Recensione

Football Manager Campionato 2006

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a cura di A bbbello

Trapattoni non capisce un tubo! Ancelotti ha sbagliato i cambi! Fossi stato al posto di Moratti avrei venduto questo e comprato quell’altro! Quante frasi del genere si sentono sedendosi al bar per gustarsi un buon caffè o più semplicemente stravaccandosi sul divano di casa con la tv accesa per guardare talk show sportivi dove gente competente o pseudo-tale la fa da padrona… Questa è l’Italia, patria del calcio dove albergano 60 milioni di allenatori. Si scontrano sempre su tutto, ma su una cosa vanno d’accordo: la passione per lo sport nazionale. Adesso non ci sono più scuse, i manageriali di calcio sono tornati anche quest’anno e Codemasters non è stata certo a guardare.

Faccia da managerPer un manageriale di calcio è fondamentale, innanzitutto, propinare un database ampio e dettagliato. In questo senso Football Manager Campionato 2006 (d’ora in poi FMC 06) fa la sua discreta figura, offrendo al giocatore l’opportunità di scegliere il club da dirigere tra quelli della massima serie o del campionato cadetto di Italia, Spagna, Inghilterra, Germania, Francia, Olanda, Portogallo e Scozia o di creare una squadra fantasia. Non ci si può certo lamentare, ma neanche immaginare di confrontare tutto ciò all’incredibile mole di dati presente in sua maestà Football Manager di Sega. Prima di giungere al centro dell’azione, occorre editare il nostro avatar, come da copione per la serie, e decidere di demandare o meno a dei fantomatici collaboratori parte dei nostri compiti. Per i fanatici del genere (guai se fosse mancata), va ricordata la possibilità di aggiornare, collegandosi a Internet, gli organici alla fine della sessione invernale del calciomercato.

I Moggi, Giraudo e Capello della situazioneFMC 06 è il ricettacolo dei desideri di ogni appassionato di questo tipo di giochi. Il “lavoro” da svolgere è tanto, a cominciare dalla gestione finanziaria e delle strutture: sponsorizzazione, vendita degli spazi pubblicitari, costruzione di un nuovo centro sportivo sulla falsariga del “Milanello style” e, dopo aver pattuito delle condizioni con gli investitori, ingrandimento dello stadio o addirittura nascita di un nuovo impianto! I primi nodi, però, vengono subito al pettine: si nota, con amaro stupore, di non potersi occupare del merchandising o delle entrate derivanti da biglietti e abbonamenti. Per quanto riguarda l’allenamento, è palese lo sforzo dei programmatori per migliorare rispetto ai capitoli precedenti questa feature, che risulta abbastanza approfondita, considerata la possibilità di lavorare individualmente su ogni giocatore con diverse opzioni. Ma, a lungo andare, questo compito risulta piuttosto noioso. Qualcuno penserà allora di affidare questa mansione al nostro vice, cosa che si rivelerà ben presto poco redditizia (giusto per fare un esempio, difensori che diventano più bravi a impostare ma che perdono qualità in fase di marcatura). Prima di disputare le partite, il solerte allenatore dovrà dedicarsi a uno studio accurato delle tattiche, con tanto di scelta del modulo e istruzioni varie su come gestire il pallone e mentalità da adottare. Sotto quest’aspetto il gioco è ben sviluppato, con innumerevoli alternative a disposizione.

Il momento di tirar fuori i quattriniIl clou di ogni manageriale che si rispetti è rappresentato senza ombra di dubbio dal calciomercato. I programmatori, oculatamente, hanno profuso un notevole impegno nella sua realizzazione. Acquistare calciatori è altamente realistico: le squadre non si limiteranno mai a declinare le vostre offerte con un lapidario “no”, e faranno intendere se vogliono più denaro o semplicemente non sono interessati a cedere i loro pezzi migliori. A volte saranno gli stessi consigli d’amministrazione a bloccare un trasferimento, adducendo come scusante l’impossibilità di privarsi di un uomo chiave. La campagna cessioni, al contrario, non è così profonda, visto che potremo soltanto accettare o rifiutare le offerte. Un ruolo cruciale lo rivestono gli osservatori, che, dispiegati in giro per il mondo, ci segnaleranno in un’apposita relazione adattabilità, amicizie, potenzialità e caratteristiche di ciascun calciatore, senza dimenticare l’impatto che avrebbe con la nostra squadra. In poche parole, ci diranno se è il caso di comprarlo o meno. Il lato umano dei giocatori è ben definito e si avvicina di molto alla realtà. Gente come Shevchenko chiederà un sostanzioso incremento dell’ingaggio per trasferirsi a un club tecnicamente inferiore al Milan, così come giovani dalle grandi aspettative non la prenderanno bene (eufemismo) se deciderete di rifiutare le proposte delle grandi squadre per loro. I malumori non si faranno attendere neanche quando il vostro andamento in campionato non è dei migliori o un giocatore ha poche chances di mettersi in mostra in prima squadra. Per cercare il pelo nell’uovo, va detto che sono del tutto assenti le comproprietà e le cifre che circolano non sono proprio veritiere. Vedere la Roma spendere 6,4 milioni di euro per il misconosciuto – dalla CPU – Degano del Piacenza è un po’ irreale e anacronistico in un mercato che dovrebbe vivere all’insegna della sobrietà e dell’austerity visti i tempi di vacche magre che corrono.

Allo stadioLa visualizzazione delle partite in 3D è il tallone d’Achille del titolo sviluppato e prodotto da Codemasters: la grafica è decisamente “spartana”, soprattutto per quanto concerne i volti dei giocatori, molto stilizzati e che assomigliano a tutto meno che alle loro controparti reali. Le animazioni non sono per nulla convincenti, e l’Intelligenza artificiale palesata dagli uomini in campo rasenta il ridicolo. Inoltre le azioni sono quasi sempre le stesse, e non è infrequente veder partire un giocatore dalla trequarti seminando tutti e siglando una rete che neanche il miglior Holly Hutton saprebbe imitare. Il comparto audio è leggermente migliore e raggiunge la sufficienza. Gli effetti non sono nulla di particolarmente esaltante, e la musica che accompagna le nostre sessioni è orecchiabile. Apprezzabile il commento post-partita di Sandro Piccinini, che con la sua voce inconfondibile passa in rassegna le migliori azioni della gara appena terminata e propone una sua disamina della partita.Analizzato il comparto tecnico del gioco, vi starete ancora chiedendo com’è “fare l’allenatore” in panchina. Fugo subito il vostro dubbio: gestire il match da bordo campo è abbastanza piacevole e soddisfacente. E’ infatti possibile impartire ordini ai giocatori che verranno puntualmente eseguiti, e cambiare le tattiche per adattarsi all’avversario e all’andamento della partita. Certo, ci pare alquanto improbabile riuscire a sentire la voce del nostro avatar nella bolgia di San Siro, ma in qualche modo dobbiamo pur farci ascoltare!

Problemi generaliQuello che mina la giocabilità di un titolo che si attesta comunque su livelli più che sufficienti, è l’Intelligenza artificiale mal bilanciata che pervade molti aspetti. Il divario tra la Juve, l’Inter, il Milan e a sorpresa anche la Roma e tutte le altre squadre è troppo netto. Riuscire a fare il colpo gobbo alle grandi con una squadra di fascia medio-bassa è praticamente impossibile, quasi i risultati fossero prestabiliti in barba al principio “Il pallone è rotondo”. A volte capita di seppellire di goal un avversario e assistere inerti a una clamorosa debacle della nostra squadra la domenica dopo contro l’ultima in classifica. In più, la sorte si dimostra infausta solo con alcuni falcidiando l’organico con continui e terribili infortuni, i quali determinano in modo palese il posizionamento in campionato. Succede anche di disputare due partite in due giorni (?!) a causa delle bizzarrie del calendario. Per non parlare della completa assenza delle nazionali, un fattore che pesa nel giudizio complessivo. Infine, e la tengo apposta per ultima, una magagna piuttosto grave: questo genere di giochi richiede un’interfaccia semplice, ma quella di FMC 06 è alquanto macchinosa, dato che costringe all’utilizzo di tutti e quattro i tasti dorsali e relega la gestione dei contratti dei calciatori nel menu delle finanze invece che in quello del calciomercato (solo per dirne una).

– Calciomercato ben sviluppato

– Abbastanza impegnativo

– I.A. mal bilanciata

– Interfaccia macchinosa

– Partite in 3D da rivedere

– Non è Football Manager

6.5

Non per derubricare questo tipo di giochi su console, ma certi cliché riguardanti il mondo videoludico si riconfermano: i manageriali di calcio danno il meglio di sé su PC. FMC 06 non raggiunge sotto nessun punto di vista la profondità del mostro sacro Football Manager di Sega o del meno importante ma comunque riuscito FIFA Manager. In ogni caso, garantisce divertimento e si dimostra una scelta sicuramente azzeccata nel panorama console. Con più attenzione all’I.A. questo si sarebbe rivelato un prodotto di ben diverso spessore, ma così com’è FMC 06 non fa tremare minimamente i suoi colleghi su PC e non segna di certo un punto di svolta in ambito sportivo-manageriale.

Voto Recensione di Football Manager Campionato 2006 - Recensione


6.5