Recensione

Dynasty Warriors

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a cura di Fabfab

Dopo aver accompagnato il lancio della PS2 con un franchise baciato dalla fortuna e da vendite stratosferiche, Koei ha pensato bene di riproporre l’alchimia vincente presentando il suo titolo più famoso anche su PSP, anche se leggermente modificato per meglio adattarsi alle esigenze di un portatile. Così gli appassionati potranno finalmente giocare al loro titolo preferito anche… in bagno!

La storia infinitaCome in tutti i capitoli di Dynasty Warriors, anche questa volta il giocatore si trova a rivivere le epiche battaglie ambientate durante l’epoca dei Tre Regni, un periodo di caos e guerre civili al termine del quale, però, l’antica Cina venne riunificata sotto un unico governante.Al giocatore spetta scegliere una delle fazioni in campo ed uno dei condottieri della detta fazione: ogni personaggio si caratterizza per l’aspetto fisico (ci sono eroici soldati, avvenenti fanciulle, giganteschi bestioni e pure condottieri effeminati) e l’arma utilizzata, che può spaziare dalle classiche spade e lance a chakra (i dischi rotanti di Xena, avete presente?), ventagli e flauti.Quindi si entra in campo, si affrontano orde di avversari che ci attaccano contemporaneamente sullo schermo e, saltuariamente, qualche condottiero nemico.Il problema principale del trasferire un gioco simile su una console portatile è rappresentato dalla necessità di renderlo fruibile da chi, magari, non ha ore ed ore da dedicare ai combattimenti. Così mentre nelle sue versioni casalinghe il titolo Koei poteva richiedere diverso tempo prima di venire a capo di una singola battaglia, nella sua incarnazione per PSP il gioco è diventato un susseguirsi di brevissimi scontri. Il campo di battaglia è stato infatti diviso in tante caselle, collegate tra loro da percorsi predefiniti ma non necessariamente lineari: ogni casella rappresenta una roccaforte nemica, un deposito di rifornimenti o anche solo uno spazio aperto. Il giocatore decide quale percorso seguire e quali aree attaccare, tenendo sempre presente che alcune zone sono decisamente più importanti di altre: conquistare una roccaforte aumenta il morale delle nostre truppe e diminuisce quello degli avversari, impossessarsi degli approvvigionamenti nemici permette al nostro personaggio e ai suoi sottoposti di recuperare completamente le energie ogni volta che si passa sopra alla casella. Inoltre sottrarre rifornimenti ai nemici è essenziale per integrare i nostri: qualora questi venissero meno (e il loro numero cala inesorabilmente turno dopo turno), la battaglia è persa automaticamente. Per conseguire la vittoria, dunque, occorre conquistare il campo base avversario prima di terminare i propri rifornimenti.L’espediente elaborato da Koei funziona piuttosto bene, in effetti è molto comodo poter salvare dopo ogni scontro che non dura mai più di cinque o sei minuti: anzi, alcuni sono fin troppo brevi, al punto che basta qualche colpo ben assestato ai leader avversari per porre fine a tutto anche in un solo minuto! Non occorre infatti sterminare tutti gli avversari per vincere una battaglia, basta far scendere il loro morale per indurli alla fuga. D’altronde bisogna stare attenti a non essere noi quelli messi in fuga, perchè in tal caso molti dei progressi fino a quel momento conseguiti vanno istantaneamente in fumo e occorre ricominciare tutto daccapo.

Il condottiero e i suoi seguaciPer il resto il gioco è molto simile a quanto visto sulle console maggiori.Ai comandi dell’eroe prescelto, trarremo gioia infinita nello sterminare le impotenti orde nemiche. Il sistema di controllo deriva direttamente da quello dei suoi predecessori: ogni personaggio ha un attacco normale (Quadrato), uno potenziato (Triangolo), uno a distanza con l’arco (R) e il colpo speciale Musou (Cerchio), utilizzabile solo dopo aver riempito l’apposita barra. Inoltre, possiamo parare (L) e saltare (X), attaccare in volo o in carica, cavalcare cavalli ed elefanti. Tutto qui. Pochi e semplici comandi che rendono l’esperienza di gioco immediata e divertente, ma anche assai poco profonda ed alla lunga ripetitiva.Anche in questa versione potremo portare con noi alcuni Officers (fino ad un massimo di 4), che ci affiancano in battaglia e conferiscono vantaggi particolari al nostro personaggio (maggiore vitalità, attacchi più potenti, cure…), ma anche handicap se non si sta attenti: dunque la scelta degli ufficiali che ci accompagneranno in battaglia è un’operazione estremamente importante per la buona riuscita di uno scontro. Occorre segnalare che questi non sono Guardie del Corpo che ci accompagnano e proteggono sul campo di battaglia, ma condottieri che combattono autonomamente: è perciò consigliabile non allontanarsi mai troppo dai propri uomini durante uno scontro, specie se in inferiorità numerica, altrimenti si corre il rischio che mentre noi facciamo gli spacconi da soli in mezzo alle truppe nemiche, i nostri alleati vengano messi in fuga e la battaglia venga persa. Spendere un po’ di tempo alla ricerca degli abbinamenti migliori tra gli Officers e il nostro eroe è sempre consigliabile. All’inizio del gioco si dispone solo di pochi ufficiali tra cui scegliere, ma proseguendo è possibile sbloccarne molti altri, che potranno persino essere scambiati con gli amici.

Guerra nella nebbiaIl motore grafico sembra, nel complesso, una versione alleggerita di quello visto su PS2. La caratteristica principale del gioco, quella cioè di presentare decine di combattenti contemporaneamente su schermo, è stata naturalmente mantenuta, ma al prezzo di un nebbione da paura, di scenari piatti e spogli, vivacizzati solo occasionalmente da qualche elemento (rigorosamente statico) del fondale, di sporadici rallentamenti e di apparizioni improvvise dei nemici (e degli elementi del fondale) a pochi passi dal nostro personaggio. Fortunatamente parte dello schermo è occupato da una comoda mappa sulla quale è sempre possibile tenere d’occhio la posizione degli avversari, anche quelli virtualmente invisibili, in modo da non avere sorprese. I modelli dei personaggi sono sempre ben caratterizzati e i vari eroi immediatamente riconoscibili anche in mezzo alla mischia più caotica; sono presenti anche i bei filmati in c.g. tipici di Koei, anche se in misura minore rispetto al solito. Qualche problemino arriva anche dalla telecamera che, in assenza di uno stick analogico destro con cui ruotarla a piacimento, a volte crea un po’ di confusione nascondendoci i nemici.La colonna sonora è praticamente la medesima della versione PS2, mentre sono diminuiti i dialoghi parlati, ora per lo più sostituiti da semplici scritte.La longevità, infine, dipende sostanzialmente da quanto vi piaccia il genere. Dynasty Warriors mette a disposizione due modalità di gioco, la Musou Mode (praticamente la Campagna storica) e la Free Mode (la Campagna libera), con 15 personaggi immediatamente selezionabili e decine di altri da sbloccare: quindi se siete appassionati della serie Koei c’è di che tenersi impegnati per molte ore. D’altronde se non vi piace il genere, questo ennesimo capitolo della saga non offre nulla che possa indurvi a cambiare idea.

– Caricamenti piuttosto rapidi

– Buona resa grafica

– Controlli semplici ed immediati

– Battaglie fin troppo frazionate

– Nessuna vera novità

7.0

Dynasty Warriors per PSP è praticamente lo stesso, identico gioco visto su PS2 e XBox, con in più unicamente qualche utile accorgimento atto a renderlo perfettamente fruibile anche al mondo “mordi e fuggi” della console portatili. Gli appassionati, come il sottoscritto, non possono che apprezzare l’ennesimo capitolo della saga, che ci terrà occupati per ore ed ore prima di sbloccare tutto. Ma se cercate innovazione ed originalità, semplicemente non è il titolo che fa per voi.

Voto Recensione di Dynasty Warriors - Recensione


7