Recensione

Freedom Fighters

Avatar

a cura di Maxnikk

La storia che non è scritta sui libri…La storia con la “S” maiuscola è il frutto di scelte e di eventi, voluti o meno, che hanno avuto come conseguenza principale quella di innescare una serie ci cause ed effetti che hanno portato il mondo fino alla situazione attuale.Ma se ad un certo punto del cuntinuum storico le cose non fossero andate come ci raccontano i libri che cosa sarebbe successo? Il mondo sarebbe ancora quello che noi conosciamo o sarebbe completamente diverso?Freedom Fighters prova a rispondere a questi interrogativi raccontandoci di un mondo in cui, durante la Seconda Guerra Mondiale, furono i Sovietici, e non gli Americani, a utilizzare la prima bomba atomica per scopi bellici. La città su cui fu scagliato il micidiale ordigno fu Berlino e questo atto rappresentò, di fatto, la fine del conflitto e l’inizio dell’espansione Sovietica su tutta l’Europa e, addirittura, in Medio Oriente.I difficili anni della Guerra Fredda videro il gigante sovietico aumentare la propria influenza anche in America Centrale dove la famosa crisi dei missili di Cuba non si risolse certo a favore degli USA, ormai sprofondati in una sorta di apatia e incapaci di competere, a livello tecnologico, con una superpotenza che niente e nessuno sembra più in grado di fermare. Ormai anche l’ultimo passo, quello di invadere gli Stati Uniti, ultimo baluardo della libertà mondiale, sta per essere compiuto.In un afosa giornata estiva due fratelli idraulici (niente paura, non si tratta di Mario e Luigi…), Christopher e Troy Stone, stanno tranquillamente percorrendo le strade di New York per recarsi da una cliente a riparare un guasto.Sfortuna vuole che la bella Isabella Angelina non sia solo un’avvenente cliente, ma anche un’accesa militante anticomunista… Succede tutto in un attimo, senza che i due fratelli abbiano modo di reagire: i commando sovietici entrano in azione proprio nel quartiere di Angelina e catturano Troy, mentre Christopher riesce a fuggire. È l’inizio dell’invasione sovietica degli Stati Uniti, ma anche un momento fondamentale nella vita d Christopher che, da semplice idraulico, si trasforma in un “Freedom Fighter”, un combattente per la libertà…

La dura vita del leaderPartendo dal nostro quartier generale situato nelle fogne della città dovremo affrontare tutta una serie di missioni volte a respingere la minaccia sovietica, facendo tornare nuovamente a sventolare la bandiera a stelle e strisce là dove ora domina la bandiera rossa.Il gioco si configura essenzialmente come uno sparatutto in terza persona arricchito da una certa componente strategica che ora andremo a precisare.Christopher, infatti, non ha a disposizione soltanto un ricco arsenale di armi (pistole, bombe Molotov, lanciarazzi, fucili a pompa o da cecchino piuttosto che il letale quanto utile esplosivo C4), ma ha dalla sua la possibilità di reclutare altri combattenti, cosa questa che influenza non poco la giocabilità di Freedom Fighters.Accanto alla barra che indica l’energia vitale ne troviamo, infatti, un’altra che rappresenta il livello di carisma raggiunto dal nostro personaggio. Ogni volta che questa barra si riempirà otterremo un punto di carisma che potremo spendere per arruolare un nuovo combattente fino a un massimo di dodici.Per riempire questa barra non dovremo fare altro (cosa più semplice a dirsi che a farsi…) che distinguerci in azioni di guerra, distruggendo obbiettivi sensibili del nemico piuttosto che salvare i feriti in battaglia.La gestione degli altri combattenti è semplice e gestibile attraverso la pressione dei tasti A, X e Y. Questo significa che il gioco non perde la sua fisionomia “action”, ma implementa quel pizzico di strategia in più che ne arricchisce il gameplay.Va detto inoltre che l’Intelligenza Artificiale che guida le azioni dei nostri alleati è decisamente buona, spingendoli ad agire da soli in maniera differente a seconda delle situazioni contingenti.Piccola concessione al realismo dell’insieme: una volta colpiti e terra, i combattenti non resteranno mai del tutto uccisi, ma potranno ritornare in battaglia previo utilizzo da parte nostra di uno dei numerosi medi-kit sparsi per ogni livello.Da notare infine il buon livello di interazione con l’ambiente e gli oggetti ivi presenti (vetrate che possono essere distrutte, automobili che possono essere fatte saltare in aria con una robusta dose di C4 e così via), seppure questa opzione non sia stata sviluppata in tutta la portata e completezza.

Un gioco apertoCome detto poco sopra il gioco si articola in una serie di missioni che andranno completate raggiungendo gli obbiettivi più disparati. Fin qui nulla di straordinario o particolarmente nuovo.La novità consiste nel fatto che, da un lato ogni missione non presenta uno sviluppo rigidamente lineare e, dall’altro, le varie missioni sono collegate tra di loro in modo tale che, ciò che accade in una, può avere delle ripercussioni più o meni evidenti nelle altre.Questo significa che, spesso, potremo arrivare ad un punto morto per superare il quale sarà necessario completare qualche obbiettivo presente in un’altra missione.L’idea, di per sé semplice, contribuisce non poco a rendere il titolo più avvincente e complesso, obbligando il giocatore a sviluppare anche una serie di ragionamenti che vanno a spezzare un po’ l’azione di gioco.Piccola nota in chiusura: il sistema di salvataggio previsto obbliga di fatto il giocatore a portare a compimento tutta la missione. Certo esistono dei save points parziali in corrispondenza dei vari tombini ma, una volta spenta la console, questi andranno persi costringendoci a ricominciare tutto da capo.

GraficaLuci e ombre per quanto riguarda l’aspetto tecnico del gioco. Il motore grafico svolge in maniera egregia il suo dovere ricreando una New York in stato d’assedio verosimile e ricca di particolari stucchevoli, mentre evidenzia qualche piccolo problema di stabilità nelle situazioni più concitate. Ottima comunque l’atmosfera globale che, grazie a scelte cromatiche indovinate, contribuisce non poco a creare quella sensazione di paura e tensione tipica di ogni conflitto bellico.Discreti i modelli dei personaggi, come pure le animazioni, mentre dobbiamo segnalare qualche problema nella gestione delle inquadrature, soprattutto durante la fase di mira.Da sottolineare, infine, le troppe incertezza nella gestione delle collisioni, con i poligoni di personaggi e ambientazione che tendono a compenetrarsi tra di loro.

SonoroPiù che buono il comparto sonoro di Freedom Fighters, con musiche azzeccate e in perfetta sintonia con l’azione di gioco e effetti sonori più che discreti.Buono anche il doppiaggio, anche se solo in lingua inglese.

LongevitàLa longevità del titolo è buona, ma non eccellente. Se da un lato abbiamo diversi livelli di difficoltà che rappresentano una sfida interessante per il giocatore singolo, dall’altra parte abbiamo una modalità multiplayer che poteva essere sfruttata e sviluppata meglio, implementando un numero maggiore di mappe e di modalità (di fatto è presente solo il classico Capture the Flag). Senza dimenticare la confusione sul televisore creata dallo split screen e dai tanti combattenti presenti contemporaneamente.

Ottima atmosfera

Struttura aperta delle missioni

Sonoro d’impatto

Sistema di mira e inquadrature da rivedere

Compenetrazioni eccessive di poligoni

Sistema di salvataggio

Multiplayer migliorabile

7.5

Freedom Fighters è un titolo che si colloca in quel particolare limbo che sta a metà strada tra i buoni giochi e i capolavori. Sarebbe bastato un po’ più di impegno e di attenzione da parte degli sviluppatori per limare i difetti più evidenti e avremmo avuto tra le mani il miglior action game per GameCube. Ci troviamo invece di fronte a un titolo in cui coesistono aspetti positivi (l’atmosfera di una New York posta sotto assedio dalla truppe sovietiche, una colonna sonora epica e delle missioni strutturate in modo tale da garantire una certa libertà al giocatore) e aspetti negativi (su tutti il pessimo sistema di mira e le evidenti compenetrazioni di poligoni tra personaggi o tra personaggi e ambientazioni) che danno all’insieme un sapore agrodolce e la sensazione generale che si sarebbe potuto fare di più.

Un’occasione mancata per fare un salto di qualità, ma anche e comunque un titolo divertente che, difetti a parte, si lascia giocare con un certo piacere.

Voto Recensione di Freedom Fighters - Recensione


7.5