Recensione

Final Fight Streetwise

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a cura di rspecial1

Era il 1989 quando nelle sale giochi giapponesi giunse uno dei titoli che rimarrà per sempre nella storia videoludica: Final Fight. Ancora una volta Capcom decise che nel mondo dei picchiaduro avrebbe dovuto lasciare il segno e cosi realizzò un titolo che oscurò quello che fino ad allora era il punto di riferimento del genere, Double Dragon. Picchiaduro a scorrimento…un genere ormai estinto potremmo dire se lo consideriamo come avremmo fatto anni fa, oggi invece il tutto si è evoluto in quelli che vengono definiti semplicemente action spesso associati a Tie-In di qualche film (a meno che non ne facciano un FPS) o personaggio dei fumetti. Quello che però si appresta a tornare sui nostri schermi è il quinto capitolo di una saga ormai leggendaria che Capcom ha deciso di revisionare in chiave moderna, rendendolo più vicino ai gusti dei giocatori di oggi e cambiandone anche lo stile ed il look.

Una nuova minaccia!Kyle Travers è il nuovo protagonista dell’ennesima scazzottata che si scatenerà tra gangs nella sfortunata città di Metro City. Per chi non ricordasse il cognome di questo giovanotto (a dire il vero non lo ricordavo neanche io) molto probabilmente il nome Cody, più familiare ai fans, vi ricorderà qualcosa; il nostro nuovo eroe infatti è il fratello di uno dei personaggi storici della saga ed avrà come obiettivo quello di liberare ancora una volta la città dal male di una potente organizzazione che desidera introdurre un tipo di droga totalmente nuovo. Il nostro buon Kyle avrà la possibilità di muoversi tra i diversi quartieri che formano la città, anche usando la metropolitana, non soltanto picchiando tutti i teppisti che incontrerà ma anche parlando con i cittadini, entrando nei negozi per acquistare armi, bevande e quant’altro possa fargli recuperare l’energia vitale persa nei combattimenti; per le varie vie potrete anche imbattervi in alcuni personaggi che vi sfideranno a vari mini-giochi, che se superati vi daranno una bella ricompensa. Il gioco quindi si avvale della libertà d’azione ormai diventata standard per il genere, dove mancano solo la possibilità di rubare le macchine e picchiare i poliziotti; qualcosa di clandestino però c’è, si tratta di combattimenti svolti in alcuni squallidi posti nei quali è possibile racimolare un po’ di soldi sconfiggendo i vari combattenti, qui il titolo diventa un vero picchiaduro ad incontri uno contro uno ambientato in un’arena (a dire il vero la storia inizierà tutta proprio da qui). Una delle caratteristiche introdotta dai programmatori è quella relativa al rispetto che potrete accumulare nei vari livelli, questo non è soltanto di bellezza, in effetti se picchierete i passanti o i barboni perderete punti che, una volta scesi ad un determinato livello, vi impediranno di comunicare con gli altri, poiché questi si metteranno sulla difensiva o vi attaccheranno a vista. E’ importante per la riuscita dell’avventura trovare un giusto equilibrio cercando di non compiere azioni poco etiche ma perseguendo nella ricerca di Cody e della storia, che ci verrà sempre indicata da una freccia verde in modo da sapere dove andare in ogni momento.

Usare i pugni? Meglio le pistole…Il sistema di gioco di questo Streetwise si basa sulla possibilità di tirare cazzotti, e di conseguenza eseguire combo in modo molto semplice, sia con i pugni che con i calci; sono disponibili anche la parata e le proiezioni, giusto per afferrare un avversario e scaraventarlo sugli altri per fare pulizia dell’area di gioco il prima possibile. L’aggiunta al classico e tradizionale sistema usato ormai da tutti i titoli è quello di una barra che determina l’”arrabbiatura” del nostro personaggio, premendo il tasto dorsale di sinistra infatti potremo attivare la modalità che scatenerà tutta la furia di Kyle rendendolo più veloce, più cattivo e con una bella scia (tipica di Street Fighter) a seguire le varie mosse. Come in ogni Final Fight che si rispetti potremo anche usare tutte le armi che troveremo sparse per i livelli, dai vari coltelli alle pistole passando per mazze e spranghe di varia natura…pensate che se non troverete delle armi basterà rompere qualche oggetto del fondale per procurarsi una bella tavola di legno o bidone da spezzare sulla schiena di qualche brutto ceffo.

Come infangare un mito!Nonostante il sistema di gioco semplice ed immediato il nuovo prodotto di casa Capcom non solo denota una scarsa qualità generale ma delude sotto molti punti di vista. Purtroppo il titolo presenta delle aree di gioco piccolissime, quattro strade messe in croce con due negozietti inutili, ed una interattività ridicola con i giocatori non utilizzabili, che oltre ad essere pochi sono anche delle comparse pressoché insulse. I programmatori hanno cercato di mixare troppe cose, senza riuscire a realizzarne nessuna in modo decente, sia per il titolo stesso che risulta linearissimo e troppo schematizzato sia per la presenza di avversari ridicoli e con una I.A. poco sviluppata, che ovviamente li rende bersagli troppo facile per un giocatore esperto, che non si divertirà per nulla vista la troppa facilità del gioco. L’unico vero motivo di sfida risulteranno essere i boss con delle armi, per il resto sarà sufficiente pararsi un po’ e contrattaccare o raggirare i nemici per evitare di subire delle prese. I negozi sono li tanto per fare presenza, comprare qualcosa che si potrà trovare gratuitamente in giro per le strade è un po’ stupido no? Il titolo però raggiunge il fondo, raschiandolo, proprio per la sua natura molto cupa e che si allontana da quella della serie di Final Fight; i nemici sono sempre gli stessi ma oltre ad essere ridicoli nelle loro movenze non hanno carisma, neppure un briciolo…e non solo gli scagnozzi ma anche i boss, nulla a che vedere con gente come Hugo, Damnd, Sodom ma anche le bellissime e letali Poison. Tutti schiatti e privi di carisma o interesse. L’uso poi dei toni dark stona con una Metro City originale piena di colori vivaci e per nulla simile ad un quartiere malfamato di chissà che zona…basta imitare la Rockstar, questi giochi non sono degli di nota e sono un insulto a chi ha amato il primo episodio su coin-op ed i sequel su Super Nintendo. Il tutto poi non si può salvare solo per l’aggiunta di una modalità in stile classico, nella quale dovremo percorrere le città picchiando tutti, ma che si rivela improponibile, sia per il livello di difficoltà assudo in molti casi sia per la noia mortale che si ha nell’uccidere sempre gli stessi tizi per centinaia di volte. Certo potremo usare anche Cody, Guy e Haggar, ma la situazione non migliora per la presenza delle tre leggende facendo in modo che non arriviate neppure a metà delle 7 missioni previste.

Metro City in 3D!Fa pena!I quartieri sono piccolissimi, privi di dettagli e con pochissime locazioni esplorabili; realizzate con pochi poligoni e delle texture troppo scure e poco dettagliate. I personaggi principali sono animati molto bene, in modo fluido e curati nei dettagli; peccato per le poche mosse e combo a disposizione, per i nemici curati in maniera insufficiente sia nella realizzazione tecnica che nella I.A., troppo scarsa. Il resto sono animazioni legnose e ripetitive accompagnate da texture di bassa qualità. Pensate che all’interno del gioco sarà possibile sbloccare anche il primo episodio della serie, una cosa in più senza dubbio gradita…se non fosse che alla Capcom non sono neanche riusciti ad emulare un titolo che ormai si gioca ovunque, pure sui cellulari, in modo appena sufficiente. Le musiche sono insulse e poco adatte al gioco, molto meglio invece gli effetti sonori, campionati adeguatamente e ben differenziati gli uni dagli altri, proprio come le urla ed il parlato in inglese dei vari personaggi (che però non sempre è adatto, spesso i doppiatori hanno voci poco adatte alla controparte ludica).

– Cody, Guy ed Haggar

– Tutto il resto

4.1

Capcom ci aveva già provato con Beat Down a rispolverare il genere dei picchiaduro a scorrimento, già allora però si erano riscontrati parecchi problemi che non solo si ripresentano qui, ma sono aggravati da una semplificazione del tutto e da una poca varietà di azioni. Almeno nel primo tentativo qualche idea buona c’era, qui l’hanno tolta proprio, lasciandoci con un gioco dalla realizzazione tecnica mediocre e dal gameplay troppo semplice e ripetitivo, unito ad una storia insulsa e priva di logica, che lasceranno con l’amaro in bocca e la voglia di lanciare il disco al nostro cagnolino, giusto per non sprecarlo. Sconsigliato a tutti, anche agli amanti del genere e più di tutti a coloro che amano ed hanno amato la saga di Final Fight…fatevi un favore, statene alla larga.

Voto Recensione di Final Fight Streetwise - Recensione


4.1