Recensione

Duke Nukem Forever

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a cura di ViKtor

L’uscita nei negozi di Duke Nukem Forever non è una tipica operazione commerciale, assume bensì i connotati dell’evento. Il mercato dei videogiochi aspetta il ritorno del Duca (fatta eccezione per i vari spin off di altalenante qualità che hanno tenuto in vita il brand) da più di tredici anni. Un paio di ere per il mondo del nostro hobby. Un tempo di sviluppo così ampio e le vicissitudini che ne conseguono possono risultare drammaticamente incisive sulla bontà del prodotto finale, e le nostre anteprime esponevano proprio questo dubbio. Un’idea su quale sia la risposta ve la sarete già fatta spulciando la recensione delle versioni console, ma non potevamo esimerci dal valutare anche la controparte PC. D’altronde, Duke Nukem ha mosso i primi passi proprio su questa piattaforma.

Hail to the OLD king, baby Per valutare con coerenza un titolo come Duke Nukem Forever occorre, secondo noi, fare un passo indietro nel tempo e capire esattamente cosa ha significato il brand nella storia dell’intrattenimento elettronico. Il Duca è stato, con il suo carisma e la sua volgarità, pioniere di diversi aspetti ritrovabili oggi in produzioni di ogni genere videoludico. A partire ovviamente dagli FPS, molti titoli attuali devono il loro successo a ciò che portò, più di qualunque altro capitolo della serie, Duke Nukem 3D. Il successo che ebbe ai tempi ne decretò l’entrata di diritto nell’olimpo dei videogame, tanto da divenire un’icona celeberrima anche tra i cosiddetti casual gamer. Appare scontato, dunque, come Forever arrivi sui nostri schermi con un fardello di aspettative estremamente pesante, e quanto sia facile essere fuorviati nel giudicarne pregi e difetti. Il dovere di noi critici e di voi giocatori è quello di analizzarlo esulando dal nome che porta, guardandolo come un FPS e non esclusivamente come un Duke Nukem

Provandoci, cosa evinciamo? Innanzitutto che ci troviamo di fronte ad uno sparatutto classico, che non innova assolutamente nulla e rimane strettamente ancorato al passato. Girovagare per le arene sparando agli alieni e affrontare l’inevitabile boss di fine livello è un esercizio già visto e rivisto, reso qui a tratti molto divertente grazie alle uscite esagerate del Duca, sempre pronto a enfatizzare un evento con i suoi atteggiamenti e commenti volgari. A disposizione del protagonista, oltre al solito esagerato arsenale, ci sono gadget come occhiali per la visione notturna, lattine di birra per aumentare la resistenza, steroidi per un temporaneo bonus sulla forza e un “Holoduke”, una sorta di ologramma che spiazza e confonde i nemici. Il gameplay, com’era prevedibile, assume ben presto un retrogusto vintage. Orde di alieni attaccano in massa senza un’apparente logica né una tattica, costringendoci a scaricare tutta la potenza di fuoco delle nostre armi in un turbinio di proiettili che ricorda molto gli sparatutto del passato. Non mancano i cali di ritmo, ai quali però purtroppo corrisponde una severa diminuzione del divertimento. Sotto forma di sezioni platform e semplici (diciamo pure banali) enigmi, questi momenti non vengono distribuiti nell’avventura in modo saggio: affrontare interi livelli praticamente senza sparare un colpo appare una forzatura nonché un’evasione troppo spinta dai canonici binari su cui dovrebbe rimanere il gioco. A volte si ha addirittura la sensazione che tali sezioni siano state inserite per aumentare la longevità complessiva della campagna: soluzione che comunque in parte sembra aver pagato. Per completare la nuova missione del Duca servono dalle 10 alle 12 ore a seconda del livello di difficoltà scelto, una durata superiore alla media degli altri FPS presenti sul mercato che compensa, come vedremo più avanti, la sostanziale inutilità del comparto multiplayer
Alla luce di queste analisi, dovessimo descrivere in una parola Duke Nukem Forever sceglieremmo “contraddittorio”. Il gioco Gearbox ha due volti: uno sorprende il giocatore con sprazzi di puro divertimento, l’altro lo spiazza mettendo a nudo la senilità del suo gameplay e, in generale, di tutto il comparto tecnico. Ciò non toglie che l’appassionato della serie troverà ciò di cui ha bisogno perché il carisma del protagonista non solo è rimasto inalterato, ma è anzi tornato in auge con maggior vigore. Forever è questo, prendere o lasciare.

Anche il Duca ha i suoi anni Eccoci alle note più dolenti, agli aspetti su cui il Duca tradisce tutta la sua vecchiaia. Com’era ipotizzabile, il complicatissimo iter di sviluppo ha portato alla pubblicazione di un gioco tecnicamente non al passo coi tempi. Non serve un occhio particolarmente scaltro per notare come Duke Nukem Forever sia graficamente insufficiente, senza andare a drammatizzare confrontandolo gli sparatutto più recenti. Il livello di dettaglio è scarso, così come la qualità dei modelli poligonali. A onor del vero diversi bug e rallentamenti scovati nella versione PS3 e Xbox360 qui sembrano fortunatamente spariti e, se spinto ad alte risoluzioni, il motore restituisce un impatto generale non così devastante. Il rovescio della medaglia, ovviamente, è l’accessibilità dei requisiti minimi di sistema: la configurazione consigliata che trovate in coda all’articolo basta e avanza per affrontare l’ultima fatica del Duca al massimo livello di dettaglio. Proprio per questi motivi la versione PC risulta essere quella generalmente migliore su cui investire i propri soldi, anche per via del prezzo inferiore. Se avete un computer, dunque, sapete in quale scaffale dovete andare a pescare. Ecco giustificato il voto finale, più alto di qualche punto rispetto a quello assegnato alle controparti console. Più che discreto il comparto sonoro: sposandosi perfettamente con l’atmosfera estremizzata e volgare del gioco, regala qualche sorriso ed effetti di buona qualità. Necessario spendere qualche parola anche sul multiplayer. Assolutamente accessoria, l’offerta online di Gearbox è un atto dovuto più che un aspetto del titolo su cui vi soffermerete. Simpatica l’idea di variare il classicissimo “capture the flag” introducendo una signorina succinta al posto della bandiera, ma è palese che non basti a mantenere alto l’interesse per più di un paio di match. Nessuno dotato di spirito critico, comunque, avrebbe mai puntato sul multiplayer in questo caso.

HARDWARE

Requisiti minimi
CPU: Intel Core 2 Duo @ 2.0 Ghz / AMD Athlon 64 X2 @ 2.0 GhzRAM: 1 GbHD: 10 Gb liberiScheda video: nVidia GeForce 7600 / ATI Radeon HD 2600Scheda audio: DirectX Compatible

Requisiti consigliatiCPU: Intel Core 2 Duo @ 2.4 Ghz / AMD Athlon 64 X2 @ 2.6 GhzRAM: 2 GbScheda video: nVidia GeForce 8800 GTS / ATI Radeon HD 3850

– Violento, politicamente scorretto, esagerato come il Duca impone

– A tratti divertente

– Meno problemi tecnici rispetto alle versioni console

– Requisiti di sistema accessibili a tutti

– Graficamente obsoleto

– Non innova nulla, e non ci prova nemmeno

– Multiplayer inutile

6.5

Non possiamo nasconderlo: Duke Nukem Forever viene tenuto a galla dalla dirompente forza del suo stesso brand, riuscendo così a celare i grossi problemi che ne avrebbero altrimenti decretato un voto inferiore. Fermo restando che in un’analisi onesta il giudizio complessivo non può prescindere da questa considerazione, per i fan l’acquisto rimane pressoché obbligato, non fosse altro che per puro spirito collezionistico. Tutti gli altri possono dargli un’opportunità, perché globalmente il gioco non è proprio da buttare. I suoi momenti li ha e, tutto sommato, il Duca ci mancava davvero tanto. Sempre restando consci, però, del fatto che in giro si trova decisamente di meglio.

Voto Recensione di Duke Nukem Forever - Recensione


6.5