Recensione

Ether One

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a cura di erik369

Il cervello è l’organo più complesso del corpo umano, formato da miliardi di neuroni, collegati fra loro da una rete comunicativa talmente fitta e intricata da sovrastare ogni altra formazione naturale esistente. Il cervello è ciò che ci rende uomini, ciò che ci eleva al di sopra del regno animale, dove la sopravvivenza e la procreazione sono considerati come il fine ultimo dell’esistenza. Le arti sono forse l’esempio più emblematico nel rappresentare le capacità e le potenzialità della mente umana, la quale può dare vita e forma a visioni capaci di trasmettere emozioni talmente tanto intense da scuoterci ad un livello profondamente viscerale. Tuttavia il cervello non è perfetto, esso può essere soggetto a degenerazioni, più o meno gravi, le quali incrinano il meraviglioso meccanismo concessoci da madre natura. Lo sviluppatore White Paper Games debutta nel panorama videoludico con Ether One, un’avventura che ci permetterà di entrare all’interno di una di queste menti “compromesse”, facendoci scoprire che anche in questo stato il cervello umano è in grado di compiere opere semplicemente meravigliose.

Ricordi indelebiliSia dai primi istanti di gioco ci si renderà conto di quanto particolare e atipica sia l’esperienza offerta da Ether One. Il titolo non si preoccupa di fare lunghi preamboli che spiegano l’ambientazione, ma catapulta il giocatore nel mezzo della vicenda, facendoci impersonare un alter ego a noi completamente sconosciuto, all’interno di uno scenario che andrà ad assumere forma e coerenza solo con il proseguire dell’avventura. Le poche informazioni con cui entreremo in contatto nelle fasi iniziali del titolo saranno appena sufficienti per farci rendere conto di ciò che sembra star succedendo intorno a noi. Ci troviamo in un presente alternativo, dove una ricerca avveniristica ha portato alla costruzione di una macchina rivoluzionaria, capace di far entrare le persone nei ricordi degli altri, permettendo anche la loro manipolazione. Tale macchinario, concepito per essere utilizzato in campo medico, viene adoperato per curare i malati di demenza, agendo proprio su quelle memorie che hanno determinato lo scaturire o l’aggravarsi della malattia. Noi impersoneremo un Restorer, individuo il cui compito sarà quello di entrare in prima persona nella memoria di una paziente di nome Jean, dove verremo guidati dalla dottoressa Phyllis, scienziata ambiziosa e determinata, responsabile del progetto in fase di sperimentazione. Tale incipit narrativo, similare al blasonato To The Moon, verrà completamente stravolto, evolvendosi con una velocità talmente elevata da lasciare nella più totale confusione se non si pone particolare attenzione a ciò che succederà una volta entrati nella mente della paziente. Il tutto si concluderà con un’escalation capace di togliere il fiato, grazie ad un finale così emozionante da lasciarci con la pelle d’oca. L’iniziale smarrimento e la cripticità intrinseca della narrazione, si riveleranno essere degli elementi non solo giustificati, ma anche essenziali nel portare il giocatore ad una vera e propria epifania, durante la quale si renderà conto di essere davanti ad una delle storie più intense ed emozionanti dell’intero panorama videoludico. Ether One è capace di offrire una storia i cui temi difficilmente vengono trattati all’interno del medium, la cui maturità e profondità potrebbe lasciare un solco indelebile nella memoria di molti giocatori.

Viaggi mentaliIl prodotto dei White Paper Games rientra senza ombra di dubbio nel genere delle avventure grafiche, adottando una visuale in prima persona e mantenendo un ritmo di gioco estremamente lento, connaturato dalla volontà precisa degli sviluppatori di puntare su un tipo di esperienza che strizza l’occhio all’esplorazione e alla contemplazione. Questi elementi vengono ulteriormente enfatizzati dall’assenza totale di HUD, permettendo così al giocatore di immedesimarsi ancor più efficacemente nel misterioso Restorer. Quest’ultimo disporrà di una gamma di azioni estremamente limitate, affidate ad un numero di tasti altrettanto ridotti. Movimenti come correre, saltare o abbassarsi, saranno eseguiti dal nostro alter ego in maniera piuttosto goffa, mentre le possibilità di interazione con il mondo di gioco si manifesteranno primariamente con la possibilità di portare con sé un unico oggetto alla volta. Tale caratteristica, che potrebbe essere considerata come un pesante difetto in un genere come quello delle avventure grafiche, viene controbilanciata dalla presenza del cosiddetto “The Case”, una sorta di hub centrale raggiungibile in ogni momento tramite un istantaneo teletrasporto, con la possibilità di depositare gli oggetti raccolti in degli appositi scaffali.Uno degli aspetti che più ci ha colpiti di Ether One è senza dubbio la particolare dicotomia che contraddistingue il tipo di approccio nell’affrontare il titolo. Nel tempo abbiamo assistito ad una vera e propria spaccatura nel genere delle avventure grafiche, con titoli moderni dal proseguimento lineare e incentrato sulla narrazione, contrapposti a quelli del passato, dove una delle caratteristiche fondamentali era rappresenta dalla presenza di enigmi complessi, la cui risoluzione comportava un avanzamento obbligatorio.  La produzione del team inglese riesce a collocarsi esattamente nel mezzo di queste due realtà, offrendo modalità di approccio capaci di accontentare ogni tipologia di giocatore. Il primo è pensato per i neofiti del genere, ai quali sarà concesso proseguire la storia principale semplicemente raccogliendo dei frammenti di memoria, rappresentati da fiocchi rossi sparsi in determinati punti dello scenario, richiedendo una tutt’altro che impegnativa dose di esplorazione. Il secondo invece è appositamente pensato per gli amanti delle avventure grafiche, prevedendo la risoluzione di numerosi enigmi, che ricompenseranno il giocatore con ulteriori approfondimenti sulla storia, alcuni dei quali si riveleranno indispensabili per avere un quadro completo della trama. Tali enigmi non solo sono numerosi, ma saranno spesso e volentieri genuinamente complessi, richiedendo concentrazione, intuito e spirito d’osservazione. Essi saranno solitamente completabili tramite l’interazione ambientale con i numerosissimi oggetti sparsi per il mondo di gioco, le cui modalità d’uso saranno spesso raccolte in delle note reperibili praticamente ovunque. In esse saranno anche racchiuse informazioni sui personaggi, mentre altre offriranno informazioni esterne alla vicenda principale, le quali però contribuiscono alla creazione di un mondo vivido nonostante la sua natura eterea.

Amnesia totale Il comparto grafico non è certamente l’aspetto più riuscito di Ether One, cosa che sottolinea la natura a basso budget del progetto e la poca esperienza degli sviluppatori nella mera programmazione. Il titolo si presenta con un cel-shading piuttosto semplice, con ambientazioni non particolarmente ispirate e un livello poligonale estremamente basilare. Il risultato di tali elementi risulta comunque godibile e non svilisce minimamente la bontà del prodotto, sopratutto se confrontato con la sua disastrosa ottimizzazione, la cui resa è a dir poco compromettente. Cali di frame rate inspiegabili, pop-in delle texture, lunghi caricamenti, bug vari tra cui crash e occasionali (ma neanche tanto) corruzione dei salvataggi rappresentano un vero e proprio cancro, capace di allontanare molti giocatori dall’emozionante esperienza offerta dal titolo, la cui qualità la rende meritevole di essere vissuta anche nell’ottica di affrontare eventuali calvari dovuti ai problemi tecnici sopra descritti (assicuratevi di fare salvataggi multipli!).Il comparto sonoro si distacca nettamente da quello tecnico, grazie ad una buona resa degli effetti ambientali, una colonna sonora estremamente piacevole e un doppiaggio inglese di fattura più che pregevole. Purtroppo il gioco è completamente privo della lingua italiana, cosa che potrebbe rendere ostica la sua fruizione ai meno esperti dell’idioma anglosassone, grazie anche alla presenza di testi piuttosto complessi e all’implementazione di sottotitoli spesso completamente sfasati rispetto al doppiaggio. La longevità è direttamente influenzata dall’approccio bipolare inserito dagli sviluppatori. Completare la storia nei suoi quattro scenari potrebbe richiedervi anche solo un paio di ore se si procede speditamente e senza confrontarsi con gli enigmi, la cui risoluzione potrebbe accrescere il contatore delle ore esponenzialmente, portandolo facilmente a sforare la decina.

– Emozionante e profondo

– Gameplay incredibilmente versatile

– Doppiaggio di squisita fattura…

– Enigmi ingegnosi e complessi

– Ottimizzazione disastrosa

– Completamente in inglese

– …ma accompagnato da sottotitoli mal sincronizzati

7.5

Ether One è un titolo che ci ha lasciato piacevolmente sorpresi, ma che ha anche saputo farci prendere più di qualche arrabbiatura per i suoi numerosi problemi tecnici. Un narrazione così toccante e profonda nell’affrontare tematiche estremamente importanti come quelle delle malattie mentali, rappresenta il fiore all’occhiello di un prodotto che sa anche essere videogioco, grazie alla versatilità del suo gameplay, capace di accontentare ogni tipo di giocatore. Tutto ciò risente inevitabilmente della maldestra ottimizzazione compiuta sul prodotto, le cui conseguenze potrebbero spingere molti ad abbandonare precocemente Ether One. Quello che possiamo consigliarvi è di imporvi di superare tali ostacoli, costringendovi a vivere un’esperienza che alla fine di tutto rimarrà impressa in modo indelebile nella vostra memoria.

Voto Recensione di Ether One - Recensione


7.5