Recensione

Glare

Avatar

a cura di Shiryo

Uno schianto improvviso su un pianeta lontano. Un essere di luce, vestito di un’armatura antica, è giunto  sulla terra lontana, pronto a disinfestarla dai terribili Ramora, esseri oscuri e malvagi. In Glare prendiamo i panni dello “Shiner”, l’essere che illumina. Un’entità in grado di sfruttare il potere della luce per combattere e sconfiggere l’oscurità. Pronti per il viaggio?

L’essere illuminante è pronto a combattere l’oscuritàAssistiamo ormai da diversi anni ad un utilizzo sempre più importante di ombre e luci come parte integrante del gameplay. Sono tanti i titoli ad aver tentato di battere questa strada, soprattutto giocando sull’oscurità, sul controluce, o sulla possibilità di celarsi nell’oscurità. l’action-platformer Glare, in controtendenza, mette i giocatori al controllo di un’entità di pura luce, lo Shiner, e, senza particolari introduzioni, gli chiede di affrontare cinque mondi infestati da creature aggressive e terrificanti. 
Sin dai primi minuti di gioco è possibile familiarizzare con il semplice sistema di controllo: che si utilizzi mouse o tastiera, il feeling con il personaggio è buono, anche grazie alla limitatezza dei comandi impartibili. Lo Shiner infatti può inizialmente utilizzare solo la sua capacità di generare luce, sotto forma di un cono luminoso. Tale cono, scopriremo presto, consente di avvicinare al personaggio oggetti di luce quali globi d’energia, attivare elementi d’interazione presenti nello scenario, rendere visibili oggetti che non lo sono, e respingere i nemici e l’oscurità in generale.Abbiamo giocato sino in fondo tutti e cinque gli scenari di gioco, ma sarebbero bastati i primi due per comprendere la struttura portante di Glare. Il titolo è un continuum di acquisizione di nuovi poteri, mediamente uno per mondo, e di introduzione di nuovi elementi d’interazione all’interno dello scenario, in linea di massima due o tre per ogni area. Il prosieguo dell’avventura sui differenti pianeti è ulteriormente scandito da brevissime cut-scenes, sempre uguali tra loro, nelle quali l’eroe interdimensionale scorge la presenza di un mostro celato tra le profondità del globo. Intermezzi che spezzano il livello normalmente in tre parti, fino a giungere al boss di fine livello.

Tanta luce negli occhiAbbiamo volutamente dettagliato la struttura di Glare, in quanto la ripetitività che scandisce le circa tre ore di gameplay, al netto degli errori, molto probabilmente vi farà vivere alternati stati di stupore e forte assopimento. E’ innegabile che il primo impatto con il titolo di Phobic Studios sia d’eccezione: scenari floridi ed apparentemente incontaminati, accompagnati da musiche ambient, calano immediatamente nell’atmosfera surreale del gioco, e il coinvolgimento sale immediatamente alle stelle nell’affrontare i primi nemici, potendo utilizzare solo una luce capace di respingerli contro ostacoli acuminati. Purtroppo, però, già il primo upgrade ottenibile dopo pochi minuti di gioco, fornisce il giocatore di un cannone a braccio in stile Metroid / Megaman, con il risultato di rovinare l’approccio tattico ai nemici. Se fino al quel momento era infatti richiesto il loro aggiramento, per poterli spingere in aree letali, l’attivazione dell’arma, peraltro ingiustificata a livello di trama, trasforma la meccanica di combattimento in un semplice sparatutto. Senza rovinarvi uno dei pochi elementi di sorpresa del titolo, ovvero la scoperta dei nuovi poteri ottenibili, possiamo anticipare che in linea di massima si tratta di abilità già viste, nulla di originale e, non fosse per i differenti ostacoli che vengono introdotti proseguendo nell’avventura, certamente tali funzioni non aiuterebbero ad evitare la monotonia che permea la produzione, e che ha il suo apice nel terzo capitolo, quando si comprende come il ritmo non stia salendo abbastanza per essere già a metà avventura, e che c’è ancora tutto il percorso dopo il giro di boa da affrontare per arrivare al termine.A tenere viva la situazione cercando di dare un po’ di varietà e ritmo, riuscendoci in minima parte, sono infatti solamente le introduzioni che, con una certa puntualità, si intervallano tra le varie fasi di gameplay. Da piattaforme per supersalti, a soffioni che consentono di fluttuare, sino a linee di luce da percorrere appesi o sfere in grado di proiettare il protagonista a grande distanza, sono parecchie le variazioni al tema platform offerte al giocatore ma, a ben vedere, si dimostrano anch’esse sperimentazioni fatte già in passato, qui riproposte intelligentemente, ma senza originalità.
Compresi i differenti tipi di ostacoli, le interazioni introdotte in ogni livello ed entrati in confidenza con il level design, quello che sembra un incedere inizialmente molto difficoltoso e a tratti frustrante, si rivela invece piuttosto agevole, consentendo di ritrovarsi in qualche decina di minuti faccia a faccia con il mostro cattivo specifico di ogni mondo appena esplorato. Anche in questo caso la mancanza di originalità risulta evidente, giacché i vari boss differiscono minimamente solo per tattiche utilizzate per sconfiggerci, talvolta esagerando in ovvietà, altre penalizzando ogni errore con un forzato retry, mentre sono identici tra loro nell’aspetto, essendo composti tutti degli stessi elementi grafici e con medesime colorazioni.

Scenari ad alto impatto visivo, ma…Come accennavamo, il primo impatto con Glare è senza dubbio positivo. Il comparto tecnico fa assolutamente bene il suo lavoro, presentando scenari polished, come amano dire all’estero, ovvero estremamente puliti, rifiniti e dettagliati. Le textures sono curate, e trasmettono la qualità della materia che stanno interpretando. Gli effetti dell’ambientazione come il vento sulla sabbia, o gli elementi a sorpresa dello scenario, che ci fanno sentire a volte grandissimi, a volte minuti, compongono un quadro di grande qualità, da apprezzare nella totalità dei mondi esplorati, e distraggono da animazioni non particolarmente elaborate e dalla mancanza, quasi incredibile visto il contesto, della proiezione delle ombre di scenario e nemici. Il level design divide equamente fasi di ascesa e discesa alla più classica esplorazione orizzontale, e si dimostra particolarmente curato, anche grazie ad alcune chicche nelle meccaniche di salto ed interazione con la luce, che rendono alcune aree veloci e divertenti, per qualche minuto. Sebbene al cambio di scenario si resti sorpresi positivamente per le nuove ambientazioni, molto varie l’una dall’altra, una volta affrontati i primi minuti nel nuovo mondo, si sono già visti la stragrande maggioranze degli elementi che lo compongono e la sensazione di déjà vu si fa tangibile.

Il comparto audio si compone completamente di brani ambient, oseremmo dire persino new age, per  dar vita ad una colonna sonora minimale ed interessante nelle prime fasi di gioco, ma che diventa eccessivamente lenta e monotona quando portata avanti per tutto l’arco dell’avventura, senza cambi di ritmica e disinteressata dalle azioni su schermo, dall’inizio alla fine. La localizzazione è presente esclusivamente in inglese, ed è assente qualunque forma di dialogo o narrazione. Una vera trama, raccontata quantomeno da una voce fuori campo, avrebbe aiutato a destare più motivazione nel proseguire mondo dopo mondo, giacché manca anche una qualsivoglia forma di racconto visivo o testuale. Si segnala, come già anticipato, la completa compatibilità con gamepad. Per la prova abbiamo utilizzato un controller Xbox 360, trovando assolutamente comodo l’uso degli analogici sia per sparare e per roteare la luce intorno al personaggio, sia per balzi ad alta velocità.

– Bellissime atmosfere

– Ottimo level design

– Meccaniche legate alla luce ben realizzate

– Niente di davvero nuovo nel versante gameplay

– Diventa presto ripetitivo e monotono

– Personaggio senza alcun carisma

– Mancanza di una trama

– Dura davvero poco

6.0

Dopo i primi minuti di gioco, Glare ci ha fatto balzare sulla sedia. Abbiamo immediatamente immaginato di trovarci davanti all’Indie-platform del mese ma, poco per volta, tutta l’esaltazione è andata oscurandosi. Gli elementi positivi, sia chiaro, ci sono, e vanno oltre all’ottimo comparto grafico, che pur latita in alcune animazioni. Il level design è interessante, e le meccaniche legate alla luce riescono ad intrattenere per qualche tempo, pur non brillando d’originalità. Ad abbassare il valore del gioco sono la forte schematizzazione che rende tutto estremamente prevedibile, e il ritmo di gioco che non sale mai, oltre alla scarsa varietà di nemici e dei boss, tutti uguali, che incide anch’essa sulla ripetitività.

Quanto più ci è dispiaciuto è stato constatare quella che ci è sembrata una mancanza di coraggio da parte della produzione: il non voler limitare i combattimenti all’uso della luce a scopo repellente, eventualmente introducendo particolari poteri a tema, piuttosto che proporre il solito cannone a raffiche, totalmente fuori contesto. In conclusione, non consideriamo Glare un blackout totale, in quanto soggettivamente può comunque essere ritenuto un titolo apprezzabile, ma certamente non lo riteniamo tra gli esempi più splendenti di platform nel panorama indie attuale.

Voto Recensione di Glare - Recensione


6