Recensione

GLOW

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a cura di Antron93

Netflix ci regala una nuova serie TV originale ispirata liberamente alla storia di GLOW, acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling. La serie, così come Orange is the New Black, con cui condivide la showrunner Kenji Cohan, si muove abilmente tra il comedy ed il drama e si svolge negli anni ’80, epoca d’oro del wrestling americano rappresentato in primis dalla WWF, odierna WWE.
Wrestling al femminile
Los Angeles. 1985. Il regista Sam Sylvia ha l’idea di uno show di wrestling femminile e decide di trovare dodici ragazze per realizzare il suo obiettivo. Ad aiutarlo nella realizzazione dello spettacolo ci saranno Ruth, attrice in erba piena di sogni, Debbie, neomamma ed ex attrice, e tante altre ragazze che vogliono vivere il proprio sogno di diventare famose. In tutto questo, i problemi personali delle wrestler verranno fuori, minando la riuscita del progetto e i rapporti interpersonali tra di loro…
Liberamente ispirato a…
Come già detto, la serie si basa su un format di un programma americano degli anni ’80: GLOW.  Show ideato da David McLane, ex dipendente della World Wrestling Association, federazione americana molto famosa all’epoca. Dopo alcune divergenze creative, il giovane decise di diventare lui stesso un promoter e creò l’innovativo concetto di uno show totalmente basato sulle donne del wrestling. Chiaramente, le wrestler esistevano già ed erano molto apprezzate negli USA, basti vedere Mae Young o Fabulous Moolah, giusto per fare qualche esempio. 
Ecco, la serie Netflix parte dalla sigla GLOW ma decide di scrivere una storia nuova, quasi in toto. Infatti, contrariamente alla storia originale, l’idea per lo show viene allo sgangherato regista Sam Sylvia, autore di discutibili film di serie B e alla disperata ricerca di un progetto innovativo. Proprio Netflix, negli ultimi periodi, si è dimostrata molto interessata al wrestling, in modo da ampliare il parco dei propri programmi, acquisendo i diritti di trasmissione della serie TV, Lucha Underground, format innovativo creato dal canale El Rey Network di Robert Rodriguez.
Come da tradizione Netflix, GLOW si muove sul flebile confine tra comedy e drama. Infatti, come nella prima stagione di Orange is the New Black, la serie si concentra principalmente sul fattore commedia, inserendo situazioni surreali e tragicomiche e dando fin da subito una caratterizzazione ben definita ad ogni personaggio. Persino la meno sfruttata delle protagoniste ha un passato da cui attingere e da poter raccontare. In tutto questo, il fattore drama rappresenta una piccola parte della narrazione ma, ciò nonostante, rappresenta il perno principale attorno al quale tutta la vicenda. Il dramma personale di Debbie e la separazione col marito, i problemi con Ruth, che considerava la sua migliore amica. Tutto questo è GLOW. Una serie per cui non è necessario avere una conoscenza del wrestling in senso stretto, ma che risulta fruibile anche alla grande massa degli spettatori. Ovviamente i fan più appassionati della disciplina troveranno piacevole l’inserimento di alcuni elementi e, in alcuni casi, si sentiranno a proprio agio nel vedere la cura dello spettacolo, la creazione delle storyline e delle gimnick. Giusto per contestualizzare: la storyline è la storia su cui si basa una rivalità tra due o più lottatori, mentre la gimnick è il personaggio interpretato dal wrestler. Non per nulla, gli anni ’80 rappresentano la vera e propria epoca d’oro del wrestling americano, con la nascita delle leggende più iconiche del mondo del pro wrestling: Hulk Hogan, Ultimate Warrior, “Macho Man” Randy Savage. Divertenti i cammei di alcuni personaggi del mondo del wrestling attuale: da John Hennigan a Carlito, da Awesome Kong ad Alex Riley. GLOW è pieno zeppo di citazioni, easter egg e situazioni che hanno la chiara intenzione di ammiccare verso i fan di wrestling made in WWE.

Personaggi ben caratterizzati

Leggera e piacevole

Poco sviluppo delle storyline secondarie

Senza infamia e senza lode

7.0

GLOW è un prodotto piacevole, senza infamia e senza lode. Rimangono dieci puntate di puro intrattenimento e la serie riesce sicuramente nel suo intento. Non è, ovviamente, il miglior prodotto Nettflix ma, essendo la prima stagione, possiamo sicuramente affermare che lo show è solo agli inizi. È obbligatorio concedere a GLOW il beneficio del dubbio. Rimane un must assoluto per ogni appassionato e cultore di pro wrestling americano ma, cosa più importante, è un piacevole diversivo per lo spettatore comune in cerca di cinque ore di sana ironia e divertimento senza pretese. Forse, per chi pensa che il wrestling sia finto, la serie creata da Flahive e Mensch potrebbe essere un brusco risveglio, dalle errate convinzioni create ad hoc dalla stampa dopo la tragica morte di alcuni dei più famosi wrestler degli ultimi anni. Perché su una cosa GLOW risulta il più accurato possibile: per fare wrestling ci vuole allenamento, ci vuole fatica, ci vuole sangue e ci vuole il cuore. Il wrestling è sport spettacolo. E la serie Netflix riesce a trasmetterlo, seppur attraverso la comedy, in modo netto, chiaro e perfetto.

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Voto Recensione di GLOW - Recensione


7