Recensione

Fe, la recensione del gioco EA Originals

Avatar

a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Il percorso di Fe, nuovo titolo dell’etichetta EA Originals sviluppato da Zoink
, ricorda in qualche modo la storia di Unravel, titolo d’esordio dell’iniziativa di Electronic Arts dedicata alla pubblicazione di produzioni indipendenti originali. Annunciato durante l’E3 del 2016, Fe ha puntato tutto sull’impatto estetico con la speranza di rimanere impresso fin da subito nelle menti dei giocatori. Proprio come Unravel, anche Fe punta sull’estetica, sull’impatto emotivo ed una creaturina come protagonista principale. Fe si inserisce in quel tipo di produzioni come Journey e Flower, dotate di un grande impatto visivo, il cui fondamento ludico si basa più sulla narrazione che la sfida in sé. L’opera di Zoink ci riesce, ma non del tutto.Due anni dopo, cinque dal primo prototipo, la delicata avventura di Zoink arriva su PlayStation 4 (dove l’abbiamo giocata), Xbox One, Switch e PC. Fe ci racconta la storia di una piccola creatura, forse un cucciolo non ci è dato saperlo, che finisce per perdersi all’interno delle profondità di una foresta amena. Separato da quelli che erano i suoi compagni di viaggio, una volta subito il fortissimo impatto che l’ha visto precipitare dal cielo, il nostro piccolo protagonista dovrà iniziare ad esplorare il mondo intorno a sé. La narrazione di Fe è relegata unicamente alle immagini ed ai suoni, elemento su cui la produzione fa grande affidamento. Purtroppo una soluzione del genere è sì elegante, ma se gestita in modo grossolano e poco raffinato come in Fe rischia di rendere il racconto inutilmente criptico.La messa in scena, fatta di colori accesi, i quali variano in modo organico tra uno scenario ed una situazione e l’altra, che vanno ad abbracciare i contorni di un mondo di gioco spigoloso ed eccessivamente (ma volutamente) poligonale è molto buona, ma il più delle volte rimane fine a sé stessa. Funziona anche molto bene il processo di scoperta che il giocatore è chiamato a percorrere, proprio perché spinto dalla totale assenza di informazioni o nozioni di qualche tipo. Però, per tutte le circa sei ore che si impiegano per completare Fe, l’impressione è quella di vivere un mondo vuoto, senza carisma e con poca voglia di catturare il giocatore e rilasciarlo solo alla fine della storia, come ogni buon videogioco narrativo dovrebbe fare.L’obbiettivo primario dell’avventura è semplice, nonostante l’ermetismo di cui sopra, e vedrà la creaturina impegnata a liberare gli animali della foresta. La fauna che abita le lande di Fe è attanagliata da misteriose creature robotiche, ominidi metallici bipedi in grado di trasformarsi in insetti quadrupedi per rincorrere i propri nemici, e soggiogarli all’interno di una sorta di sfera organica dalla quale è impossibile uscire. L’esserino che andremo ad interpretare, completamente oscuro con alcuni dettagli del corpo luminescenti, non è in grado di attaccare né difendersi, se non fuggendo o nascondendosi. Dalla sua ha però la capacità di entrare in sintonia con il mondo intorno a sé intonando un canto, un melodico ululato in grado di entrare in risonanza con tutto ciò che lo circonda. Dicevamo che il comparto sonoro è la caratteristica su cui si basa Fe, nella messa in scena quanto nel gameplay. Col grilletto destro sarà possibile ululare, con varie modulazioni a seconda di quanto il pulsante analogico sia o meno premuto (in questo senso, non sappiamo come il meccanismo viene riportato nella versione Switch). Con un verso sgraziato, o comunque non controllato, si richiama l’attenzione delle creature intorno a sé, ma allo stesso tempo si può creare una distrazione sonora per un nemico, per poi aggirarsi furtivamente da un altro lato e superare le difese di una determinata area. Regolare invece la voce, permettendo al delizioso verso di uscire, farà sì che le creature della zona ci seguano. La compagnia della fauna permette infatti di attivare alcuni elementi del mondo di gioco, come fiori con i quali saltare o in grado di creare correnti ascensionali, oppure boccioli che donano un “germoglio-bomba” se schiusi. Una volta imparato il linguaggio di una creatura, ovvero superando una sezione particolarmente importante di gioco dove il tipo di creatura suddetta è protagonista, sarà possibile riproporre il suono autonomamente ed approcciarsi alla flora senza il bisogno di farsi seguire dai vari animali.Il gameplay quindi si innesta in quel genere di puzzle platformer, in cui risolvere enigmi ambientali e tornare ad esplorare vecchie ambientazioni forti di nuovi potenziamenti, in questo caso i linguaggi degli animali. Oltre a questo c’è la necessità di nascondersi in Fe, visto che il protagonista è tutto fuorché una bestia feroce assetata di sangue. In questo caso i meccanismi stealth sono molto semplici, forse troppo, e si basano sul nascondersi alla vista dei nemici tramite ostacoli o dei cespugli che ci renderanno invisibili anche ad un centimetro di distanza. Non è che Fe non sia piacevole, tutt’altro, ma arrivati alla conclusione dell’avventura l’impressione è di non aver giocato niente che non sappia di già visto. Gli enigmi non sono mai esaltanti, il che è un preciso intento della produzione come detto in precedenza, ma un senso di sfida, seppur minimo, avrebbe dato a Fe tutto un altro spessore. Rimane un comparto sonoro veramente ottimo, metodicamente studiato e sorretto da una colonna sonora forse non memorabile, ma sicuramente adatta a tutto ciò che succede a schermo.Non c’è neanche un messaggio importante di qualche tipo, un qualche cosa che lasci il giocatore con un pensiero su cui riflettere una volta spenta la console. Il che è un peccato, perché Fe vive anche di alcuni momenti esteticamente molto piacevoli, come una scalata ad una gigantesca creatura che fa saltare subito alla mente Aloy alle prese con i Collilunghi in Horizon: Zero Dawn. Fe è molto carino, una bella avventura, piacevole da vivere a cui manca però quel guizzo alla fine, l’intuizione nascosta dietro ad un eccessivo bisogno di essere criptici ed ermetici.

Ottimo comparto sonoro

Palette cromatica interessante e coraggiosa

Esteticamente piacevole

Sfida rasente lo zero

Poche idee originali

Narrazione a tratti pretenziosa

7.0

Il voto dato a Fe potrebbe indurvi a pensare che sia una produzione mediocre. No, perché è importante capire la scala dei valori con il giusto occhio, e Fe si attesa esattamente nel punto in cui merita di stare: poco sopra la media. Fe non è un titolo scadente, ma dall’altro lato non è neanche niente che non si sia già visto. Il nuovo titolo di EA Originals è una buona amalgama di tante altre avventure “emozionali” con un unico, grande pregio: il comparto sonoro. Se cercate un’avventura in grado ci commuovervi, lasciarvi un pensiero potente su cui riflettere, oppure un’esperienza emozionante non sarà Fe a darvi queste sensazioni.

Voto Recensione di Fe, la recensione del gioco EA Originals - Recensione


7