Anteprima

Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Da qualche giorno, con la complicità di Nintendo Italia, abbiamo messo le mani sulla versione finale di Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia, terzo ed ultimo capitolo della saga ad uscire sulla famiglia di console 3DS il prossimo 19 maggio: per quanto le prime ore di gioco possano dire poco riguardo ad un prodotto destinato a durarne una trentina, soprattutto in questo caso possono invece essere significative, viste le numerose novità che questo capitolo porta in dote.  
La pecora nera
Prima di entrare nel merito del prodotto, una breve premessa: Nintendo ed Intelligent Systems hanno dimostrato un coraggio non indifferente nel proporre questo remake, essenzialmente per due motivi.
Il primo è legato all’ingiustificata fama di pecora nera che il titolo originale si era guadagnato, nel corso degli anni, all’interno della saga, che ne faceva, contemporaneamente, il candidato ideale per un remake ma anche il più rischioso, vista l’abbondanza di dinamiche inedite per la serie.
Il secondo attiene al recente sfruttamento del franchise: questo è il terzo episodio della serie pubblicato in quattro anni, il quarto se consideriamo anche Fire Emblem Heroes, uscito per dispositivi iOS ed Android, e, dal momento che sono stati annunciati altri due titoli, uno spin-off in collaborazione con Omega Force ed un titolo regolare per Switch, esisteva il rischio concreto di saturare il mercato.
Nonostante ciò, in considerazione anche del fatto che l’episodio originale non ha mai varcato i confini del Giappone, Fire Emblem Echoes giunge come una ventata di aria fresca, un rappresentante della saga in tutto e per tutto che però, nel contempo, offre sperimentazioni affatto secondarie, dall’eliminazione del triangolo delle armi, uno dei capisaldi del franchise sin dall’esordio, all’introduzione di dungeon liberamente esplorabili.
L’elemento più familiare, tra lotte di palazzo e regni sull’orlo della guerra, è sicuramente quello narrativo, che verte su Alm e Celica, cresciuti fianco a fianco in un tranquillo villaggio ai confini del reame di Zofia, dove il tempo scorre lentamente e le giornate si susseguono l’una uguale all’altra.
Presto, però, la pacifica routine quotidiana verrà interrotta da un manipolo di soldati senza scrupoli, che porteranno alla luce la vera identità di Celica, costretta a lasciare il villaggio in gran fretta, accompagnata da Ser Mycen, il nonno di Alm.
Senza spoilerare nulla, ci limitiamo a dire che la scelta di Nintendo di pubblicare due amiibo dedicati ai protagonisti non sembra insensata, visto il carattere e la forza che entrambi dimostreranno durante il prosieguo dell’avventura.
Tanti cambiamenti
Non avendo giocato al titolo originale, cosa fattibile solamente con un’ottima conoscenza del giapponese o utilizzando una patch amatoriale in lingua inglese, siamo rimasti mediamente spiazzati durante queste prime ore di gioco, perché Fire Emblem Echoes si gioca assai diversamente dai suoi predecessori, pur rimanendo, essenzialmente, uno strategico a turni complesso e gratificante.
L’eliminazione dell’usura delle armi, la possibilità di imparare abilità dall’equipaggiamento, salendo di livello man mano che lo si utilizza, la rimozione dei legami e, con essi, degli attacchi multipli e della difesa rinforzata e l’attribuzione di un pool condiviso di punti esperienza alla fine di ogni battaglia sono solamente alcune delle grosse differenze che vengono alla mente e che abbiamo potuto saggiare durante la prima decina scarsa di ore.
Se, a seconda dei gusti personali, ognuna di esse potrà essere apprezzata o meno (a noi l’usura delle armi, ad esempio, non è che avesse mai fatto impazzire…), va detto che il bilanciamento complessivo, come da tradizione per la serie, è comunque lodevole, perché nell’economia del gameplay questi cambiamenti finiscono con il compensarsi, offrendo un’esperienza di gioco che è, al contempo, familiare ed inusuale.
L’unica lamentela, da prendere con le pinze visto che non siamo arrivati nemmeno a metà campagna, riguarda il livello di sfida complessivo: forgiati dalle battaglie a tratti impossibili di Fire Emblem Fates Conquista, non abbiamo trovato finora pane per i nostri denti, pur avendo settato da subito la difficoltà al massimo livello disponibile alla prima run, ovvero Difficile.
Vedremo se il prosieguo della campagna saprà darci soddisfazioni anche sotto questo punto di vista.

– Tante novità inattese

– Gameplay rodato

– Personaggi ottimamente caratterizzati

La prima manciata di ore di gioco nel reame di Zofia ci ha lasciato abbastanza interdetti, ma non delusi: ci aspettavamo cambiamenti, ma la portata e la quantità delle novità ci ha sorpreso, rendendo l’esperienza di gioco tanto familiare quanto diversa rispetto al passato, soprattutto al di fuori delle battaglie, nella gestione del party e della sua crescita.

Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia potrebbe avere ancora parecchi assi nella manica in serbo, di cui vi racconteremo nella recensione, in arrivo durante la prossima settimana: solo allora sapremo dirvi se e quanto le novità apportate alla formula base hanno giovato al prodotto finale.