Recensione

Garou: Mark of the Wolves

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a cura di Tsubasa

Signore e signori: Garou -Mark of the Wolves- è probabilmente la massima espressione della scuola di pensiero SNK. E, badate bene, ho detto SNK non SNK-Playmore perchè i ragazzi che hanno sviluppato Garou sono quelli della vecchia SNK, quella che ci ha regalato Fatal Fury, Real Bout, Samurai Spirits e la saga dei King of Fighters.

Va bene, va bene. Ora Tsubasa si va a fare una camomilla e invece di sparare assurdità piene di isteria (direte voi) vi parlerà di questo Capolavoro.

Terry ritorna, questa volta invecchiato e senza cappellinoIncominciamo. Garou è un picchiaduro bidimensionale Made in SNK classe 1999 dove ce le diamo di santa ragione in classici incontri 1 vs. 1, scordatevi quindi la ormai rodata meccanica del 3 vs. 3 tipica dei King of Fighters. Per chi non lo sapesse è il seguito della saga di Real Bout Fatal Fury (infatti il nome nipponico di Fatal Fury è Garou Densetsu). Quindi ci aspetteremmo i fratelli Bogard, Krauser, Geese, Kim e Joe Higashi. E invece SNK ha pensato (come fece Capcom in Street Fighter III) di rinnovare totalmente il parco lottatori, ad eccezione di Terry Bogard. E visti i risultati si può dire che abbia fatto benissimo. Sinceramente era da parecchio che non si vedevano personaggi così carismatici, ottimamente animati e su fondali così belli uniti da un gameplay tanto solido e frenetico.Terry è invecchiato di dieci anni e dopo la morte di Geese (storico boss fin dal primo Fatal Fury) ne ha adottato il figlio Rock che, in quanto a parco mosse, rappresenta un ibrido tra il padre ed il nostro eroe. Tra i personaggi figurano i due figli di Kim anch’essi carismatici e fortunatamente complementari per quanto riguarda il parco mosse ed i discepoli di Andy Bogard e Ryo Sazaki (Ora, Ora Ora!!!) I personaggi purtroppo sono pochi (12 + 2 segreti ma selezionabili da subito) ma sono tutti diversi tra loro sia per quanto riguarda le mosse quanto per lo stile, di conseguenza la varietà è ottima.

Easy to Learn, Difficult to MasterSe andiamo a guardare il gameplay Garou è l’applicazione della filosofia che Miyamoto descrisse diversi anni or sono quando parlò del primo Super Mario Kart ovvero Easy to Learn, Difficult to Master. Questo perchè è un piacere imparare a giocare a Garou. E’ presente la solita modalità pratica dove, mettendo il gioco in pausa, è possibile consultare il repertorio di mosse che, neanche a dirlo, vengono che è una meraviglia sul pad della PS2. E questo vale tanto per le mosse speciali quanto per le Super che per le Potential Power (che altro non sono che delle super più potenti). E fin quì sembra semplice, il “solito ” picchiaduro ad incontri. Ma non mancano le novità che lo rendono “Difficult to Master” e soprattutto frenetico e avvincente. Andiamo ad analizzarle insieme.

Il T.O.P. ovvero “Voglio il meglio!” e il “Just Defense”Iniziamo dal T.O.P. acronimo di Tactical Offense Position. Il T.O.P. è una zona della nostra barra di energia, selezionabile all’inizio del gioco e che ne occupa un terzo durante la quale:

1) saremo più forti2) recupereremo lentamente l’energia3) avremo un’ulteriore mossa, di facile esecuzione (pugno+calcio forte), che arreca un discreto quantitativo di danno.

Appare chiaro quindi che il posizionamento del T.O.P. all’inizio o alla fine della barra dell’energia è un elemento strategico in quanto determinerà la diversa condotta di gioco a seconda dei casi più sull’offensiva o più sulla difensiva.Inoltre ecco il Just Defense. E’ un sistema (che ricorda quello di Street Fighter III seppur con un tipo di esecuzione diversa) dove parando gli attacchi un istante prima di riceverli si guadagna un po’ di energia e si avrà la possibilità di contrattaccare istantaneamente (Guard Crush). Se unite questi due elementi al classico gameplay dell’uno contro uno capirete che è semplice imparare quelle poche mosse per poter giocare ma che, per farlo a livelli superiori al semplice smanettatore occasionale e per divertirsi davvero, è essenziale entrare nella meccanica del T.O.P. e del Just Defense.

Ma quanto sei invecchiato, Garou?!A questo punto capirete che la meccanica di gioco non è affatto male. Considerate che gli incontri, grazie alle caratteristiche di cui sopra, sono molto frenetici ma mai smanettoni (scordatevi, come a volte accade in Tekken, di vincere grazie a colpi di fortuna) e che la rosa dei personaggi è ottimamente bilanciata e otterremo uno dei picchiaduro 2-D (forse IL picchiaduro 2-D) più attesi dall’utenza PS2 filo-SNK. A questo punto salta fuori la domanda più attesa: quanto è invecchiato questo prodotto? Quanto si fa pesante il fatto che sia stato programmato su un hardware di diversi anni fa? Quanto è evidente e fastidiosa la bassa risoluzione grafica? Diciamo che quest’ultima essendo parte della grafica è la prima cosa che salta all’occhio, tanto nelle presentazioni tanto nel gioco in se. Una cosa è certa: appena inizierete a giocare ve ne dimenticherete subito. Forse perchè le animazioni sono stupende, forse perchè le super sono spettacolari, forse perchè era dai tempi di Street Fighter 2 e Fatal Fury che non si vedeva un accostamento tra i fondali e i personaggi tanto azzeccato quanto carismatico.Forse perchè, dopo sei anni e dopo Tekken 5, Garou è ancora dannatamente divertente. Infatti, si sa, il vino d’annata più è vecchio e più diventa buono…E’ un peccato che sia un gioco di nicchia e che sia snobbato da molti unicamente per l’assenza di poligoni, resta il fatto che se si riesce a passare quella mentalità chiusa che hanno molti verso questo genere il divertimento, la tecnicità e il carisma dei personaggi non possono che colpirvi con la loro magia.

– Gameplay perfetto

– Personaggi bilanciati

– Animazioni spettacolari

– Fondali bellissimi

– Bassa risoluzione grafica

– Nessuna nuova opzione

– 14 personaggi

– Musiche non impressionanti

8.0

Garou: Mark of the Wolves è la differenza tra un picchiaduro 2-D qualunque e IL picchiaduro 2-D, è una lezione di come si fanno i giochi di combattimento vecchia scuola sia dal punto di vista grafico che da quello della giocabilità. Ovvio: non è paragonabile graficamente a Tekken 5 ma per i fautori del 2-D va bene così. Non ci sono innovazioni di sorta: il gioco è lo stesso della versione Neo Geo e Dreamcast. E meno male. Dopo King of Fighters ’94 Re-Bout la Playmore continua a sfornare conversioni per gli integralisti delle mazzate in bitmap che sinceramente non credo si possano lamentare… Aspettiamo con ansia la King of Fighters Collection e nel frattempo consigliamo il gioco a tutti, appassionati e non.

Voto Recensione di Garou: Mark of the Wolves - Recensione


8