Recensione

Full Spectrum Warrior

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a cura di Jacklord

Non è il solito gioco di guerra..Assorbiti, nostro malgrado, nella spirale di una congiuntura storica imbevuta di spirito bellico, che spesso sfocia in una vera e propria idolatria della guerra come panacea per tutti i mali del mondo, il mercato videoludico abbonda di prodotti (dagli fps ai rts) incentrati sulle guerre, realmente avvenute nella storia o soltanto immaginate o temute nella fantasia. Non è un caso che anche titoli basati su scenari civili (operazioni swat e anti-terrorismo) siano stati quasi fagocitati nel genere bellico puro, dimostrando quanto la guerra si sia “stanziata” nelle nostre vite, e quanta evoluzione ha percorso la guerra fino ad oggi. Full Spectrum Warrior (FSW) non è l’ennesima clonazione mal riuscita del solito gioco di guerra, del tipo spara-ammazza-tutti.Ma non è nemmeno un titolo di strategia pura. E’ piuttosto un simulatore di soldati più che di guerra. Cerchiamo di capire allora cosa significa “giocare” con FSW.

…Perchè la guerra non è più la solitaDopo il 9/11, niente è più come prima. Ogni stato, ogni società, ogni negozio, ogni individuo, ogni luogo è un reale bersaglio del nuovo terrorismo mondiale. Il nemico invisibile, il nemico globale è così rarefatto che è impossibile localizzarlo con precisione, ed è così diffuso da avere cellule in ogni angolo del mondo. Questo è il proscenio dove l’immaginazione di FSW subentra individuando uno dei nuclei direttivi del terrorismo globale in uno sperduto e sconosciuto staterello tra Caucaso e meio-oriente, lo “Zekistan”. Il tiranno locale (tale “Al Afad” che suona come “Arafat”) ha fondato uno stato teocratico islamista, accogliendo infatti la fiumana di guerriglieri in rotta dall’Afghanistan. Che FSW sia “made in U.S.A.” lo si capisce dal fatto che nel gioco gli americani intervengono dopo il fallimento di una risoluzione dell’O.N.U., che dunque fallisce anche nei videogiochi. Tutto è pronto per l’invasione dello Zekistan, una volta che le sue difese aeree e i reparti corazzati sono state neutralizzate da migliaia di raid aerei americani dalle portaerei nel Golfo Persico. La NATO è dunque pronta a fare la mossa per mettere Al Afad in scatto matto: l’invasione via terra…

Due squadre, otto soldati, un giocatoreIl giocatore non entra in gioco: per quanto paradossale, a fare la guerra sono le due squadre che il giocatore controlla, decidendo chi, cosa, quando e dove. Il giocatore cioè non veste i panni di un soldato o di più soldati, oppure li gestisce direttamente come fossero marionette. Il giocatore guida, controlla, decide agendo alle spalle delle due squadre. Tutto questo avviene in tempo reale, senza dover attendere che una squadra abbia completato la sua manovra per poter passare all’altra. FSW propone uno stile di gioco dinamico e, come vedremo, estremamente realistico.Ciascuna squadra si compone di quattro militari: sergente, caporale, soldato scelto e soldato; ognuno con una biografia personale (identità, età, etnia, città, specializzazione). Ciascuna squadra ha un leader (il più alto in grado e il più esperto, con il compito di impartire ordini agli altri tre, oltre che di effettuare mosse particolarmente rischiose), un mitragliere (dotato di M249, assume il comando qualora il leader non fosse in grado di continuare), un artigliere (con fucile di classe M con lanciagranate M203 per sparare cariche oltre il raggio coperto dalle granate a lancio manuale) e infine un fuciliere (quello con minore esperienza degli altri, molto utile perché il solo che possa soccorrere i soldati feriti). Il loro vero elemento comune è però l’appartenere a squadre “M.O.U.T.”: Military Operations in Urban Territory, ovvero operazioni in ambiente ostile e densamente popolato.

Dirigere le operazioni sul campoIn FSW i comandi vengono impartiti associando un “cursore” ad un “comando”, offrendo un esteso repertorio di ordini, mosse e operazioni coordinate ottenute sulla base della combinazione di cursore e comando. Se dunque non ci sono movimenti di base e movimenti complessi, allora significa che occorre imparare a dovere la combinazione giusta per eseguire il comando giusto al momento giusto. Dopotutto questo è un simulatore, e per controllare un simulatore occorre possedere padronanza del suo accuratissimo apparato di controllo. Attenzione! A soccorrere i tanti giocatori “alle prime armi” interviene un comodissimo e indispensabile visore grafico che, oltre a specificare i ruoli delle squadre, segnala la locazione del prossimo obiettivo e la presenza di elementi ostili. Oltre a ciò, il visore grafico (H.U.D.) visualizza immediatamente il comando che sta per essere impartito, rappresentando con una superficie circolare luminescente il punto in cui la squadra sta per dirigersi, oppure delimitando l’area coperta dal fuoco di copertura, oppure ancora circondando con un rettangolo rosso la sagoma dei nemici. Combinazioni più emozionanti sono quelle relative al fuoco, al lancio di granate fumogene e a frammentazione, accurate nella loro impostazioni senza essere mai eccessivamente impegnative: funzionalità è la qualità principale di ogni mossa, eseguibile attraverso un sistema di controllo preciso ed efficace. Queste appena elencate sono soltanto rapide incursioni in un’organizzazione di gioco altamente sofisticata ma allo stesso tempo accessibile a chiunque dotato di dosi sufficienti di pazienza e interesse. Ognuna di queste mosse contempla poi numerose opzioni: l’ordine di posizionamento dei membri della squadra può variare assumendo la formazione ad angolo, la copertura in linea oppure la copertura a ranghi serrati. Lo stesso spostamento può avvenire in coppia (per avanzare in zone sconosciute) o in corsa (incursione). Ragionamento analogo per il fuoco: delineato il settore di fuoco, può scattare l’ordine di fuoco diretto oppure di soppressione, producendo differenti effetti: attacco diretto, ingaggio e blocco. Bastano questi vaghi accenni per suggerire una considerazione essenziale: FSW è un simulatore che scompone momenti d’azione convulsa e complessa in tanti micro-eventi elementari, ciascuno dei quali richiede un’apposita analisi e una corrispondente soluzione. Il rovescio di questa medaglia è che inanellare pochi errori può compromettere la missione, se non addirittura stroncarla.FSW è anche un simulatore completo: le squadre si muovono utilizzando ampiamente i loro g.p.s., strumenti indispensabili sia per localizzare se stessi che i nemici, tenuto conto che questa volta il g.p.s. non assomiglia ad una generica mappa o planimetria 3d elaborata al computer che sa troppo di finzione. Adesso il g.p.s. funziona davvero come un g.p.s. realistico del quale condivide ogni aspetto grafico e funzionale. E’ infatti previsto anche il frequente aggiornamento del g.p.s. tramite ricognizione da elicottero su richiesta del leader della squadra, indispensabile per avere conferma delle posizioni e dei movimenti dei nemici, oltre che per individuare i punti di estrazione delle squadre. Proseguendo sul filo della comunicazione, ogni squadra deve fornire aggiornamento al quartiergenerale sullo stato delle operazioni e ricevere nuovi ordini. Dunque: l’accurato e completo controllo della squadra si integra con una costante comunicazione che pone le squadre al centro di differenti flussi di informazione – il tutto in una visione realistica della guerra “in diretta”.

La vista della guerra e…Ragionando in termini generici, la dimensione grafica, visiva, di un gioco dovrebbe adattarsi al profilo di quel gioco specifico o del genere al quale appartiene. Ogni gioco “calza” a modo suo una particolare veste grafica, sposandosi con un certo stile grafico. Questa reciproca corrispondenza vale più che mai per FSW, dove anche la grafica rientra nella generale logica di funzionalità e realismo che definisce il codice genetico di questo gioco. Iniziando ad osservare i protagonisti, cioè i militari, risalta immediatamente il rigore del dettaglio con cui sono realizzati sia i corpi che gli indumenti e le attrezzature belliche. L’impressione, che perdura per tutto il tempo di gioco, è quella della “fisicità” dei soldati, la “corposità” delle loro sembianze e quindi la naturalezza delle loro animazioni, mai troppo ripetitive benché costituite da mosse standardizzate. Gli accenti di stupore e soddisfazione iniziano ad affievolirsi quando l’occhio si sposta alle ambientazioni, dove la scelta dei soggetti ricade su strutture urbane in decadenza, quartieri disabitati, grandi palazzi monolitici in stile modernista e sventrati dai bombardamenti, vie popolate solo da carcasse di miseri veicoli. Tutti questi elementi contribuiscono a trasmettere la sensazione di abbandono, di sfacelo, di miseria che infesta le tristi spoglie della civiltà. La qualità delle textures e il loro livello di dettaglio non sono mirabolanti, così come la loro stessa varietà non è delle più abbondanti. Questa sensazione di estraneità che colpisce così incisivamente l’occhio occidentale è però l’effetto più naturale che potrebbe produrre proprio un conflitto in un remoto paese crocevia di culture lontane dalla nostra. Riflessioni a parte, la più che buona fattura grafica di FSW ritorna a farsi ammirare nel caso dei fenomeni atmosferici (crepuscolo, nebbia, calura,…), delle esplosioni (che sollevano grappoli di fumo dal realismo impressionante) e dei giochi di luce (vicini al fotorealismo). Il medagliere di FSW può dunque sfoggiare pregevoli qualità, oltre ad un framerate stabilmente sui 60 fps e nessun difetto grafico particolare. Singolarmente considerati, questi elementi non riescono però a comunicare la sensazione visiva prodotta giocando a FSW. L’impatto visivo, la vera estetica di FSW, è l’insieme di questi elementi, facendo di FSW un titolo la cui grafica minaccia di far strappare le vesti a più di un giocatore. Proprio la ricerca del realismo non è sempre pienamente sostenuta da ambientazioni scarsamente fotorealistiche, o forse troppo vaghe e indistinte per sembrare realistiche. L’affinità elettiva delle città dello Zekistan è con la Mogadiscio di “Delta Force: Black Hawk Down”, capolavoro cinematografico di Ridley Scott e capolavoro targato Novalogic degli fps militari, sicuramente meno realistico di FSW, ma entrambi graficamente coinvolgenti, o comunque diverso da FSW. Realismo per FSW significa essenziale, spartano, ma comunque immerso in un eccellente sistema di illuminazione.

…La voce delle armiQui prosegue l’amore tra realismo ed alta qualità, anche se solo sul versante delle voci e degli effetti ambientali. Ma, dopotutto, a che serve una soundtrack in una simulazione di guerra? Forse i nostri incursori ascoltano Rolling Stones o Led Zeppelin mentre si inoltrano per le strade dello Zekistan sotto tiro di cecchini e artiglieria pesante? Piuttosto: la colonna sonora è un sottofondo, disgiunto dal ritmo dell’azione (sono finiti i tempi in cui le orchestre infestavano coi loro rumori le pellicole!) che rievoca l’atmosfera della situazione, senza mai intromettersi con la voce delle armi, il vero solista di FSW.

– “Simulatore di guerra” iper-realistico

– Eccellente sul piano grafico e audio

– Alta longevità

– Dialoghi in americano

– Richiede pazienza e concentrazione

8.0

FSW è un titolo articolato, complesso, certamente non immediato, ma ancora più certamente ad alta longevità, a forte coinvolgimento. E’ un gioco senza compromessi: niente arcade, ma dosi consistenti di ragionamento e sangue freddo. E’ un gioco per la testa, non per il cuore. La chiave di volta sta tutta in questo: elaborare, spesso inventare una strategia, rimanendo pronti a cambiarla, a riadattarla. E’ anche uno dei pochi titoli rimasto al riparo dalla retorica bellica, senza il pathos cinematografico e propagandistico sul senso della guerra – tutto questo resta a casa, perché qui si fa e si impara la guerra al terrorismo, con le sue regole e i suoi guerrieri, le sue armi e le sue strategie.

Si può sintetizzare la giocabilità e la longevità di FSW raffigurandolo come il punto d’intersezione tra una retta di apprendimento crescente, e una curva di difficoltà ottimamente calibrata, né facilissima né frustrante. L’enfasi sulla simulazione, l’imperativo di adottare e rispettare una strategia servono a far capire come la tecnica grafica non sia decisiva ai fini del “divertimento”, ma riesca a soddisfare gusti sofisticati, coinvolgendo veterani dei wargames e reclute che intendono farsi le ossa in questa caserma videoludica che è FSW.

Voto Recensione di Full Spectrum Warrior - Recensione


8