Anteprima

Enemy Territory: Quake Wars

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a cura di Redazione SpazioGames

Anno 2060: gli alieni attaccano la Terra. Sembrerebbe l’inizio di un B-Movie degli anni ’80 e invece è l’idea di base (piuttosto banale, se vogliamo) di quello che si prospetta essere un nuovo successo della serie Enemy Territory. Dopo Return to Castle: Wolfenstein tocca al mondo di Quake far da cornice a questo nuovo titolo dei ragazzi della Splash Damage. Quake Wars si apre, appunto, con l’invasione degli Strogg sulla Terra: ovviamente lo scopo è il solito, vale a dire distruggere l’umanità per dominare l’universo. A scombussolare i piani dei perfidi alieni ci penserà la Global Defense Force (o GDF), che cercherà in ogni modo di salvare il nostro caro pianeta dagli invasori.

Leggendo queste righe si può capire come il concept del gioco non sia dei più originali mai creati, ma Quake Wars ci offre ugualmente degli spunti interessanti e innovativi. Uno su tutti è la possibilità di scegliere tra i due eserciti in guerra. Salvare l’umanità o cercare di distruggerla? Questa è la domanda che vi farete prima di iniziare a giocare. Ovviamente impersonare l’uomo o gli alieni comporterà diverse missioni, diversi obiettivi, ma soprattutto diverse armi. Particolare attenzione è stata data ai veicoli che useremo nel corso del gioco: è di facile intuizione che anche questi cambieranno secondo la fazione scelta. I veicoli della GDF potranno passare da una macchina anfibia corazzata ad un classico elicottero da guerra, ma per le situazioni difficili si potrà guidare un potente carro armato in grado di annientare le difese nemiche. Gli Strogg dalla loro parte hanno dei mezzi più grandi e complessi, creati grazie alla superiorità tecnologica: un enorme veicolo robotizzato (chiamato Goliath, non a caso) che può sparare proiettili a 360°, un piccolo ma velocissimo mezzo da ricognizione e, dulcis in fundo, una macchina volante dotata di micidiali armi aliene. La differenza di armamenti può sembrare abissale ma gli sviluppatori del gioco assicurano che i veicoli si equivalgono, quindi la vittoria tra uomini e alieni non sarà decisa dalle macchine bensì dai singoli individui dei rispettivi eserciti.

Ogni singola unità degli eserciti ha compiti ben precisi che aiuteranno in modo essenziale e decisivo la loro squadra. La GDF è composta da vari elementi quali soldati semplici che, imbracciato il loro fucile, scendono nel campo di battaglia faccia a faccia col nemico, piloti di aerei e veicoli speciali, medici che cercheranno di curare i feriti mediante kit, soldati del genio addestrati in modo da infiltrarsi nelle linee nemiche per far saltare apparecchiature elettroniche o spiare i piani degli invasori e, infine, ingegneri che pianificano la difesa progettando e costruendo ripari, torrette e campi minati. L’esercito alieno ha la stessa conformazione: cambieranno soltanto i nomi e le missioni da compiere. Il soldato semplice alieno si chiamerà quindi Aggressor e sarà dotato di potenti armi laser; i piloti dei mezzi alieni sono chiamati Oppressor e hanno gli stessi compiti delle loro controparti umane. Ci sarà anche chi si occuperà di trovare medicine (le cellule Stroyent) oppure chi saboterà gli strumenti elettronici degli umani, scoverà i cecchini o si infiltrerà tra le fila nemiche (ovvero i cosiddetti Infiltrators); gli ingegneri alieni, infine, avranno le stesse mansioni dei loro “colleghi” umani: costruire linee difensive o riparare i veicoli distrutti sarà compito proprio di quest’ultimo reparto dell’esercito alieno.

Le modalità di gioco presenti non sono state divulgate, eccezion fatta per la modalità principale incentrata sul multiplayer online: 24 giocatori si affronteranno sul campo di battaglia, missione dopo missione, obiettivo dopo obiettivo. La particolarità di questa modalità è la possibilità di affrontare 3 o 4 mappe (tra le 12 disponibili) collegate tra loro. I giocatori cominceranno la loro carriera militare dal basso, come semplici commilitoni. Avanzando nel gioco, aumenterà l’esperienza sul campo e con essa varieranno anche le armi a nostra disposizione o, cosa ancora più importante, il nostro livello di salute si alzerà gradualmente, campagna dopo campagna. Cambieranno anche gli obiettivi da portare a termine: i giocatori con più esperienza saranno impiegati per missioni di primaria importanza mentre a chi affronta il gioco per la prima volta verranno assegnati compiti di livello secondario. Vista la corposa modalità online, i ragazzi della Splash Damage, in collaborazione con la Id Software (la software house di Doom), hanno cercato di migliorare l’esperienza di gioco eliminando il fastidioso lag, troppo spesso presente sui nostri pc, introducendo una nuova tecnologia chiamata WYSIWYH (What you shoot is what you hit che tradotto significa “quello a cui spari è quello che colpirai”).

Aspetto tecnicoA livello grafico il gioco è davvero notevole. Gli sviluppatori hanno perfezionato il già quasi perfetto motore grafico visto in Quake IV o Doom3 con l’introduzione delle MegaTexture (tutto lo scenario di un livello è racchiuso in un’unica immagine compressa di grandi dimensioni) che permette ad ogni mappa di essere diversa dall’altra in ogni dettaglio, senza ripetizioni. Le arene di gioco sono molto ampie, forse meno di altri sparatutto, ma perfette per ospitare i 24 giocatori e ogni tipo di veicolo. Tutto ciò che si muove a schermo è riprodotto in modo esemplare grazie anche all’utilizzo di particolari effetti come il Self-Shadowing o il Bloom Effect che curano la simulazione di ogni elemento come la vegetazione, il cielo o le condizioni climatiche.

Enemy Territory: Quake Wars sta gettando le basi per diventare un must-buy per ogni amante degli sparatutto online. Gli sviluppatori promettono un’esperienza di gioco unica, immersiva e sempre diversa; scegliere tra umani e alieni non rappresenta soltanto cambiare uniforme ma anche, e soprattutto, cambiare missioni, armi e tecnologie. Si attende una data ufficiale di uscita (prevista solo per PC), per ora l’unica informazione disponibile a riguardo è solo un generico Fine 2006.

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