Recensione

Fireburst

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a cura di Ctekcop

ExDream è una compagnia tedesca, a dirla tutta nemmeno poi così piccola, giunta recentemente sotto le luci della ribalta grazie a Soulcraft. Dopo anni di fatiche, considerando l’iniziale annuncio risalente al 2008, ha finalmente rilasciato il suo primo progetto destinato a PC e console di ultima generazione: Fireburst.

Quest’ultimo è infatti disponibile sulle maggiori piattaforme di digital delivery, come Steam o Gamer’s Gate ad un prezzo che oscilla tra i 7 e i 10 euro, mentre tutto tace riguardo l’eventualo rilascio su SEN e  Xbox Live Arcade. 
Il titolo si propone, almeno nelle intenzioni, come un racing game arcade adrenalinico e dalle meccaniche diverse dal solito. I tedeschi saranno riusciti a fare centro con questo progetto fresco e divertente o scopriremo che si tratta del solito gioco di guida anonimo che stanca dopo poco? 
Firebomb!
A livello di gameplay spiccano le meccaniche legate al calore e all’acqua, ben spiegate nell’apposito tutorial. Attivare il turbo infatti genera calore, col rischio di far esplodere il motore e il veicolo stesso, mentre passare su una pozzanghera, sotto una cascata o colpire un barile blu pieno di acqua permetterà di diminuirlo. Ovviamente da evitare i rossi barili esplosivi.
I veicoli sono divisi in quattro diverse classi a seconda della tipologia di quelli che sono definibili come gli “effetti collaterali” dovuti all’attivazione del turbo. A seconda dei casi la vettura nelle nostre mani può diventare indistruttibile, lasciare dietro di sé una letale scia, generare un alone esplosivo o scatenare fuoco e fiamme ai lati della carrozzeria. Tutto questo perchè la lotta corpo a corpo con gli avversari è parte integrante delle competizioni. La fisica è esattamente l’opposto della simulazione, presentando comunque un certo grado di pesantezza delle vetture che tra loro si comportano giustamente in maniera molto diversa. Rimane da capire come sia possibile sterzare effettivamente in aria dopo un salto.
 Il risultato complessivo è inizialmente molto fresco e divertente, ma dopo un paio di gare ci si accorge che in realtà si ha a che fare con qualcosa di tutt’altro che scoinvolgente o innovativo.
La modalità carriera presenta una quarantina di eventi, che spaziano da brevissime sfide di vario genere a gare mai troppo lunghe o competizioni in pieno stile Destruction Derby, con cui sbloccare otto nuove vetture e otto nuovi personaggi, raddoppiando i contenuti disponibili. Fare tutto ciò porta via decisamente poco tempo, meno di un pomeriggio. Il problema principale tuttavia è che la noia rischia di affiorare addirittura prima vista una certa ripetitività di fondo dovuta sopratutto a una IA mai credibile o convincente nonostante una difficoltà regolabile a scelta tra cinque diversi livelli.
Non basta il comparto multigiocatore a salvare il tutto. Non vi è alcuno stimolo a giocare online: è praticamente impossibile prendere parte a una partita vista la penuria di giocatori. Apprezzabile la presenza dello split-screen con cui divertirsi assieme fino a un massimo di altri 3 amici: peccato che anche in questo caso, proprio come per le partite online, non è possibile far partecipare anche l’IA con il risultato di gare noiose e scontate indipendentemente che si decida di effettuare una corsa vera e propria o si scelga la modalità distruzione.
Firewheels!
Tecnicamente parlando Firebust si difende bene sfruttando la licenza del poliedrico Unreal Engine 3.
I modelli delle vetture, ovviamente non su licenza, sono veramente ben fatti. Sono i circuiti a mostrare il fianco risultando un filo troppo spogli  nonostante il loro spesso ampio e profondo orizzonte. In particolare le texture non fanno gridare al miracolo e alcuni dettagli come per esempio l’erba mal coniugata col terreno talvolta fanno quasi inorridire. Il vero problema è la scarsa varietà di ambienti seppur cromaticamente diversi tra loro: è un continuo deja-vu tra porti pieni di container, stazioni ferroviarie, cimiteri di aerei e scenari artici, desertici, industriali, costieri, talvolta addirittura notturni. Un grande plauso al sistema di illuminazione, in grado di regalare ottimi giochi di luce e ombre, e a quello dell’acqua, molto gradevole sopratutto quandi si ha a che fare con gli schizzi che investono la telecamera. Apprezzabili anche gli effetti relativi al turbo e il suo senso di velocità, le scie di fuoco e le esplosioni.
Nota di demerito per il comparto audio con rombi dei motori poco graffianti e incisivi, effetti audio monotoni e ripetitivi, voci degli altri piloti a dir poco fastidiose e indisponenti. La colonna sonora presenta brani di genere rock, qualcuno vagamente più metal, e, seppur di discreta qualità al punto da ritrovarsi a canticchiarne qualcuno, lascia basiti per l’eccessiva e continua ripetizione dell’esiguo numero di tracce proposte, decisamente troppo poche.
Segnaliamo infine qualche bug di troppo ma nulla che non si potesse risolvere mettendo in pausa o riposiziando la vettura sul tracciato e la mancanza di qualsiasi tipo di achievement.

HARDWARE

SO: Windows XP SP3, Windows Vista, Windows 7Processore: 2.0+ GHzMemoria: 2 GB di RAMScheda Video: Supporto Shader Model 3.0DirectX®: 9.0cHard-Disk: 1600 MB di spazio libero

– Prezzo budget

– Grafica più che decente

– Split-screen

– Quantomeno prova a essere originale

– Veramente pochi contenuti

– Multiplayer accessorio, deserto e desertico

– Comparto audio di livello pessimo

6.5

Alla prova dei fatti Firebust delude senza risultare fresco e divertente. Nonostante un prezzo ridotto, meccaniche originali e una discreta grafica finisce per stancare dopo qualche ora di gioco. Sempre che riesca a durare qualche ora vista la penura di contenuti delle modalità singolo giocatore e un multiplayer semplicemente inutile così come proposto.

Voto Recensione di Fireburst - Recensione


6.5