Recensione

Final Fantasy XIV: Stormblood

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a cura di Jeegsephirot

Informazioni sul prodotto

Immagine di Final Fantasy XIV: A Realm Reborn
Final Fantasy XIV: A Realm Reborn
  • Sviluppatore: Square Enix
  • Produttore: Square Enix
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , PS3
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 27 agosto 2013 - 14 aprile 2014 (PS4)

Dopo una full immersion di ben 3 settimane, è giunto il momento di tirare le somme su Stormblood, la seconda espansione di Final Fantasy XIV uscita lo scorso 20 giugno (16 giugno in early access per chi lo aveva preordinato) su PC e Playstation 4. Qualche settimana fa vi avevamo lasciato con delle buone prime impressioni e ora siamo qui per confermare l’eccellente lavoro svolto dal team di Naoky Yoshida, director del gioco, e da Square-Enix con il suo MMORPG online.
I contenuti di questa nuova espansione rispecchiano in larga parte quelli che si erano già visti precedentemente con Heavensward e possiamo riassumerli in: una nuova storyline, 2 nuovi job, 6 nuove aree da esplorare, 8 nuovi dungeon da affrontare, 2 nuovi Primal da sconfiggere, la possibilità di immergersi sott’acqua e un revamp del battle system. Andiamo ad analizzarli nel dettaglio.
La miglior storia mai raccontata
Dopo aver sventato i piani di Griffin e la minaccia di Shinryu, il nostro Warrior of Light e gli altri membri dello Scions avevano scoperto la vera identità di Yda, ovvero Lyse, e del suo passato, decidendo così di partire alla volta di Ala Migho per liberarla una volta per tutta dalle grinfie dell’impero garleano. La cosa si rivelerà tutt’altro che semplice, perchè a capo dell’esercito imperiale ora c’è Zenos yae Galvus, figlio dell’imperatore Varis zos Galvus. La sua forza e il suo potere è così terrificante che i nostri eroi saranno costretti a viaggiare verso il continente orientale per cercare l’aiuto della città-stato di Doma, anch’esso vittima dell’oppressione dell’impero.
Stormblood narra con ogni probabilità una delle migliori storie che l’intera serie di Final Fantasy abbia mai potuto raccontare. Una storia di drammi e sacrifici, che racconta le conseguenza di una guerra, l’importanza della libertà e la voglia di ribellarsi a chi la minaccia.
Incredibile il personaggio di Zenos, che non ci mette molto a mostrare come sia uno dei nemici più crudeli, potenti e spietati che si siano mai visti in tutto Final Fantasy XIV, se non addirittura in tutta la serie di Final Fantasy. La sua stazza, il suo portamento e il suo aspetto tanto regale quanto minaccioso lo rendono un personaggio talmente carismatico che si fa fatica a credere che sia stato creato solo come antagonista della storia di un’espansione di un MMORPG. 
Menzione d’onore anche per Lyse, personaggio su cui poi praticamente ruotano tutte le vicende di Stormblood: è probabilmente il primo degli Scions, dopo Minfilia, ad avere così tanta rilevanza all’interno dell’universo di Final Fantasy XIV. Il lavoro sulla sua caratterizzazione e sul suo sviluppo è stato eccelso, lasciando una vera e propria impronta nei cuori dei giocatori, al contrario di quando vestiva i panni di Yda dove ce la ricordiamo quasi come macchietta comica al fianco del mai troppo rimpianto Papalymo.
Stormblood è l’ennesima conferma di come la qualità della narrativa dei titoli online di Final Fantasy sia elevatissima e assolutamente da non sottovalutare, visto che probabilmente raggiungiamo livelli ben più alti rispetto addirittura a quella dei capitoli principali. E non abbiamo paura nell’affermarlo.
Esplorando l’oriente
Seguendo la struttura del pacchetto offerto precedentemente in Heavensward, i nuovi contenuti aggiunti in Stormblood vengono proposti ai giocatori in maniera graduale man mano che si avanza nella story-line principale. Una volta sbloccata la nuova area, verranno messe a disposizione decine di nuove quest secondarie necessarie a incrementare il livello del nostro personaggio, il cui level cap è adesso salito a 70, senza forzare il giocatore a ore noiose di grind (quello poi arriverà per chi vuole expare gli altri job). Purtroppo, molte di queste missioni opzionali risultano come al solito ripetitive e con poca sostanza a livello di sottotrame, ma alcune invece si sono rivelate sorprendentemente interessanti, come quelle in The Azim Steppe o The Ruby Sea che ci hanno fornito un background sulla storia e la cultura della razza Au ra, fino ad ora ignorata.
Ovviamente anche qui è possibile attraversare le nuove aree volando, ma non prima di aver sbloccato tutte le correnti di Aether sparse lungo tutta la mappa, da ricercare con la solita bussola già utilizzata in Heavensward. Una meccanica relativamente frustrante, anche se comprensibile visto la necessità di dosare l’esplorazione e allo stesso tempo di enfatizzarla.
La vera novità però è che in molte di queste nuove aree è stata introdotta la possibilità di nuotare o immergersi per esplorare il fantastico mondo marino; ci duole far presente che a parte alcune attività di gathering, sott’acqua non è possibile fare nient’altro, rendendo tutto ciò fine a se stesso (un po’ come il volo, che se non altro almeno serve a velocizzare i viaggi): anche sott’acqua è possibile comunque utilizzare le mount.
Per quanto concerne i dungeon, nessuna novità particolare da segnalare in merito alla struttura o alle meccaniche, ma restano ancora parecchio divertenti e godibili. Belli soprattutto quelli di Kugane Castle e The Temple of Fist, il primo in particolar modo grazie alla boss fight contro Yojimbo da Final Fantasy X.
Katane e fioretti
Uno degli elementi più importanti che hanno caratterizzato questa nuova espansione è sicuramente l’introduzione dei due nuovi job: Samurai e Red Mage. Due classi che erano particolarmente richieste, soprattutto il Samurai, già molto amato sin dai tempi di Final Fantasy XI.
Il Samurai è un DPS Melee estremamente potente soprattutto sul target singolo, ma che dimostra anche una certa efficacia contro un gruppo numeroso di avversari, grazie a una combo dedicata e ben due attacchi speciali che sfruttano l’energia del Kenki. Il Kenki è l’energia che viene immagazzinata nella katana e che può essere rilasciata in dosi per effettuare determinate mosse. Oltre a questo, il Samurai attinge potere anche dallo Iaijutsu, una tecnica i cui effetti possono variare a seconda di quanti Sen vengono attivati nel corso della battaglia attraverso l’uso delle varie combo che ha a disposizione. 
Il Red Mage, invece, è un DPS Caster e rappresenta uno delle classi più divertenti e mai scontate del gioco, senza considerare il danno ingente che è in grado di arrechare. La storica classe della serie Final Fantasy si basa principalmente sull’alternanza in maniera dinamica tra le magie bianche e quelle nere, riempiendo così due apposite barre di energia da cui il  Red Mage potrà poi attingere per sferrare una potentissima combo fisica contro il nemico che, una volta eseguita, darà accesso a due incantesimi potentissimi. 
Inoltre, il Mago Rosso si rivela anche all’occasione, un ottimo supporto grazie alla possibilità di curare e resuscitare gli altri membri del party.
Classi stravolte
La scelta di introdurre due nuovi classi DPS in un gioco come Final Fantasy XIV, inizialmente, non è stata delle migliori visto e considerato i problemi che questa ha generato nel primo periodo con i Duty Finder. Tempi di attesa lunghissimi che a volte superavano addirittura i 30-40 minuti, ma fortunatamente ora la situazione sembra aver raggiunto un compromesso più che accettabile. A detta di Yoshida e del team di sviluppo del gioco, probabilmente ci sarebbero stati più problemi con l’introduzione di un nuovo tank o un nuovo healer, non solo in termini di tempistiche, ma anche di bilanciamento. E parlando di bilanciamento veniamo a parlare forse di uno degli argomenti più spinosi introdotti da Stormblood: ovvero il revamp del battle system.
In concomitanza dell’uscita di questa nuova espansione, tutti i job del gioco hanno subito un cambiamento più o meno drastico delle loro skill tra abilità completamente rimosse o altre cambiate sensibilmente. Inoltre, sono state rimosse le abilità derivate dai job secondari in favore di nuove skill definite “Role Action”, basate quindi sul tipo di ruolo suddivisi ora in DPS Melee, DPS Ranged, DPS Caster, Tank e Healer.
Molte persone, quindi, si sono trovati dei job stravolti, con hotbar da settare nuovamente da zero e in alcuni casi con performance in combattimento sensibilmente calate. Alcuni di questi sono stati i Dark Knight e il Warrior, che però sono stati i primi a essere stati riequilibrati con la patch 4.01 uscita lo scorso 4 luglio. 
Siamo sicuri che con il tempo anche le altre classi verranno sistemate, ma ci sono stati alcuni ritocchi che sinceramente continuano a non avere senso nell’ottica della prestanza in combattimento, il Monk tra tutti, dato che è il job con cui chi vi scrive ha più dimestichezza.
Gradite invece le Job Gauge, la nuova interfaccia grafica che permette di avere sempre sott’occhio alcune stance e alcuni parametri essenziali a seconda della classe che si sta utilizzando. Certo, probabilmente alcune risultano un po’ forzate e raffazzonate (come la Beast Gauge del Warrior), ma nel complesso soddisfacenti e funzionali.
Più importante invece il lavoro svolto nel PVP, che limita e semplifica notevolmente le skill bar mettendo a disposizione delle abilità specifiche per le battaglie tra giocatori che da tempo meritava di prendere le distanze dal PVE per assumere un’identità più concreta. Sarebbe stato meglio se tale cambiamento fosse stato accompagnato da una nuova modalità, ma forse era pretendere un po’ troppo, ci sarà tempo anche per quello.
Endgame
Veniamo ora all’analisi dell’endgame, elemento essenziale di ogni MMORPG che si rispetti. Inizialmente, prima dell’arrivo della patch 4.01, gran parte di questi contenuti erano limitati al farm dell’equipaggiamento con item Level 310 necessario per affrontare le versioni Extreme dei due nuovi Primal introdotti con Stormblood: Susano e Lakshmi.
Susano è il Lord of Revel e signore dei Kojin. Come Ravana lo fu per Heavensward, si tratta di un Primal completamente originale creato apposta per Stormblood. La sua versione Extreme è relativamente semplice una volta apprese le meccaniche e si rivela ideale per il farming delle armi con Lvl 320.
Lakshmi è la Lady of Bliss e signora delle Ananta. Per chi non lo ricordasse, Lakshmi fece la sua prima apparizione nella saga in Final Fantasy VI come Esper e di recente anche in Final Fantasy XV come obiettivo unico di una caccia. La sua estetica e il suo fight sono probabilmente tra i più belli a livello visivo mai proposti in tutto Final Fantasy XIV. Le meccaniche del suo combattimento sono sicuramente tra le più ostiche e difficili da imparare.
Ad un primo sguardo, i contenuti di questo endgame possono sembrare poveri, ma in realtà Square-Enix e il team di Yoshida sanno il fatto loro e stanno dosando i contenuti per dare modo a tutti di fare tutto con le dovute tempistiche. Non a caso, l’arrivo di Omega (versione base) introdotto con la 4.01 cade proprio quando chi doveva sconfiggere e farmare i due Primal Ex si ritrova ora con un raid settimanale sulla falsa riga di quanto già visto in precedenza con Alexander e Bahamut.
Omega lo avevamo già visto nel corso della patch 3.5 di Heavensward in un’accesa battaglia contro Shinryu e in questa occasione, senza eccedere nello spoiler, metterà alla prova il nostro Guerriero della Luce e i suoi compagni superando le prove del Deltascape, ovvero degli scontri contro creature leggendarie provenienti dall’universo di Final Fantasy V. 
Neanche a dirvelo, Ex-Death sarà il boss finale da sconfiggere nel quarto e ultimo piano di questa prima fase della storia. Con tali premesse, è possibile che ne vedremo delle belle con le prossime due espansioni di questo raid che arriveranno in futuro.
Come per Alexander, la versione base non richiede particolari difficoltà per essere terminato, così da facilitare il farming settimanale dei token e ottenere così il nuovo equipaggiamento 320, necessario per affrontare la versione Savage in arrivo entro la fine del mese. Omega Savage rappresenterà dunque il vero cuore dell’Endgame di Final Fantasy XIV e se manterrà il livello di difficoltà di Alexander o di Coil, ci aspettiamo mesi di allenamento per completare tutti i piani e ottenere gli ambiti set di equipaggiamento (il cui livello è ancora sconosciuto). Salvo eccezione per i giocatori professionisti che spesso chiudono tali contenuti in una manciata di giorni/settimane. Beati loro.
Aleggia ancora tanto mistero e curiosità invece sul raid da 24 giocatori dedicato a Return to Ivalice, sviluppato in collaborazione con lo stesso creatore dell’universo di Ivalice (Final Fantasy XII, Final Fantasy Tactics e Vagrant Story) ovvero Yoshida Matsuno, e di cui trovate lo speciale dedicato qui, previsto con la patch 4.1 tra circa 3 mesi.

Bellissima Trama

I nuovi job garantiscono soddisfazioni

Il futuro di Omega si prospetta pieno di sorprese

Ribilanciamento dei job non tutti efficaci

Nuotare sott’acqua è fine a se stesso

Ancora code e lunghe attese per i DPS

8.5

Stormblood ripropone di base la stessa struttura dei contenuti già proposti in Heavensward, ma questa volta lo fa con più crisma e cura nei dettagli. Una storia eccezionale, due nuovi job richiestissimi e potentissimi, una rivisitazione totale di tutte le classi e un raid dalle incredibili potenzialità sono tutti elementi che dovrebbero invogliare chiunque a tornare a giocare nel caso avesse mollato la presa dopo la precedente espansione. Altre novità e bilanciamenti sono in arrivo con le prossime minipatch, ma non dimentichiamoci le classiche megapatch trimestrali a cui Square-Enix ci ha abituati in questi anni. Ora più che mai è tempo di entrare a far parte della gloriosa community di Final Fantasy XIV, soprattutto chi in questi anni ha ostentato e non si è ancora lasciato tentare. Non avrete di che pentirvene.

Voto Recensione di Final Fantasy XIV: A Realm Reborn - Recensione


8.5