Forza Horizon 2: ricordi d'estate

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a cura di Marzo

“Say you wanna run away, say you won’t be there…”
Comincia così “Brighter Days” di Saint Raymond: una canzone che è più una dichiarazione d’intenti, un manifesto escapista per un titolo capace di lasciare un segno nel panorama di questa ottava generazione videoludica. Una canzone che vibra potente attraverso l’impianto stereo di una supercar lanciata a tutta velocità sul viale del tramonto, attraverso i dolci declivi delle colline toscane, mentre il caldo tepore dalle solari cromie arancioni invade l’abitacolo. Forza Horizon 2, racing arcade sviluppato da PlayGround Games in sinergia con Microsoft, rimane ancora oggi un’esperienza forte, intensa e magica: in attesa di un possibile annuncio per un ipotetico terzo episodio della serie, ripercorriamo così – con una certa dose di nostalgia – gli indimenticabili momenti vissuti a bordo di alcune tra le quattro ruote più incredibili che abbiano mai solcato il pavimento stradale.
Ricordi a 300 km/h
Forza Horizon 2 è stato un titolo capace di giostrarsi perfettamente tra diverse polarità; tra realismo e finzione, tra arcade e simulazione, tra divertimento e estasi dei cinque sensi: è il mantenere il controllo di una derapata a 150 km/h su un tornante montano, è il viaggiare spensierati su un’auto d’epoca attraverso le strade costiere flebilmente illuminate da un sole al tramonto, è la scarica massima di adrenalina nel tagliare il traguardo pochi istanti prima di una squadra di frecce tricolore. L’opera di PlayGround Games riesce a incanalare tutte le emozioni e il piacere dell’essere al volante attraverso piccoli momenti indimenticabili, ponendo sapientemente il seppur ottimo sistema di guida in secondo piano e riportando in auge le vibrazioni positive che solo Outrun e in parte Test Drive Unlimited sono riusciti a donare nel corso delle generazioni videoludiche precedenti. L’intuizione degli sviluppatori è ciò che ha reso grande Forza Horizon 2: in una tipologia di gioco dove il gameplay vive in funzione del divertimento e non del realismo spinto, essi sono stati capaci di trarre il massimo piacere dall’esperienza di guida attraverso la costruzione di un mondo verosimile che pare vivere sospeso nel tempo, immutabile, con le sue proprie regole e nel quale noi siamo semplici viaggiatori, racchiusi in un disteso “sense of wonder” che prende vita grazie alle bucoliche ambientazioni, al level design e alle particolari condizioni climatiche. La realtà del secondo festival Horizon è spensierata e corale, un incredibile inno alla gioia di vivere senza pensieri che si manifesta già dal filmato introduttivo, dove ragazzi dal cuore selvaggio danzano accanto al rombo di motore dei bolidi che sfrecciano sullo sterrato. Una danza frenetica ritmata dai bpm delle canzoni trasmesse da Bass Arena, una tra le migliori stazioni presenti al festival, capace di offrire una selezione musicale enorme su licenza che pochi altri titoli hanno saputo sfoggiare. 
Estetica e divertimento
L’alchimia perfetta si palesa nel tono giocoso del tutto: Forza Horizon 2 non pretende di essere reale né tantomeno realistico, bensì, con le sue folli corse a ridosso di un treno in corsa, all’inseguimento di un cargo jet o di un elicottero, il giocatore viene calato in un contesto magico, in cui ogni azione è possibile; nonostante un ambiente del tutto verosimile che non ha nulla da invidiare alle reali distese di terra toscane e liguri. L’opera di Microsoft e PlayGround Games è un sogno a occhi aperti, in cui la sospensione di incredulità del giocatore non è mai messa alla prova attraverso rigide leggi di game design, ma oltremodo esaltata attraverso una sapiente progettazione. In un panorama videoludico dove le modalità singolo giocatore e multiplayer sembrano darsi battaglia per la supremazia, Forza Horizon 2 propone un approccio seamless, che galvanizza la struttura stessa della componente singolo giocatore attraverso l’utilizzo della tecnologia Drivatar e permette al contempo l’ingresso praticamente istantaneo dei propri amici nella sessione di gioco. Non esiste alcun confine nel mondo virtuale progettato dalla software house inglese, nessuna barriera fisica che intralci la libertà di approccio alla base del titolo; così da rimuovere un altro ostacolo principe nella progettazione di un videogioco, ovvero le limitazioni fisiche che spesso fanno capolino nei titoli appartenenti allo stesso filone. La selvaggia libertà che si respira è sapientemente regolata da un level design che predilige una coerenza totale con il paesaggio plasmato dagli art director. Mentre il giocatore sfreccia senza freni attraverso le colline toscane, sul suo cammino compaiono alberi secolari, poderi di varia natura e villette residenziali, così differenti e così ben integrate nel mondo circostante rispetto agli scuri guardrail che ormai hanno invaso gli ambienti di ogni racing arcade presente sul mercato. Le grigie città sono ormai un lontano ricordo, è tempo di vacanza, tempo di staccare la spina dal mondo ordinario per varcare la soglia dello straordinario, seguendo le classiche tappe del viaggio dell’eroe di Vogler: non sono deboli storie di vendetta a dirigere il nostro cammino, ma una motivazione profonda che non trova riscontro a parole, bensì con i fatti. Il divertimento è la meta, l’elisir da ottenere, la conquista di un ricordo indelebile di un’estate che, pad alla mano, vorremmo non finisse mai. 
L’eredità
Cosa dovrebbe avere Forza Horizon 3 per poter bissare il successo e le incredibili sensazioni trasmesse dal precedente episodio della saga? Tante, forse troppe cose. Con il secondo capitolo PlayGround Games ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte, riuscendo a trovare una perfetta quadratura e restituendo così un gioco rifinito e ottimo sotto qualsiasi punto di vista. Il dubbio più grande rimane l’ambientazione: le colline toscane erano il paradiso nel quale far sfrecciare le macchine da sogno presenti nel parco auto, grazie alla loro conformazione unica che permetteva grandi rettilinei in discesa e ripidi tornanti nei declivi più aspri. L’atmosfera non ha potuto che trarne un forte giovamento, con un festival più intimo e personale, privato delle anonime distese desertiche del Colorado. Le location che potrebbero ospitare il nuovo festival e risultare all’altezza dei panorami dell’Europa del Sud si possono contare sulle dita di una mano: PlayGround può provare a cambiare completamente direzione proponendo un titolo ambientato nel freddo Nord, abbandonando così la forte connotazione estiva dei precedenti (immaginate le corse mozzafiato tra i fiordi norvegesi, mentre la neve scende delicata dal cielo…) oppure scegliendo mete più affini come Ibiza o Formentera, adatte a eventi di questo genere e sulla falsariga di quanto già visto in Test Drive Unlimited 2. Certo, il vecchio rumor che voleva il secondo episodio ambientato nelle scure paludi della Louisiana riecheggia ancora lontano; ma in cuor mio spero che i ragazzi londinesi abbandonino definitivamente quest’idea, al tempo supportata da alcuni artwork leakati pochi giorni prima della presentazione. Il secondo grande scoglio che PlayGround Games dovrà affontare è invece più filosofico e riguarda la questione “more of the same”. Ha senso riproporre di nuovo una formula altamente collaudata che ha raggiunto la quadratura del cerchio con il secondo capitolo? Probabilmente sì, valutando il genere di appartenenza e le ulteriori limature che possono essere apportate verso alcune dinamiche di gioco; ma il timore è che la volontà di aggiungere nuove feature possa snaturare il concept alla base della serie: una svolta underground à la Need for Speed – per esempio – con neon, personalizzazione estetica elevata e continue aggiunte di accessori – gioverebbe a un pilastro fondante dell’esperienza quale l’atmosfera? Dopotutto il focus della serie Horizon non è mai stato solamente sulle auto e sulla loro costante presenza ingame, bensì la vera forza del franchise è proprio nata dal cambio di paradigma e di soggetto rispetto agli altri titoli di genere. Nonostante le molte incognite che gravano sul probabile prossimo episodio – a causa di un eccezionale numero due – PlayGround Games ha la possibilità di stupirci di nuovo, se diamo adito alle continue voci che parlano insistenti dell’esistenza di un terzo capitolo della serie: la maggior base installata di Xbox One potrà infatti permettere loro di lavorare con sicurezza, e la solida conoscenza dell’hardware dell’ammiraglia Microsoft non potrà che giovare all’esperienza di gioco complessiva. 

Forza Horizon 2 ha dimostrato sul campo di essere uno dei migliori racing arcade di questa generazione, capace di offrire esperienze indimenticabili alla guida dei bolidi più amati al mondo. Bissare il successo del secondo episodio non sarà affatto semplice: i panorami liguri e toscani hanno lasciato un segno indelebile nel nostro cuore, così come la selezione dei brani musicali e le pazze sfide contro Frecce Tricolore, treni, cargo jet e elicotteri. Mentre le voci di un probabile terzo capitolo si fanno sempre più insistenti abbiamo quindi provato insieme a ipotizzare alcuni scenari di sviluppo e alcune direzioni che il nuovo episodio potrà seguire per non essere etichettato come ‘delusione’. Non ci resta quindi che attendere l’E3, consapevoli del fatto che sarà altrettanto difficile, per la concorrenza diretta, eguagliare o superare la miriade di emozioni che abbiamo provato insieme al secondo capitolo del franchise di Microsoft.