Recensione

Etrian Odyssey IV

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a cura di LoreSka

Qualche anno fa, prima che gli sviluppatori di videogiochi iniziassero a progettare dei titoli che prendono per mano il giocatore e lo coccolano fino all’end game, il gaming era qualcosa di elitario. All’interno di questa cerchia ristretta vi erano delle nicchie ancora più piccole, costituite da giocatori che amavano titoli dal gameplay infinitamente ostico se paragonato agli standard attuali. Era l’epoca in cui ci si scambiavano i consigli, in cui internet non esisteva, in cui le mappe dei dungeon si disegnavano su di un foglio a quadretti, matita e gomma alla mano.
La serie di dungeon crawler in prima persona chiamata Etrian Odyssey, nata su Nintendo DS appena sei anni fa, ha scelto sin da subito di fare l’occhiolino al gameplay di un tempo, con una difficoltà quasi imperdonabile e, soprattutto, con il recupero di quegli elementi magici come “le mappine disegnate a mano”, opportunamente modernizzate e adattate alle potenzialità dello schermo tattile della console.
Il quarto capitolo della saga è il primo a giungere su Nintendo 3DS, ed è il secondo a giungere in Europa. Dopo qualche ora trascorsa a barcamenarci tra i tortuosi dungeon del gioco, siamo davvero felici che Atlus abbia deciso di riportare la serie anche qui in occidente.
Un duro impatto
Etrian Odyssey IV, esattamente come il primo capitolo della saga e come la gran parte dei dungeon crawler in circolazione, ci getta letteralmente nella mischia. La nostra avventura inizia con la creazione della nostra gilda e l’acquisizione di una serie di guerrieri, che vanno a formare il nostro party di cinque personaggi. Le classi a disposizione in un primo momento sono sette, che diventeranno dieci successivamente. Appare evidente, dunque, la necessità di scegliere con cura i personaggi da condurre in battaglia, a seconda della tipologia di nemici affrontati. Un party bilanciato è la prima chiave per il successo, ed è necessario scegliere con attenzione come disporre i propri personaggi sulle due file disponibili. Le classi appaiono sufficientemente differenziate, anche se è pressoché impossibile pensare di affrontare un dungeon senza la triade guerriero-tank-curatore.
Ogni personaggio può naturalmente essere equipaggiato con una serie di item, armi e armature disponibili nei negozi del villaggio di Tharsis, anche se all’inizio la penuria di denaro ci impedisce di potenziare il nostro party in maniera incisiva. Etrian Odyssey IV, inoltre, è un gioco caratterizzato da una progressione piuttosto lenta, ed occorre diverso tempo (e diverse fughe rocambolesche) prima di iniziare realmente a scalfire la superficie del gioco. L’albero delle abilità, contrariamente alle aspettative, è rimasto piuttosto semplice, ed è necessario selezionare con precisione cosa potenziare con celerità, al fine di disporre di quelle qualità necessarie per superare le prime ore di gioco senza troppi grattacapi. Il curatore, in particolare, dispone di un’abilità che permette di curare parzialmente il proprio party alla fine di ogni scontro: se non la si attiva sin dall’inizio, si avranno parecchie difficoltà a superare il primo dungeon in un sol colpo. Ogni skill point, pertanto, va speso con estrema attenzione.
Pennino, schermo e cervello
Il capitolo originale della serie Etrian Odyssey era caratterizzato da una difficoltà estremamente elevata, in alcuni casi snervante. Il gioco, infatti, presentava dei veri e propri tiri mancini al giocatore già nelle fasi di apertura, che si ritrovava il proprio party spazzato via da un encounter giunto in maniera del tutto inaspettata.
In questo quarto capitolo, le cose sono leggermente cambiate. Il gameplay è ancora estremamente complesso (e ancora più stratificato che in passato), ma non si ha più quella brutta sensazione di essere “ingannati” dal gioco. Anche qui gli encounter minori si attivano nel momento in cui un’icona nell’angolo basso dello schermo passa dal colore azzurro al colore rosso (come nel primo episodio), ma gli encounter maggiori non avvengono più in maniera fortuita o ingannevole. I quarantanove boss dell’avventura, detti FOE, sono chiaramente visualizzati sullo schermo e sulla mappa, e si muovono con pattern predefiniti (fino a quando non ci vedono). Il giocatore, dunque, può scegliere di evitare lo scontro semplicemente studiando i movimenti del nemico, un elemento che dà luogo a interessanti sezioni pseudo-puzzle nelle quali, tuttavia, ogni minimo errore è pagato con un game over. Nel gioco non è presente la permadeath dei personaggi, dunque, e ad ogni game over è possibile ricaricare l’ultimo salvataggio e ritornare nel dungeon, il quale tuttavia presenterà la mappa già esplorata.
Come detto in apertura, il gioco ci consente di disegnare la propria mappa con un comoda interfaccia, tracciando percorsi, pareti, porte, segreti, posizioni dei nemici e persino diverse tipologie di ostacolo e di terreno attraverso il pennino. Il sistema funziona davvero bene, e l’atto di giocare a fare i cartografi arricchisce indubbiamente l’esperienza complessiva.
Anche se l’astuzia e una buona mappa possono salvarci la vita, anche Etrian Odyssey IV richiede di giocare a lungo prima di poter affrontare i dungeon più complessi. Ci si ritrova dunque a rigiocare la stessa mappa per livellare i propri personaggi, anche se in questo capitolo della saga è possibile prendere parte a diverse missioni secondarie che stemperano in maniera sensibile la ripetitività. L’unico lato negativo è quindi rappresentato dalla storia principale, poco più di un legante fra le numerosissime avventure che caratterizzano il gioco, e dai personaggi che si incontrano, che raramente vanno oltre l’anonimato.
Ciononostante, gli elementi che caratterizzano questo titolo sono tanti e ben strutturati: è davvero una gioia scoprire tutti i segreti che questo gioco ha da offrirci nel corso del nostro playthrough, con una longevità conseguentemente molto buona.

– Gameplay profondo e squisitamente difficile

– Non si ha la sensazione che il gioco imbrogli

– Reparto tecnico migliorato

– Storia principale poco incisiva

– Ancora un po’ di grinding

8.5

Con un reparto tecnico visibilmente migliorato nei sei anni che ci separano dal primo titolo della saga e un gameplay meno vincolante e ripetitivo, Etrian Odyssey IV: Legends of the Titan è il più completo capitolo della serie. Non si tratta certamente di un gioco per tutti i palati: il gioco è difficile, ha meno appeal di tanti altri titoli, ci obbliga spesso ad andare alla cieca e non è stato tradotto in italiano. Se amate i dungeon crawler della vecchia scuola, tuttavia, su Nintendo 3DS non troverete di meglio e vi consigliamo di buttarvi a capofitto in questa lunga, a volte dolorosa ma splendida odissea.

Voto Recensione di Etrian Odyssey IV - Recensione


8.5