Recensione

Ghost Recon: Island Thunder

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a cura di Matty

Negli ultimi anni, ma soprattutto di recente, i romanzi di Tom Clancy stanno vivendo una seconda giovinezza, rendendosi ispiratori di numerosi videogiochi a carattere bellico: da Rainbow Six, a Rogue Spear, passando per Splinter Cell, senza scordare Dal Tramonto all’Alba e Ghost Recon. Titoli nati in gran parte su PC, perché adatti alla mentalità degli utenti della suddetta piattaforma, così “smanettoni” e, a detta di molti, di rango più elevato rispetto agli amanti delle console; titoli però convertiti prima per PSOne (con scarso successo, per la verità) e successivamente passati a strizzare l’occhio alle console di nuova generazione, Xbox e PlayStation2 in primis. Proprio per la nero-verde di Microsoft, Red Storm Entertainment – ormai ampiamente abituata ad avere a che fare con il tema della guerra e dei libri di Clancy – sforna questo Ghost Recon: Island Thunder, una sorta di espansione, ma che espansione non è, dell’originale Ghost Recon. Nel senso che si tratta di prodotto stand alone, che è possibile giocare pur non avendo installato il capitolo precedente.

La solita americanata?Anno 2009. Dopo la morte di Castro, alla vigilia delle prime elezioni libere, Cuba è stata gettata nel caos da un’organizzazione di narcotrafficanti. I Ghost vengono inviati sull’isola al fianco delle forze ONU al fine di riportare l’ordine e di assicurare il regolare svolgimento delle elezioni. Riusciranno i nostri eroi…? Come avrete intuito, in Island Thunder sono stati riproposti tutto il realismo, l’adrenalina, l’azione, la tensione, il coinvolgimento tipici di un’opera del celebre Tom Clancy (vedere il filmato introduttivo per credere). L’America è pronta a preservare la pace nel globo, ancora una volta, e ad affermare definitivamente il suo ruolo di prima potenza mondiale. Ma la missione è dura, e le forze avverse sanno il fatto loro.

GameplayCenni generali e single playerTratto distintivo di Ghost Recon e dei suoi predecessori è sempre stata la necessità di pianificare in modo estremamente accurato il modo in cui affrontare gli scenari: questo nuovo episodio non fa eccezione. In Ghost Recon: Island Thunder non andrete da nessuna parte sparando all’impazzata. Personalmente è per questo che ritengo il prodotto di Red Storm Entertainment un videogame quasi d’elite, concepito per pochi “eletti”, o perlomeno per delle persone che sono disposte a stare anche diverse ore davanti al televisore ad elaborare tattiche, mosse e contromosse e ad agire con pazienza e devozione.Ciò che impressiona è l’incredibile atmosfera di realismo che si respira durante tutti i livelli: il minimo errore può essere fatale, sempre. Il confine tra la morte e la vita è minimo, così come quello tra la vittoria e la sconfitta, esattamente come accade in guerra, quella vera.Nel corso del gioco, potrete controllare due team di Ghost, ciascuno dei quali comprenderà tre soldati (sceglierete voi quali) il cui equipaggiamento verrà deciso da voi prima di entrare in azione. Avrete dunque modo di effettuare un’adeguata cernita relativamente agli uomini (rifleman, support, sniper e demolition le specializzazioni) ed alle armi da utilizzare (che sono al massimo due) in base alla missione con cui avrete a che fare.Se conoscete Ghost Recon, non avrete comunque problemi a districarvi all’interno dell’interfaccia e dei menù presenti in Island Thunder che, d’altronde, riprende parecchio fedelmente la struttura del prequel.I controlli e le opzioni sono abbastanza numerosi ma, grazie ad un manuale ben scritto, di semplice uso. Si spara col grilletto destro, con i tasti A e B si eseguono rispettivamente la ricarica ed il cambio di arma, con il pulsante Y si assume il controllo di un altro membro della squadra, e via discorrendo. E’ possibile impartire ordini ai compagni sul comportamento che devono tenere premendo il grilletto sinistro, accedendo così all’apposita schermata. Da notare che è possibile comandare solo la squadra della quale non si fa parte (cioè quella interamente controllata dalla CPU); al contrario, l’altro team seguirà il vostro stesso atteggiamento. Tornando all’interfaccia, un comodo indicatore situato sulla parte inferiore dello schermo segnala la presenza di nemici, fungendo quasi da radar oltre che da bussola. L’orientamento risulta così agevolato, a dispetto della notevole vastità degli scenari.Quanto alla modalità giocatore singolo del titolo, essa include otto missioni e si dimostra convincente e ben architetturata, seppur decisamente troppo corta. Riesce a coinvolgere l’utente specie perché l’IA dei compagni e dei nemici è davvero realizzata a dovere. Come si dice, “breve, ma intensa”.

MultiplayerIl multigiocatore di Ghost Recon: Island Thunder è l’opzione single player elevata al quadrato. Le emozionanti sfide con gli amici si trasformano in sessioni di gioco interminabili ogni qualvolta si tenti di superare il maggior numero di missioni possibili. Difficile descrivere a parole cosa significhi provare Island Thunder con un amico che riesce a giocarci quanto meno discretamente. Semplicemente, è un’esperienza che tutti, dal primo all’ultimo, dovrebbero provare. La ciliegina sulla torta è poi il supporto a Xbox Live, praticamente la ragione per la quale è nato questo gioco.Già il primo Ghost Recon aveva catturato una grandissima fetta dei videogiocatori di Xbox Live, per la sua diversità e complessità, nonché per la facilità con cui si prestava alla creazione di clan dedicati. Peccato però per alcuni bug (fra tutti un’eccessiva, insostenibile lentezza se gli utenti in gioco erano troppi), che rovinavano in parte la modalità ondine del videogame.Ma con Island Thunder, posso affermarlo con relativa sicurezza, è stato tutto risolto, o quasi. Non si verificano più crash improvvisi, le partite sono più godibili e, in più, mentre si conversa viene evidenziato il Gamertag di chi parla; anche se… c’è un “ma”: quando si è in molti (approssimativamente dai dodici-tredici utenti in poi) è necessario che qualche buon’anima dotata di connessione a fibra ottica faccia da server (ovvero metta a disposizione la sua linea) affinché non si riscontrino rallentamenti di sorta.Le modalità fruibili in multigiocatore sono veramente un numero spropositato, divise nelle opzioni Cooperativa, A squadre, In solitaria. In totale sono addirittura tredici, e vanno dal classico Deathmatch, alla Missione, fino ai più particolari Hamburger Hill, Cat and Mouse e Siege. Dopotutto, se Island Thunder nasce per il multiplayer ci sarà un motivo, o no?

Tecnicamente parlandoDal punto di vista grafico, il titolo si difende bene, pur ereditando l’engine 3D del predecessore, ovviamente migliorandolo sotto diversi aspetti. Partendo dalle note negative, è rimasta ancora un po’ quella sensazione di tratto geometrico che già si era evidenziata in Ghost Recon. Altresì, vi sono alcuni lievi, quasi impercettibili rallentamenti nelle situazioni più concitate, ma non inficiano assolutamente il gioco. In multiplayer si possono vedere alcuni effetti di pop up, non molto gradevoli ma, pure in questo caso, estremamente limitati. Più accentuato, invece, il fogging in lontananza.Ben più cospicui sono i pregi del motore tridimensionale del prodotto Red Storm: pregevoli le animazioni e la renderizzazione dei personaggi, nonché le texture che ricoprono i (non numerosissimi, per la verità) poligoni. Nel complesso, poi, le scelte cromatiche sono azzeccate e catapultano alla grande all’interno dell’isola cubana, facendo avvertire al giocatore la sensazione di essere davvero ai caraibi, ma non per una vacanza…Forse i paesaggi possono apparire non troppo dettagliati, ma va bene così.

SonoroRed Storm Entertainment non ha mai mancato di esibire tutta la sua maestria nel ricreare al meglio gli effetti sonori ed ambientali dello scenario circostante, e non s’è smentita nemmeno questa volta. L’abbaio dei cani, il cinguettio degli uccelli, il rumore degli spari, delle esplosioni, tutto è stato riprodotto in modo eccellente. Allo stesso modo, risultano piacevoli le musiche, che trasmettono egregiamente la percezione della vittoria o della miserabile sconfitta. Eccezionale, sul serio.

LongevitàCorto, quasi essenziale in single player, Island Thunder cambia faccia in multigiocatore, facendosi apprezzare per un fattore rigiocabilità infinito (sia in splitscreen, che in System Link o su Xbox Live), grazie alle numerose mappe disponibili, che includono le quattro preferite dagli amanti del primo Ghost Recon. Senza dimenticare che gli sviluppatori hanno promesso il rilascio, in un futuro prossimo, di contenuti scaricabili.

– Coinvolgente, come un libro di Clancy

– Buona grafica

– Effetti sonori stupefacenti

– Infinito in multiplayer

– Prezzo competitivo

– Non adatto a tutti

– Corto in single player

8.2

Ghost Recon: Island Thunder è, a tutti gli effetti, un’evoluzione dell’originale e, pur nascendo come add on a sé stante (proposto ad un prezzo medio di 30 euro), coinvolge e si fa giocare come fosse un titolo completamente nuovo. I fan del “vecchio” Ghost Recon lo ameranno follemente per la sua forte, forse a tratti esasperata componente strategico-tattica, che rende appunto il gioco Red Storm non adatto a tutti i palati.

Se vi piace la saga, se ogni volta state davanti alla TV a vedervi i film americani, se Tom Clancy è il vostro scrittore preferito e, soprattutto, possedete Xbox Live, non potete fare a meno di questo Island Thunder.

Un gioco di nicchia, probabilmente, ma che gioco.

Voto Recensione di Ghost Recon: Island Thunder - Recensione


8.2