Gomorra 3: impressioni dopo le prime quattro puntate

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a cura di YP

Da un paio di settimane il fenomeno televisivo italiano più riuscito degli ultimi anni è tornato in onda con la sua terza stagione. Stiamo parlando di Gomorra, serie prodotta da Sky e vero e proprio portento: oltre al successo in patria, lo show vanta anche il consenso del mondo intero, tanto da meritarsi un posto nell’Olimpo nelle produzioni contemporanee. Gomorra non è solo la miglior serie italiana, ma è anche una delle migliori serie in circolazione: grazie a una regia attenta, aiutata da interpretazioni sempre puntuali e una storia che non smette mai di rinnovarsi. Il cambiamento dalla prima stagione infatti è evidente, e quest’anno è ancora più marcato: come un vero predatore, però, lo show cambia pelle ma non efficacia. Gennaro Savastano (Salvatore Esposito) e Ciro Di Marzio (Marco D’Amore) sono tornati: scopriamo cosa raccontano queste prime quattro puntate, e in che modo lo fanno.

Genny deve occuparsi della sua situazione familiare romana, divisa fra il suocero e il figlio appena nato, Pietro, a cui ha voluto dare il nome del padre per poterlo, in qualche modo, onorare e ricordare. Ciro invece ha scelto l’esilio, dopo aver compiuto il suo ultimo, spietato gesto criminale; l’Immortale ha scelto la Bulgaria come proprio purgatorio personale. Si riparte da qui, da un senso di profonda tristezza per dei personaggi che non riescono ad essere umani: Gomorra racconta la storia del sangue e della violenza, ed è disposta a sacrificare tutti i suoi interpreti pur di essere fedele al suo credo. Il primo e il terzo episodio ci permettono di addentrarci nella nuova veste di Genny, sempre carnefice ma molto più intelligente ed ambizioso. La sete di potere l’ha portato a studiare un piano per prendere possesso del capitale del suocero, e per farlo avrà bisogno dell’aiuto di nuovi personaggi, ma anche dei suoi storici amici napoletani, che gli riportano costantemente la “situazione politica” delle Vele; territorio per cui prova ancora molto attaccamento e che, più banalmente, rappresenta tutt’ora un ottimo business. Il terzo episodio è invece la perla di quest’inizio di stagione: seguiamo Ciro nella sua vita bulgara, intento a lavorare per criminali che lui considera senza alcun dubbio incompetenti, senza logica o morale. Ciro è un uomo a cui la vita ha giocato brutti scherzi, facendogli fare i conti con la sua avidità e determinazione. Ora è solo, afflitto dai fantasmi del passato e in cerca della forza per tornare a casa. Condensare in un’ora una discesa infernale dantesca con annessa risalita non è cosa facile, ma Gomorra ci riesce alla grande. Certo, parliamo pur di sempre di criminali violenti, ma il cinema è arte e quando guardiamo lo show di Sky vogliamo solo goderci la storia, l’interpretazione dei fantastici protagonisti e coglierne la morale. Gomorra non può essere in alcun modo un cattivo esempio per la nostra società, mettiamo fine alla sterile polemica che talvolta riaffiora in modo ingiustificato. 
Il quarto episodio poi ha uno dei momenti più incredibili di tutta la serie e getta le basi per l’ennesimo cambio di marcia: Gomorra ha coraggio da vendere e lo pratica con idee giuste che fino ad oggi gli stanno dando assoluta ragione. Si riparte alla grande, dunque, con solidità narrativa ed ispirazione visiva: sono confermate altre due stagioni e se i presupposti continueranno a essere questi non possiamo che esserne felici. 

La terza stagione di Gomorra ci ha colpito per intensità e capacità di creare una storia con fondamenta sempre diverse ma ugualmente riuscite. Ora Genny e Ciro sono personaggi profondamente diversi e interagiscono con un mondo criminale differente rispetto alle stagioni passate. La qualità della narrazione però è rimasta immutata: continua a prendersi dei rischi e mette in scena episodi magistrali come quello dedicato a Ciro, privo di sbavatura e capace di riassumere in un’ora la psicologia di un personaggio che non smette di stupire. Dall’altra parte Gennaro è chiamato a vincere la sfida più grande della sua vita e non vediamo l’ora di vedere come andrà a finire. Anche quest’anno, insomma, Gomorra è una garanzia.