Recensione

Ever Oasis

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Sebbene il recente E3 abbia dimostrato come tutte le energie di mamma Nintendo siano dirette a Switch, che, come tutti i neonati, necessita di attenzioni particolari se vuole sfondare sul mercato, la famiglia di console 3DS, che si arricchirà presto del New 2DS XL, può comunque contare su una serie di titoli estremamente interessanti in uscita nei prossimi mesi.
Il più vicino, e il più peculiare di questi, è Ever Oasis, realizzato da Nintendo e da una delle sue software house second party più esperte nello sviluppo su 3DS, ovvero Grezzo.
Per fare l’albero…
Ever Oasis racconta la storia di Tethu (nome di default che è possibile modificare, come il sesso e la carnagione), un bulbino che vive nell’oasi creata da suo fratello maggiore, l’ultimo barlume di civiltà e di vivibilità in mezzo ad un arido deserto, pervaso dalla malignità del Caos. Vi starete chiedendo cosa sia un bulbino. Presto detto: parliamo di esseri viventi a metà tra gli umani e i vegetali, che si sviluppano da semi e che sono a loro volta capaci di piantarne e di dar vita a vegetazioni lussureggianti. Il villaggio creato e fatto fiorire dal fratello maggiore di Tethu, però, viene colpito da una delle creature del Caos, una misteriosa forza maligna che corrode tutte le forme di vita che tocca, e solo il sacrificio del familiare consente a Tethu di mettersi in salvo. Il fato, apparentemente beffardo, offre però a Tethu una pronta possibilità di riscatto: i venti del deserto lo portano in prossimità della fonte di Esna, spirito dell’acqua assai preoccupato dalla progressiva scomparsa delle oasi.
Inutile dire che, unendo le forze, grazie ai poteri della fata dell’acqua e al talento di Tethu, bulbino del Grande Albero, i due daranno vita ad una nuova, piccola oasi, che attiri i viaggiatori stremati e restituisca speranza a tutti gli abitanti della zona: l’obiettivo malcelato di Tethu, poi, è anche quello di comprendere e sconfiggere il Caos, ritrovando, nel processo, suo fratello.
Grazie anche ad un ottimo lavoro di localizzazione, la favola arabeggiante concepita da Koichi Ishii si mantiene assai leggera nei toni, presentando tutti i crismi della fiaba classica riadattata al pubblico moderno, da personaggi abbastanza stereotipati a situazioni simpaticamente familiari per tutti coloro che hanno giocato anche solo un paio di JRPG in vita loro.
Sin dalle prime battute, insomma, appare evidente come la narrativa sia asservita al gameplay, che, assieme ad alcune originali scelte di game design, aiutano la creatura di Grezzo a distinguersi dalla massa, nonostante una manciata di somiglianze con il riuscitissimo Fantasy Life, titolo firmato da Level 5 e pubblicato su 3DS nel 2014.
Di tutto un po’
Le fonti di ispirazione di Ishii-san sono numerose ed abbastanza evidenti, e, nonostante ciò, Ever Oasis conserva un suo carattere che riesce a distinguerlo dai suoi progenitori: dalla mai troppo lodata serie di Secret of Mana (di cui Ishii fu responsabile, peraltro) alle avventure portatili di Zelda, passando per il già citato Fantasy Life: il cuore dell’esperienza di gioco è quello di un action adventure con sfumature da gioco di ruolo e da gestionale, sebbene nessuno di questi aspetti sia approfondito a sufficienza. Il giocatore controlla il solo Tethu nelle primissime ore di gioco, per poi avere accesso ad un buon numero di personaggi, ognuno con le sue caratteristiche peculiari: Miura, la prima ad unirsi a Tethu, è una feroce combattente, munita di una lancia che le permette, tra le altre cose, di appendersi a delle pareti con degli appigli e di fare leva per rovesciare oggetti molto pesanti. Molto presto si uniranno al gruppetto di avventurieri anche Roto, munito di un comodissimo boomerang e capace di prendere una forma sferica per entrare in cunicoli molto stretti (qualcuno ha detto Metroid?), e Jasper, capace di dissotterrare tesori ed oggetti nascosti con la sua pala: sebbene ne controlli solamente uno alla volta, il giocatore può passare da un membro del gruppo all’altro alla semplice pressione della croce direzionale, così da risolvere i numerosi puzzle sparsi per i vari dungeon o selezionare il combattente più adatto alla situazione. Il bestiario nemico, in verità non troppo nutrito, consta di creature forti contro determinati attacchi e deboli contro altri: giusto per fare un esempio, la lancia di Miura si rivela particolarmente efficace contro i rettiloidi, laddove, invece, la spada di Tethu manda al tappeto con grande facilità i ratti che infestano il deserto.
Il combat system, in sé è abbastanza basico, con un tasto per l’attacco forte, uno per quello rapido ed uno per il potere speciale specifico per ogni personaggio: la resistenza opposta dai nemici è minima, e, sin da subito, il giocatore ottiene un’abilità che gli consente di essere resuscitato alla prima morte. Oltre a gironzolare per le varie location alla ricerca di oggetti, reliquie e mostri particolari, il giocatore dovrà arruolare quanti più abitanti possibili per la sua oasi, soddisfacendone le richieste ed investendo gemme per supportarne l’attività commerciale: c’è chi vende frutta, chi oggetti, chi bibite, e ognuno ha bisogno che il suo stock venga rifocillato una volta esaurito, dovere che cadrà sulle spalle del giocatore.
Il loop, dopo le prime ore di gioco utili ad acclimatarsi alle dinamiche di gioco, è semplice ma riuscito: aumentare il numero di abitanti e di bulbotteghe portando a termine delle semplici quest, reinvestire le gemme guadagnate, uscire di nuovo dall’oasi alla ricerca di altri abitanti e di oggetti sparsi. La differenza principale con Fantasy Life, prodotto più compiuto e ricco, è che la tipologia di attività da svolgere per portare avanti l’oasi è assai più limitata, e che il continuo ripetersi di situazioni, nemici e tipologia di missioni potrebbe stancare, dopo un po’ di ore, i giocatori meno dedicati. Peraltro, la necessità di rendere Ever Oasis approcciabile da una vastissima fetta di pubblico ha giocoforza influito sulla profondità delle varie attività, se analizzate singolarmente: il combattimento, la parte gestionale, l’amministrazione dei rifornimenti e l’intelligenza artificiale nemica sono tutte godibili, ma ad un livello abbastanza superficiale. Abbiamo poi notato una piccola pecca anche nel sistema di controllo, che assegna allo stesso tasto (il dorsale sinistro) il lock del nemico più vicino e il riposizionamento della telecamera alle spalle del personaggio controllato: troppo spesso, in battaglia, il software ha interpretato in maniera errata il nostro input, quando ruotando la telecamera e nascondendo un nemico alla vista, quando agganciando un nemico del tutto ignaro.
In ogni caso, chi ha spolpato il prodotto Level 5, troverà pane per i suoi denti anche qui, a patto di non pretendere troppo in termini di profondità dell’esperienza e di micromanagement delle risorse.
Quant’è carino!
Se per l’aspetto meramente tecnico vale il medesimo discorso fatto poco sopra, quando abbiamo preso in esame la narrativa del titolo, a riscuotere consensi sono soprattutto il character design e la varietà di ambientazioni, insospettabile per un titolo che si svolge in un deserto. Ever Oasis è figlio della visione generale di Koichi Ishii, rimasto affascinato dopo un viaggio in Egitto con la sua famiglia, e della sensibilità artistica di Yoshinori Shizuma, mangaka molto conosciuto in Giappone che, a conti fatti, meriterebbe maggior fama anche in occidente. Il risultato è un coacervo di personaggi uno più carino dell’altro, dai bulbini, con le loro proporzioni improbabili, ai pingufi, buffi incroci tra barcollanti pinguini e gufi del deserto (!?!), passando per una serie di animali antropomorfi che non avrebbero sfigurato in un qualsiasi lungometraggio Disney degli ultimi anni.
Ovviamente, la conta poligonale e la resa delle ambientazioni sono fortemente limitate dalle ridotte capacità computazionali di 3DS, ma il risultato per l’occhio è comunque più che soddisfacente: uno dei motivi per cui adoriamo le macchine portatili è insito proprio nella necessità, da parte dei team di sviluppo, di ovviare a limitazioni tecniche con lo stile e la direzione artistica.
In ogni caso, memori della primissima demo giocata all’E3 di due anni fa, in occasione del reveal del gioco, siamo rimasti piacevolmente colpiti dai passi avanti del motore grafico, dalla definizione dei particolari, del comparto animazioni.
Bene anche la colonna sonora, sognante, rilassante o energizzante a seconda dei momenti, capace di accompagnare degnamente le peregrinazioni di Tethu e l’alternarsi del ciclo giorno/notte: la mancanza di doppiaggio, comprensibile considerate le limitazioni di cui sopra, non si fa sentire più di tanto, come da tradizione per i giochi a firma Nintendo.

Adatto ad ogni tipo di pubblico…

Direzione artistica sognante

Fasi di esplorazione e puzzle solving particolarmente godibili

…al prezzo della profondità dell’esperienza

Qualche problema con la telecamera e il lock dei nemici

7.5

A parte una generale mancanza di profondità, che potrebbe portare ad accusare un po’ la ripetitività, e un problema con la telecamera in presenza di nemici, non c’è nulla che non vada in Ever Oasis: parliamo di un’avventura sognante, delicata, che premia i giocatori maggiormente dediti all’esplorazione a alla risoluzione di semplici enigmi ambientali. Se non vedete l’ora di mettervi alla prova e vedere se siete capaci di mettere su un’oasi ricca, in cui tutti gli abitanti abbiano le tasche piene e il morale alle stelle, allora potreste aver trovato il titolo ideale per la vostra estate, indipendentemente dalla vostra età e dal vostro bagaglio videoludico.

Voto Recensione di Ever Oasis - Recensione


7.5