabbed By The Ghoulies (GBTG) un gioco, credete a me, che non passerà proprio inosservato!

E’ nuovamente Halloween!GBTG è un salto all’indietro di poche settimane che ci fa ritornare alla mente la tradizione tipicamente americana (ma ora anche europea) di Halloween, il giorno in cui, secondo la leggenda, tutti i mostri, i fantasmi ed i morti tornano in vita per terrorizzare coloro che ancora respirano. Nei panni di Cooper, un ragazzino biondo, dovremo compiere una difficilissima missione: salvare la nostra ragazza dalle grinfie dei non viventi! La poveretta è stata rapita e confinata all’interno di una magione infestata da ogni sorta di spettro, zombie, scheletro ed ectoplasma. Starà quindi a Cooper trovare il coraggio di infiltrarsi in tal posto lugubre nel tentativo di salvare la sua amata.

Rare StyleIl timore di molti era quello di vedere Rare, una volta passata sotto il controllo Microsoft, cambiare strada, cambiare impostazione e stile di sviluppo, ovvero quelle caratteristiche che l’avevano resa nota ai più. Tanti erano i timori dei fan, timori che andavano ad aggiungersi al dubbio che il vero punto forte di titoli come Donkey Kong Country e Conker era da ricercarsi nella collaborazione e supervisione di Nintendo. Ragazzi, forza, rallegratevi: posso già anticiparvi che il Rare Style è immutato e che ci aspettano parecchie ore di divertimento! Quindi bando alla ciance ed entriamo nel succo del discorso.

Leggere un libro non è mai stato così divertenteGBTG è fondamentalmente un picchiaduro infarcito da una “spruzzata” di alcuni elementi tipici degli action/adventure. L’atmosfera e le ambientazioni sono prettamente umoristiche, del tutto simili a quelle di quei cartoni animati made in USA che puntualmente sono riproposti ad ogni 1° di novembre. Una delle novità originali che caratterizza il gioco è rappresentata dal modo in cui le vicende hanno luogo: immaginate di leggere un vecchio racconto horror a fumetti, magari uno di quei libri con copertina di pelle e pagine ingiallite dal tempo e suddivise in più finestrelle ritraenti i dialoghi e gli accadimenti. Adesso pensate alla medesima cosa vista in video, immaginate l’animazione e lo sviluppo delle azioni ritratte in ogni singola vignetta e avrete un’idea precisa dell’originalità che sta in seno ai ragazzi di Rareware, che hanno deciso di riservare le animazioni solo alla parte – per così dire – giocata, conservando i dialoghi a fumetto fra i personaggi, di modo da mantenere più diretto il feeling con i racconti cartacei.Ciò che permea tutto il gioco è un forte senso umoristico, nonostante il compito da svolgere sia prevalentemente quello di mazzuolare allegramente orde di mostri e mostriciattoli abominevoli; per fare quanto detto non è necessaria una gran fatica: i programmatori hanno puntato tutto sull’immediatezza di controllo, pochi tasti, semplici e diretti, per parecchie azioni. Il pad Xbox, perciò, è stato sfruttato solo in parte: con lo stick di sinistra si direziona il protagonista, con il pulsante A si raccolgono oggetti, medesimo compito è riservato al tasto B e con i grilletti dorsali si posiziona al meglio la visuale secondo la zona da inquadrare. La novità è rappresentata dallo stick di destra che è stato scelto per la realizzazione delle mosse: calci, pugni e combinazioni degli stessi sono realizzati con grande naturalezza semplicemente dando la direzione desiderata al nostro Cooper che, automaticamente, sparerà mosse a raffica. La scelta è voluta, credo, principalmente per garantire la fruibilità a tutte le fasce d’età e sopratutto per permettere di picchiare simultaneamente in più direzioni e nel più breve tempo possibile. Non di rado potrete trovarvi in situazioni dalla difficoltà elevata, circondati magari da una ventina di scheletri e zombie, senza possibilità di fuga: in questi casi la particolare impostazione dei comandi è di fondamentale importanza e risulta essere la trovata migliore. La “spruzzata” di elementi action/adventure di cui parlavo poco sopra si riduce al ritrovamento di alcune chiavi (che sono in grado di aprire altrettante porte) e nel come, in che sequenza e con quali oggetti contundenti è meglio affrontare i nemici, pena la perdita prematura della vita.Grande importanza è stata riservata all’interazione con il background, molto ricco d’elementi distruttibili. E’ possibile frantumare sedie, tavoli, scaffali, cassonetti della spazzatura, casse di vario tipo, vasi, televisori, quadri e molto altro secondo la locazione in cui ci si trova. Naturalmente, disseminati per le stanze troverete anche varie armi e power up: le prime (scope, pale, bastoni, chitarre, vasi, matterelli, pentoloni, giradischi, televisori, bottiglie, panini, torte) potranno tornare utili nella lotta, in quanto, scaraventati contro i nemici, produrranno molti danni. I secondi sono mirati al potenziamento del personaggio principale e si presentano sotto forma di scatolette (come quelle che contengono la carne per cani). Quello che le differenzia sono i simboli che riportano, ad esempio: quelli numerici (1, 2, 10, 20) potenziano il punteggio “vita”, se raffiguranti un cuore di pietra renderanno per qualche istante Cooper immune da danni, mentre quelle raffiguranti delle scarpette da ginnastica renderanno il nostro eroe un velocista, e via di questo passo. Attenzione però: non di rado potrebbe apparire un tipo di power up con il simbolo di un fantasmino nero; in questi casi abbiate l’accortezza di evitarlo come la peste a meno che non abbiate voglia di perdere una paccata di energia… a voi la scelta. Ad intervallare intense sessioni da picchiaduro a scorrimento ci penseranno alcune situazioni a dir poco esilaranti. Avanzando avrete modo di entrare in stanze e corridoi nei quali non è richiesto l’uso della violenza, bensì della prontezza di riflessi. In queste fasi l’inquadratura passa in prima persona, automaticamente in mano alla CPU che direziona lo sguardo del protagonista verso oggetti dall’aspetto poco rassicurante, i quali gli suscitano un bel po’ di paura, lo fanno tremare e avanzare piano piano fino a quando, improvvisamente, una di queste figure paurose non prende vita causandogli un temporaneo batticuore unito a panico totale. Subito dopo appariranno su schermo una sequenza di tasti da premere il più presto possibile per riportare alla normalità le condizioni fisiche del nostro eroe. La tipologia di gag si ripete poi anche in altri modi e con visuali in terza persona, ad esempio: mentre vi state dirigendo verso i nemici, all’improvviso, potrebbe apparire dal nulla un ectoplasma gigante che manda in panico il personaggio. A questo punto, a volte, è possibile ripristinare la calma con la sequenza di cui ho detto, o nel peggiore dei casi si rimane in balia degli avversari. Infatti, su schermo, l’icona a forma di cuore che indica l’energia del protagonista, si spacca per qualche secondo durante il quale Cooper trema, si mangia le unghie, batte i denti preso dal panico, la telecamera sembra completamente impazzita e il joypad non risponde più ai comandi; insomma, una cosa simile a quella vista in Eternal Darkness. Visitando le locazioni potrete sfruttare come armi anche elementi molto grandi come tavoli da biliardo e cassonetti dell’immondizia: ovviamente non potranno essere sollevati, ma fatti ruotare a 360° in modo da spazzare via qualsiasi pericolo nelle vicinanze. Azione molto utile nel momento in cui si è circondati da parecchi mostri. Potrete poi usufruire anche di armi speciali che vi saranno donate da alcuni individui amici, ad esempio: una specie di pirata “barba rossa” vi consegnerà una sorta di fucile ad acqua contenente un liquido in grado di polverizzare gli zombie ma completamente inutile contro gli altri avversari. Brandita l’arma, apparirà su schermo un nuovo indicatore di energia per monitorare le condizioni di carica dell’oggetto. Per terminare il discorso armi e simili, vi dico che nessuna ha durata infinita e che si frantumano dopo qualche colpo andato a buon segno.

Un fumetto fatto videogameLa grafica è interamente 3D e non contempla fondali pre-renderizzati. Lo stile fumettoso/cartunesco che ha sempre contraddistinto capolavori del calibro di Banjo e Conker trova in GBTG un degno erede. Lo stile da solo però non basta, ci vogliono anche capacità hardware di tutto rispetto per realizzare perle grafiche: Xbox non difetta per nulla dal punto di vista tecnico ed ha permesso a Rareware di esprimersi ad alti livelli. Il gioco è bellissimo, un cartone animato interattivo, il tratto è preciso e perfetto per l’ambientazione fantasy/horror demenziale, i poligoni non strabordano per quantità ma sono nel giusto numero, nella quantità perfetta per rendere volutamente l’aspetto un poco scarno ma mai scadente. Le texture ad essi applicate sono di qualità eccelsa e non fanno trasparire nessun difetto e nessuno spigolo. L’alternanza di colori è davvero incredibile e caratterizza al meglio gli stage, generalmente le tinte cupe sono quelle che regnano, ma nel contempo non manca mai una spruzzatina di colore vivo che dona la giusta verve al tutto: d’altro canto si tratta pur sempre di un prodotto che mira a rallegrare. Sul fronte animazioni tocchiamo vette ottime. Vorrei soffermarmi principalmente sui mostri che sono davvero uno spasso e fanno schiattare dalle risate. Vi troverete ad osservare scenette in cui degli zombie festeggiano scolandosi alcol a più non posso, accompagnandosi con una colonna sonora inusuale come quella dei loro rutti: l’animazione è davvero spassosa. Vi è poi un altro tipo di zombie che ad ogni due o tre passi scarica delle puzzette talmente tossiche da lasciare una scia verde radioattiva. Non è finita qui: durante i combattimenti questi furboni, se in numero elevato, si picchiano anche fra loro come dei fessi, staccandosi braccia e gambe e facilitandoci il compito. Sarà pure possibile vedere i nostri avversari, scheletri e zombie, ballare a suon di musica, imbracciando chitarre e sollevando calici e bottiglie di vino a festa. Sull’animazione del protagonista nulla assolutamente da eccepire, anche Cooper è in grado di regalarci momenti esilaranti, soprattutto quanto è in panico e perde il controllo (pensate che gli si drizzano pure i capelli). Gli ambienti sono bellissimi, vasti, addobbati di tutto punto e variano molto da uno all’altro non facendo mai riscontrare troppi elementi di ripetitività. Infine, la fluidità di gioco rimane sempre costante, non si riscontrano cali di frame-rate (eccetto qualche saltuario e impercettibile rallentamento nel cambio di inquadrature) anche nei momenti di grande affollamento dello schermo, quando si affrontano fino a trenta avversari contemporaneamente. L’unica nota negativa è da identificarsi nelle telecamere che a volte perdono l’inquadratura, fortunatamente la cosa si presenta principalmente in frangenti in cui non si è impegnati in combattimenti e può passare anche in secondo piano, diversamente sarebbe stato in caso contrario. Globalmente, perciò, ci troviamo su livelli grafici altissimi. A chiudere il cerchio di un comparto tecnico di primo livello ci pensa l’audio, che presenta delle colonne sonore bellissime, dei motivetti divertenti dalla ritmica che rimane in testa anche dopo che si è spenta la console. Il numero di brani di sottofondo non è elevatissimo, ma quelli che ci sono bastano e avanzano. La parte di dialogo è invece esente da audio, nel senso che si limita alle vignette a fumetto che appaiono nel momento in cui due personaggi devono scambiare quattro chiacchiere. Gli effetti in game, invece, sono molto buoni (vedi lamenti degli zombie e risatine sataniche varie) e si sposano alla perfezione con lo spirito del prodotto.

Giocabilità e LongevitàImmediatezza allo stato puro, questa è stata la scelta della softco. I comandi s’imparano con facilità fin dalle prime battute di gioco e il personaggio principale si controlla che è un piacere, la risposta al pad è immediata e senza incertezze. Il tarlo che era insito nella testa di molti prima dell’uscita di GTBG era quello della ripetitività, fatemi dire che questa è sì presente ed era inevitabile in un picchiaduro (seppur atipico come questo) ma è davvero ridotta all’osso. Signori, siamo sempre e in ogni caso di fronte ad un gioco mazzuolatorio e da questo si esige una quantità elevata di combattimenti che, inevitabilmente, con il procedere dei livelli diventano ripetitivi ma non per questo noiosi, poiché diversificati da elementi mutevoli e molto vari, primo fra tutti la varietà d’ambienti e nemici da affrontare. Per quanto riguarda i primi, vi basti sapere che per portare a termine GBTG sarà necessario affrontare ben cinquanta locazioni suddivise in cento livelli, mentre per i secondi sappiate che sarà possibile mazzuolare circa venticinque tipi di mostri e mostriciattoli differenti (zombie di vario tipo, scheletri, draghetti, ectoplasmi, mostri storpiati, ragni, eccetera). Il livello di difficoltà non è estremamente elevato, diciamo che è nella media, con punte però molto alte rappresentate da un paio di passaggi che richiedono davvero tanto tempo e studio per essere superati. Fra l’orda di brutture che dovrete affrontare ce n’è una in particolare che si presenta imbattibile, nel senso che l’unico modo di superarla è evitarla. Avete capito bene. Di cosa sto parlando? Della morte. Ebbene sì, avete presente come è rappresentata la morte? Quel fantasma che indossa una casacca nera e che brandisce una falce? Avete capito? Bene, bravi. Dovete sapere che si presenterà a voi nei momenti meno consoni, quando, magari, siete già impegnati con un bel pò di gentaglia. Un solo tocco della sua mano è mortale e non si può fare altro che evitarla poiché è immune a qualsiasi arma. Consola in parte il fatto che “Morte” non faccia distinzioni fra Cooper (che è comunque l’obiettivo principe) e gli altri personaggi su schermo, chi tocca tocca, tutto muore; anche in questi casi non manca la vena umoristica: una volta folgorati da Morte, quest’ultima si lancia in un assolo di chitarra elettrica che, nel caso specifico, è rappresentata dalla sua fedele falce.Ripetitività non è quindi una caratteristica di questo prodotto che si è dimostrato giocabile e duraturo.

– Stile grafico spassoso e bellissimo

– Sonoro adatto e orecchiabile

– Situazioni esilaranti

– Immediatezza

– Varietà di situazioni

– A volte le telecamere difettano

– Alcuni passaggi frustranti

8

Rare è riuscita a ricreare anche su Xbox quell’atmosfera giocosa che molti le credevano capace solo su piattaforme Nintendo. Gran dimostrazione di maturità, questa, che sicuramente farà piacere ai fedelissimi della X verde. GBTG è un gioco ben realizzato, immediatezza e originalità sono gli aggettivi che meglio si adattano ad un prodotto adatto a tutte le fasce di età. Pur presentando uno stile grafico da cartoon, privo di effetti luce e tocchi di classe particolari, GBTG ha catturato l’attenzione del sottoscritto per la sua capacità di far coinvolgere e immedesimare nell’avventura e per il feeling innato che sa creare con il giocatore. Una volta preso in mano il pad non lo mollerete fino a che non avrete portato a termine il gioco. Fortemente consigliato agli appassionati di questo genere di giochi!

Voto Recensione di Grabbed by the Ghoulies - Recensione


8