Anteprima

Fallout 3

Avatar

a cura di andymonza

L’odierna agenda di appuntamenti presso la Games Convention di Lipsia presentava tra gli altri un appuntamento a lungo atteso: un giro per la stilosa Lounge di Bethesda Softworks, con la possibilità di mettere finalmente le mani su uno dei successi annunciati del prossimo inverno: Fallout 3.Dopo molte presentazioni passate a desiderare ardentemente di stringere il pad tra le mani, finalmente è arrivato il nostro momento: la sessione di hands on è stata interamente dedicata alla versione Xbox 360.

Fuori dal VaultCi è stata data l’occasione di iniziare una nuova partita e muovere nei panni del nostro alter ego digitale i primi passi nel mondo postatomico più affascinante che si sia mai visto in un videogioco. Usciti dal Vault abbiamo potuto apprezza l’eccezionale linea dell’orizzonte che caratterizza le vastissime ambientazioni: senza alcun effetto pop-up godremo di uno sfondo a perdita d’occhio, in grado di suscitare un fortissimo impatto soprattutto nei primi momenti di gioco. Per non perdersi nella struttura assolutamente non lineare del titolo è bene familiarizzare fin da subito con uno degli strumenti più preziosi in nostro possesso: il Pip Boy. Si tratta di un computer da polso che va a sostituire qualsiasi forma di menu cui altri Rpg ci hanno abituato. Tramite i grilletti sinistro e destro è possibile navigare tra le tre funzioni principali: Stats ci permette di conoscere vari aspetti del nostro alter ego, tra cui la distribuzione dei punti skill e degli attributi, e l’eventuale presenza di contaminazione da radiazioni. La funzione Items consiste invece nel più classico degli inventari, dove potremo navigare tutti gli oggetti in nostro possesso. Data racchiude in sé una mappa dettagliata della zona e degli obiettivi delle missioni in corso, un diario delle quest, un riproduttore di promemoria vocali ed una radio ingame. Le lande desolate all’esterno del Vault si sono rivelate sin da subito ricche di insisdie: da insetti volanti simili ad api a cinghiali inferociti, il bestiario sembra essere decisamente ricco. L’occasione è stata ottima per testare la prima arma in nostro possesso, una classica pistola: il sistema di combattimento prevede due modalità distinte. La prima è una classica modalità action in tempo reale, che nulla ha da invidiare ai tipici sparatutto cui siamo abituati, ma a nostra discrezione vi è la possibilità di utlizzare un sistema di puntamento ideato appositamente dai ragazzi di Bethesda con il quale, effettuato il lock sul bersaglio, sarà possibile selezionare con precisione il punto da colpire. Quest’ultima soluzione richiede un po’ di pratica ed abitudine e si rivela efficace soprattutto con bersagli che si muovono rapidamente o si trovano ad una distanza che rende complicato mirare liberamente. Sconfitta qualche bestiaccia ci siamo trovati di fronte al primo avanzamento di livello, esplicitato da una schermata che ci ha dato la possibilità di distribuire a nostro piacimento i punti skill acquisiti e, successivamente, di specializzarci in un particolare ambito di combattimento.

Megaton!Il nostro girovagare più o meno casuale ci ha portato fino a Megaton, uno dei vari avamposti umani di superficie distribuiti sul territorio. Aggirandoci nel tortuoso dedalo di viuzze che si aggrovigliano tra baracche di lamiera, cumuli di rifiuti e ciarpame abbiamo potuto apprezzare l’eccezionale lavoro fatto a livello design: seppur assurda nella sua caoticità, la piccola Megaton entra in qualche modo nel cuore e presenta un feeling unico. Proprio nel mezzo della città, al centro di una grossa pozzanghera, riposa minacciosa un’enorme bomba atomica, la cui forma ricorda incredibilmente la Fat Boy sganciata su Nagasaki. Inutile dire che essa diventerà ben presto oggetto di varie quest che ci porranno di fronte a delicate scelte morali. Il giro in città ci ha permesso di scambiare qualche parola con gli abitanti: in questo caso la telecamera zoomerà sul volto del nostro interlocutore, dando il via ad una classica sessione a scelta multipla in pieno stile Rpg. Di rado i dialoghi sono banali e la caratterizzazione dei personaggi, compresi quelli di scarsa importanza, è davvero palpabile e realistica.

Considerazioni finaliIl tempo tiranno non ci ha concesso più di una mezz’ora in compagnia della nuova fatica di Bethesda. Nondimendo tanto ci è bastato per inebriarci dell’atmosfera irresistibilmente decadente e malata che trasuda da ogni più piccolo dettaglio. Se un paragone si può fare, era dai tempi degli hands on su Bioshock che non restavamo tanto invischiati nell’atmosfera di un gioco. I brevi test sul sistema di combattimento sono stati soddisfacenti: sia gli scontri in tempo reale, sia quelli affrontati utilizzando l’innovativo sistema di puntamento si sono rivelati divertenti e sufficientemente impegnativi. Il design si attesta su livelli davvero eccezionali ed il comparto tecnico che lo supporta fa bene il suo lavoro. Inutile dire che l’antipasto non ha fatto altro che farci salire l’appetito, e non vediamo l’ora che il piatto forte di questa fine 2008 venga finalmente servito.