Recensione

FIFA 2005

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a cura di pWi

Lo sport più amato dagli italiani Che relazione ci sia tra il calcio e le cucine è molto arduo da capire. Fatto sta che senza calcio noi italiani non riusciamo a sopravvivere. Non solo calcio giocato ma anche, e purtroppo soprattutto, amiamo le polemiche, le risse, gli insulti agli arbitri. Tralasciando questa vena polemica, credo sia meglio soffermarci su come questo fenomeno si è riversato nel mondo dei videogiochi. Se i manageriali tipo PC Calcio e Scudetto hanno da sempre avuto un infinito successo, le stesse simulazioni sono certo tra i giochi più venduti nel Bel Paese. E in questo la serie FIFA è stata da sempre mattatrice, fin dai primi anni ’90 con quello che possiamo additare tranquillamente come il capostipite della serie, Fifa International Soccer. Si trattava di un gioco estremamente innovatore per i tempi, un nuovo approccio per giocare il calcio su computer. Un approccio che Electronic Arts ha rimosso con grandi difficoltà, tanto che si può dire che almeno fino ad un paio di anni fa la giocabilità della serie era del tutto identica al passato. Il problema non è tanto questo, però, quanto quello legato a Konami, che decide di lanciare nella mischia PC il suo capolavoro cristallino, e con questo ci riferiamo a Pro Evolution Soccer 3. L’anno scorso Konami ha puntato ad un esordio in sordina. Poca pubblicità, solo qualità. Risultato? FIFA, benché oggettivamente come simulazione sia assolutamente inferiore, ha trionfato nelle vendite ancora una volta. Ma la sfida si ripete quest’anno, con una Konami stavolta intenzionata a perseguire anche mire prettamente economiche. Electronic Arts sarà finalmente invogliata a cambiare qualcosa in maniera maggiormente sostanziale? Riusciranno i programmatori della serie a superare, o perlomeno raggiungere, il grande feeling che contraddistingue da sempre i giochi di Konami?

Konami – Electronic Arts 1-0 Possiamo dire che, perlomeno su piattaforma PC, questo sia il risultato di un’ipotetica partita di pallone giocata sul successo qualitativo dei propri giochi. Nel 2003 sicuramente Pro Evolution Soccer 3 era una spanna, se non qualcosa in più, superiore a FIFA 2004. Adesso si gioca la seconda azione di questa apparentemente interminabile partita, ed il pallone è nei piedi di Electronic Arts al momento. Vediamo cosa sa offrirci di nuovo questo ottavo episodio della serie calcistica più longeva. Generalmente possiamo dire che ci sono migliorie per quanto riguarda il gameplay, la struttura manageriale del gioco e dal punto di vista tecnico. Ma analizziamo tutto questo con calma.Principalmente, i ragazzi di Electronic Arts si sono occupati del punto di vista manageriale. Adesso possiamo affrontare il gioco anche tramite la modalità carriera, la quale ci mette in mano una squadra di calcio che potremo gestire in base a diversi aspetti. Il tutto per una durata di 15 anni. Certo, non possiamo assolutamente pretendere una profondità neanche paragonabile a quella di uno Scudetto, gioco nel quale questo è l’aspetto principale. Ad ogni modo, da questo punto di vista, non possiamo lamentarci più di tanto. La modalità carriera, alla fine, prende ed è difficile non affezionarsi alla propria squadra e non avere la voglia di continuare in questa esperienza. Inizialmente, il gioco ci fa scegliere il territorio nel quale cominciare la nostra avventura. Per esempio, potremo optare per i campionati italiano, spagnolo e portoghese o inglese, francese, tedesco e così via. Fatta questa scelta ci saranno proposte una serie di squadre intenzionate ad effettuare il nostro ingaggio. Non avremo ovviamente subito la possibilità di accasarci nella Juventus o nel Milan, ma dovremo iniziare dalla gavetta, vale a dire dalla Serie B. Ogni allenatore ha una valutazione in stelline, per un massimo di cinque stelline. Il nostro obiettivo è proprio raggiungere la quinta stellina. Per ogni partita, inoltre, verrà calcolato il morale della nostra squadra e assegnati dei punti, tutto in base in base al punteggio finale. Se il morale scende a 0 saremo inevitabilmente esonerati. I punti, invece, dovremo distribuirli all’interno del nostro staff. Ci saranno, infatti, diversi operatori i quali si occupano del reparto offensivo, di quello difensivo, della ricerca di giovani talenti e così via. I punti vanno distribuiti fino a completare dei livelli di esperienza: più alto sarà il livello, più performante quell’elemento dello staff e, conseguenzialmente, maggiore rendimento avremo dal punto di vista fisico e morale dai nostri giocatori. La stagione è quindi composta da tutte le partite del campionato, da quelle della Coppa Italia e da eventuali partite di coppe europee. Avremo anche la possibilità di comprare nuovi giocatori o venderne alcuni della nostra rosa. La fase di calciomercato non è molto diversa rispetto al passato. Vendendo un giocatore incasseremo un determinato coefficiente di punti, il quale dipende ovviamente dalla qualità del giocatore stesso ma anche dalla sua età. I punti guadagnati potranno essere così investiti su altri giocatori. Una cosa più interessante riguarda il fatto che finalmente anche altre squadre potranno proporci dei giocatori, a noi la scelta se comprarli o lasciarli stare dove sono. Insomma, si tratta di piccole chicche che arricchiscono questa sezione, le quali potevano essere benissimo incluse da moltissime edizioni del gioco e che ovviamente fa piacere ritrovarsele finalmente. Per suggellare la qualità di questa sezione, i programmatori di FIFA 2005 hanno anche offerto la possibilità di simulare le partite, proprio come avviene in un gioco alla Scudetto. Premendo sul tasto simula invece che su quello gioca, una schermata per certi versi simile a quella di Scudetto ci mostrerà l’andamento della partita. La cosa sfiziosa è che potremo decidere di scendere in campo nel momento in cui lo desidereremo, anche a partita in corso. E’ ovvio che si tratta più che altro di un’opzione sfiziosa, in quanto difficilmente ci saranno giocatori che utilizzeranno FIFA 2005 come un manageriale, in quanto da questo punto di vista è inevitabilmente troppo basilare rispetto ai “campioni” del genere. FIFA 2005 resta una simulazione e pertanto va gustato sull’erbetta verde.Parliamo quindi del gameplay, da sempre croce e delizia della serie. Come dicevamo, per molte edizioni del gioco questo è rimasto praticamente immutato. Con FIFA 98 Electronic Arts introdusse un sistema di gioco assolutamente rivoluzionario per i tempi, conquistando di prepotenza critica e pubblico. Da allora però si è troppo cullata sugli allori, tanto che forse solo con FIFA 2004 si sono viste reali novità. Adesso il gameplay è stato ulteriormente affinato, anche se è veramente incredibile ritrovare elementi già visti ben sette anni fa con FIFA 98. Il gioco adesso è sicuramente più ragionato. E’ possibile impostare con calma la propria azione senza doversi preoccupare delle continue entrate degli avversari, come avveniva nei precedenti episodi. I nostri compagni di squadra sanno quando proporsi e come farlo anche in base alle caratteristiche e ai movimenti delle difese avversarie. Il controllo del pallone è molto più casuale che in passato: i passaggi possono risultare, ma anche essere sbagliati di qualche centimetro, discorso analogo per i tiri in porta. Possono esserci deviazioni involontarie, falli di mano, errori, parate goffe e quant’altro possa riguardare un settore di intelligenza artificiale finalmente su buoni livelli. Nel complesso, la partita risulta quindi molto più ragionata che in passato con un andamento abbastanza realistico. L’azione viene impostata con una fitta rete di passaggi con l’obiettivo di smarcare gli attaccanti o di indirizzare i difensori verso una determinata parte del campo per liberarne un’altra. In tutto questo sono fondamentali i passaggi filtranti, con i quali siamo in grado di mettere la palla qualche metro più avanti rispetto al compagno al quale intendiamo passarla. Se scegliamo il giusto tempo in base alla posizione dei nostri compagni e a quella dei difensori avversari, i passaggi smarcanti diventano fondamentali per imbastire qualsiasi tipi di azione. D’altra parte, si segna molto meno per tutta una serie di accorgimenti che vedremo nel dettaglio, primo fra i quali l’attenzione e la bravura dei portieri. Attenzione e bravura forse anche eccessive, visto che i medesimi riusciranno a parare anche conclusioni scagliate da distanza ravvicinatissima, addirittura con poca apprensione in svariati casi. Forse i portieri potevano essere resi leggermente meno super eroi, anche perché qualche gol in più durante le partite non sarebbe guastato. Un discorso a parte merita quello riguardante le caratteristiche dei giocatori e la possibilità di metterli in campo proficuamente. Dal mio punto di vista, in una simulazione calcistica quale FIFA o Pro Evolution Soccer questo è un elemento assolutamente preponderante. Se non si possono schierare i giocatori secondo le loro caratteristiche, è assurdo pensare che la simulazione possa essere convincente e appagante. Da questo punto di vista, però la serie FIFA non ha mai eccelso, mentre i ragazzi di Konami hanno invece sempre prestato grossissima attenzione sull’aspetto in questione. Con FIFA 2005 le cose sono leggermente migliorate. Insomma, un Emerson sarà fondamentale a centrocampo dove recupererà decine e decine di palloni, uno Zambrotta fulmineo sulla fascia dove potrà mettere sul terreno di gioco tutta la sua velocità. Tuttavia, far giocare un Nedved punta, centrocampista o laterale a centrocampo, ad esempio, non porterà tutte queste differenze dal punto di vista tattico, tranne per il fatto che non si potranno sfruttare i suoi poderosi tiri se non lo si fa giocare relativamente vicino alla porta. Un giocatore mancino, ad esempio, potrà giocare anche a destra, anche perché i cross vengono fuori un po’ tutti uguali. Si poteva, insomma, fare di più, anche dal punto di vista dei menu, i quali sono abbastanza ostici. Inoltre, non può essere impostata al centimetro la posizione dei giocatori ma solo attraverso schemi preconfezionati e in questo Konami insegna ancora una volta. Per quanto riguarda la giocabilità pura è adesso possibile impostare con maggior cura la potenza dei tiri, dei cross, dei passaggi. Soprattutto il sistema dei lanci ci ha convinto, visto che risponde molto bene in base al tempo con il quale lasciamo premuto il relativo tasto. Sbagliare anche di pochi centesimi di secondo può significare un lancio troppo corto o troppo lungo con conseguente perdita del pallone. Da questo punto di vista, preferiamo FIFA a Pro Evolution Soccer, in quanto in quest’ultimo è sempre stato più ostico cavarsela bene con lanci ed affini (incrociamo le dita per il nuovo episodio della serie). Grande lavoro è stato riposto anche per affinare il sistema di battuta dei calci piazzati e delle rimesse laterali. I calci piazzati che prevedono un cross in area sono davvero spettacolari. Oltre a poter ovviamente decidere il tipo di lancio, la potenza e la direzione, potremo manualmente smarcare i nostri giocatori in area. Al momento del cross decideremo a quale giocatore far pervenire la palla e in fase di smarcamento comanderemo esclusivamente quel giocatore. In questi frangenti potremo correre, sbracciare, fare a spallate con i difensori avversari: tutto per cercare la posizione giusta nel cuore dell’area. E’ veramente appagante segnare un gol così, magari in tuffo di testa una volta che si è liberissimi a due passi dal portiere. Le punizioni invece sono su un livello qualitativo inferiore. E’ possibile decidere l’intensità del tiro, la direzione e anche la parte del pallone da colpire. Quest’ultima influirà sull’altezza alla quale viaggerà la palla. Tuttavia, le punizioni sembrano tutte uguali anche se si colpisce la palla con più o meno forza o in una o nell’altra parte. Le rimesse laterali sono, inoltre, abbastanza buffe. E’ vero che potremo smarcarci come per i calci piazzati e decidere a quale giocatore far pervenire la palla, ma i lanci con le mani sono chilometrici! Insomma, i giocatori possono smarcarsi con facilità e ricevere il pallone anche a 20-30 metri di distanza dal punto della rimessa. Posso capire che questo succeda con Roberto Carlos, ma del terzino brasiliano al mondo ce n’è solo uno. Altre due novità sono molto importanti nell’ottica del sistema di controllo dei giocatori, entrambe direttamente prelevate da Pro Evolution Soccer 3. Si tratta del radar del campo e della possibilità di far uscire il portiere dai pali. La prima feature è, a mio avviso, fondamentale in quanto è possibile conoscere in tempo reale l’esatta posizione di compagni e avversari e impostare così di conseguenza l’azione che si desidera. L’uscita del portiere è comunque gradevole, anche perché il suo tempismo e l’animazione grafica rendono il tutto molto spettacolare e realistico.Insomma, benché l’aspetto del gameplay, che, ricordiamolo, è assolutamente quello principale in una produzione del genere, sia stato notevolmente affinato i problemi si contano a decine. Fin’ora abbiamo parlato più dei pregi che dei difetti e come per ogni episodio della serie, purtroppo, ci tocca dedicare una cospicua parte della recensione proprio a questi ultimi. Diciamo subito che, a differenza del passato, il campo è troppo grande rispetto ai giocatori. Se per l’appunto, fino a qualche edizione fa, il difetto della serie era che il campo era troppo piccolo, adesso le cose si sono diametralmente rovesciate. Il risultato è che soprattutto a centrocampo è facile che non ci sia praticamente nessuno, con conseguente benedizione delle secolari definizioni di “zona nevralgica” e compagnia. Capita troppo spesso che i nostri centrocampisti debbano farsi enormi galoppate per raggiungere i difensori o gli attaccanti. Galoppate che possono richiedere anche diversi secondi, rischiando così di diventare la parte predominante della partita. Conseguenza a questo è che le aree di rigore sono affollatissime. I difensori difficilmente abbandoneranno il loro fazzoletto di campo di competenza (il quale è di pochissimi metri quadrati) e questo si riversa prepotentemente sull’aspetto della costruzione delle azioni. E’ sostanzialmente facilissimo arrivare sulla tre quarti avversaria, ma è praticamente impossibile scardinare la difesa. Visto che i centrocampisti e i difensori non saliranno nemmeno a pagarli oro, dovremo impostare gli ultimi passaggi solamente con i nostri due o tre attaccanti. In queste condizioni è ovvio che il triangolo è una delle pochissime armi a nostra disposizione, anche perché le azioni sulle fasce sono poco proficue in virtù del fatto che i laterali di centrocampo non salgono e per la difficoltà di pescare i nostri attaccanti in area in una selva di difensori avversari. Un altro elemento che da sempre è stato catalogato tra le croci della serie è quello legato al recupero della palla. Con i contrasti è ancora una volta troppo difficile recuperarla, il che ci lascia a disposizione solo la scivolata. Quando dicevo che restano problemi da generazioni e generazioni, pensavo anche alle scivolate. Ma è possibile che i programmatori di Electronic Arts non capiscano che sono troppo lunghe e preponderanti nel sistema di gioco? Con le scivolate si riescono a coprire diversi metri di campo e con buona probabilità si recupera palla. E’ vero che in passato era praticamente matematico recuperarla e che adesso è richiesto un filo di riflessi, ma ciò non toglie che è sostanzialmente l’unico mezzo per poter ribaltare il corso dell’azione. Un altro pesante difetto riguarda la possibilità di entrare in una serie, diciamo così, di tocchi “precalcolati”. Insomma capita che se due giocatori occupano la medesima posizione ma si trovano in zone del campo diametralmente opposte ed eseguono lo stesso tipo di giocata, la palla vada di qua e di là all’infinito senza che gli altri giocatori possano fare niente. Sono tutte cose che dimostrano che la struttura di gioco si basa su elementi troppo preconfezionati ed automatizzati. I ragazzi di Electronic Arts si sforzano di migliorare le cose adattando la solita struttura alle nuove migliorie, ma che si tratta di adattamenti è troppo visibile. In una frase, la libertà di azione di Pro Evolution Soccer 3 è assolutamente introvabile in FIFA 2005.

La partita in TV Electronic Arts ha da sempre cercato di rendere l’esperienza di gioco vicina a quella che abbiamo allorché guardiamo le partite in TV. Tutta una serie di accorgimenti sono votati in questa direzione in FIFA 2005. Innanzitutto, la schermata di gioco, in uno degli angoli, è caratterizzata dal logo EA Sports a mo’ del logo del canale di una tradizionale stazione televisiva. Inoltre, alla fine dei tempi le immagini dei momenti salienti sono sempre le stesse, quasi a sottolineare quello che succede in televisione, dove siamo martellati sempre con le stesse azioni. A parte questo dobbiamo aggiungere un grande realismo grafico per quello che riguarda animazioni, texture, poligoni ed effetti grafici vari. Le animazioni sono veramente molto belle e assolutamente non legnose come in passato. Inoltre, si amalgamo molto bene fra di loro, non mostrando più il fastidiosissimo effetto di collage tra l’una e l’altra. Le texture sono, d’altra parte, molto ben disegnate tanto che sia il manto erboso sia la struttura degli stadi contribuiscono pienamente alla spettacolarità generale dell’immagine. Ottime anche le magliette dei vari giocatori, assolutamente simili alle controparti reali. Una citazione meritano anche gli straordinari effetti grafici di high dinamic range, bump mapping, pixel e vertex shader. L’high dinamic range si nota soprattutto nelle illuminazioni, fornendo diverse gradazioni di luce anche sullo stesso modello poligonale in base alla luce che esso stesso rifrange in quel momento. Questo avviene anche sulla palla, che sembra quasi potersi toccare. E’ vero che si ha la sensazione, in alcuni momenti, che la palla sia di vetro e alcuni giocatori (quelli con maglie chiare) fosforescenti, ma il tutto resta comunque altamente spettacolare. L’altra faccia della medaglia è che tutto questo ben di dio, oltre a richiedere schede video di recente generazione, necessita di un computer abbastanza pompato. Sul nostro Pentium 4 a 2,8 GHz, con 512 MB di RAM e scheda video NV40 il gioco va sì fluido, ma non fluidissimo come dovrebbe. Inoltre, ma questo crediamo succeda per un bug, il tutto scatta terribilmente allorché su schermo appaiono delle trasparenze. Passando al comparto audio, segnaliamo il solito stock di motivetti alla moda. Quest’anno ci sono molti motivi latineggianti, in quanto i programmatori hanno voluto inserire un motivo per ogni nazione rappresentata, ovviamente considerando esclusivamente quelle più importanti. Vi dico soltanto che il motivo che rappresenta l’Italia è veramente così idiota che non merita un solo altro carattere in questa recensione. Passando ad un aspetto molto più importante come quello della telecronaca, dobbiamo dire che da questo punto di vista ci sono grossi passi in avanti. Bruno Longhi e Giovanni Galli adesso recitano veramente molto meglio, rendendo di conseguenza anche la partita stessa molto più realistica. I due fingono di confondersi, di sbagliare, di non essere così spigliati come non possono mai esserlo in diretta, di essere concitati, emozionati, sbalorditi. Insomma, anche questo favorisce il discorso immedesimazione che, lo ripetiamo, per alcuni aspetti raggiunge i massimi livelli con FIFA 2005. Su alti livelli anche l’audio direzionale, il quale ci fa calare con grande enfasi nell’atmosfera dello stadio con i suoi tifosi che urlano e i boati che ci circondano. Concludiamo dicendo che il gioco è ovviamente commercializzato esclusivamente in italiano nel nostro paese, telecronaca compresa.

HARDWARE

Requisiti minimi: Pentium III 700 Mhz o equivalente, 128 MB RAM, scheda video 3D da 32 MB DirectX compatibile, 800 MB di spazio libero su disco fisso.

MULTIPLAYER

E’ possibile giocare FIFA 2005 in multiplayer grazie al servizio EA Sports Online. Grazie a quest’ultimo è possibile organizzare singole partite, interi tornei e, addirittura, un’intera carriera.

– Qualche miglioria dal punto di vista del gameplay

– Modalità carriera su buoni livelli

– Spettacolare

– Dal punto di vista del gameplay siamo ancora distanti dalla perfezione

– Meccanismi di gioco poco realistici

– Qualche bug di troppo

8.0

FIFA 2005, come i suoi predecessori, è assolutamente spettacolare, realistico, divertente, appassionante. Quest’anno ci sono diverse migliorie dal punto di vista del gameplay, molte nuove feature per la componente manageriale, un comparto audio e video migliorato e una realizzazione tecnica generale di primo piano. Il fatto è che la serie continua a portarsi dietro i soliti difetti storici, principalmente legati al gameplay. Il tutto dà la sensazione di essere eccessivamente automatizzato, non concedendoci quella libertà che possiamo tranquillamente trovare in Pro Evolution Soccer, eterno rivale della serie di Electronic Arts. A questo comunque già enorme difetto, dobbiamo aggiungere tutti gli altri che abbiamo segnalato in sede di recensione, i quali finiscono per rendere il tutto eccessivamente ragionato, macchinoso e abbastanza lento. La gestione dei giocatori, infatti, ha acquisito un nuovo aspetto di staticità che probabilmente non si addice ad un gioco comunque frenetico negli scatti, nelle marcature, nei dribbling qual è il calcio. Siamo assolutamente consapevoli che FIFA 2005 sarà graditissimo da tutti gli appassionati della serie e a questi non possiamo, pertanto, che consigliarlo se hanno amato i precedenti episodi. Ma a chi vive di Pro Evolution Soccer e di pane o a chi magari non si è mai tuffato nell’esperienza di una simulazione calcistica e aspetta quella definitiva, non possiamo che consigliare di aspettare quel mesetto che ci separa dal quarto episodio della simulazione del calcio perfetta.

Voto Recensione di FIFA 2005 - Recensione


8