Recensione

Galleon

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a cura di -Maxan-

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Galleon venne annunciato per la prima volta da Toby Gard; per l’esattezza sono ben sette anni, periodo interminabile per il dinamico mondo dei videogiochi e durante il quale questo titolo ha vissuto una vera e propria odissea ed ha visto gradualmente scemare l’hype intorno a sè. Inizialmente Galleon era visto ed atteso come un capolavoro perchè Toby Gard aveva da poco “sfornato” il primo capitolo della serie popolarissima e di successo che risponde al nome Tomb Raider. Lo stesso Gard si era promesso di creare un gioco ancora più innovativo, capace di riunire in sè diversi generi videoludici e di divenire il nuovo metro di giudizio per i futuri action-adventure. Ma erano proprio necessari sette anni per produrre tutto questo? Trovare una risposta a questo quesito non è semplice perchè, se da una parte Galleon porta con sè i segni (sopratutto sul lato tecnico) di una progettazione balbettante che non lo rende oggi un potenziale capolavoro di “ieri”, è anche vero che questo gioco sa trasmettere emozioni e ci dona un senso di avventura epica di non facile riscontro negli attuali action-adventure presenti sul mercato.

Tutto iniziò cosi…La nostra avventura inizia quando il saggio dottor Areliano, guaritore e governatore dell’isola di Akbah, scopre un oggetto misterioso e contatta Rhama Sabrier, il nostro alter ego nonchè eroe di quest’avventura, per valutarlo e scoprirne le origini. Ma si sa, le cose non vanno sempre per il verso giusto e l’improvvisa morte di Areliano ci catapulterà in un’avventura che si rivelerà sempre più coinvolgente e che porterà Rhama ad interpretare metaforicamente il Bene in lotta contro il Male. Il protagonista, accompagnato dal prode aiutante Bosun e dall’affascinante studiosa e guaritrice Faith (la figlia di Areliano), viaggerà, a bordo del rapido veliero Endeavour in un mondo fantastico intriso di Magia e Mistero. La storia si sviluppa in sette livelli, ognuno ambientato in un’isola differente di un arcipelago dalla forte impronta “piratesca”. Tutti gli ambienti sono particolarmentea ampi ed ispirati, difficilmente ci ritroveremo di fronte ad un “deja vù” perchè il team di Gard in sette anni di progettazione ha dedicato molto del suo tempo a perfezionare l’art design del prodotto. Qualunque luogo trasuda ore ed ore passate davanti a fogli di carta utilizzati per progettare ogni singolo centimetro del mondo di Galleon.La cura per i particolari investe anche i protagonisti del gioco. Ogni personaggio è fortemente caratterizzato e questo contribuisce molto ad immedesimarsi nella storia. Rhama Sabrier è un gentiluomo con una dose massiccia di fibra morale. Onesto, impavido, coraggioso e scaltro, Rhama entrerà subito nelle grazie dei giocatori (soprattutto se questi appartengono al gentil sesso) per la sua spiccata personalità e per il suo aspetto fisico da vero “macho” (da notare la mascella alla Ridge di Beautiful…). I maschietti saranno soddisfatti, invece, dalla vista di Faith, l’eroina di questa avventura, vagamente somigliante a Lara Croft e anch’essa dotata di una forte personalità che colpirà il cuore di Rhama.

Agile come Tarzan…Il gameplay di Galleon è, senza dubbio, uno dei punti di forza di questo titolo, anche se non è esente da critiche. I movimenti e le azioni messe a disposizione di Rhama sono di grande varietà e possono fare invidia a molti dei giochi attuali presenti sul mercato. Il nostro eroe può camminare, correre, saltare, scendere dalle sporgenze, contrastare le correnti d’aria, arrampicarsi su superfici verticali, rimanere sospeso ad un soffitto, nuotare in superficie o sott’acqua ed infine combattere. Tutto questo grazie all’uso di pochi comandi che si limiteranno, durante la maggior parte del gioco, al solo uso dello stick analogico di sinistra e del grilletto destro (da usare per le arrampicate sui muri). In base al tipo di pressione che utilizzeremo sullo stick analogico di sinistra, avremo due tipi di movimento: la camminata (con cui Rhama sarà molto attento ad evitare le insidie del percorso, come ad esempio improvvisi dirupi, e a muoversi cautamenti negli spazi angusti) e la corsa (utile per prendere la rincorsa prima di effettuare un lungo salto oppure negli intermezzi di gioco in cui avremo un tempo limitato a disposizione per portare a termine una missione). Lo stick di sinistra servirà anche a muovere la telecamera (perennemente alle spalle di Rhama); infatti, noi non comanderemo mai direttamente i movimenti del nostro alter ego ma gli indicheremo soltanto il punto verso il quale dovrà dirigersi. Questo sistema fornisce un’impressione di grande dinamicità all’azione ma, allo stesso tempo, ci procurerà non pochi guai in alcune sezioni di gioco. In particolare vorrei segnalare una missione nella quale dovremo nuotare sott’acqua al buio, lottando contro le forti correnti marine di un mare in tempesta, per raggiungere la sponda e portare in salvo Rhama entro un certo limite di tempo. Il guaio è che, dovendo tornare in superficie per respirare, questo sistema di controllo della telecamera piuttosto che del personaggio ci fa perdere l’orientamento costringendo il giocatore a ripetuti tentativi prima di superare con successo la missione e la cosa è parecchio frustrante. Il sistema di combattimento (a mani nude o utilizzando una spada) è abbastanza elementare e si basa su una serie di combo, a dir la verità, poco intuitive. Man mano che avremo effettuato consecutivamente un certo numero di combo, sullo schermo verranno visualizzati i comandi per effettuarne di nuove e più complesse. Il più delle volte, però, ci limiteremo ad attaccare utilizzando il tasto X oppure il tasto Y (consigliabile se verrette circondati da un gruppo di pirati nemici), conditi con la giusta dose di salti atti a rendervi meno vulnerabili, senza cimentarci in combinazioni azzardate. Gli scontri contro alcune creature enormi ed orribili che incontreremo durante la nostra avventura sono abbastanza emozionanti ma ripetitivi. Una volta che avremo intuito il metodo corretto per sconfiggere questo tipo di creature potremo adottarlo fino al termine del gioco (insomma non siamo di fronte alla varietà di tecniche da utilizzare per sconfiggere i boss in Ninja Gaiden). Un elemento del gameplay senza dubbio interessante è la possibilità di interagire con altri personaggi per superare alcuni tratti di gioco. Potremo far utilizzare a Faith & Co. un elemento presente nel’ambiente piuttosto che un ogetto raccolto direttamente nell’inventario, il tutto attraverso l’uso intuitivo di un menu a tendina attivabile con lo stick analogico di destra (doveva pur servire a qualcosa…).Per quanto riguarda la giocabilità in generale, Galleon è un action-adventure che, in alcuni momenti, si avvicina ad un platform (sopratutto verso la fine del gioco). Non mancano gli enigmi da risolvere che si limitano al “cerca la chiave” o “trova la giusta combinazione per…” e sono, inoltre, facilitati dalla visualizzazione di icone sullo schermo che rappresentano i vari oggetti da individuare e che si illumineranno man mano che vi avvicinerete ad essi (vi sembrerà, insomma, di giocare a nascondino con qualcuno che vi dice “acqua”, “fuoco” eccetera).

La tecnicaUna progettazione altalenante lunga sei anni non poteva non portare con sè alcune logiche conseguenze negative, e pare che il comparto tecnico di Galleon sia stato quello più colpito. Come si può facilmente notare dalle immagini a fianco di questa recensione, le ambientazioni e i personaggi manifestano povertà di poligoni e scarsa qualità e varietà di textures. Un frame rate ballerino in alcune circostanze, pochi effetti luminosi e l’assenza di ombre dinamiche concludono l’elenco di difetti tecnici che rendono il gioco decisamente inferiore rispetto ai rivali presenti sul mercato (Prince of Persia, tanto per citarne uno). L’hardware Xbox può offrire molto di più e pare che in tutti questi anni non si siano fatti rilevabili passi avanti per adattare il gioco alle possibilità offerte dalla console Microsoft rispetto al DreamCast (console per la quale Galleon era stato originariamente progettato). Se, però, graficamente il gioco non fa gridare al “miracolo” è anche vero che, come detto in precedenza, Galleon sprizza stile da tutti i pori grazie ad un grande livello di art desing portato avanti in tutti questi anni. Le animazioni facciali sono ottimamente realizzate e trasmettono perfettamente lo stato d’animo dei vari personaggi. Vedere Rhama in azione è uno spettacolo, tutti i movimenti che può effettuare sono molto ben realizzati e, anche se innaturali (Rhama può compiere balzi da altezze impensabili per un essere umano e arrivare a terra illeso), si adattano perfettamente allo stile di questo gioco. Il sonoro merita un discorso a parte. Il doppiaggio è tecnicamente eccellente, le voci si adattano perfettamente ai vari personaggi e coincidono con il labiale (elemento che contribuisce alla caratterizzazione dei protagonisti, ma di questo abbiamo già detto sopra). La colonna sonora, invece, non è nulla di eccezionale. Le melodie si adattano alle varie scene di gioco ma sono molto ripetitive e intervallate da lunghi silenzi, durante i quali saranno il verso di qualche gabbiano piuttosto che il rumore dei passi di Rhama a farla da protagonista.Da segnalare, infine, la mancata localizzazione in italiano (il titolo è stato localizzato in Francia e Germania, possibile che si siano dimenticati della nostra penisola?). Dialoghi e sottotitoli sono in inglese e, forse, questo elemento renderà titubanti molti potenziali acquirenti, anche se la storia rimane comunque comprensibile perchè i dialoghi rivestono una parte marginale dell’avventura, lasciando spazio all’azione.

LongevitàGalleon è un titolo che offre una ventina di ore (ovviamente variabili a seconda del vostro livello di destrezza) di giocabilità per portare a termine l’avventura. Il giocatore viene catturato dall’atmosfera di questo titolo fin dalle prime battute e solo pochi elementi potranno dissuaderlo dal portare a termine l’opera. Uno di questi è senza dubbio il fatto che certi tratti di gioco sono molto frustranti (ho già citato un esempio in precedenza) e per superarli dovrete armarvi di molta pazienza e perseveranza (avrò fatto circa una ventina di tentativi per superare un livello particolarmente ostico). Le zone di salvataggio sono abbastanze ben distribuite e, vista la vastità dei livelli di gioco, non vi troverete quasi mai bloccati in un punto con la frustrazione di dover ripercorrere alcuni tratti di percorso elementari per arrivare, finalmente, a ritrovare il momento critico.

– Atmosfera e ambienti particolarmente ispirati

– Personaggi molto ben caratterizzati

– Grande livello di art design

– Tecnicamente non all’avanguardia

– In sei anni di sviluppo si sarebbe potuto fare molto di più…

– Nessuna localizzazione in italiano

7.3

Galleon non è certo un titolo che si adatta ai cultori del bump maping, del pixel shader, dei giochi di luce e chi più ne ha più ne metta. É un action adventure che non trova il suo punto di forza nel lato tecnico quanto in quello umano. Galleon sa trasmettere emozioni, quelle emozioni ritrovabili solo in certi videogiochi di un tempo. Potremmo paragonare questo titolo ad un pesce fuor d’acqua, perchè è questa la situazione in cui si trova il pesciolino smarrito Galleon in un mondo di videogiochi che premia sempre di più l’apparenza piuttosto che la sostanza. In Galleon non troverete interminabili e spettacolari sequenze in FMV ma soltanto pochi stacchi di filmato con la grafica in game atti a introdurre i vari livelli di gioco.

Se questo titolo fosse uscito tre o quattro anni fa, in molti lo avrebbero considerato un capolavoro sopratutto per quanto concerne il gameplay. Anche qui, però, il titolo di Toby Gard cade vittima del balzo qualitativo dei videogiochi di ultima generazione e molti degli elementi proposti si sono già visti in altri titoli (come il già citato Prince of Persia).

Per concludere, Galleon è, senza dubbio, un titolo con un’atmosfera immersiva e che sa far divertire, consigliabile a tutti quei videogiocatori che non fanno della grafica una ragione di vita ma che, ricercando nei videogames emozioni, cuore ed anima, sanno chiudere un occhio di fronte a certi limiti oggettivi del prodotto.

Voto Recensione di Galleon - Recensione


7.3