Recensione

God of War Collection

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Era il 2005 quando il fantasma di Sparta sconvolse completamente la scena degli hack’n’slash su console: God of War giunse come un fulmine divino a ciel sereno, coniugando spettacolarità, violenza ed un gameplay granitico, a formare un cocktail dal gusto sopraffino, ancora oggi motivo di vanto per tutti i seguaci del marchio Playstation.Due anni dopo fu la volta del secondo capitolo, che portò alle estreme conseguenze quanto già visto, rivelandosi uno dei titoli migliori in assoluto del catalogo PS2: Sony non poteva non rendere omaggio a questi classici, e difatti nel 2010 giunse la God of War Collection, rimasterizzazione in HD per PS3.Quasi fuori tempo limite, ecco arrivare anche la conversione portatile: hit or miss?

Questa è SPARTA!Ok lo so che la citazione è presa da un altro contesto, ma trovo che sia tremendamente azzeccata per l’epopea di Kratos, burattino in mano ad un manipolo di dei capricciosi prima e furente vendicatore poi: la vendetta è una delle molle più antiche (e più efficaci) per qualsiasi storia, e nella stessa antica Grecia, background narrativo della trilogia), rappresentava il tema centrale di tantissime opere letterali e teatrali.Così la linearità e la semplicità di fondo del plot annegano nel mare d’ira che emana il nostro eroe, mare che pure non placa la sete di sangue di Kratos e non diluisce la nostra voglia di dispensare morte e sventramenti assortiti: ecco perché, pur conoscendo a menadito ogni piega delle vicende dello sfortunato spartano, ho gustato nuovamente la forza dell’odio che esso nutre per l’Olimpo.E questo nonostante avessi delle remore sull’opportunità di questa riedizione per una serie di motivi: innanzitutto sono molto deluso dal fatto che non ci sia notizia di un capitolo dedicato a PSVita, laddove PlaystationPortable ha goduto di ben due titoli esclusivi, il secondo dei quali di particolare qualità.Certo, le vendite dell’attuale console portatile sono state finora al di sotto delle aspettative, ma se non è Sony a credere nella sua creatura, non vedo chi dovrebbe farlo…Inoltre, se pure con qualche limitazione di troppo, God of War Collection era già nella lista dei giochi per i quali era abilitato il remote play tra PS3 e PSVita da ormai quasi due anni.A controbilanciare queste mie perplessità, c’erano però il prezzo di lancio budget (24,99 euro), che oltre tutto abilita al download anche su PS3 visto che il titolo è cross-buy (ma non cross-save, stranamente), l’abilità di Sanzaru con i porting per Vita, dimostrata anche recentemente con la Sly Trilogy, e ovviamente la possibilità di disossare ciclopi anche al parco.

Un passo avanti e uno indietroTralasciando la bontà del gameplay, ormai comprovata ed oggetto di numerose analisi sulle pagine di Spaziogames, intendo concentrarmi sulla qualità del lavoro di porting e sulle (poche) feature esclusive di questa versione portatile.Il lavoro dei ragazzi di Sanzaru, che pure nel complesso è accettabile, è sicuramente inferiore a quello fatto con la raccolta dedicata a Sly il procione: soprattutto il primo titolo, che è sì il più vecchio ma è anche quello meno esoso in termini grafici, soffre su più fronti, soprattutto a livello di framerate.Se per tutte le situazioni di ordinaria amministrazione il gioco gira bene, non appena lo schermo viene affollato da mostri oversize (e in God of War ce ne sono parecchi), i rallentamenti si fanno evidenti, pur senza pregiudicare mai del tutto la fruizione del titolo.Il compromesso, accettabile dal punto di vista della portabilità, diventa sospetto quando invece, nelle medesime situazioni, God of War II esce a testa alta, con rallentamenti minimi quando non impercettibili: sorge allora il dubbio che all’adattamento del capitolo originario sia stata dedicata meno cura, considerandolo, forse, il titolo meno attraente del pacchetto. Ed è un peccato.Discorso analogo per quanto riguarda il livello di dettaglio generale, che, pure notevolmente superiore a quello ottenibile via remote play, non raggiunge ancora livelli soddisfacenti: il discorso vale soprattutto per le sequenze in-game, visto che, se la memoria non mi inganna, anche su PS3 la qualità dei filmati era discutibile, a causa di un’eccessiva compressione.Nella frenesia del gioco difficilmente ci farete caso, ma la linea visiva è considerevolmente diminuita rispetto alla versione da salotto e i modelli poligonali di alcuni nemici sembrano essere andati incontro ad un generale impoverimento, probabilmente per alleggerire il motore grafico: tutto questo non nuoce alle dinamiche di gioco, sia chiaro, ma in questa sede, analizzando il lavoro di porting, non posso non farle notare.L’implementazione di controlli tattili è poi un altro punto controverso: al touch screen posteriore sono infatti delegati i comandi contestuali (come l’apertura di bauli e porte) e questo, a seconda di come si impugna la console durante il gioco, può essere un problema:personalmente, durante le ore di test, è capitato più volte di attivare l’animazione corrispondente in maniera del tutto involontaria, magari proprio nel bel mezzo di un combattimento particolarmente concitato. Insomma, non il massimo della comodità.Va detto che ognuno ha un’impugnatura diversa quando si parla di console portatili, ma ritengo di avere mani nella norma (non troppo grandi o piccole) ed è quindi lecito pensare che il problema possa presentarsi anche a qualcuno tra voi lettori.Stesso discorso per la corsa, attivabile via schermo tattile, che si rivela scomoda e poco funzionale, a maggior ragione considerando che non è possibile cambiare il layout dei comandi a piacimento.Mi ha poi sorpreso in negativo la mancata implementazione del giroscopio di PsVita per tutte le fasi in cui il nostro alter ego è in equilibrio su travi o funi: oltre ad essere la soluzione più naturale, avrebbe forse evitato l’effetto scivolamento che ho riscontrato numerose volte, e che mi ha condotto a morti stupide quanto incolpevoli.Chiude il quadro un’interfaccia invero bruttina, con icone tra il bianco e il grigio chiaro che mal si sposano con il tono e i colori dell’avventura e che sembrano aggiunte posticce dell’ultimo minuto.

La magnificenza del secondoSebbene, a parte i cali di framerate, i problemi elencati siano comuni ad entrambi i titoli della raccolta, il lavoro di porting sul secondo capitolo appare generalmente migliore, e non solo per la superiorità grafica di quest’ultimo: God of War II è quantomai vicino alla versione per Playstation3, e questo è decisamente un complimento per la bistrattata PSVita.Nonostante i giochi proposti siano solo due, la durata complessiva si avvicina alle 25 ore, e di certo l’aggiunta di trofei non guasta e potrebbe fornire ulteriori incentivi ai più collezionisti.

Essere Kratos dovunque

Cross -buy con PS3…

Prezzo budget

Controlli touch forzati

…ma non cross-save

Nel complesso, porting zoppicante

7.0

Nonostante un porting di qualità altalenante, che riserva un trattamento di favore solo al secondo episodio della saga e implementa quasi a forza delle features tattili che detraggono dal gameplay piuttosto che aggiungere, God of War Collection sa rapire esattamente come qualche anno fa, soprattutto grazie alla bontà e alla solidità del suo gameplay.

Il prezzo budget, l’opzione cross-buy con PS3 e la possibilità di vestire i panni di Kratos anche in metropolitana sono incentivi all’acquisto non indifferenti, ma sappiate che il miglior modo di fruire questa raccolta è ancora sul divano, davanti alla vostra tv.

Voto Recensione di God of War Collection - Recensione


7