Recensione

Empathy: Path of Whispers

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

I cosiddetti walking simulator hanno sempre avuto fortune alterne e sono di fatto recepiti dal pubblico come dei giochi con forti limitazioni di gameplay. Si tratta ad onor del vero di un dato incontrovertibile, che va però considerato parte di un concept di base finalizzato a focalizzarsi sulla forza di una storia solida ed efficace, asciugando all’osso (quasi sempre) gli elementi distintivi di interazione che hanno permesso l’evoluzione del medium. Empathy: Path of Whispers non fa mistero di ispirarsi ai primi progetti del genere, con un approccio allo storytelling e una costruzione dell’atmosfera non troppo distanti da titoli come Dear Easter e Gone Home, rimanendo però ancorato a una concezione di gioco sin troppo antica, che soffre di immobilismo.
Il sentiero dei sussurri
Come molti altri giochi del genere, anche Empathy: Path of Whispers inizia in maniera vaga, dando pochi indizi su ciò che sta accadendo. Lo scopo è chiaramente quello di scoprirlo man mano che la storia si dispiega davanti ai vostri occhi, ma i ritmi con cui ciò avviene sono blandi, poco adatti a un deciso coinvolgimento, e si uniscono – a tratti – a una scrittura non proprio eccelsa e poco ficcante, creando in definitiva una sorta di distacco tra il giocatore e il racconto collettivo di cui Empathy si fregia. Non mancano i motivi d’interesse e ci sono in effetti degli spunti buoni, ma la trama del gioco non fa che galleggiare tra l’affascinante e il noioso per tutto l’arco dell’avventura, che non supera le quattro ore (a meno che non rimaniate bloccati: in quel caso il gioco potrebbe durare molto di più). Il motivo è legato principalmente alla scelta di delegare il racconto alle parole degli spiriti degli abitanti di una città caduta in malora, decadente e sospesa in una sorta di limbo, così come gli oggetti che ad essi sono appartenuti. La trama di Empathy: Path of Whispers si snoda attraverso il racconto corale dei ricordi evanescenti, da cui emerge una inossidabile verità di fondo: le debolezze e le imperfezioni sono parte della nostra natura e definiscono la nostra umanità, motivo per cui la volontà di correggere le nostre défaillance attraverso l’intervento di macchine avveniristiche è destinata al fallimento. Sebbene si noti l’intenzione di costruire una storia che è prima di tutto una critica verso l’eugenetica tecnocratica e l’impossibilità di vivere secondo i dogmi del comunismo per via della nostra congenita avarizia e volontà di sopraffazione, Empathy cade nelle solite trappole che i walking simulator non riescono quasi mai ad evitare. 
Per certi versi alcune meccaniche si avvicinano a quelle viste in Everybody’s Gone to the Rapture, tuttavia si nota come gli sviluppatori abbiano cucito addosso alla storia delle elementari dinamiche di gioco che non solo non sono in grado di convincere, ma cadono vittima di alcune brutte scelte di design.
Ricordi del mondo che fu
Empathy: Path of Whispers vi immergerà in un mondo onirico fatto di elementi che possono apparire non immediatamente interconnessi tra loro, ma che in realtà, se osservati attraverso una visuale grandangolo, ben fotografano una società che fiorì sotto ottimi auspici e che adesso è solo il pallido e triste ricordo di un mondo morto sotto la pressione di ideali irraggiungibili. Lo scoprirete principalmente grazie a una sorta di tester di cui entrerete in possesso nelle battute iniziali, con cui dovrete allineare delle sinusoidi che permettono di far combaciare due piani d’esistenza distanti tra loro. Così facendo, gli oggetti impalpabili diverranno reali, solidi, “vivi”. Ad essi saranno collegate le memorie e le prospettive di uomini e donne del luogo, che vi forniranno dei preziosi dettagli per ricostruire il puzzle. A proposito di puzzle, quelli presenti in Empathy: Path of Whispers non sono riusciti a colpirci. Oltre a essere semplici, sin troppo intuitivi e in larga misura banali, va detto che appaiono come delle forzature che interrompono il ritmo di gioco e nulla aggiungono all’esperienza globale. Semmai, la loro arbitrarietà crea dei fastidi non da poco, a cui bisogna aggiungere la colpevole mancanza di suggerimenti o indizi che facciano capire quale sia la logica di fondo dietro a situazioni che fanno solo perdere tempo e vi lasciano girovagare per le ambientazioni come delle anime in pena. Giusto per fare qualche esempio, potrà capitare di dover reperire un determinato oggetto da inserire in qualche macchinario affinché possiate attivare la leva di un montacarichi, ma non c’è modo di capire dove tale oggetto si trovi se non scandagliando a fondo l’area in cui vi trovate (o addirittura quella precedente). Dovrete però agire in questo modo molto spesso, altrimenti non potrete sbloccare la linea di monologo successiva e il gioco non andrà avanti. 
In tal senso, dispiace dover constatare come Empathy sia tutto sommato un emblema delle debolezze più evidenti degli walking simulator, che avrebbero bisogno di evolvere la propria formula e coinvolgere maggiormente il giocatore, anziché lasciarlo ai margini e utilizzarlo come strumento (poco) senziente che attiva degli “interruttori” affinché possa subire passivamente la storia raccontata. Si consideri inoltre che Empathy: Path of Whispers non regala gioie nemmeno per quanto riguarda il comparto tecnico, che si è rivelato piuttosto debole dal punto di vista della modellazione poligonale, la qualità delle texture e la composizione degli ambienti, che spesso sono degli ammassi di elementi discordi, giustificati da quella sorta di sogno decadente in cui sarete immersi.
MINIMI:
Sistema operativo: Windows 7, 8, 10 64 bit (32 bit NOT supported)
Processore: 2.5 Ghz Intel Core 2 Quad Q8300 or equivalent
Memoria: 8 GB di RAM
Scheda video: Nvidia GeForce GTX 550 Ti or ATI HD6950 or equivalent
DirectX: Versione 11
Memoria: 9 GB di spazio disponibile
Scheda audio: DirectX Compatible Audio
Note aggiuntive: Using an AMD Crossfire setup might result in performance issues

– Buona idea narrativa di base

– Nonostante dei cali, la storia riesce a essere interessante

– Gameplay quasi assente

– Tecnicamente debole

– A tratti noioso, con puzzle arbitrari che interrompono il ritmo di gioco

6.0

Empathy: Path of Whispers cade un po’ vittima del genere a cui appartiene e mostra il fianco a un immobilismo davvero poco perdonabile. Sebbene siano nobili le intenzioni di raccontare una storia per certi versi diversa dal solito, tutto il resto del contorno e il modo in cui viene veicolata, assieme a un gameplay sin troppo elementare, fanno del gioco un’occasione sprecata. L’edizione fisica è distribuita da Adventure Productions allo stesso prezzo della versione Steam (€ 19,99), e all’interno contiene oltre al DVD anche la Steam Key.

Voto Recensione di Empathy: Path of Whispers - Recensione


6