Recensione

Gear Up

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a cura di JinChamp

Che il mondo indipendente, videoludicamente parlando, abbia portato all’industria nuove idee e tipologie di gioco è sotto gli occhi di tutti, tuttavia sin dall’epoca del 2D c’è sempre stata una costante che ha saputo intrattenere, fino a questo punto, intere generazioni di videogiocatori. Stiamo parlando dei carri armati, o semplicemente tank come si è soliti chiamarli. Nell’era degli indie, dei free-to-play, degli sparatutto, non poteva certo mancare un minimo comune denominatore di tutti questi elementi, sviluppato nella fattispecie dal piccolo team svedese dei Doctor Entertainment, chiamato Gear Up.

Customize your tankAbbiamo iniziato parlando del F2P, ma Gear Up, come ovvio e giusto che sia, ha adottato un modo per monetizzare, offrendo al giocatore oltre che al gioco base totalmente gratuito anche due formati – rispettivamente da 7 e 14 euro circa – che danno accesso istantaneo ad alcuni (o tutti nel caso del pacchetto premium) contenuti comunque sbloccabili senza penare troppo anche mantenendo chiuso il proprio portafoglio. In sostanza, una sorta di via di mezzo tra il temuto pay-to-win ed il controverso pay-to-be-cool.Andiamo però con ordine: in Gear Up ci si ritrova in un mondo più affine ai giocattoli che ad un vero e proprio campo di guerra, pilotando il proprio corazzato in sei diverse mappe e tre modalità classiche (conquista e difendi ed i deathmatch sia a squadre che tutti contro tutti) insieme ad un massimo di altri 15 giocatori, dove lo scopo non può essere altro che puntare e distruggere tutti i nemici a portata di cannone. A completare il quadro ci sono disseminati in punti precisi dei power up per ricaricare munizioni, parte dell’energia mancante o potenziamenti alla resistenza, alle armi e quant’altro. Tutto molto semplice ed immediato che non necessita di grandi introduzioni ma riesce ad accogliere sin da subito il giocatore, il quale potrà sfoggiare in ogni partita il suo personalissimo carro, difficilmente identico ad un altro.Questo perché è disponibile un menù di personalizzazione del proprio mezzo che permette di cambiare pezzo per pezzo ogni elemento ed il colore di quest’ultimo, sempre restando in tema giocoso ed allegro del contesto generale. Tra i componenti a disposizione è possibile trovare torrette che variano dalle forme solite fino alle più fantasiose a forma di squalo, di ufo alieno e via dicendo. Anche i cingoli non rappresentano l’unica possibilità per muoversi ma, volendo, si può optare anche per dei tentacoli prensili in stile Doctor Octopus, in grado di arrampicarsi su ogni superficie o eliche e sistemi antigravitazionali per levitare senza nemmeno toccare il terreno, mentre come armi si trovano varietà di mitragliatrici leggere e pesanti fino ai classici razzi. I colori sono sempre piuttosto accesi, dando ancora di più l’idea di “giocattoloso” e tamarro, dando l’occasione al giocatore di adornare il tutto anche con dettagli ironici come ombrellini, corna e teschi come ciliegina sulla torta.Ogni pezzo non ha solo una mera funzione estetica ma soprattutto funzionale, già chiarita almeno in parte sulla differenza di modello dei cingoli ed alternative annesse. Ogni componente porta un quantitativo di armatura, che altro non è che una quantità di punti vita prima che si venga distrutti sotto il fuoco nemico, un peso ed ovviamente una potenza e cadenza di fuoco per tutte le armi ed una velocità massima per i mezzi di propulsione. Con un account free è possibile acquistare ogni componente per una piccola quantità di moneta in game, chiamata G, facilmente reperibile giocando ma se ne possono stivare solo dieci, dovendo dunque rivenderli se si desidera provare equipaggiamenti nuovi per i propri mezzi da guerra. Tutto sommato comunque non inficia particolarmente l’esperienza ed il divertimento alla base, tuttavia almeno i primi game si rischierà seriamente di sentirsi impotenti contro coloro che posseggono un armamentario decisamente di livello maggiore, con molta più resistenza e molti più danni, oltre a dover scegliere oculatamente come spendere i propri G per un acquisto valido e soprattutto utile al proprio stile di gioco.Acquistando invece un account basic, si sblocca la possibilità di poter sbloccare tutti i pezzi senza doverli poi rivendere, mentre con l’account premium si entra automaticamente in possesso di tutti gli elementi sin da subito. Un po’ pay-to-win potrebbe sembrarlo, ma almeno chi decide di spendere valuta reale non ottiene di per sé alcun vantaggio non ottenibile con un po’ di pazienza anche da chi decide di tenere i propri risparmi al sicuro.

Fire power and techCome abbiamo già accennato prima, la semplicità di approccio è certamente uno dei punti di forza di Gear Up, che non rimane purtroppo esente da alcuni difetti. Se la poca varietà delle mappe non è senz’altro un problema, la giocabilità qualche limite ce l’ha ed anche piuttosto pesante. Stiamo parlando soprattutto dei comandi di movimento, affidati agli intramontabili tasti WASD su tastiera, un po’ macchinosi soprattutto quando si tratta di ruotare la base per cambiare direzione. Assolutamente legnoso e scomodo invece l’utilizzo del pad, supportato e responsivo ma che usa la levetta analogica sinistra nello stesso identico modo dei tasti suddetti, riducendolo praticamente a sole quattro direzioni e l’impossibilità di andare avanti o indietro mentre si gira. Poco calibrata è anche la levetta analogica destra, per spostare la mira, troppo poco sensibile e che renderà una impresa non da poco riuscire ad abituarsi a prendere la mira, lasciando quindi la tastiera come unica soluzione anche per chi è solito giocare su console, e quindi pad alla mano.Un altro aspetto controverso di cui inizialmente non sospettavamo l’incidenza diretta sul gameplay è la fisica. Se già la grafica e i toni scherzosi già ci hanno lasciato pensare si trattasse più del paese dei balocchi che un “battlefield” teatro di morte e distruzione, la fisica non fa che avvalorare decisivamente questa sensazione. Se vi ritroverete a guidare il vostro veicolo oltre una piattaforma per lanciarvi su una situata anche soltanto poco più in basso assisterete al rimbalzo del vostro piccolo panzer come se fosse fatto di plastica e gomma, cosa che purtroppo va a peggiorare ulteriormente la manovrabilità e non vi sarà possibile spostarvi o girarvi come desiderato finché il tank non si sarà stabilizzato dopo qualche secondo.  Ultima esperienza poco positiva a riguardo è stata ritrovarsi ribaltati dopo aver incontrato con i nostri cingoli dei piccoli gradini o sporgenze, cosa che ci ha lasciati in più di una occasione inermi e scoperti sotto il fuoco nemico senza pietà alcuna.Tutte queste sono caratteristiche di gioco che compromettono in parte l’approccio, almeno inizialmente, ma potrebbero essere in buona parte compensati dopo un po’ di ore di gioco ed essersi abituati completamente. Non c’è invece da preoccuparsi per la stabilità dei server e del netcode, forse anche “grazie” ad una popolazione non eccessiva che non sovraccarica il sistema e permette a tutti i giocatori di poter fruire Gear Up e preoccuparsi soltanto di questo senza fastidiosi fenomeni di lag, tuttavia è possibile anche trovare in qualsiasi momento varie stanze aperte e fiondarsi in battaglia in qualsivoglia modalità e con numero variabile di giocatori massimi consentiti, grazie soprattutto alla possibilità di unirsi anche a partite attualmente in corso piuttosto che dover aspettare in coda per iniziare insieme a tutti gli altri. Del tutto ininfluente anche la disponibilità della sola lingua inglese, dal momento che è tutto incentrato sul PvP e che i menù sono fin troppo intuitivi anche per chi non dovesse conoscere la lingua.

– Immediato e divertente giocato in gruppo

– Piena customizzazione del proprio carro armato senza limiti

– Free-to-play…

– I controlli sono parecchio fastidiosi

– I componenti dei tank sono abbastanza sbilanciati tra loro

– … ma bisogna pagare per sbloccare tutti i contenuti senza limiti

6.0

Cosa dire dunque di Gear Up? Il fatto che sia un gioco godibile anche senza spendere nulla aiuta e può ingolosire anche gruppetti di amici, anche senza la necessità di disporre di macchine particolarmente performanti, intenzionati a sfidarsi tra loro o in squadre con un gameplay divertente, immediato e simpatico, purtroppo guastato dai comandi non molto curati e che potrebbero risultare inizialmente anche frustranti per imparare a sposarsi e mirare adeguatamente, sia con la tastiera che – per chi lo volesse – con un pad. Insomma, una prova è certamente consigliata e potrebbe esser anche premiata soprattutto se in compagnia, mentre successivamente si può anche eventualmente scegliere di acquistare i pacchetti base o premium, piuttosto che affidarsi al buon vecchio farming partita dopo partita e costruirsi col tempo il proprio corazzato personalizzato.

Voto Recensione di Gear Up - Recensione


6