Recensione

Genji

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a cura di Fabfab

Se c’è una tipologia di giochi che abbondano su Playstation 2, questi sono sicuramente gli action-game: ce ne sono veramente di tutte le salse e per tutti i palati.Genji, l’ultimo arrivato, è opera di una software house nuova di zecca, Game Republic, fondata da Yoshiki Okamoto, un ex Capcom che ha collaborato ad alcuni dei titoli principali della casa giapponese, tra cui il celebre “Onimusha”. E proprio ad “Onimusha” questo nuovo Genji si ispira palesemente.

Samurai, spade e guaiLa trama del gioco è ispirata al celebre “Genji Monogatari”, un romanzo storico giapponese scritto nell’XI secolo d.C., anche se la stessa è stata ovviamente modificata per esigenze di sceneggiatura. Alla fine le vicende finiscono nel ridursi nel solito scontro tra bene e male: il potente e crudele clan degli Heishi ha preso il controllo di gran parte del Giappone e governa con pugno di ferro e spietatezza. Il segreto del loro potere é rappresentato da alcune pietre magiche dette Amahagane che conferiscono ai leader Heishi capacità sovrumane. Gli ultimi superstiti del clan Genji, l’elegante Yoshitsune e il gigantesco Benkei, uniscono le loro forze per sconfiggere gli Heishi, sfruttando anch’essi il potere delle Amahagane. Va detto che la realizzazione di un Giappone medieval-fantasy è davvero riuscita ed estremamente coinvolgente, il tutto grazie alla bella colonna sonora e, soprattutto, al fatto che Sony ha lasciato anche la lingua giapponese per il parlato (in alternativa è presente anche il doppiaggio inglese, ma ve lo sconsiglio).Il motore grafico viaggia tranquillamente a 60 frame al secondo (salvo qualche sporadico calo), rendendo i combattimenti veloci e frenetici, anche quando ci sono numerosi avversari su schermo. Molto riuscito anche il level design, che presenta ambienti saturi dei colori di una rigogliosa natura, davvero piacevoli a vedersi e a visitarsi. Nel gioco ci si muove attraverso una mappa stilizzata sulla quale spostarsi da una località all’altra. Ogni livello non è mai troppo grande, ma sono comunque sempre vari e pregevoli alla vista. Gli ambienti sono realizzati in 3D, ma le inquadrature sono statiche, esattamente come in “Onimusha 3”: la cosa, però, non rappresenta un grosso limite, visto che l’esplorazione degli stessi è un’operazione secondaria rispetto al combattimento. Gli enigmi sono molto semplici ed in genere si risolvono da soli, per trovare il modo di proseguire in genere è sufficiente uccidere tutti i nemici nei paraggi e distruggere tutti i contenitori. Ci si potrebbe lamentare della scarsa interattività dei fondali, o delle solite limitazioni tipiche di questo genere di titoli (Benkei è un colosso che combatte impugnando un gigantesco tronco d’albero, ma non può abbattere la classica porticina di legno che blocca la via), ma non avrebbe molto senso: si tratta di trovate funzionali al tipo di gioco.Il feeling tutto nipponico del titolo Game Republic si avverte anche nella realizzazione dei protagonisti, Yoshitsune e Benkei in primis ma anche tutti gli altri: la cura per il dettaglio è notevole e le movenze di eroi e nemici sono fluide e realistiche. La narrazione delle vicende si avvale anche di oltre un’ora di belle sequenze in computer grafica.Da segnalare, infine, l’ottima conversione realizzata da Sony per il mercato Pal: il gioco presenta il selettore 50/60hz e, come già detto, la possibilità di settare la lingua originale. Davvero un punto a favore del titolo Game Republic!

Fight for freedomTrattandosi di un emulo semplificato di Onimusha, l’attenzione dei programmatori si è concentrata principalmente sui combattimenti ed i risultati ottenuti sono eccellenti.Il sistema di controllo è decisamente intuitivo: ognuno dei due protagonisti ha un attacco normale ed un attacco speciale, oltre alla possibilità di correre e saltare per spostarsi sul campo di battaglia; è possibile anche parare gli attacchi nemici, ma non tutti. Detto così potrebbe apparire fin troppo scarno, ma non fatevi ingannare: pochi comandi significa combo intuitive e, soprattutto, la possibilità di concentrarsi sui nemici e sugli elementi dell’ambiente da sfruttare a nostro vantaggio.Oltre a quanto detto sopra, i protagonisti possono attivare il potere della Amahagane, dopo aver riempito delle apposite barre energetiche a suon di uccisioni (bastano pochi colpi per farlo). Questo particolare potere, noto come Kamui, consiste in una sorta di slow motion: dopo averlo attivato i nemici cominceranno a muoversi più lentamente e premendo col giusto tempismo il tasto Quadrato ogni volta che appare su schermo, il personaggio utilizzato dal giocatore si produrrà in rapide schivate e veloci contrattacchi. Se attivato mentre si combatte contro più avversari è possibile sterminarli tutti in un colpo solo con una rapida sequenza di schivata/contrattacco, se utilizzato contro i boss toglie loro buona parte dell’energia vitale. Il Kamui è tutto basato sul tempismo, i vari nemici hanno tipi di attacchi differenti ed è necessario non sbagliare se si vuole che la tecnica risulti efficace. Il Kamui ha una durata limitata, che si riduce ulteriormente in caso di errore.Sconfiggendo gli avversari si guadagna esperienza e il personaggio si potenzia: ma è possibile aumentarne i valori anche dotandolo di nuove armi, armature ed oggetti, che sono acquistabili nei negozi oppure si trovano nascosti nei livelli di gioco. Yoshitsune e Benkei vanno potenziati singolarmente, dunque trascurare uno dei due significa renderlo praticamente inutilizzabile nei livelli più avanzati.

– Grande level design

– Gameplay semplice ed immediato

– Combattimenti veloci e divertenti

– Troppo corto

7.8

Genji è un ottimo action game, con controlli intuitivi che permettono comunque una discreta profondità di gioco: anche tecnicamente il lavoro di Game Republic si distingue per la bellezza e il dettaglio di personaggi ed ambientazioni. L’unico vero limite, dunque, è una longevità davvero troppo limitata, che i bonus sbloccabili ad avventura completata (tra cui nuovi livelli di sfida) non bastano a sopperire…

Voto Recensione di Genji - Recensione


7.8